Questa storia è iniziata a Chorense-Terras
de Bouro-Braga-Portugal, quando António
Ferreira ha chiesto a Maria Angelina
Gonçalves di sposarlo. Lei, anche se aveva in cuore il sogno di farsi
suora, ha capito che il piano di Dio era un altro e ha accettato. E cosi sono
diventati i miei genitori!
Braga è una città bimillenaria, di cultura romana e cristiana. E questo
ha influito nella mia personalità. I corsi Commerciali, che ho frequentato,
sono stati la base per aprire i miei orizzonti umani e spirituali.
Famiglia Gonçalves Ferreira 1970
La vocazione
Spronata dalla testimonianza di bontà di questa famiglia che mi aveva
accolto, mi sono aperta alle necessità del mondo, concretamente ai più deboli:
i bambini, gli anziani, i lontani da Dio. Cosi, mi ricordo che ero ancora
piccola (5 o 6 anni), quando presi una decisione: “Quando sarò grande, avrò
cura dei bambini abbandonati!”. E le circostanze mi portavano a fare piccoli
servizi a persone anziane e ad ascoltarli, ma anche ascoltare persone che
avevano problemi familiari. E mi dicevo: ”Ma non so che cosa dire loro! Perché
mi raccontano i loro problemi se io sono piccola e non so rispondere
niente?...”. E guardando le immagini dei
santi, mi dicevo: “Voglio essere come loro! Se loro sono diventati santi,
anch’io potrò esserlo!”. E cosi, sono cresciuta sognando progetti. E tutto
quanto studiavo, anche le cose più difficili (Economia Politica, Diritto
Commerciale, Contabilità soprattutto...), era indirizzato a comunicare agli
altri. E così è nato il sogno di essere insegnante per aiutare
i giovani. E mi sono trovata a sognare di vivere questo progetto con un
gruppo di ragazze che pensassero come me, cioè
insegnare e aiutare i giovani.
Allo stesso tempo, sentivo dentro di me il sogno di vivere come le suore
(a Braga c’erano tanti Istituti Religiosi…), ma non volevo vivere chiusa in un
convento e avere un abito come loro; volevo passare sconosciuta nel mondo e che
nessuno sapesse dei miei sogni. E cosi sono cresciuta a Braga fino ai 17
anni.
Dopo avere vissuto due anni a Porto per studiare nell’Istituto Superiore
di Contabilità, mi sono trasferita a Lisbona
per continuarli gli studi. È in questo periodo – 1965/1967 – che ascoltando le
notizie alla radio, soprattutto di omicidi nelle famiglie, che sento gli
appelli alla donazione di me stessa a Dio e ai fratelli. Non era più sufficiente
essere insegnante o fare opere (orfanatrofi, ecc.) per aiutare i più deboli…
Qui è entrato il pensiero dell’ Oblazione a Dio per i fratelli: cosi lo ha
definito il mio confessore, Padre Paolo Riolfo, SCJ. E mi ha presentato la
COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE, che era a Bologna. E cosi per me è
diventato chiaro: essere nel mondo senza essere del mondo. Un Istituto Secolare.
In seguito, Padre Giulio Gritti scj, mi ha confermato: questa è la tua
vocazione. Avevo 20 anni. E mi sono
preparata per andare in Italia, all’inizio del 1967, anche affrontando
l’opinione contraria della mia Famiglia….
La Compagnia Missionaria, invece, ha deciso di venire in Portogallo… È
cosi che, nel 13 ottobre del 1967, la CM dà inizio a un gruppo a Porto e io
sono accolta il 22 dello stesso mese da Padre Albino Elegante, il Fondatore.
Era la Giornata Mondiale delle Missioni.
Concretamente, come vivo la mia Vocazione?
Dopo l’emissione dei voti, ho continuato la formazione con la
riflessione, la preghiera e lo studio. E svolgo anche attività professionali (Insegnamento di Religione e Morale, Segretaria nel
Seminario Maggiore) e di Apostolato (catechismo in parrocchia, incontri per
adolescenti e giovani).
Anche la CM sogna e decide progetti per rispondere agli appelli di Dio
nei fratelli. Dopo il Mozambico, si fanno passi
per l’America Latina: Brasile, Argentina, Cile, e io mi offro per fare parte di
un gruppo. In seguito, mi viene chiesto di fare parte del gruppo CM in
partenza per il Brasile. Dico il mio SI. È un SI nel buio, ma lo dico
consapevole che la cosa più importante che andrei a fare, non sarebbero state
le attività professionali e di apostolato, ma il vivere l’Oblazione in ogni
momento. E cosi siamo arrivate a San Paolo, il 19 settembre 1980! Le prime:
Santina, Edvige e io.
La Parrocchia dei Padre Dehoniani, a San Paolo, dove ci siamo state
inserite, mi ha chiesto subito di entrare nelle attività di apostolato nelle
scuole e nelle Comunità Ecclesiali di Base. Era il 1980! In questo anno, anche
se il Brasile viveva già un certo clima di democrazia, la paura della dittatura
era ancora presente. E i più poveri, oltre all’ estrema povertà materiale,
vivevano nell’ analfabetismo e nell’ oppressione, soprattutto nelle zone
rurali. E cosi le “Favelas”, nelle grandi città come San Paolo, crescevano
sempre più. Di tutte le necessità che mi furono presentate, la più forte era questa: le scuole statali non seguivano i
bambini poveri, li lasciavano da parte e, per questo, non progredivano. Come
conseguire una professione degna senza un diploma scolastico?
Per rispondere a questa domanda, nella Comunità di Base dove mi trovavo
ad aiutare, è quindi nata la decisione di organizzare una Pre-Scuola per i
bambini più poveri della “favela”, aperta anche ad altri che erano nella stessa
situazione. Una Pre-scuola che preparasse i bambini con il minimo per
affrontare la scuola elementare statale: leggere, scrivere, matematica,
conoscenze dell’ambiente, ecc. Con un supplemento alimentare naturale (con
tutte le qualità di nutrienti necessari), per 3 anni, i bambini imparavano bene
e crescevano sani! In seguito, anche i loro genitori chiesero di avere la
stessa preparazione per progredire nel loro lavoro. E cosi, alla sera anche gli
adulti venivano alla scuola.
Oltre a questa attività professionale, mi è stato chiesto un aiuto anche
per il catechismo (bambini e adulti) e incontri di formazione biblica e
vocazionale.
Come CM, la vita di gruppo, missionarie e familiares, ha rinforzato
sempre la mia consacrazione. Anche a livello di Istituti
Secolari, mi è stato chiesto di fare parte del Consiglio della
Conferenza Nazionale, come Segretaria, e poi a livello Regionale di San Paolo,
anche come segretaria. Questi impegni mi hanno permesso di avere una visione
generale della vita consacrata secolare nel Brasile e nel mondo, di essere a
contatto, anche personale, con membri di vari Istituti. Mi sono sentita di fare
parte di una grande Famiglia.
Sono stati 20 anni (19 settembre 1980-18 dicembre 2000) di donazione
nella Oblazione. Intuivo, prima di partire, che la mia vita in Brasile non
sarebbe stata tanto importante nel fare attività, ma vivere ogni momento in
spirito di Amore e Oblazione... E cosi è stato!... Ed è stato cosi per la Compagnia Missionaria in Brasile: ogni membro del gruppo
(io, Santina Pirovano, Edvige Terenghi, Antonia dell’Orto, Giuseppina Martucci,
Luciana Battistello) ha fatto questo cammino
di offerta quotidiana.
Questa è stata la nostra risposta all’appello del popolo brasiliano, in tanti
modi diversi secondo le attitudini di ciascuna… E continua ancora dopo quarant’anni, perché le relazioni che
si sono costruite continuano vive tramite i mezzi informatici.
Quest’anno, la CM ringrazia il Signore perché, quaranta anni fa, ha iniziato a
dare vita alla missione con il Popolo del Brasile.
E noi, di questo gruppo, ringraziamo il Signore che ci ha chiamato a
vivere questa missione! Missione sempre viva nel nostro cuore perché gli
appelli continuano, anche se non siamo più presenti fisicamente!
La mia vocazione oggi
Ora, dal 1 febbraio 2004, io sono a Lisbona
inserita nella pastorale della Chiesa Locale, ma il mio cuore è del mondo e nel
mondo: “Si cerca cuori uguali al Suo…”,
diceva Padre Leon Dehon, cuori come il Cuore di Cristo che è stato trafitto per
tutta l’umanità! Faccio questo cammino con il mio gruppo CM di Porto e il gruppo
familiares CM di Lisbona.
E ringrazio il Signore che, tramite la mia famiglia, la Chiesa, la CM,
il mondo, continua a scrivere in me questa STORIA
DI AMORE, per vivere l’Oblazione a Dio per i fratelli, secondo lo Statuto
della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore.