Nella spiritualità
Nel frontespizio del piccolo
volume che raccoglie lo Statuto e il Regolamento di vita della Compagnia
Missionaria del Sacro Cuore sono riportate due espressioni del Nuovo
Testamento: «Ecce venio» (Eb 10, 7), «Ecce ancilla » (Lc 1, 38).
Nell’introduzione alla prima parte del II capitolo, riguardante la spiritualità, è riportata un’ espressione di p. Leone Dehon: «Nell’Ecce venio di Cristo e nell’Ecce ancilla di Maria è compendiata tutta la nostra vocazione e il nostro fine, il nostro dovere e le nostre promesse».
La spiritualità di p. Dehon è la
radice da cui è fiorita
Maria è dunque maestra e guida per
questa Famiglia che, nel contemplare l’amore di Dio nell’icona del Cristo
crocifisso dal cuore trafitto, si ispira al suo esempio «per aderire sempre più
alla persona di Cristo, al mistero del suo Cuore ed annunciare il suo amore». Nella comunione con Gesù e con Maria, le missionarie imparano a offrire
integralmente la loro vita alla volontà di Dio. «Per questo l’”Ecce venio” di
Gesù e l’”Ecce ancilla” di Maria costituiscono il centro e lo stile della
nostra vita». «Come
Gesù e
Un modo molto semplice, ma che
mantiene vigili e fiduciosi, nel consacrare a Dio, per amore e con amore, ogni
azione e ogni avvenimento quotidiano, è la recita di quella che, nella
Compagnia Missionaria, è chiamata piccola
preghiera di offerta: «Mio Dio, io ti offro… in unione a Gesù, per mezzo di
Maria, in Spirito di amore, per
l’avvento del tuo regno nel mondo». Maria è stata il luogo nel quale ha avuto
inizio l’offerta obbediente di Gesù, è stata il mezzo attraverso il quale Egli
è stato offerto e consacrato al Padre, nel tempio; così è attraverso di lei
che, uniti a Gesù, animati dallo Spirito-Amore, offriamo al Padre ogni
espressione della vita.
Al n.4 dello Statuto, a Maria
vengono assegnati tre titoli che dicono le “tre missioni” di Maria nei
confronti della Compagnia Missionaria. È madre, perché lo è di Gesù e da Lui,
come tutti i discepoli, l’abbiamo ricevuta; è maestra e guida nell’educarci a
vivere la spiritualità di amore e di oblazione e il carisma della comunione;
è custode perché viviamo nella fedeltà alla vocazione e alla missione ricevute.
Guardando, infatti, la storia della Compagnia Missionaria, si nota come sia
segnata da alcuni avvenimenti importanti legati a ricorrenze che hanno una
particolare fisionomia mariana.
È stata già ricordata la “data di nascita” nella solennità del Natale. La prima approvazione ad experimentum fu data dal Card. Giacomo Lercaro, Arcivescovo di Bologna, il 25 marzo 1958, solennità dell’Annunciazione del Signore: grande significato acquista questa coincidenza proprio in riferimento all’Ecce venio, che Cristo pronuncia entrando nel mondo (cf. Eb 5-9), e all’Ecce ancilla di Maria, pronunciato nella stessa circostanza, al momento dell’Annunciazione. Il decreto di erezione della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore a istituto secolare di diritto diocesano, invece, fu concesso dall’Arcivescovo Enrico Manfredini, in data 8 settembre 1983, festa della Natività di Maria.
Sapendo che è nella preghiera che si
custodisce e rafforza la fedeltà, i membri della Compagnia Missionaria
alimentano quotidianamente la loro vita consacrata con la celebrazione e l’adorazione eucaristica, con la
meditazione della Parola di Dio e la celebrazione delle ore liturgiche; ma la
preghiera prevede anche «uno spazio di tempo vissuto in comunione con Maria per
esprimere il nostro amore e rinnovarle la nostra consacrazione». La preghiera di consacrazione recita così:
«O
Maria, Madre di Dio e Madre nostra,
Appartenere a Maria, considerarla
propria madre, significa appartenere a suo Figlio e alla comunità dei redenti
che Egli unisce a sé con alleanza sponsale; con questa preghiera, ogni giorno,
La vita quotidiana, nelle sue varie espressioni e dimensioni – le relazioni familiari e sociali, il lavoro, il riposo, la vita fraterna, la partecipazione alla vita parrocchiale -, è l’ambito in cui sono chiamati ad esprimersi la spiritualità, la missione, il carisma, la consacrazione dei membri della Compagnia Missionaria. «Alla scuola di Maria di Nazaret impariamo il vero senso della preghiera, della vita e del dono di noi stesse nella semplicità del quotidiano, prima ancora che nelle grandi occasioni. Ci sarà di aiuto recitare ogni giorno la nostra preghiera di consacrazione alla Madonna».
Oltre che maestra di contemplazione, Maria lo è anche di silenzio e di ascolto di quella Parola, che in lei si è fatta carne, che ha sempre conservato, meditandola, nel suo cuore. «Perché la nostra preghiera diventi contemplazione continua di Dio, presente nel nostro intimo e nelle nostre situazioni ordinarie di vita, ci educheremo al silenzio interiore e all’ascolto, come condizione indispensabile per un vero incontro d’amore. Ci è di guida Maria che consumò la sua missione nel silenzio di Nazaret (cf Lc 2,52) e attuò la dimensione sociale del suo servizio a Dio nell’ordinarietà della vita quotidiana».
Nel carisma,
nella consacrazione e nella missione
Nella spiritualità di amore e di
oblazione che si alimenta alla contemplazione del Cuore trafitto di Cristo, si
radica il carisma che
Espressione di comunione e servizio
ad essa è l’incarico di responsabilità, che riguardi tutto l’istituto, o un gruppo o la formazione. «Alla Vergine
Santissima è stata affidata
Poiché un’espressione del carisma della comunione, nella Compagnia Missionaria, è la possibilità, per le missionarie, di vivere in gruppi di vita fraterna, Maria ne è il modello, lei che ha vissuto intensamente l’unione con Dio e con i fratelli. «Da Maria, modello della nostra vita fraterna, vogliamo imparare a conformare il nostro cuore al suo: cuore forte e vigilante nel prevenire, nell’accogliere e nel conservare nei nostri gruppi il “vino buono “ della comunione».
Il carisma e la spiritualità,
insieme con la consacrazione secolare, informano la missione di
evangelizzazione e promozione umana: «La disposizione con cui vivremo la nostra
missione sarà di continua comunione con il Padre e con il Figlio suo Gesù
Cristo, nella grazia dello Spirito Santo, con tutta
Anche la vita di consacrazione, che
è partecipazione alla consacrazione di Gesù al Padre per la salvezza del mondo,
trova in Maria sua madre, vergine obbediente piena di grazia, il modello, la
guida, il sostegno dell’intercessione.
«Maria, nella castità più perfetta, è divenuta la porta di Dio disceso tra gli uomini. Ci affideremo tutti i giorni all’amore e alla guida di questa tenera madre per poter, come lei, fare di noi stesse un dono gioioso di Dio agli uomini».
«Come l’obbedienza di Cristo, così la nostra obbedienza è comunione con la volontà del Padre e attua il “sacrificio spirituale” di noi stesse nelle condizioni ordinarie della vita. Così ripetiamo l’oblazione del Verbo che entrando nel mondo disse al Padre: “Ecce venio” e la risposta di Maria dinanzi al progetto di Dio: “Ecce ancilla” ».Al momento della prima emissione dei voti e nella rinnovazione durante l’incorporazione temporanea, Maria viene invocata e accolta come modello e guida, perché la vita di colei che Dio consacra diventi, come quella di Gesù, un servizio di amore. Nella formula di consacrazione per l’incorporazione definitiva nell’Istituto, usata nella rinnovazione annuale dei voti, è ancora invocata l’intercessione di Maria.
Conclusione