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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
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Alcune notizie da Porto
Posted by Maria Lúcia Amado Correia

Prima di parlare di qualche piccolo avvenimento del nostro gruppo, mi piacerebbe presentarlo per lo meno nella forma esteriore, già che è difficile esprimere tutto ciò che è e ciò che vive ogni una persona.

Il nostro è un gruppo misto: due elementi di vita fraterna e undici di vita in famiglia o da sole. Sono convinta della positività e della ricchezza che sempre hanno costituito le differenti modalità di appartenenza, nell’istituto; questo è una caratteristica che fa parte del DNA della CM e nonostante i cambiamenti numerici dell’uno o dell’altro elemento nel decorrere del tempo, è importante averlo come orizzonte per non perdere qualcosa di essenziale. In questo momento la vita fraterna all’interno del gruppo è diminuita, ma continua ad essere un “segno” e anche più che un segno, è la possibilità di fare della casa del gruppo un luogo di incontro e di accoglienza.

Parliamo del gruppo di Porto, ma è importante notare che il gruppo ha un membro a Lisbona (che dista 317 km dalla città di Porto) e un altro in Penamacor, provincia di Castelo Branco (a 261 km dalla sede del gruppo). Gli altri membri, pur non vivendo nella città sono a una distanza tra i 10 e i 40 km.

Il ritmo degli incontri è mensile: ci incontriamo nel secondo fine settimana del mese. Gli arrivi cominciano normalmente il venerdì sera e quasi sempre qualcuno rimane fino al lunedì mattina, questo proporziona un buon tempo di incontro e di vita insieme. Notizie, programmazione, riflessione, liturgia, preghiera e convivialità sono gli aspetti che riempiono i due giorni di incontro. Il gruppo sta sempre al completo tranne se c’è qualche ragione di forza maggiore.

Gli incontri del mese di marzo

“Un anno non consiste solo nelle sue stagioni, non si definisce solo in funzione del ciclo che comincia con la primavera, con i prati verdi e la tosatura delle pecore passando dal calore bruciante dell’estate e il tempo del raccolto, le prime piogge e le nuove semine per finire con la neve e la gelata notturna alle quali seguirà, ancora una volta, il tono rosato del fiore di tamerice. No, tutto questo non è che la cornice della definizione dell’anno; un anno è in verità una immensa filigrana di vita e di avvenimenti intrecciati, un oceano al quale andiamo a bere.”(Thomas Mann Giuseppe e i suoi fratelli).

Ho trovato suggestivo cominciare a parlare degli incontri del mese di marzo con questa bellissima citazione di Thomas Mann. In verità un anno è una immensa filigrana di vita, una immensa filigrana di avvenimenti intrecciati, un oceano al quale andiamo a bere. Penso che il corso di formazione permanente realizzato dal 2 al 5 marzo, è stato uno di questi avvenimenti che anche nella sua discrezione e semplicità, ha fatto crescere il tale oceano al quale possiamo andare a bere.

Il programma era semplice: leggere e riflettere insieme (in due gruppi), il documento ”vino nuovo in otri nuovi” ci eravamo dati due percorsi di lettura: Che cosa troviamo

di più importante nel documento e che cosa questo implica per noi CM: tempo permettendo avremmo potuto prendere anche il testo “le nostre assemblee” per rileggerlo, ma il tempo non è bastato; è rimasto l’invito di rivederlo singolarmente. Perciò questa volta non c’era nessun conferenziere. E’ da far notare che ci è piaciuto lavorare in gruppi, forse perché essendo un gruppo numeroso, non lascia molto tempo per ciascuna di noi parlare ed esprimersi. Nelle sere di sabato e domenica abbiamo visto due film. Domenica, lunedì e martedì abbiamo avuto anche la celebrazione della Eucaristia. A celebrare è venuto, Domenica il vescovo dimissionario di Porto Joao Miranda nostro amico di lunga data; il lunedì un giovane padre dehoniano, ordinato l’anno scorso e che già avevamo invitato da molto, aspettando solo il momento opportuno per concretizzare l’invito e il martedì un padre diocesano amico di alcune del gruppo. E’ anche questo un momento per concretizzare ed esprimere quella convivialità , caratteristica che ci piacerebbe mantenere nel gruppo ma che il ritmo della vita e le nostre forze non sempre ci permettono di realizzarla nella intensità desiderata.

Per non moltiplicare le date, avevamo deciso di fare il pellegrinaggio in preparazione all’assemblea, nello stesso periodo. Per questo avevamo scelto un santuario vicino: Il Monte della Vergine, in una collina della città di Gaia che è situata dall’altro lato del fiume Douro, di fronte a Porto. Il giorno scelto era stato il lunedì nel pomeriggio. In questo giorno era venuto a celebrare il padre Nuno, Dehoniano delle Azorre, che vive nella comunità di Coimbra. Siamo andate con i mezzi pubblici e l’ultima parte in salita l’abbiamo fatta a piedi. In cima, nel piccolo eremo abbiamo recitato il rosario, fatto alcune fotografie e già è arrivato il momento di tornare a casa. E’ stato bello anche perché il p. Nuno è riuscito a venire con noi; un momento per concretizzare ed esprimere la Famiglia Dehoniana che vogliamo costruire.

Nel programmare questi giorni avevamo messo come obiettivo: Tentare di vivere questi giorni con impegno e relax e penso di esserci riuscite. Il gruppo era presente quasi nella totalità, mancava solo una per problemi di salute. Come ho detto prima siamo un gruppo numeroso, il che vuol dire anche esigenza di organizzazione e di lavoro, soprattutto quando sono molti giorni e ci sono anche altri ospiti. Penso comunque che il clima è stato di tranquillità e addirittura condito da una certa dolcezza. Ci sentiamo nella nostra casa, una casa ampia, bella e luminosa che ci piace godere e ci piacerebbe trasformarla sempre più in centro di convergenza dentro e fuori della CM.

La festa delle Famiglie

Avremmo potuto chiamarla la festa dell’ ”Eccomi”, ma quest’anno avevamo pensato di riattivare un’antica tradizione degli inizi del gruppo di Porto, che era la festa dei genitori. Nell’invito dicevamo così: “Una volta come Compagnia Missionaria facevamo la festa dei genitori. Era un momento bello, d’incontro, di conoscenza, dove s’intrecciavano legami di affetto e di comunione. Dopo i genitori quasi tutti sono andati alla casa del Padre… e si lasciò di fare la festa. Quest’anno vorremmo, per così dire, riproporla, già non con i genitori, ma con le nostre famiglie – fratelli, sorelle, nipoti cognatie- allargando anche ai nostri amici e amiche.”

Quando progettavamo queste cose, con l’entusiasmo si mischiava un certo timore. Come organizzare? Saranno molte le persone che aderiranno? Saremo capaci di accogliere e di proporre qualcosa d’importante. Invitarli solo per il pomeriggio o per tutto il giorno? Con quest’ultima ipotesi era da preparare il pranzo. Dopo uno scambio di opinioni vinse l’idea del giorno pieno. Noi offrirci di preparare una minestra calda e le persone portare qualcosa da mettere in comune.

Justina, Gloria e Teresa Castro hanno il compito di preparare il tema da presentare ai più giovani; Lùcia e Laura per i più attempati. I più giovani nella biblioteca, gli altri nel salone. Amelia e Margherita hanno la logistica: preparare la minestra, ricevere ciò che le persone portano, preparare i tavoli, sistemare le stoviglie, ciò che hanno fatto con l’aiuto di una o dell’altra persona presente.

La lista di iscrizione era arrivata a più di 50 persone, ma dopo con gli imprevisti siamo arrivati in realtà a 40. Comunque si è formato un bel gruppo, molto vario e possiamo dire che è stato un successo.

Padre Antonio Loureiro, superiore del Seminario P.Dehon, sito nei dintorni di Porto. Per l’animazione liturgica è venuto ad aiutarci il nostro amico, Joaquim Marçal, professore di musica e che per tutto l’anno, quando ci riuniamo viene ad aiutarci a preparare la liturgia del giorno successivo. Cosi abbiamo cercato di coinvolgere i partecipanti alla liturgia scegliendo tra di loro i lettori, i partecipanti alla processione offertoriale e alla preghiera dei fedeli,

Dopo la celebrazione eucaristica delle 15.30 abbiamo fatto merenda e festeggiato il professore Marçal che compiva gli anni il giorno dopo. Poi i saluti, anche perché c’era chi era venuto da Coimbra e dai dintorni di Guimarães e era necessario tornare a casa con tranquillità.

Non contando la festa di inaugurazione della casa e del cinquantesimo, questa è stata la convocazione più numerosa in questa casa; non vi nascondo che avevo un certo timore, ma devo dire che, sorvolando alcuni particolari(che cercheremo di prendere in considerazione la prossima volta) tutto è andato abbastanza bene. In Marzo (come festa dell’Eccomi) o in giugno (In occasione della festa del sacro cuore)? Ancora non sappiamo, ma a suo tempo faremo discernimento e penso che questa sarà una festa a cui dare continuità.

Io sempre difendo l’idea che dove la CM stà radicata, è bene che ci sia uno spazio grande o piccolo che possa essere considerato un Centro CM. Non vogliamo togliere il risalto che diamo alla casa di Via Guidotti, ma proprio perché sentiamo l’importanza che lei ha, desideriamo che ci siano altri spazi, sparsi nel corpo dell’istituto, che siano punto di convergenza, di irradiazione, di radicamento storico nel corpo della CM. Penso che la casa di Porto è uno di questi Centri CM carico di una storia che è importante conoscere. Mi piace finire ancora con una citazione di Tomas Mann, nello stupendo romanzo sopracitato,Dice parlando di Giacobbe e delle sue avventure: “… le storie che viviamo in un determinato luogo sono come radici che affondiamo nel terreno di questo mondo.” Anche in questo spazio abbiamo vissuto molte storie: storie belle e storie dolorose, ma sono tutte storie che danno sicurezza e consistenza alla nostra vita, perché si inseriscono in una vita più ampia e più profonda, la propria storia di salvezza di Dio. E per questo che lancio un appello e un invito: venite a conoscere questo centro CM, venite ad arricchirlo con la vostra presenza e le vostre storie.

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