Tra le prime (missionarie) che con p. Albino, daranno inizio al nuovo
Istituto ci sono Rina Zanarotti, Cesarina Assi, Bruna Ballabio. Il padre da
anni è il loro direttore spirituale e quindi intrattiene con loro una
corrispondenza epistolare. Nelle lettere o biglietti che esse ricevono da lui
prima della fondazione della Compagnia Missionaria, troviamo la semplicità e la
profondità di una spiritualità esigente vissuta nel quotidiano… Queste lettere
sono state pubblicate nel volume “Gettare
tutto nelle fondamenta” (Lettere dal 1948 al 1957). Rileggiamo insieme
alcuni stralci ancora attuali e vitali per alimentare il nostro vissuto.
…Per la sua impazienza,
per la sua aridità, per la sua incostanza niente avvilimenti si tenga
abitualmente con lo spirito nelle disposizioni del povero pubblicano di cui
leggiamo nel Vangelo che entrato
nel Tempio del Signore si prostra a terra, non osa neppure alzare gli occhi
verso l’alto e ripete senza stancarsi: Signore abbi pietà di me perché sono un
povero peccatore. Così noi immaginiamoci ai piedi di Gesù e confusi della
nostra miseria, desiderosi anche di un po’ di conforto e di luce, ripetiamoGli con
tutto il cuore: Signore abbi pietà di me. Signore se tu vuoi mi puoi
guarire. Signore che io veda! Sacro Cuore di Gesù, confido in te! Gesù mi fido
di te! Preghiamolo così Gesù con il cuore in chiesa, in casa, lungo la
via dappertutto, preghiamolo con abbandono, con confidenza, con
il desiderio ardente, che Gesù compatisca la nostra miseria ma anche che ci
aiuti a migliorare, a vincerci. Non dubiti che Gesù ascolterà i suoi gemiti. Ama
tanto Gesù le anime umili! E le santifica! Credo le gioverà molto
questa forma di preghiera e, se sarà veramente cordiale, le riempirà l’anima di
inesprimibile dolcezza. Un po’ alla volta per la grazia di Gesù, le pioverà
allora a torrenti nella sua anima, tante piccole miserie scompariranno, e quelle
che sussisteranno, quelle che ci accompagneranno sempre fino all’ultimo giorno
della vita, bagaglio inseparabile della nostra debolezza lei imparerà ad
amarle, non certo in quanto sono offesa di Gesù, ma in quanto stimoli
all’umiltà e all’abbandono, alla fiducia, alla confidenza in Gesù…
Non si scoraggi mai, anche
se i passi che fa sono molto lenti e i progressi leggeri. Adagio adagio si
prende l’abitudine anche nel bene. Gesù, del resto, sa tanto comprendere e
compatire la nostra debolezza! Certo, se è possibile svincolarsi un po’ di più
dalle nostre miserie, se è possibile mortificare di più la nostra accidia facciamolo.
Doniamoci all’Amore con fervore, con slancio. Io prego perché Gesù le faccia
anzitutto comprendere che Lui deve essere l’aspirazione e l’ideale supremo
della nostra vita; Gesù è la grande realtà che resta mentre tutto passa e
tramonta, Gesù è l’unico che possa colmare il desiderio insaziabile di felicità
del nostro cuore. Ce lo testimonia S. Agostino, che pur nella sua vita di
peccato aveva bevuto alla coppa di tutti i piaceri e aveva rincorso tutte le
apparenti felicità della vita: Signore il nostro cuore è fatto per te ed è
inquieto, insaziato finché non riposa in te! E non l’abbiamo sperimentata anche
noi questa dolcissima realtà nei momenti più fortunati della nostra vita quando
noi eravamo tutti di Gesù e Gesù tutto nostro?...
Ma che paradiso anticipato sarebbe la nostra vita se fosse tutto un dono
continuato, senza riserve a Gesù! Che paradiso! S. Francesco Saverio in mezzo
alle fatiche indicibili del suo apostolato sentiva il cuore scoppiargli della
felicità del possesso di Gesù, tanto che era costretto a supplicare: Signore
basta, altrimenti io muoio. Quali sono ordinariamente le persone sulle cui
labbra noi troviamo sempre il conforto di una parola dolce e di un sorriso
anche quando soffrono indicibilmente: le persone la cui anima è tutta di Gesù. Pregherò
ancora perché dopo aver compreso, agisca energicamente, senza troppi riguardi a
se stessa. Per divenire santi bisogna un po’ sempre farsi sapientemente
folli.
Parrebbe un controsenso, eppure se vogliamo risparmiarci troppo nel
corpo, nel cuore, nella volontà, nelle vedute, nei sentimenti, nelle
soddisfazioni d’onore ecc. come si verificherà il completo annientamento di noi
stessi, condizione necessaria perché viva in noi Gesù? Permetta che le
raccomandi sopratutto la santa gioia, il buon umore in ogni circostanza, da
sola e nelle relazioni con gli altri, pronta a sacrificare a Gesù ogni
ombra, ogni malinconia, ogni sofferenza. Le riuscirà di essere allora più
paziente e più cordiale.
Le raccomando ancora l’unione a Gesù
durante la giornata, offrendo a Lui ogni sua azione in spirito di amore e di
riparazione. Divinizzi il suo lavoro facendo sue le intenzioni con cui Gesù
lavorava nella casetta di Nazareth. Moltiplichi le piccole Giaculatorie, gli
atti di amore. Possa presentarsi ogni mattina a Gesù nella S. Comunione con le
mani cariche di doni, di santi affetti, di ardenti desideri! Usi la carità di ricordarmi qualche
volta lei pure al Signore.
Ogni giorno noi dobbiamo riconfermarci nella buona
volontà e nei propositi; ogni giorno dobbiamo riprenderci con forza e con
decisione come se per la prima volta ci mettessimo ad amare e a servire il
Signore. È questo il segreto della santità! È tanto buono il Signore e Gli dà
tanta consolazione la nostra preoccupazione di riprenderci nel Suo amore. Egli
sa di che fango siamo impastati, conosce quanta debolezza si accumuli nel
nostro spirito ed è pronto ad essere infinitamente misericordioso se pentiti
noi ritorniamo a Lui e confidiamo nella Sua grazia. Come altre volte l’ho
esortata, si sforzi di vivere in grande spirito di umiltà, ma umiltà serena,
molto serena ricordando che Gesù ha delle predilezioni tutte speciali per chi
riconosce la propria debolezza e se ne sta piccolo piccolo al Suo cospetto. Ma
accanto all’umiltà ci sia la confidenza, una confidenza illimitata. Gesù, Le
ripeto, è buono, immensamente buono. Gesù apprezza i nostri piccoli sforzi
soprattutto quando l’anima è nella desolazione e nella aridità, ed è pronto a
venirci incontro quando vede che noi tendiamo a Lui, Lo cerchiamo con sincerità
di cuore…
Rimettiamoci con più abbandono alla santa Volontà di Dio e poi in tutto e sempre serenità, serenità, serenità! Che la nostra vita sia tutta un sorriso per Gesù. Studiamoci di sorridere a tutto. Allontaniamo in silenzio le noie, la stanchezza, i dolori fisici e morali e non occupiamoci d’altro che di piacere a Gesù sorridendo.
P. Albino Elegante