Intervista ad Antonia Theresia, missionaria indonesiana
Presentati: di dove sei, la tua famiglia, il tuo lavoro ecc...
Mi chiamo
Antonia. Sono indonesiana, originaria dell’isola di Lembata, a Est dell’isola di Flores. Sono cresciuta in una famiglia semplice, formata
da papà Ignasius
Labi e mamma Martha Gelole e nove figli. Papà, mamma e
quattro fratelli sono già tornati alla casa del Padre Celeste. Attualmente vivo a Palembang (Isola di
Sumatra) con mia sorella, di nome Bene e
altre due
ragazze di Lembata. Siamo come una famiglia. Svolgo il
mio lavoro quotidiano nella casa dove abitiamo, in equipe con queste persone. È
un lavoro che accoglie e accompagna bambini piccoli (tipo scuola materna) nella
loro crescita e sviluppo, attraverso l’assistenza giornaliera svolgendo diverse
attività: leggere, scrivere, giocare e imparare a vivere insieme. Riusciamo ad
accompagnare questi bimbi usando un tipo di pedagogia - terapia che dà
attenzione anche a casi più problematici, più lenti
nell’apprendimento come alcuni bambini
autistici. La nostra casa che li accoglie l’abbiamo denominata “Casa di
“Betania”: apprendimento e studio. Inoltre, il lunedì e giovedì accompagniamo
coppie di varie religioni che hanno bisogno di consulenza.
Il tuo incontro
con la Compagnia Missionaria e in seguito la tua scelta … come è avvenuta,
quali motivazioni ti hanno stimolato a scegliere questa nuova avventura …
Questa domanda mi porta indietro
nel tempo, un ritorno al passato della mia vita per ripensare l’inizio della
mia scelta missionaria a come ho conosciuto la
CM. Il primo contatto l’ho avuto attraverso padre H. Wardjito scj
che allora era membro del consiglio generale SCJ a
Roma. A questo primo incontro lui mi consegnò solamente un pezzo di carta con scritto il nome dell'Istituto
Compagnia Missionaria, il nome di Francesca Righi allora Presidente e
l'indirizzo di Bologna.
Successivamente ci siamo contattate via e-mail con Francesca la quale, aiutata da p. Wardjito per la
traduzione della lingua, ha iniziato ad introdurci con alcune notizie più
precise. Abbiamo poi cominciato ufficialmente in cinque il cammino formativo
nella CM. In questi primi passi Mudji
(che era stata la prima a conoscere l’istituto), ci aiutava attraverso alcuni incontri a cui
partecipavamo tutte. Dopo la morte di Francesca (nel gennaio del 2006), il
nostro cammino
Oggi come è cambiata la tua vita? Lavoro, parrocchia, la tua presenza nella realtà sociale dove vivi …
La mia vita
attuale è con questa famiglia che ho già
presentato: la “Casa di Betania”. Inizio la mia giornata quotidiana con la
messa mattutina, alle volte online o a volte in
presenza nella chiesa del mio quartiere, poi continuo con le
lodi,
leggo e rifletto la Parola di Dio e mi preparo così ad accogliere l'arrivo dei
bambini. Riservo questi momenti di preghiera per me stessa perché so che mi
daranno sostegno ed un aiuto efficace per tutta la giornata.
Nella mia
parrocchia sono ministra dell’Eucaristia e ogni domenica dopo la messa
porto la santa comunione agli anziani ed
ai malati e prego un po’ con loro. Svolgo anche altre attività: leggo la
parola di Dio nella liturgia domenicale ed accompagno i genitori
che vogliono battezzare i loro figli. In casa abbiamo altri momenti di
preghiera che viviamo insieme, seguendo alle volte quanto ci viene segnalato
dalla parrocchia: novene, rosario e varie proposte che viviamo insieme come gruppo. Ogni giovedì partecipiamo all’adorazione
eucaristica online che viene trasmessa da una casa di ritiro qui a Palembang.
A volte
partecipiamo ad altre attività spirituali: seminari o altro programmate nell'arcidiocesi di Palembang o in altre
diocesi. Preghiamo online insieme con le sorelle CM ogni sabato
sera, ritiro mensile ed esercizi spirituali annuali.
I rapporti con
la comunità dove abito sono buoni e si collabora bene; l’ambiente è semplice e
così pure gli abitanti. Insieme condividiamo diverse attività sociali, cose
semplici che però aiutano a conoscerci
sempre di più e a creare un clima fraterno. C'è una collaborazione reciproca
dove anche con noi di “Casa Betania” partecipiamo: la pulizia
dell'ambiente, raccolta di viveri in aiuto a famiglie più bisognose ecc.
Come è vissuta, capita, accettata la presenza
degli Istituti Secolari nella realtà indonesiana in cui vivi? Quali speranze
vedi per il futuro?
Stiamo vivendo un periodo difficile, fragile
a causa dell’epidemia, delle guerre in atto. Quale messaggio vorresti
comunicare ai giovani e ai nostri lettori?
· Mantenere
vivace la nostra fede e lo spirito di vita nonostante le
difficoltà che ogni realtà incontra sul suo cammino.
· Investire tutta
la nostra capacità e tempo per cercare di capire, comprendere, le varie situazioni che succedono nel mondo.
Essere persone che trasmettono ottimismo, con gli stessi sentimenti di Gesù e con l’aiuto della preghiera, del
sacrificio e della carità.