A conclusione dell’anno 2008 il gruppo degli amici della CM di Nampula, ha organizzato un ritiro che si è realizzato l’ultimo fine settimana di Novembre in una località sul mare chiamata Memba. Abbiamo chiesto ai partecipanti alcune risonanze e qualcuno si è anche impegnato. In attesa del contributo di qualche membro del gruppo, mi accingo a riportare quanto abbiamo vissuto.
Dieci anni di esistenza
Avevamo già raccontato alcuni mesi fa (17 agosto 2008) della festa dei 10 anni di questo gruppo. In effetti la composizione di questo gruppo è piuttosto dinamica.
L’inizio del gruppo nel 1998 con Mariolina che aveva risposto al desiderio di alcuni suoi studenti (dell’Università Cattolica del Mozambico = UCM) di conoscere la spiritualità dehoniana.
Un gruppo che da molto tempo si riunisce regolarmente ogni mese per vivere momenti di riflessione e di condivisione
Dunque un gruppo di studenti dell’Università Cattolica che, dopo dieci anni si ritrovano a ricoprire cariche di responsabilità dovute alla preparazione e competenze acquisite durante questo periodo.
Questo fatto è positivo ma richiede una certa capacità di accettare che la maggior parte delle persone si trovano a svolgere la propria professione in città diverse a volte temporaneamente, a volte definitivamente.
Persone in diaspora
Una di queste persone di nome Felisbela si trova temporaneamente a Memba un distretto sulla parte costiera, a svolgere il servizio di Amministratrice (Sindaco) di quel distretto. Felisbela é vedova con quattro figli già grandi, ha frequentato fino a due anni fa la facoltà di Diritto dell’UCM e dopo aver ricoperto altre cariche pubbliche ora ha dovuto rispondere ad una situazione delicata che richiedeva la sua competenza.
E’ stata proprio lei che ha suggerito al gruppo di realizzare un incontro-ritiro e vivere un fine settimana in questo luogo che dista circa 200 km da Nampula.
E così ci siamo organizzati chiedendo la collaborazione a P. Elia Ciscato scj che si è messo a disposizione ed ha svolto con grande impegno il tema richiestole: “IL CRISTIANO OGGI QUI”.
Eravamo una decina di persone e siamo stati ospiti della comunità parrocchiale di Memba che ha messo a disposizione alcuni locali adibiti a giovani studenti e così siamo riusciti a vivere un fine settimana tra riflessione e relax in un ambiente molto bello dal punto di vista del paesaggio, mare azzurrissimo, natura africana come sempre affascinante.
Un gruppo in movimento
Attualmente il gruppo è composto da persone della prima ora tipo Lucia Leo (che alcune di noi conoscono bene e che tra l’altro ha una grande ammirazione per P. Albino Elegante che ha conosciuto in Mozambico) e da persone più giovani.
Dei primi erano presenti oltre a Lucia: Bonifacio, Olimpio e naturalmente Mariolina. C’erano anche persone che hanno aderito da poco al gruppo, più giovani sempre studenti universitati; tra loro Renato, Nunes, Gildo, Geltrudes.
Si è poi aggregato a noi il Dr. Amanzio, cardiologo specialista, italiano che presta la sua opera gratuitamente nell’ospedale di Marrere e che ha partecipato con interesse a questa nostra iniziativa.
Il cristiano oggi qui
Certo momenti come questi aiutano a fermarsi e a riflettere su quale fondamento sicuro poniamo la nostra vita e se cerchiamo di capire sempre meglio quello che è il nostro impegno oggi come credenti.
P. Elia Ciscato ci ha fatto dono di una riflessione che ha aiutato ciascuno di noi a ritrovare quella base sicura che viene da Dio: il Suo Amore. Solo accettandolo e ringraziando possiamo entrare nel mistero dell’amore di Dio. Possiamo così , a partire dal Suo Dono offrire la nostra vita, trasformare la nostra vita secondo il progetto di Dio, seguendo Gesù, seguendo la sua Persona.
Ci è richiesto allora di avere disciplina e discernimento e quell’equilibio che non è facile perchè la nostra capacità di sperare è messa a dura prova dalla sofferenza e dalla disillusione. Come resistere e camminare nel mezzo delle varie situazioni con pazienza e perseveranza? Il nostro essere alternativi e rappresentanti di un’altra logica richiede uno stile di fedeltà al Cielo – apparteniamo a Dio e di fedeltà alla Terra perche apparteniamo alla terra. E’ l’incontro del Vangelo con la storia. Ci è chiesto di essere testimoni dell’amore di Dio e segni di speranza per le persone che ci circondano.
Le sfide sono quelle che ci fanno percepire il grande salto che sta avvenendo nella nostra società post-tradizionale , condividiamo gli stessi schemi mentali di tante persone, il pensiero debole, liquido, il relativismo, dobbiamo confrontarci con gli altri: sta cambiando l’idea di tempo, la nostra mente...
Il cristiano di fronte a queste sfide, con l’aiuto della Parola, potrà diventare la persone della speranza, del coraggio, della comunione e fermento nella pasta. Il cristiano non può guardarsi l’ombelico ma é per gli altri e dovrà rimanere legato al contesto dove vive.
Logicamente non riusciamo a dare un’idea piena di quanto abbiamo ricevuto ma condividiamo quello che possiamo perchè desideriamo camminare insieme e sentire che tutto ciò che ravviva la nostra speranza e il nostro impegno può aiutarci ad andare avanti con perserveranza. “Chi persevererà fino alla fine sarà salvo”. Questa Parola ed altre risuonano dentro di noi e ci stimolano a continuare con coraggio a seminare ogni giorno ciò che è buono, giusto e gradevole al Signore.
E così anche la condivisione con la comunità cristiana ci ha animato nella prima domenica di avvento e ci ha fatto partire con il piede giusto per la preparazione del Natale. Gli stessi giovani che ci hanno accolto si sono lasciati coinvolgere e così abbiamo condiviso la nostra fede pregando con loro.
Il parroco di questa parrocchia era in una comunità lontana, è italiano e della Sardegna. E’ venuto solo per poco tempo per dirci che era contento di accoglierci. Nella sua casa parrocchiale c’era un volontario (pensionato) della Sardegna che sta aiutando a costruire delle cisterne per l’acqua poichè questa zona vive molto tempo senza la pioggia. Un grande problema che si cerca di ovviare preparando luoghi per avere riserve di acqua quando viene la pioggia.
Una cosa curiosa. Il mattino della domenica è caduta la pioggia proprio quando stavamo preparandoci a celebrare l’Eucaristia domenicale. L’abbiamo vista come una benedizione per noi e per la gente di questa cittadina.
In comunione.