Al termine di quest’anno
2022 ho sentito la necessità di fare una sintesi sui nostri ritiri svolti
durante l’anno, riflettere sui
contenuti ma soprattutto su quanto hanno
provocato nella mia vita. Ho preso coscienza che è stato un cammino molto
positivo. In questa condivisione cerco di far emergere alcuni aspetti che mi
hanno stimolato e che devo tenere
presenti per il futuro. Devo dire che ogni ritiro mensile mi ha sollecitato a trovare la maniera di
come concretizzare il contenuto del tema soprattutto nel mio quotidiano.
Anche l’aspetto del clima contemplativo che si è vissuto lo sento come richiamo a rivedere la mia vocazione, cioè a
come vivo la realtà di essere compagna
di viaggio con Gesù, facendogli spazio nel mio cuore.
È un cammino con Lui attingendo forza dalla sua Parola e
anche su quanto ci chiede il nostro Regolamento di Vita al n. 72: “… trovare la nostra realizzazione di donne e
di consacrate nel dono progressivo di noi stesse nella vita dell’amore oblativo”. Le varie
riflessioni mi hanno portato a riflettere e rivedere il mio cammino
vocazionale, sia scoprendo i miei punti di forza che quelli di debolezza. Su
come elaboro questi aspetti nella lotta quotidiana della vita, sia a livello personale
che comunitario; a come accogliere l’altra perché ogni persona ha le sue
qualità ed i suoi limiti. Per cui è
importante riflettere anche sulle relazioni che abbiamo. Spero che in ogni mia
relazione ci sia sempre una benedizione, anche piccola, perché anche la più
piccola benedizione è sempre importante. Essere capace anche di dire poche
parole ma che siano di speranza, che non feriscano le persone. Cercare di
essere persone la cui presenza è sempre positiva, che sa ricominciare perché la relazione è
come una pianta che va coltivata…
In questo
impegno che ciascuna prende a cuore è importante anche la condivisione, cioè
prendersi tempo per comunicarci le gioie e le speranze che abbiamo in cuore, in
modo che si rafforzi la comunione, sia
che si tratti di condividere esperienze di formazione, esperienze nella
comunità, esperienze nel lavoro dove siamo impegnate. Tutto questo ci aiuta ad
imparare gli uni dagli altri, a riconoscere la novità che ciascuno possiede.
Possiamo aprirci all'opera di Dio a
partire dalle esperienze di vita che viviamo, perché la presenza di Dio in noi
è anche chiamata. Dio ci chiama non solo
a riceverlo, ma anche a “essere come lui”con l’aiuto degli altri.
Dio non smette
mai di amarci, anche quando commettiamo errori e peccati. Anche se alcune volte siamo state infedeli, Dio ci
mostra ancora la Sua misericordia. La presenza di Dio nel mondo è un segno del
suo amore e della sua fedeltà per salvare l'umanità.
Noi siamo segno della presenza salvifica di Dio; come
esseri umani amati da Dio, dovremmo
amare Lui e gli altri con tutto il cuore in modo buono e saggio. Il segno della
presenza di Dio che ama l'uomo, in realtà non ha bisogno di essere notato solo
in grandi opere, ma si può vederlo anche attraverso piccole e semplici azioni.
Gli amici sono importanti e
necessari nella nostra vita. Spesso, quando viviamo problemi di sofferenza, di
dolore, abbiamo davvero bisogno che gli amici ascoltino quanto abbiamo nel nostro cuore. Se quando soffriamo per un
lutto o siamo nei guai e un amico viene a confortarci, entra in empatia, la sua
attenzione è vera amicizia. Un vero
amico è tale quando è capace di comprendere la nostra situazione che stiamo
vivendo. Come per gli apostoli che si sentivano persi, confusi come i discepoli
di Emmaus, quando Gesù era morto. La notizia della risurrezione di Gesù che poi
è stata diffusa e loro hanno creduto, il loro dolore si è trasformato in gioia,
perché Gesù era tornato in mezzo a loro. Il senso di dolore e delusione chiude
gli occhi del cuore alla presenza di Dio. Quando siamo in difficoltà,
addolorati, profondamente delusi, gli occhi del nostro cuore non sono più in
grado di vedere chiaramente la realtà.
Attraverso il racconto del cammino dei due discepoli verso Emmaus, siamo
invitati ad essere sensibili alla presenza di Dio in ogni evento della nostra
vita. Nel nostro viaggio della vita, potremmo sentirci ansiosi, confusi, tristi
o forse anche senza speranza. Anche così, dovremmo cercare di sentire la
presenza di Dio, che viene come amico per confortarci, aiutarci e stare con
noi. In ogni evento della nostra vita, ricordiamoci sempre di includere Dio.
Egli ci guiderà sulla via della luce e ci libererà dalle catene della delusione
o della disperazione. È importante testimoniare in ogni evento della
nostra vita la presenza di Gesù. Egli è
un fedele compagno del nostro cammino.
Gesù non vuole che attraversiamo
da soli questo traguardo verso la santità. Perciò «Gesù mandò i suoi discepoli
a due a due» (Mc 6,7), come compagni di viaggio. Ha dato loro il potere dello
Spirito Santo in modo che potessero controllare i desideri disordinati e scacciare
gli spiriti maligni. Per questo c’è lo Spirito Santo che ci rende sempre
consapevoli che apparteniamo a Dio per lodare la sua gloria (Ef 1,14). Essendo
inviati a due a due, abbiamo dei compagni e a vicenda ci sosteniamo e ci incoraggiamo nei nostri
impegni missionari. Gesù ha dato un
messaggio, in modo che "non prendiamo nulla per strada tranne un
bastone" in modo che sia più facile per noi sperimentare le
"benedizioni spirituali" e la provvidenza di Dio.
È una meta che
ci aiuta a vivere il NOI CM ... è una grazia e un dono di cui sono molto grata,
perché questa appartenenza mi aiuta a crescere, a sentire, vivere e attuare le
dinamiche della vita , sia le dinamiche nella comunità in cui vivo, la comunità
di lavoro e la comunità CM.
Spero con l’aiuto di Dio, che ha iniziato a seminare questa vocazione nella mia vita come opera molto buona, mi aiuterà a portarla a termine. Grazie mio Dio per la grazia della chiamata, concedimi la grazia della fedeltà.
Lucy, quarta da sinistra, con le colleghe di lavoro