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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
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Animazione vocazionale: stare insieme
Posted by Ludovika Endang Sulastri

Quest’anno la giornata vocazionale in Indonesia si è svolta domenica 8 maggio 2022. Il tema proposto era “Stare insieme”. La parrocchia di San Giovanni Battista di Perawang, (Isola di Sumatra ) Pekan Baru - Riau dei padri dehoniani ha programmato una tre giorni di preparazione e ha invitato anche noi CM. Scopo dei tre giorni è stato quello di conoscere l’ambiente e animare i fedeli concretizzando e vivendo lo “stare insieme”. Il parroco Dwi Rahardjo SCI ha invitato gli Istituti di diverse diocesi: Medan, Padang, Palembang, Lampung, Jakarta. Un bel gruppo formato da diverse congregazioni e Istituti: frati cappuccini, sacerdoti diocesani, saveriani, suore di diversi istituti e noi Compagnia Missionaria del Sacro Cuore.

Come gruppo CM ci siamo chieste chi di noi potesse partecipare a questo evento. Abbiamo valutato gli impegni di lavoro di ciascuna ed io mi sono resa disponibile. Ho fatto un viaggio un po’ pesante nonostante avessi deciso di prendere un pullman rapido e diretto e soprattutto famoso per la sua puntualità. Da notare che il viaggio si sarebbe svolto alla fine del Ramadan quando in Indonesia la maggior parte della popolazione si mette in viaggio, per cui il traffico è intenso e c’è sempre il rischio di non arrivare puntuali a destinazione. In realtà è successo così anche a noi: dopo 29 ore di viaggio siamo arrivati con un ritardo di 9 ore…per l’intensità del traffico, l’autista era molto stanco aveva sonno, quindi andava molto piano. Per fortuna siamo arrivati sani e salvi a Pekan Baru!!! Ho alloggiato per due notti in casa di amici e questo mi ha favorito molto per conoscere l’ambiente e la realtà che avremmo incontrato. Ho avuto la possibilità di incontrare tutto il vicinato e di presentare la Compagnia Missionaria a tutti i presenti. I giovani mi sono sembrati molto interessati sul tipo di vita che forse conoscevano per la prima volta. Sono stata poi accompagnata alla parrocchia di Perawang, in tempo per la celebrazione eucaristica. Dopo cena le suore dell’istituto FMM (Francescane di Maria) che avevano con loro alcune suore del Vietnam hanno presentato la loro realtà. L’interesse dei presenti si è rivolto sul perché alcuni giovani scelgono questo tipo di vita e la difficoltà che sentono alcuni genitori di accettare e accompagnare questa scelta, ma cercano di appoggiarli con la preghiera, anche se alle volte il cammino è faticoso.

Il giorno seguente verso le ore 11 ci siamo ritrovati tutti quanti sotto il gazebo che era stato allestito fuori dalla chiesa parrocchiale per la nostra presentazione. È seguito il pranzo comunitario e l’incontro con le famiglie che ci avevano ospitate. Rientrata a casa ho incontrato le famiglie di questa zona povera che, sapendo che ero lì, erano venute all’incontro. Naturalmente le loro domande erano soprattutto sul tipo di scelta: consacrata secolare e stile diverso dalle suore… Dopo questo incontro mi sono preparata per la chiusura della giornata con la preghiera comunitaria che era stata programmata con tutti gli abitanti della zona. Hanno partecipato le famiglie e i loro figli; pochi gli uomini presenti perché la maggior parte di loro lavora in fabbriche fuori città. La preghiera è stata molto profonda e “sacra” soprattutto perché segnata da profonde ferite. Altre persone hanno comunicato le loro profonde lotte nella fede. Sono state testimonianze molte belle e aperte, anche se sofferte. Come esempio, la testimonianza di una donna triste perché suo marito era morto e lei non aveva avuto la fortuna di avere un figlio. È una ferita molto profonda per una persona già anziana che deve accettare questa sua situazione! Nella tradizione “Batak”, avere figli, soprattutto se maschi, è motivo di orgoglio perché porta la bandiera della famiglia e del clan (cioè il nome della tribù). Questa donna soffriva molto anche perché l’altra sua cognata invece ha avuto sei figli … uno di questi era diventato la sua croce perché con grossi problemi psicologici. Le due donne tra loro, non si parlavano da diversi anni. La nostra preghiera insieme è stata come una preghiera di guarigione perché le due rivali si sono riconciliate. Alla fine, si sono abbracciate. Ho ricordato loro che la gioia che sentivano era la stessa avvenuta nell’incontro di Maria con Elisabetta. Abbiamo terminato recitando dieci Ave Maria e chiedendo la benedizione di Dio. E alla fine abbiamo cenato tutti insieme. Sono stata molto contenta perché c’è la presenza di 8 famiglie che hanno condiviso la loro vita e preghiera con noi. Il giorno dopo abbiamo visitato ogni singola famiglia e la visita terminava sempre con la preghiera di guarigione che loro stessi chiedevano. È stato interessante notare che ogni volta che salutavo la famiglia per andare da un’altra i bambini mi seguivano e mi guardavano curiosi, considerandomi sicuramente una persona diversa da loro; in gruppo mi accompagnavano dai vicini … mi sono sentita come Gesù quando passava da un villaggio all’altro seguito dai bambini e dalla gente del posto. Ho rivissuto l’esperienza che ho sentito raccontare dalle missionarie in Italia quando facevano le missioni popolari. Certo, qui è un’altra cultura e un altro paese… ed i metodi devono essere differenti ma la finalità è unica: evangelizzare. Avrei altre testimonianze da raccontare molto profonde e belle ma il racconto diventerebbe molto lungo. Ci sono famiglie che abitano in ambienti poveri e alcune sono musulmane. Però in tutte senza distinzione di credo ho trovato una grande disponibilità, di ascolto e apertura dei loro problemi. L’ultima sera ho avuto ancora la possibilità di parlare della Compagnia Missionaria. Mi sono resa conto che il fatto di essere presente in un ambiente povero era come una chiamata del Signore che mi chiedeva di pregare con loro e per loro, per sostenerli nella vita, così provata da tanti problemi. Mi ha riempito di gioia vederli arrivare alle 6 del mattino per pregare e ascoltare la Parola di Dio e la sera per recitare il rosario insieme. Per loro questo non era considerato un peso, al contrario erano momenti festosi da vivere con una persona che aveva voluto conoscerli e condividere oltre gli incontri, anche il pranzo e la vita di ogni giorno. Il sabato pomeriggio abbiamo partecipato in Chiesa alla funzione per preparare la “grande tenda” per la Giornata Vocazionale della domenica. Alla sera con tutti gli Istituti presenti ci siamo trovati per la celebrazione eucaristica con i giovani dei vari quartieri poi è seguita la presentazione degli Istituti. Io ho presentato la CM usando il “PowerPoint” che Susi aveva preparato per la festa di p. Dehon dello scorso marzo. È stato un evento molto bello e vivace, i giovani erano attenti ed entusiasti nell’ascoltarci.

La domenica durante l’Eucaristia ben partecipata, al posto dell’omelia viene dato ancora spazio agli Istituti, per la loro presentazione. Anch’io parlo della Compagnia Missionaria Istituto Secolare, la sua spiritualità e missione. Alla fine della lunga liturgia eucaristica tutti siamo stati invitati a fare festa, coinvolti nel ballo tradizionale chiamato Batak.

Questa esperienza dello “stare insieme” mi ha portato a riflettere su tante cose: il significato della chiamata vocazionale, la mia chiamata alla CM … Ho capito che il nostro modo di vivere richiama al modo di vivere del popolo eletto di Dio: sicure del cammino perché Dio ci guida, ma è anche difficile sotto altri aspetti. È una scelta poco compresa soprattutto la nostra maniera di vivere diversa dai religiosi. Questo crea dubbi nei giovani perché non avendo una struttura si sentono incapaci di riuscire a vivere questo tipo di vita. È una vocazione non comune per il popolo indonesiano. Però nonostante questo come CM ci sentiamo forti e finora non ci siamo arrese. Io credo che Dio Padre ci abbia scelte come pioniere di questo cammino. Ed è per questo che non ci scoraggiamo facilmente. Anzi siamo contente quando ci chiamano a fare animazione e abbiamo la possibilità di presentare il nostro Istituto, il nostro modo di vivere. Con il passare degli anni forse sarà necessario ripensare al modo di fare animazione. Siamo convinte di essere chiamate e inviate a portare il nostro carisma, il dono che p. Dehon e p. Albino ci hanno trasmesso attraverso uno stile di vita che si fa anche adorazione nell’ambiente dove viviamo, nell’apostolato, nel nostro lavoro… attraverso la spiritualità dell’Ecce Venio e Ecce Ancilla. Guardando a Gesù dal Cuore trafitto ci sentiamo confermate nel suo Amore ed è qui che troviamo la forza di confermare i fratelli che incontriamo sul nostro cammino.

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