Carissime/i
Ricordiamo P. Albino: “Dalla contemplazione del cuore di Cristo nasce
la riconoscenza, la lode, Dio non ci ha amato per scherzo, ha dato veramente
tutto. “Ci ha amati fino alla fine”. Io che ho la vocazione all’amore, devo
alimentare la fiamma dell’amore proprio nella contemplazione del cuore ferito
di Cristo. Sarà proprio questa contemplazione a provocare in noi:
*Il dono di noi stessi. Guardando in faccia questo
cuore ferito io mi arrendo in ogni aspetto del mio essere. Mi restituisco a lui
in tutto ciò che sono, perché lui mi renda strumento di pace. Tento di ritirare
il mio senso di possesso e supplico che sia lui a possedermi e a vivere in me e
attraverso me.
*Abbandono le preoccupazioni ed affanni: cresco
nella certezza che se la mia fede e la mia speranza in lui sono vere, non vi è
motivo di ansietà e tensioni.
*Abbandono tutte le difese del mio cuore, dei miei
sentimenti. IL mio cuore non ama più con il suo proprio amore. E’ lui che ama in me.[1]
Il mondo, oggi più che mai, ha bisogno della nostra
testimonianza di un amore misericordioso, di chi sa ascoltare senza giudicare
ed accogliere il fratello nella sua totalità. Ha bisogno di incontrare un cuore
fraterno che sapendosi piccolo è aperto perché entri ed incontri un’oasi dove
riposare e sapersi amato.
La realtà della guerra ci addolora e le nostre suppliche
si elevano chiedendo pace. Siamo invitati sempre ad essere costruttori di pace.
“Il mondo
non ha bisogno di parole vuote, ma di testimoni convinti, di artigiani della
pace aperti al dialogo senza esclusioni né manipolazioni. Infatti, non si può
giungere veramente alla pace se non quando vi sia un convinto dialogo di uomini
e donne che cercano la verità al di là delle ideologie e delle opinioni
diverse. La pace è «un edificio da costruirsi continuamente»[2]
Ci stiamo avvicinando alla realizzazione dell’Assemblea dei Familiares,
all’incontro delle Neo-consacrate ed alla Consulta delle Responsabili di
Gruppo; ritorno di nuovo a chiedere di continuare a pregare per questi
avvenimenti di grazia e di gioia della nostra CM.
In
comunione.
Graciela