«14,15Se mi amate,
osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed
egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo
Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo
conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
15,9Come il Padre
ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se
osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato
i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho
detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
12Questo è il
mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 14,15-17. 15,9-12)
La
gioia cristiana è nel consegnarsi a un Dio che è famiglia. Una
famiglia feconda.
La
gioia cristiana è nel contemplare nella famiglia l’immagine vera del Dio che è
famiglia.
L’amore
- un amore fatto di carne, non di pensieri, di filosofia, di emozioni - è la
radice dell’esistenza umana, la prima esperienza di vita che ci è data. Siamo
generati nell’amore, un amore di carne e sangue. La carne e il sangue che un
uomo e una donna si scambiano. La carne e il sangue che una donna offre alla
persona generata nel suo seno.
Da
sempre, dal primo istante di esistenza so che cos’è l’amore.
Dal
primo istante di esistenza, in me è scritto l’amore come marchio di fuoco,
incancellabile. L’immagine di Dio Amore. Il Dio Amore che vedo nella famiglia
umana, generata nell’amore umano.
La
gioia cristiana è nel poter contemplare la bellezza di Dio famiglia.
Gioisco
della tua bellezza, o Padre del Figlio Gesù. Della tua bellezza che è il tuo
nome: Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di
fedeltà. Non è l’amore e la fedeltà il desiderio più profondo del mio cuore?
Quell’amore e quella fedeltà così piccoli e pure così prepotenti in me,
quell’amore e quella fedeltà che sono la lotta, la povertà e la ricchezza, la
ricerca e la sete, il dolore e la gioia di ogni istante? E in mezzo alle rughe
del mio cuore e alle povertà della mia carne scopro la bellezza inesauribile
del tuo volto, o Babbo - Abbà, in cui ogni paternità ha origine in cielo e in
terra! La bellezza del tuo volto di Babbo, tenero e perciò esigente, paziente e
perciò luminoso di speranza, amante e perciò ferito dal sorriso e dalle
lacrime. Libero di imprigionarsi nelle catene eterne dell’amore.
Gioisco
della tua bellezza, o Figlio del Padre, Signore Gesù. Gioisco di scoprire in
te, nella tua carne e nel tuo sangue, la mia carne e il mio sangue, quello di
una Donna, Maria di Nazaret. Gioisco della tua bellezza di Fratello mio,
Fratello nostro, Gesù, Figlio dello stesso Padre e di Maria. Gioisco della tua
bellezza di Figlio, perché anch’io sono figlia. Cos’è essere figlio se non
essere piccolo, ricevuto e consegnato, amato e portato tra le braccia? Nella
tua carne crocifissa e nel tuo sangue sparso scopro e contemplo ineffabilmente
la bellezza di essere figlio, in te, con te. Perché quando sono ferita,
abbandonata, spaventata, sofferente, là arriva la tenerezza e l’abbraccio
sicuro e forte del Babbo, che piange e sorride con me e con te. E prepara
la risurrezione, la vittoria, la libertà. Gioisco della tua bellezza, o Figlio
Gesù, Fratello, perché in te,
Gioisco della tua bellezza, o Amore del Padre e del Figlio, che li unisci e li rendi grembo fecondo da cui sgorgano figli amati nell’Amato: NOI UMANITÀ, NOI CHIESA. Non è bene che l’uomo sia solo, perché Dio è famiglia, è amore. Gioisco della tua bellezza, o Amore che unisci e apri, che generi nascostamente ogni vita, che respiri umilmente in me e in noi, che accarezzi con il respiro dell’aria, che guidi con la mitezza forte della Luce della Parola, che curi e vivifichi con il Sangue e la Carne dell’Agnello immolato e vivente in eterno.
Eccomi, Bellezza Trinitaria nascosta e rivelata, potente e debole della potenza e della debolezza dell’Amore.
Eccomi,
Bellezza Trinitaria che ha tanto amato il mondo, da non arrendersi al rifiuto e
al tradimento, all’oblio e all’odio. Eccomi, Bellezza Trinitaria, invincibile,
perché crocifissa e risorta, Famiglia Divina, ricca di amore e di fedeltà.