Messaggio della Presidente
Carissimi fratelli e sorelle,
ci stiamo congedando dalla nostra sorella Lucia, nella sua Pasqua.
Desidero ringraziare il Signore per il dono della sua vita nella CM di cui ha fatto parte fin dalla sua giovinezza. Molto possiamo dire di Lucia, ma desidero far memoria della sua fede, del suo amore per la Parola di Dio e della sua donazione generosa in ogni servizio che ha svolto.
Una donna semplice, umile e sincera, con una grande forza interiore, esigente con sé stessa e molto sensibile negli ambiti socio-pastorali. Viveva la sua disponibilità missionaria con generosità, anche se significava per lei una fatica senza risparmio.
Oggi molti dei presenti che l’hanno conosciuta, condividendo la vita con lei, avranno molte altre cose da ricordare.
Mi rimane solo da far emergere la SUA TESTIMONIANZA di fede e offerta in questi ultimi mesi, quando la malattia è arrivata nella sua vita. Realmente, per tutte le missionarie e familiares della CM, la sua testimonianza è stata una grazia. Ci ha permesso di essere partecipi di quello che stava vivendo giorno per giorno. Con le cose buone e dolorose, condividendo il suo cammino di preparazione per l’incontro col suo Amato e la gratitudine a Maria nostra Madre. E a lei diceva questo in uno dei suoi ultimi scritti:
“Grazie Maria per il bene che mi vuoi,
- grazie per il sorriso che tutti giorni mi regali attraverso le persone,
-grazie per l'amore che mi fai sentire,
-grazie per la fiducia che mi hai sempre dato,
-grazie per le lezioni di vita che mi hai insegnato,
-grazie per essermi madre, guida e custode di vita,
- grazie per non farmi sentire mai un senso di ribellione. Sento che nel corso degli anni hai fatto del tuo meglio perché i sentimenti del Cuore di tuo Figlio impregnassero il mio essere, per cui la sofferenza del momento è come un nodo che mi lega al cuore di Cristo, tanto che mi viene spontaneo pregare per le persone che mi assistono e soffrono con me.
A Maria chiedo solo di intercedere per me presso suo Figlio perché con tutta la mia vita possa esprimere il bene che gli voglio.”
Accompagno in questo momento di dolore i suoi familiari. Sappiamo che lei condividerà la gioia con coloro che l’hanno preceduta nella Casa del Padre.
Carissima comunità pastorale “Epifania del Signore”, carissimo Don Vittorino, grazie per l’affetto e vicinanza che avete manifestato nei confronti di Lucia e Orielda, e di tutte le missionarie che l’hanno accompagnata. Siete stati per loro forza nel cammino. Avete dato testimonianza di una vera comunità cristiana.
Graciela Magaldi
L' ECCOMI di Lucia
Domenica 24 gennaio è morta a
Brugherio (Monza/Brianza) la missionaria Lucia Maistro, 77 anni, malata da
agosto scorso.
Entrata in Compagnia
Missionaria a 16 anni, aveva emesso i primi voti nel 1964. "Volevo dare al
Signore la mia giovinezza” disse una volta. È stata a Porto (Portogallo), a Salerno, a Grottammare e a Bologna. Da
tre anni era a Brugherio, impegnata soprattutto nella Caritas parrocchiale,
nella catechesi degli adulti, e, da un po’ di tempo, nell’animazione del centro
di ascolto della Parola, che si tiene una volta al mese in diverse case delle
famiglie ospitanti.
Siamo grate al Signore per il
dono di Lucia alla nostra Famiglia CM, e per il bene da lei compiuto. Vogliamo
affidarla all'amore misericordioso del Cuore di Cristo.
Che dire di Lucia? Chi ha
avuto modo di conoscerla ha potuto cogliere in lei una donna determinata,
impegnata, con un profondo senso di responsabilità di fronte agli impegni che
si assumeva. Una donna di una fede incrollabile, di una puntualità spiccata in
tutte le cose da compiere, appassionata dell’ordine e della cura degli ambienti
in cui sempre si è trovata a spendere le sue giornate. Da quando era arrivata
qui a Brugherio, subito si era inserita nel contesto parrocchiale e ha avuto i
primi contatti con le associazioni Caritas, dove ha dato la sua disponibilità
per questo importante servizio. Soprattutto nel centro di ascolto è riuscita a
creare attorno a lei importanti relazioni; era diventata il loro punto di
riferimento per la preghiera, e non solo. Attenta ai bisogni di chi è più
provato, attenta alle sofferenze degli altri, presente nella vita delle
persone, con molta discrezione, ma sempre presente con un ricordo, una frase,
una preghiera. Preoccupata che tutto fosse in ordine e pulito anche gli ambienti
esterni: tutte le mattine, anche in inverno, lei alle 6.30 scendeva giù a
pulire, scopare e riordinare l’entrata della scuola materna anche fuori dei
cancelli perché - diceva - chi viene a portare i bambini alle 7.30, è più
bello, se trova pulito...
Innamorata di Dio e della
sua Parola, tutte le mattine prestissimo la trovavo in ascolto di Dio. Anche
durante questi mesi di malattia il suo primo appuntamento era mettersi a
pregare, e ha pregato insieme alle altre missionarie fino all’ultimo. Consapevole
che la malattia non le avrebbe dato scampo, lucidissima nel suo percorso di
salute precaria, ma decisa a percorrerlo fino in fondo con profonda fede.
“Sto
prendendo una pastiglia che agisce 100/100 quando le metastasi si moltiplicano
in maniera irregolare. Ed è il mio caso. Perciò la qualità della vita è
migliorata. Sinceramente, al Signore, non chiedo mai la guarigione del corpo,
ma piuttosto la serenità interiore e di volto.
Nella mia breve esperienza di vita la bontà mi ha
sempre accattivata. Ora nella malattia sento che potrebbe essere mitezza e
serenità contagiosa per abbattere barriere e creare ponti.
In questo tempo di attesa, che viene, lascerò uno
spazio allo Spirito Santo, e non invocherò la sua grazia "protettiva",
ma piuttosto che io possa abbandonarmi, la consapevolezza di dover tornare alle
fonti, l'umiltà di chiedere aiuto e farmi guidare, la spinta dell'affidarmi
allo Spirito Santo di Dio e, se ci sarà battaglia, la spinta a rinnovare la mia
consacrazione con Chi tanto ha mi voluto e mi ha cercato per condividere il suo
amore. Che il Signore mi accompagni nei momenti di maggiore intimità con Dio...
È un dono grande, ma sono consapevole, che l’ho sempre cercato, chiesto,
implorato!
Il Signore che non si lascia mai battere in
generosità, e che riesce sorprendermi, mi ha donato molto di più di quello che
potevo sperare: rispettando la mia "testa", sta guarendo il mio
"cuore"! Per attenderlo con cuore accogliente.
Ciò che il Signore sta facendo a me lo chiedo anche
per te.
Ti auguro una serena attesa impreziosita da un
forte abbraccio”.
Ecco questa è Lucia!
Orielda Tomasi
Mi ha insegnato tanto
Abbiamo
dialogato, tanto; spesso. In cucina, in sala, mentre le somministravo le
terapie. Io e lei ci stupivamo di ritrovarci al mattino presto a far colazione
e a parlar di Dio, della missione, della CM, dello Statuto…
Che discorsi! A
quest’ora!
…Per
i fratelli! … mi si allarga il cuore, la mente…
Lucia è stata
definita come donna dalla fede incrollabile. Certo, ma di una fede adulta, che
resisteva al vaglio degli avvenimenti della vita, al vaglio del pensiero,
impegnato a dar ragione della fede che è in noi.
E in uno di
questi momenti di buio, di scoramento davanti alle forze che vengono meno, a
ricercare una luce nella Parola di Dio, nella vocazione CM: l’Eccomi a Dio per i fratelli… E
allargava le braccia, dal petto al Cielo. “Mi si allarga il cuore, la mente, lo
spirito. I fratelli, è un allargarsi
dell’orizzonte che dà la forza di sostenere tutto…”
Più o meno erano
queste le sue ultime parole in una delle nostre chiacchierate in cucina,
intorno alle cinque del mattino.
E per i
fratelli ha allargato le
braccia sulla croce. E nell’abbraccio di Dio, ora abbraccia anche noi.
“Pietra
viva e preziosa, scolpita dallo Spirito”
Sarebbero davvero
tante le cose da raccontare, e si affollano alla mente, in modo caotico e
disordinato.
Il tempo vissuto
con Lucia da settembre a gennaio è stato davvero un tempo di Grazia. Di
Comunione profonda. Si respirava la premura tra sorelle, in gara nell’attenzione reciproca. Abbiamo imparato a
conoscerci, ad accoglierci, anche con le nostre fatiche, superate volendoci
bene e desiderando soprattutto il rispetto e la libertà dell’altra.
È stato un tempo
per raccontarsi: la sua famiglia, la
mia famiglia, l’infanzia e l’adolescenza della nostra CM. Le attese, le vocazioni nella vocazione. Le sue parole
vibravano di quella premura preveniente (che
attingeva al nostro Statuto) e che si manifestava in piccole cose, per
sollevare dalla fatica le sorelle. Vibrava d’affetto per i suoi familiari,
viveva la presenza di suo fratello Giuseppe, della mamma, del papà. Attendeva
con trepidazione l’arrivo dei suoi, sorrideva sempre ricordando i suoi nipoti,
Fabio e Susi.
E Accompagnava
con la preghiera i giovani, soprattutto i giovani in discernimento vocazionale;
e i sacerdoti: “bisogna pregare per loro, è una vocazione impegnativa”, mi
diceva. Chiamava il suo parroco, don Vittorino, suo Pastore, e ne condivideva le fatiche nella preghiera. Aveva
davvero un’anima pastorale: era
costante l’attenzione per coloro che accompagnava, per gli amici, per la Caritas.
“Inclusiva!
Che parola meravigliosa!” Ripeteva con un sorriso che nasceva dal cuore
dilatato, per far suo fino in fondo l’insegnamento di Papa Francesco. Amare con
un cuore capace di includere tutti. Tutti fratelli!
Aperta, ma
concreta. Nella sua sapienza vedeva con chiarezza – e anche con un po’ di
ironia – i nostri, i suoi limiti. Ed era capace di smascherare le bugie che
inconsapevolmente ci diciamo per accontentarci, per mantenere i nostri piccoli
privilegi. A volte poteva sembrare urticante.
Ma sapeva chiedere scusa.
Ho imparato tanto
da Lucia, mi ha fatto scuola, formazione
permanente, mi ha insegnato a guardare
con libertà, e non è poco.
Lucia grazie, sei
per me volto autentico di missionaria CM,
dono d’Amore a Dio e ai fratelli!
Continua a
essermi sorella in cielo, a essermi
compagna nel cammino di donazione totale,
finché danzeremo insieme nell’Assemblea dei Santi!
Maria Grazia Virdis