Liberazione della luce
La nuova
creazione nel tempo della grazia
Ci sono giorni in cui devo pregare il Signore che mi restituisca
l’udito, altri in cui la Parola fa
breccia nel cuore, e non vorrei perderne una sola.
Così, per fare memoria della mia fede, sto ripercorrendo, alla lettura
del Vangelo, quelle parole che hanno
segnato la mia vita, cambiandomi.
Ma il Signore fa nuove tutte le cose, e vedo e ascolto come per la
prima volta parole già udite e conosciute. Come mai non le avevo sentite prima?
E in questa riscoperta e nuovo ascolto
si sono fatte spazio le parole di Matteo che racconta la Pasqua di Gesù.
All’alba del primo giorno
Il racconto è scandito con determinazioni temporali precise, a partire
dal capitolo 26: “Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua…”, “Il primo giorno degli azzimi”, “Venuta la sera”,
“Questa notte”. Poi la scansione temporale accelera in crescendo: “Venuto il mattino”,
“a mezzogiorno”, “Verso le tre del pomeriggio” “Venuta
la sera”, e dilatarsi poi in un TEMPO
senza confini: “il giorno seguente”,
“dopo il Sabato”, “all’alba del primo
giorno”. Mi ritornavano note familiari, con altre profondità: primo
giorno, e fu sera, e fu mattina…
Graziella mi dice al telefono che loro, diocesi di Ambrogio, stanno
leggendo Genesi. Anch’io torno ai primi passi della creazione, al soffio che dà
la vita al primo Adamo, e mi sembra di riconoscere quei segni del Creatore che
rivela nel nuovo Adamo la Sua
Immagine: e torno indietro ad ascoltare Matteo: che cosa mi racconti? Di Chi mi
parli?
Ecco l’identità del nuovo Adamo, Dio-Uomo: Gesù avverte i suoi, fra due giorni, è la pasqua, anche lui
sente l’avvicinarsi dell’ora, si preoccupa di avvisare gli amici, statemi
vicino, insieme siamo più forti nella notte. Ma è SOLO, anche il Padre sembra
tacere, e lui tace, tace davanti al Sinedrio, tace davanti a Pilato. Solo la
verità parla, e parla con la voce di chi lo accusa: Tu lo dici, Io sono il
Figlio di Dio, Tu lo dici, il mio Regno…
Figlio di Dio e Re, ma quale nuova
creazione dell’uomo: mite, non oppone resistenza, oltraggiato, perdona,
tradito e rinnegato, guarda con amore, e in quel sabato santo, in cui il tempo
della notte sembra non aver fine, cielo e terra si riconciliano, all’uomo si
apre il tempo della grazia: era
l’alba del primo giorno
Non è il fine settimana che
ci fa tornare con la faccia triste al lavoro del lunedì, no. È l’alba
del primo giorno del tempo che ci è dato da vivere, nella vita del Risorto, è il primo giorno della nostra Pasqua!