Il
nostro è un gruppo misto: due elementi di vita fraterna e undici di vita in
famiglia o da sole. Sono convinta della positività e della ricchezza che sempre
hanno costituito le differenti modalità di appartenenza, nell’istituto; questo
è una caratteristica che fa parte del DNA della CM e nonostante i cambiamenti
numerici dell’uno o dell’altro elemento nel decorrere del tempo, è importante
averlo come orizzonte per non perdere qualcosa di essenziale. In questo momento
la vita fraterna all’interno del gruppo è diminuita, ma continua ad essere un
“segno” e anche più che un segno, è la possibilità di fare della casa del
gruppo un luogo di incontro e di accoglienza.
Parliamo del gruppo di Porto, ma è
importante notare che il gruppo ha un membro a Lisbona (che dista 317 km dalla
città di Porto) e un altro in Penamacor, provincia di Castelo Branco (a 261 km dalla sede del gruppo). Gli altri
membri, pur non vivendo nella città sono a una distanza tra i 10 e i 40 km.
Il ritmo degli incontri è mensile: ci
incontriamo nel secondo fine settimana del mese. Gli arrivi cominciano
normalmente il venerdì sera e quasi sempre qualcuno rimane fino al lunedì
mattina, questo proporziona un buon tempo di incontro e di vita insieme.
Notizie, programmazione, riflessione, liturgia, preghiera e convivialità sono
gli aspetti che riempiono i due giorni di incontro. Il gruppo sta sempre al
completo tranne se c’è qualche ragione di forza maggiore.
Gli incontri del
mese di marzo
“Un anno non
consiste solo nelle sue stagioni, non si definisce solo in funzione del ciclo
che comincia con la primavera, con i prati verdi e la tosatura delle pecore
passando dal calore bruciante dell’estate e il tempo del raccolto, le prime
piogge e le nuove semine per finire con la neve e la gelata notturna alle quali
seguirà, ancora una volta, il tono rosato del fiore di tamerice. No, tutto
questo non è che la cornice della definizione dell’anno; un anno è in verità una immensa filigrana di vita e di avvenimenti
intrecciati, un oceano al quale andiamo a bere.”(Thomas Mann Giuseppe e i suoi fratelli).
Ho
trovato suggestivo cominciare a parlare degli incontri del mese di marzo con
questa bellissima citazione di Thomas Mann. In verità un anno è una immensa
filigrana di vita, una immensa filigrana di avvenimenti intrecciati, un oceano
al quale andiamo a bere. Penso che il corso di formazione permanente realizzato
dal 2 al 5 marzo, è stato uno di questi avvenimenti che anche nella sua
discrezione e semplicità, ha fatto crescere il tale oceano al quale possiamo
andare a bere.
Il
programma era semplice: leggere e riflettere insieme (in due gruppi), il
documento ”vino nuovo in otri nuovi” ci eravamo dati due percorsi di lettura:
Che cosa troviamo
Per
non moltiplicare le date, avevamo deciso di fare il pellegrinaggio in
preparazione all’assemblea, nello stesso periodo. Per questo avevamo scelto un
santuario vicino: Il Monte della Vergine, in una collina della città di Gaia
che è situata dall’altro lato del fiume Douro, di fronte a Porto. Il giorno
scelto era stato il lunedì nel pomeriggio. In questo giorno era venuto a celebrare
il padre Nuno, Dehoniano delle Azorre, che vive nella comunità di Coimbra.
Siamo andate con i mezzi pubblici e l’ultima parte in salita l’abbiamo fatta a
piedi. In cima, nel piccolo eremo abbiamo recitato il rosario, fatto alcune
fotografie e già è arrivato il momento di tornare a casa. E’ stato bello anche
perché il p. Nuno è riuscito a venire con noi; un momento per concretizzare ed
esprimere la Famiglia Dehoniana che vogliamo costruire.
Nel
programmare questi giorni avevamo messo come obiettivo: Tentare di vivere questi giorni con impegno e relax e penso di
esserci riuscite. Il gruppo era presente quasi nella totalità, mancava solo una
per problemi di salute. Come ho detto prima siamo un gruppo numeroso, il che
vuol dire anche esigenza di organizzazione e di lavoro, soprattutto quando sono
molti giorni e ci sono anche altri ospiti. Penso comunque che il clima è stato
di tranquillità e addirittura condito da una certa dolcezza. Ci sentiamo nella
nostra casa, una casa ampia, bella e luminosa che ci piace godere e ci
piacerebbe trasformarla sempre più in centro di convergenza dentro e fuori
della CM.
La festa delle Famiglie
Avremmo
potuto chiamarla la festa dell’ ”Eccomi”, ma quest’anno avevamo pensato di
riattivare un’antica tradizione degli inizi del gruppo di Porto, che era la
festa dei genitori. Nell’invito dicevamo così: “Una volta come Compagnia Missionaria facevamo la festa dei genitori. Era un momento bello, d’incontro, di
conoscenza, dove s’intrecciavano legami di affetto e di comunione. Dopo i
genitori quasi tutti sono andati alla casa del Padre… e si lasciò di fare la
festa. Quest’anno vorremmo, per così dire, riproporla, già non con i genitori,
ma con le nostre famiglie – fratelli, sorelle, nipoti cognatie- allargando
anche ai nostri amici e amiche.”
Quando
progettavamo queste cose, con l’entusiasmo si mischiava un certo timore. Come
organizzare? Saranno molte le persone che aderiranno? Saremo capaci di
accogliere e di proporre qualcosa d’importante. Invitarli solo per il
pomeriggio o per tutto il giorno? Con quest’ultima ipotesi era da preparare il
pranzo. Dopo uno scambio di opinioni
vinse l’idea del giorno pieno. Noi offrirci di preparare una minestra calda e
le persone portare qualcosa da mettere in comune.
La lista di iscrizione era arrivata a più
di 50 persone, ma dopo con gli imprevisti siamo arrivati in realtà a 40.
Comunque si è formato un bel gruppo, molto vario e possiamo dire che è stato un
successo.
Padre
Antonio Loureiro, superiore del Seminario P.Dehon, sito nei dintorni di Porto.
Per l’animazione liturgica è venuto ad aiutarci il nostro amico, Joaquim
Marçal, professore di musica e che per tutto l’anno, quando ci riuniamo viene
ad aiutarci a preparare la liturgia del giorno successivo. Cosi abbiamo cercato
di coinvolgere i partecipanti alla liturgia scegliendo tra di loro i lettori, i
partecipanti alla processione offertoriale e alla preghiera dei fedeli,
Dopo
la celebrazione eucaristica delle 15.30 abbiamo fatto merenda e festeggiato il
professore Marçal che compiva gli anni il giorno dopo. Poi i saluti, anche
perché c’era chi era venuto da Coimbra e dai dintorni di Guimarães e era necessario tornare a casa con
tranquillità.
Non
contando la festa di inaugurazione della casa e del cinquantesimo, questa è
stata la convocazione più numerosa in questa casa; non vi nascondo che avevo un
certo timore, ma devo dire che, sorvolando alcuni particolari(che cercheremo di
prendere in considerazione la prossima volta) tutto è andato abbastanza bene.
In Marzo (come festa dell’Eccomi) o in giugno (In occasione della festa del
sacro cuore)? Ancora non sappiamo, ma a suo tempo faremo discernimento e penso
che questa sarà una festa a cui dare continuità.
Io
sempre difendo l’idea che dove la CM stà radicata, è bene che ci sia uno spazio
grande o piccolo che possa essere considerato un Centro CM. Non vogliamo togliere il risalto che diamo alla casa di
Via Guidotti, ma proprio perché sentiamo l’importanza che lei ha, desideriamo
che ci siano altri spazi, sparsi nel corpo dell’istituto, che siano punto di
convergenza, di irradiazione, di radicamento storico nel corpo della CM. Penso
che la casa di Porto è uno di questi Centri
CM carico di una storia che è importante conoscere. Mi piace finire ancora
con una citazione di Tomas Mann, nello stupendo romanzo sopracitato,Dice
parlando di Giacobbe e delle sue avventure: “…
le storie che viviamo in un determinato luogo sono come radici che affondiamo
nel terreno di questo mondo.” Anche in questo spazio abbiamo vissuto molte
storie: storie belle e storie dolorose, ma sono tutte storie che danno
sicurezza e consistenza alla nostra vita, perché si inseriscono in una vita più
ampia e più profonda, la propria storia di salvezza di Dio. E per questo che
lancio un appello e un invito: venite a conoscere questo centro CM, venite ad arricchirlo con la vostra presenza e le vostre
storie.