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L'eredità di p. Albino
Posted by Rosanna Testa

Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino

Quando entrai nella formazione di base della CM, quello fu l’ultimo anno nel quale il nostro formatore era padre Albino. Poi subentrarono le missionarie come maestre. Per me tutto era nuovo ed anche un po' difficile. Penso però che molti sono i punti fermi e i valori  che porto tuttora nella mia vita.

· L’adorazione silenziosa

· La fedeltà alle pratiche di pietà

· La comunione con Dio e quella con le sorelle, … ancora più faticosa

· L’amore alla Parola di Dio e allo studio della Bibbia

· Il desiderio dell’evangelizzazione che mi ha spinto a fare esperienze missionarie

· Il motto di p. Moro “Guardare lontano” che mi piaceva molto e alimentava il mio desiderio di andare in missione in Africa, una passione che coltivo ancora oggi nell’ambiente in cui vivo

Guardando a ciò che abbiamo seminato nella missione ad gentes, penso che i frutti sono la fede e la nostra spiritualità. Molte altre cose nel tempo sono cambiate. L’uomo cerca altrove la vera gioia e la felicità che il mondo non sa dare.

Ho guardato sempre a p. Albino come un maestro, non come un leader e nemmeno un trascinatore di folle. Al contrario un uomo convinto, animato da una fede robusta, senza fronzoli, incisiva, a volte un educatore dai modi un po' duri. Amava la perfezione anche nelle piccole cose… Aveva un culto particolare per l’Eucarestia, l’Adorazione, l’Evangelizzazione.

Per la formazione usava testi biblici del NT e AT che erano il nutrimento della sua spiritualità

di amore, di oblazione e di riparazione. Gli esempi li prendeva dalla sua esperienza , dalla spiritualità vissuta nel concreto della vita. Da lui ho imparato a cogliere il valore delle testimonianze di fede nel mio cammino.. La spiritualità della Riparazione è rimasta dentro di me e un giorno alla settimana, il venerdì lo dedico alla preghiera per i peccatori del mondo intero ecc…

La sua esigenza di perfezione mi ha un po' contagiata nel lavoro, specie nella missione. Per farci capire questo valore, il padre ci portò un esempio che non ho dimenticato, di uno studente che aveva dipinto in modo così perfetto una mosca sul libro del suo professore da farlo cadere in errore e scambiarla con una vera mosca e cercare di cacciarla via ….ma quella non si mosse….

Padre Albino non seguiva fondatori “carismatici” o fenomeni che affascinano le folle (come madonne in pianto o altro), ma aveva rispetto per ogni forma di fede semplice e non esprimeva mai critiche. Era un uomo che sapeva comunicare e stringere amicizia. Sapeva educarci come donne e missionarie. Sapeva condividere momenti di gioia e accettare scherzi, come quando a Siusi gli abbiamo fatto il “sacco” del letto o messo sotto il letto pentole e barattoli o ancora a tavola gli abbiamo messo un tovagliolo da bambino. Sapeva accettare gli scherzi , ma non voleva che ne facessimo ai sacerdoti che venivano da noi in ferie.

Nel suo cinquantesimo di consacrazione al sacerdozio ci confidò che, era la prima volta , dopo 10 anni di deserto del cuore e di silenzio, che sentiva la Presenza del Signore. Era commosso e radioso. Nessuno di noi si era accorto di questo “silenzio” Non dimenticherò mai questa confidenza che era anche una lezione : saper stare nella sofferenza per amore senza farla pesare sugli altri.

Fu molto contento quando ricevette, sempre nel 50° di messa, un album storico di tutta la sua vita che noi missionarie gli avevamo preparato. Fu l’unico regalo che apprezzò e accettò volentieri, tanto da portarlo con sé fino alla morte. Ora è rimasto con noi in via Guidotti. Ne abbiamo poi fatti altri sul cammino del padre fino alla sua dipartita. Ho scoperto così altre sue virtù che non conoscevo.

Nell’Ecce Venio e nell’Ecce Ancilla Maria è compendiata tutta la nostra vocazione e il nostro fine. Un programma grave e difficile. Mi domandavo spesso come sarei riuscita a viverlo. Un Ideale così alto!!!. Ogni settimana ci chiedeva come lo avevamo vissuto. Tutte avevano delle testimonianze da dare, io ….non ne avevo mai nessuna, avevo sempre combinato qualcosa che non “entrava” nella carità. Ci soffrivo abbastanza, ma poi parlando con il padre, mi diceva : “Vai avanti”. Anche p. Moro mi aiutava dicendo : “Io ero come te, non riuscivo a pregare come tanti miei compagni stesi a terra per pregare, ma ora sono qui…non tutti gli altri!” Con il tempo fu così anche per me. Cominciai a capire che il Signore non chiamava solo le più “brave” ma anche le più “povere” che non sanno camminare da sole perché è Lui che opera cose grandi, a noi chiede di guardare Lui, seguirlo e testimoniare.

Rimangono poi tanti piccoli segreti nello scrigno del nostro cuore che non si esternano, ma rimangono solo per Gesù.

Guardando alla mia storia mi meraviglio che il Signore non si sia stancato di me e che tuttora

mi accompagna. Non mi dilungo di più, ma certo quello che il Signore ha fatto con me nelle missioni in Italia e all’estero, nessuno potrebbe crederlo! Fidatevi di Lui, è un compagno fedele e opera quello che gli chiedete.

Come ultimo , il Padre fondatore mi ottenne la guarigione di un orecchio lo scorso anno. Erano due anni che soffrivo e venivo seguita da due bravi specialisti, di cui uno voleva operarmi mentre l’altro non mi dava speranza. Perdevo sangue e non potevo più mettere l’auricolare. Il male poi si trasmise anche all’altro orecchio. A chi domandare aiuto? Lo chiesi al padre, e dopo essermi curata da sola guarii…P. Albino sono certa, aveva ottenuto la guarigione! Avevo pregato con un certo timore, ricordando che in vita avevamo spesso discusso tra noi (naturalmente quando accadeva , io pretendevo sempre di avere ragione…!) Anche in Africa, a causa della mia rabbia ,una volta fermai l’auto e mancò poco che lo lasciassi in foresta! Ma lui fece silenzio in tutto il viaggio per i 6 Km che mancavano per giungere a casa! Era molto più bravo e mite di me! Grazie p. Albino.

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