È la carità che muove Maria. Si alza in fretta, si
fa incontro alla cugina Elisabetta quando “era già il sesto mese per lei”. E
l’incontro delle due donne si fa teofania. L’exultet nasce dal riconoscersi
destinatarie, nel mistero dell'incarnazione, del disegno di Salvezza.
Anna e Simeone sono profeti perché
vedono coi loro occhi “la salvezza” preparata per tutti i popoli. E il servizio
al tempio può concludersi, Simeone può andare in pace.
La “visitazione” ci porta a vedere “nell'oscura
notte del male” la presenza del Regno. Senza il “Magnificat” che risuona nel
tempo saremmo solo uomini e donne pessimisti, o, come i discepoli di Emmaus,
delusi: «Speravamo … e invece,
purtroppo… ormai…».
Ma il Signore ci visita nella desolazione e nella
fatica, si affianca a noi e “ci rivela il senso
delle
scritture”: «Vuoi forse essere seme e
poter vedere la pianta? Non sai che se non muori nella terra non vedrai la generazione
della vita?»
Allora lasciamo che lo Spirito Santo ci metta in
moto, ci faccia capaci di “visitare” per entrare nel “senso” della nostra vita,
per vivere nella gioia la nostra consacrazione nella CM!
Vieni Spirito Santo, mettici in cammino verso l'altro, mettici in cammino con l'altro, perché possiamo celebrare nella vita il mistero della salvezza.