Condividere con voi il mio
passo all’Incorporazione Perpetua è come ricordare la prima chiamata di Dio a
seguirlo per donarmi a Lui e alla Compagnia Missionaria.
Il tempo che precede la
cerimonia ci aiuta a preparare il cuore, nonostante immerse nel lavoro, la
pandemia, la fine d’anno … però lo
Spirito che è vicino, suscita nuove emozioni.
Un aspetto che sento molto
presente in questo fare memoria del cammino vocazionale che ho percorso fino ad
oggi, è il contesto dove ho sentito la chiamata: mi trovavo in mezzo al popolo
rurale della pre-cordigliera nel nord del Cile.
Il mio incontro con il Signore è
avvenuto durante “una missione rurale” alla quale partecipavo, assieme a una
suora dell’Istituto S. Anna e a un sacerdote gesuita. Avevamo passato il
periodo natalizio (da noi è estate) visitando alcune popolazioni. Qui è
cominciato tutto: l’incontro con la gente semplice, i loro costumi, l’ambiente
agreste e la natura intorno. È qui che ho incontrato il Signore della vita.
Assieme a tutto questo è cresciuta in me la voglia di un impegno più concreto
con le comunità che conoscevo e la mia vita di fede.
Da questo periodo iniziale è
trascorso tanto tempo, però ho sempre sentito che questa esperienza è stata
qualcosa di importante, di fondamentale per la mia vita. Chissà se questo
periodo già stava concretizzando e dava un senso al “guardare lontano” di p.
Albino!
Dio non ha un tempo preciso per
realizzare i suoi progetti dentro di noi. Più avanti ancora una volta, Dio si
fa presente interpellandomi e riproponendomi la chiamata iniziale. Anche questa
volta mi trovo in mezzo alla gente della mia pre– cordigliera, però il mio
lavoro è nelle scuole del settore: Putre, Murmuntani, Belèn, Ticnamar. Immersa
in questi paesaggi suggestivi ascolto la voce di Dio attraverso il sibilo del
vento, il rumore dei torrenti, e il cielo limpido e terso. Piano piano mi
avvicino alla Compagnia Missionaria, che già dal suo nome mi sembra molto
interessante perché fa riferimento alla missione. Mi colpisce anche la sua
spiritualità e carisma. Sono cosciente della sfida e di cosa significhi “contemplare
il Cuore trafitto di Gesù, chiamate a
vivere la vita di amore …a percorrere l’itinerario della comunione in tutti gli ambiti della vita…”. Sono parole
molto profonde che richiedono di essere approfondite. Così inizia il mio
cammino formativo in un primo tempo a distanza poi sono seguita più da vicino.
Anche se questo percorso
formativo mi sembrava molto lungo ora riconosco che è stato prezioso per
conoscere concretamente altri volti concreti, esperienze varie ritenute
Per questo ringrazio Dio per il
cammino che abbiamo fatto, perché ogni incontro ha contribuito alla mia
formazione: la mia famiglia, ogni persona che ho incontrato nel mio cammino di
fede, sia appartenente o meno alla Chiesa, sia quando le cose andavano bene e
quando invece c’erano difficoltà. Ciascuno ha contribuito a farmi “rimanere nell’amore di Dio”.
Per questo con grande gioia il
giorno 30 dicembre 2020 è stato il momento della mia consacrazione definitiva,
perpetua. La cerimonia è stata celebrata dal padre Cristian Cuevas dehoniano e
Pietro Maglozzi, camilliano. Data la situazione del virus in atto, ha potuto
partecipare solo un piccolo gruppo di amici, parte della mia famiglia, Teresa
Pozo e alcuni familiares CM. Una cerimonia molto semplice però preparata con
tanto affetto.