Intervista a Maria da Gloria Neto
Uno
sguardo alla tua vita: presentati... la tua famiglia… le tue prime
esperienze... l’ambiente portoghese dove hai vissuto… il tuo primo lavoro…ecc.
Tutto questo mi faceva
sentire felice perché facevo parte del mondo del lavoro, il mondo degli adulti.
Mi ha aiutato a crescere nella maturità umana e a sentirmi responsabile di
tutto quello che facevo.
La tua
vocazione: come è nata? Perché nella Compagnia Missionaria? Ricordi persone
significative o fatti che ti hanno aiutata a fare questa scelta?
La mia vocazione è nata in maniera molto delicata, soave...avevo appena quattordici anni, ero molto giovane, quando ho cominciato a partecipare alle attività nella mia parrocchia come catechista e a leggere la parola di Dio..
Ho sempre avuto una buona vita di preghiera,
mi piaceva leggere e meditare la Parola di Dio. Con frequenza mi ritrovavo a
riflettere e a interrogarmi su quale poteva essere il cammino della mia vita.
Nonostante questi interrogativi, ho avuto e vissuto la mia gioventù come
qualsiasi
giovane del mio tempo, innamorandomi,
partecipando a feste, lavorando...
A un certo momento mi è capitato di leggere
con “occhi nuovi”il secondo capitolo del Vangelo di Giovanni: “Le nozze di
Cana”dove Maria rivolgendosi ai discepoli di suo Figlio raccomanda loro di:”fare quello che Lui gli dirà”. In quel
momento anch’io feci a me stessa in maniera più incisiva la stessa domanda :
che cosa Gesù mi sta dicendo? Che cosa vuole da me?
Pensai di farmi suora Benedettina di
clausura, ma molto presto scoprii che non era lì che il Signore mi chiamava. Il
mio posto era quello di rimanere nel mondo. Sì volevo qualcosa di simile, ma
ancora non sapevo dove e come.
La Compagnia Missionaria fin dal primo
momento in cui l’ho conosciuta mi ha lasciata libera di vedere, sentire,
provare se veramente questo era il posto che desideravo, e libera anche di non
continuare, nel caso capissi che questa scelta non era per me. E’ stata proprio
questa trasparenza e libertà che mi ha permesso di comprendere veramente che
era qui il mio posto! Dei tanti Istituti che ho conosciuto credo che la mia
carissima Compagnia Missionaria sia l’Istituto che ti lascia libera nel
prendere decisioni. Per questo l’amo!
A un
certo punto hai deciso di partire per il Mozambico: perché? Racconta… Il
ritorno… E’ stato faticoso l’inserimento? Paure, dubbi, gioie…?
Ho sempre desiderato partire per l’Africa,
precisamente per il Mozambico. Non so esattamente spiegare il perché; era un
qualcosa di profondo che sbocciava nel mio cuore. Sentivo dentro di me il
desiderio di condividere il Vangelo con altri fratelli nella fede. Dopo gli
anni di formazione sono partita con gioia. Non sapevo ciò che mi aspettava, ma
avevo la certezza che avrei incontrato qualcosa di nuovo che mi avrebbe dato
cento volte di più di quanto potevo offrire.
La separazione dalla famiglia è stata una
vera sofferenza, però il desiderio di partire, superava tutto. E’ stato
veramente un vero dolore per i miei genitori e mi mettevano in discussione
dicendo: perché tu e non altre? Io non rispondevo loro, rimanevo in silenzio.
Lasciavo il posto a Dio.
La Compagnia Missionaria in Mozambico mi
accolse con una grande tenerezza, mi sentii subito in casa, nel mio paese.
Ricordo con gioia il modo con cui sono stata accolta dal gruppo di Maputo
allora composto da: Anna Maria, Giannina, Elvira, Isabel, Emilia e Alice.
Dopo ho condiviso il mio cammino con Edvige,
una gioia offertami da Dio, una persona che mi ha molto aiutato, perché in
seguito abbiamo vissuto insieme. Anche Gina, Santana, Mariolina e Irene, sono
state altre gioie per il mio cammino...e tante altre.
Il Mozambico è stato una terra di calore
umano, di vita, amore e passione. Un tempo fecondo in tutti i sensi. Il mio
inserimento è stato molto semplice e naturale. Non ho avuto grande difficoltà,
sono stata abbastanza serena. La maggior difficoltà l’ho sentita quando da
Quelimane abbiamo
Sono poi rientrata in Portogallo dopo tre
anni per problemi di salute. Pur piacendomi il clima questo però, non era
favorevole per la mia bronchite.
La tua
vita oggi: lavoro... inserimento nell’ambiente, nella parrocchia. Come vivi il
tuo quotidiano, la tua appartenenza a un Istituto Secolare?
Attualmente la mia vita ha questa
impostazione.
La mia professione è quella di cuciniera in
un Centro Sociale della parrocchia di Sanfins de Ferreira che si trova a un
chilometro da casa, per cui posso fare ogni giorno una bella camminata a piedi.
E’ un centro diurno che accoglie persone
anziane e gestisce anche un asilo nido per bambini da zero a tre anni e dà un sostegno a casi domiciliari. In tutto sono circa un centinaio di
persone che vengono assistite. Lavoro in queste attività da dieci anni.
Condivido questo lavoro con sedici colleghe tutte sposate.
In parrocchia collaboro nella pastorale con
l’annuncio della Parola di Dio, attraverso la catechesi agli adolescenti e
giovani, visito gli ammalati, leggo la parola di Dio nelle varie liturgie e
cerco di essere una testimonianza viva con la mia vita.
Vivo con la mia famiglia formata da mia madre
che ha 78 anni, un fratello di 47 anni e un giovane nipote. Partecipo
pienamente della vita famigliare in tutte le varie situazioni diarie: piccoli
gesti, condivisione dei problemi di malattia, momenti di allegria, difficoltà e sofferenze. Di tutto faccio una
preghiera continua. Tutto quello che faccio è vita della Compagnia Missionaria,
perché io sono Compagnia Missionaria e questa è la mia vita.
Cerco di rispondere alle necessità
dell’Istituto con quello che ho e posso, sia nella gioia che nella sofferenza.
Sento che la CM è il centro della mia vita, è stato per mezzo di questa
famiglia che mi sono avvicinata di più a Dio. Molto di quanto sono oggi lo devo
alla Compagnia Missionaria. Sento che la mia vita scorre con serenità e pace,
dono il tempo necessario a ogni cosa, senza dimenticare in tutto questo di
trovare anche il tempo per un meritato riposo.
Dove
trovi la forza per continuare questa tua missione?
La forza sgorga dalla Contemplazione del
Cuore trafitto di Gesù, dalla Compagnia Missionaria, dalla vita sacramentale,
dalla preghiera e amicizia.
Anche
la tua vita è un intreccio di avventure … con una parola come la definiresti?
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