Capitolo I
IL NOSTRO ISTITUTO
1 La Compagnia Missionaria del Sacro Cuore é stata fondata il 25 di dicembre 1957 a Bologna da Padre Albino Elegante scj. Egli ha ricevu¬to la grazia e la missione di arricchire la Chiesa di un Istituto Seco-lare che si ispira al carisma evangelico di P.Dehon.
Per noi missionarie la spiritualità d'amore e di oblazione (Ebr.10,5-9), che scaturisce da tale carisma, caratterizza la nostra consacra¬zione secolare e la nostra missione nel mondo.
2 La nostra identità é espressa chiaramente nelle componenti del n.2 dello Statuto. Condizione fondamentale per incarnare nel concreto della vita é assumere in modo fedele e generoso lo statuto nella sua globalitá e specificità.
3 Le missionarie e i familiares sono chiamati a coltivare il senso di appartenenza all'unica famiglia CM condividendo lo stesso carisma e la stessa missione, nel rispetto della reciproca autonomia.
Per una comunione sempre più operosa creeranno momenti di incontro, di scambio e di formazione soprattutto nella stessa area geografica.
4 Per mantenerci nel carisma specifico, daremo, particolare atten¬zione alle seguenti ricorrenze:
* la solennità del Sacro Cuore, che rappresenta il centro e la sor¬gente della nostra spiritualità;
* le feste della Madonna, che é per noi madre, guida e custode;
* le feste dei santi protettori, quali modelli della nostra vocazione;
* la nascita di P.Dehon: 14 marzo 1843;
* Le date che hanno segnato la crescita storica dell'Istituto:
- 25 dicembre 1957, nascita della CM e suo affidamento a Maria;
- 25 marzo 1958, solennità dell'Annunciazione del Signore: ap¬provazione ad experimentum;
- 8 settembre 1983, festa della Natività della B.V.M.: approva¬zione definitiva come Istituto secolare.
- 10 giugno 1994, solennità del Sacro Cuore: Approvazione pontificia.
Coglieremo tali ricorrenze come circostanze di grazia che solleci¬tano la nostra riconoscenza e ci stimolano a vivere in pienezza la nostra spiritualità e missione.
Capitolo II
LA NOSTRA FISIONOMIA
La spiritualità
5 La contemplazione del Cuore Trafitto ci fa scoprire la rilevanza che la nostra spiritualità ha per il mondo in quanto risponde alle attese più profonde dell'uomo e della donna di oggi. Perciò cerchiamo di:
* alimentare la contemplazione del cuore trafitto di Cristo co¬gliendo nella scrittura e nella Tradizione le ricchezze e le com¬ponenti dell'amore in esso rivelato;
* radicarci nella carità di Dio educando il nostro cuore a vivere gli stessi sentimenti di Cristo: il dono totale de sé, la gratuità, la misericordia, la pazienza, il perdono, la tenerezza verso i piccoli e i poveri.
6 La vita di amore, cercata e voluta fino a "farci comunione" con Dio e con i fratelli, determina e qualifica la nostra testimonianza carat¬teristica nella chiesa e nel mondo.
7 La comunione con Dio ci porta al dono integrale di noi stesse alla sua volontà. Per questo l'Ecce venio di Gesù e l'ecce ancilla di Maria costituiscono il centro e lo stile della nostra vita. È soprat¬tutto nell'Eucaristia che ci facciamo "offerta" insieme a Cristo ed impariamo ad assumere il suo programma di vita, specialmente la sua totale donazione al Padre e agli uomini.
8 Siamo chiamate a percorrere l'itinerario di comunione con i fratelli, partendo da chi abitualmente ci sta a fianco nel nostro quotidiano, per ricreare o rafforzare un tessuto di comunione tra tutti i membri CM, in famiglia, nel gruppo, nel mondo del lavoro, nel territorio, nella chiesa locale; a suggerire e provocare spazi di comunione dentro le coscienze e dentro le situazioni concrete.
9 Per vivere "contrassegnate in tutto e sempre dalla carità" è fonda¬mentale:
* invocare quotidianamente lo Spirito Santo come verità che ci insegna, guida, richiama, riporta nell'alveo dell'amore; come forza che "viene in aiuto alla nostra debolezza";
* curare una formazione integrale perché i frutti dell'amore si pos¬sono manifestare nella nostra vita.
10 Come San Giovanni, vediamo nel Cuore Trafitto di Cristo il segno di un amore che, nel dono di sé, ricrea l'uomo e la donna a immagi¬ne di Dio. Siamo chiamate ad inserirci in questo movimento dell'amore redentore mediante:
* l'unione con Cristo e la solidarietà con tutta l'umanità e il creato, offrendoci al Padre come oblazione viva, santa e a lui gradita (Rom.12,1) in tutte le espressioni della nostra vita: il lavoro, le relazioni con le persone, le circostanze liete o tristi...;
* la "preghiera di oblazione" recitata ogni mattina e la nostra pic¬cola preghiera di offerta ripetuta durante la giornata.
La missione
11 Il Cuore trafitto di Cristo costituisce la sorgente a cui, noi missionarie, attingiamo grazia e stile di vita per attuare la nostra missione nelle realtà comuni a tutti. Qualificano la nostra missione: la co¬munione, l'oblazione, la semplicità, la solidarietà-condi-visione, la missionarietà.
12 La missione di evangelizzazione e promozione umana, la spiritualità e la testimonianza di vita, costituiscono la base della comunione tra i membri CM.
Un altro elemento fondante la nostra missione di laiche consacrate sono i consigli evangelici vissuti con radicali, che danno stabilità e consistenza alla nostra adesione al progetto di Dio e rendono pro-fetico il nostro servizio al mondo.
13 Nel mondo e dal di dentro del mondo noi partecipiamo della mis¬sione evangelizzatrice della Chiesa, Le immagini evangeliche del sale, della luce e del lievito ci dicono che il nostro inserimento pro¬fondo e la nostra partecipazione piena nel luogo di lavoro, nel terri¬torio, nella parrocchia... sono destinati alla diffusione del Vangelo che salva (cfr.CFL nº 15). è soprattutto in questi "luoghi teologici" che si esprime la nostra fisionomia secolare.
14 Seguendo la via tracciata da Cristo, vogliamo ovunque elevare la dignità della persona; immettere nel lavoro quotidiano un più profondo significato; contribuire a rendere più umana la fami¬glia degli uomini e la sua storia (cfr.CLF nº 36).
A tale fine cureremo anche la nostra crescita nei valori umani: la competenza professionale, il senso civico, l'integrità morale, lo spirito di giustizia, la serenità, la fortezza d'animo (Cfr. nº44). Coltiveremo inoltre una conoscenza approfondita della dottrina sociale della chiesa per un'azione specifica in questo campo.
15 Il lavoro sarà da noi assunto come strumento per collaborare alla creazione e al piano di salvezza di Dio e lo vivremo come:
* vera vocazione a trasformare il mondo in spirito di servizio e di amore fraterno e ad umanizzare le sue strutture;
* luogo di testimonianza e di promozione di giustizia;
* espressione privilegiata della nostra oblazione che ci rende "un complemento reale dell'immolazione di Cristo" (St.10).
16 Noi missionarie sentiamo come impegno di famiglia CM anche le espressioni della missione elencate al nº16 dello Statuto. Esse sono accolte e , nella misura del possibile, sostenute da ognuna di noi.
È compito del Consiglio Centrale accompagnare con attenzione tutte le espressioni della missione perché siano vissute con serenità, competenza, nel rispetto della giustizia e secondo il nostro stile CM.
17 Le diverse modalità di attuare l'unica missione costituiscono per tutti i membri CM una ricchezza e un complemento reciproco.
Ci lasceremo guidare dalla virtù della saggezza per discernere quando è opportuna una presentazione della nostra identità e quan¬do invece risulta più efficace il valore del riserbo per essere lievito della massa e sale della terra.
È bene che ci educhiamo anche a rispettare il riserbo di quelle missionarie che intendono mantenerlo.
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Capitolo III
I MEMBRI DELL'ISTITUTO
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21 I gruppi nella CM possono essere composti:
- da missionarie che vivono in famiglia o da sole;
- da missionarie di vita fraterna;
- da missionarie di tutte e tre le modalità. In questo caso il grup¬po è detto "misto".
È importante per ciascuna discernere, fin dall'inizio, a quale modali¬tà di vita è chiamata. L'eventuale scelta di una missionaria a cam¬biare modalità dovrà essere ben motivata e fatta dopo profonda ri¬flessione, preghiera e dialogo con la responsabile. Chiarita la sua decisione, farà esplicita domanda alla presidente alla quale compete, con il n voto deliberativo del Consiglio Centrale, autorizzare il pas¬saggio.
Ogni gruppo, per alimentare la comunione, che unisce i membri tra loro, e per mantenere vivo il senso della missione, è bene che:
* coltivi una chiara identità;
* si dia una dinamica che coinvolga la fedeltà creativa di ciascun membro.
È importante che i rispettivi membri tendano ad un sereno equili¬brio tra la propria missione e una partecipazione fraterna e respon¬sabile alla vita del gruppo stesso.
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23 La natura della nostra consacrazione secolare esige una formazione adeguata per maturare scelte autentiche e durature. Perché assu¬miamo con responsabilità personale l'impegno formativo che ci fa:
* accogliere tutte le possibilità di crescita che l'istituto e il gruppo mettono a disposizione;
* coltivare una costante auto-formazione che ci aiuti a maturare armoniosamente come donne e come consacrate nella CM e nel mondo.
Le Responsabili di formazione e di gruppo devono farsi promotrici di tale formazione specifica e globale, affinché ogni missionaria uti¬lizzi tutti i mezzi possibili per questo obbiettivo.
Capitolo IV
L'AMMISSIONE NELLA CM
24 L'ammissione nella CM è un fatto determinante per la vita e la fe¬condità apostolica dell'istituto.
È Cristo che chiama alla vita di consacrazione e lo Spirito conduce le persone dove possono corrispondere, con un'offerta intesa e se¬rena, alle esigenze della vocazione ricevuta.
25 Il vivere gioiosamente il nostro carisma è il primo requisito per la vitalità dell'istituto. Riteniamo, perciò, importante prodigarci per l'animazione vocazionale mediante:
* la testimonianza nel vivere e nel presentare l'identità CM in tutte le sue componenti costitutive;
* la preghiera frequente, sia a livello personale che di gruppo: daremo particolare importanza al giovedì come giornata dedi¬cata alle vocazioni;
* la presenza in mezzo ai giovani con iniziative appropriate e il coraggio della proposta.
26 È essenziale per l'ammissione alla CM un serio discernimento da parte delle Responsabili e del rispettivo gruppo per scoprire se l'aspirante ha solide motivazioni e rivela una buona consapevolezza circa:
* la realtà e l'impostazione di vita della CM e la disponibilità a fa¬rla propria in tutte le sue espressioni;
* le esigenze della consacrazione secolare;
* una buona maturità spirituale;
* la disponibilità alla comunione e alla condivisione della vita del gruppo in tutte le sue espressioni;
* la "passione" per il mondo e l'impegno a riordinare la realtà se¬condo il disegno di Dio.
Il limite massimo di età per entrare nella CM non dovrà superare i 45 anni. Eventuali eccezioni saranno valutate dal Consiglio Centrale.
27 Per una conoscenza dell'aspirante è utile un accompagnamento iniziale sia da parte della Responsabile di gruppo che di formazione. È bene che l'aspirante partecipi per un periodo di tempo alla vita del gruppo interessato che per sua natura è una realtà vocazionale. Esso si farà attento a ricercare quelle modalità che consentono di vivere l'accompagnamento in maniera corresponsabile.
A chi si sente chiamata alla vita fraterna, si richiede anche una serena capacità di adattamento a tutte le esigenze richieste dal vive¬re insieme, dopo averle sperimentate per un certo tempo.
La domanda di ammissione, in cui l'aspirante dichiara anche la sua disponibilità ad aderire al piano di formazione della CM, sarà pre¬sentata alla Responsabile di locale e corredata dei seguenti certifi¬cati:
* certificati di nascita
* " di battesimo
* " di buona condotta morale, rilasciato dal parroco o da altra persona degna di fede
* certificato di stato libero (o di vedovanza)
* " degli studi fatti e con eventuali diplomi.
La Responsabile che, dopo un serio discernimento con il suo gruppo e con la Responsabile di formazione, tenuto conto del loro parere, ammette le aspiranti al periodo di Orientamento. Essa è tenuta poi ad informare la Presidente e il suo Consiglio dell'avvenuta ammissione perché possano, fin dall'inizio, accompagnare il cammino.
Capitolo V
LA FORMAZIONE NELLA CM
28 La natura della nostra vocazione richiede di fare sintesi tra consa¬crazione secolare e missione nel mondo secondo il carisma CM. Questo esige un continuo cammino di maturazione e presuppone una buona capacità di autoformazione.
L'aspirante è chiamata ad impegnarsi in un'attiva collaborazione con la Responsabile di formazione e entrare progressivamente nella vita e nella dinamica del proprio gruppo, inteso come luogo di crescita, di comunione, di condivisione e di stimolo alla missione.
29 L'obbiettivo principale della formazione nella CM è la crescita glo¬bale dell'aspirante e l'assimilazione del progetto dell'Istinto. Pertanto l'iter formativo sarà ordinato a far sì che essa:
* coltivi la vita di fede e di grazia;
* assimili la spiritualità CM e la incarni nella vita;
* curi una solida maturità umana manifestata nella fermezza d'animo, nelle capacità di accettare la solitudine e nello stabilire rapporti positivi con gli altri;
* conosca e approfondisca le esigenze della secolarità consacrata, e riveli la disponibilità a viverle con serenità e fiducia nel suo quotidiano;
* prenda coscienza che, consacrandosi nella CM, tutta la sua vita è donata alla chiesa e partecipa della sua missione universale, mediante la missione stessa dell'istituto.
La formazione sarà attuata secondo il Piano formativo della CM, tenendo conto delle necessità dei tempi, dei luoghi e delle persone.
30 le tappe formative che precedono la prima emissione dei voti sono l'Orientamento e il Biennio di formazione.
a) L'Orientamento é un periodo più o meno lungo, tenuto conto anche delle realtà secolare, perché l'aspirante acceda al Biennio con sufficiente chiarezza e solide motivazioni.
b) Il passaggio al Biennio di formazione come pure alla prima emissione dei voti deve essere richiesto dall'aspirante tre mesi prima con domanda autografa alla Responsabile del gruppo stesso.
31 La responsabile di gruppo è tenuta a consultare le consacrate del suo gruppo in ordine al cammino e all'ammissione delle aspiranti ai vari periodi di formazione.
In tale occasione deve essere presente anche la Responsabile di formazione. È importante che le missionarie si pronuncino con carità e verità, rispetto e senso di responsabilità per il bene delle aspiranti della CM e della Chiesa. La Responsabile del gruppo in¬vierà alla Presidente e al suo Consiglio il risultato di tale consultazione assieme alla domanda delle interessate.
Il passaggio ai diversi periodi di formazione, normalmente, è preceduto da un corso di Esercizi spirituali e avviene secondo il cerimo¬niale della CM. La Responsabile locale presiede la funzione dell'Orientamento; la Responsabile di formazione quella del Biennio; La Presidente o una sua delegata quella della prima emis¬sione dei voti:
32 La formazione è un valore che alimenta la fedeltà alla nostra identità del Cuore di Cristo sollecita la nostra donazione e ci stimola a crescere umanamente e nella fede; qualifica il nostro impegno per tutti i problemi in cui vive e si agita la realtà che ci circonda; ci conduce ad una risposta profetica agli appelli sempre nuovi della storia... Così che in tutto ci facciamo collaboratrici effettive del Regno di Dio secondo i sentimenti e i criteri di bontà, di giustizia, di pace... del Cuore di Gesù.
Per questo la formazione è un valore che deve essere presente in tutta la nostra vita.
33 La partecipazione attiva e costante alle iniziative della CM nasce da un forte senso di appartenenza alla nostra famiglia dalla volontà di crescere assieme nell'adesione alla nostra vocazione. Perciò siamo tenute a partecipare ai momenti formativi sia a livello di gruppo che di Istituto.
Tra le iniziative della CM sono da privilegiare i Corsi di Formazione di base e permanente, gli Esercizi spirituali e i momenti di condivi¬sione di vita.
34 Le missionarie incaricate della formazione sono chiamate a vivere questa specifica responsabilità in spirito di servizio e in fedeltà alla loro vocazione. Per questa missione sono particolarmente utili:
* capacità umane d'intuito e di accoglienza,
* una profonda esperienza di Dio nella preghiera,
* conoscenza e assimilazione del carisma CM,
* forte senso di appartenenza culturale sia in campo umano che teologica,
* disponibilità di tempo per gli incontri personali e di gruppo con le persone in formazione.
Per una maggiore efficacia del lavoro formativo, è bene che si crei¬no, tra l'incaricata della formazione, la Responsabile locale ed il gruppo stesso una cordiale collaborazione e un leale confronto per una linea unitaria de intervento.
Annualmente ciascuna Responsabile di formazione invia una relazione alla Presidente e al suo Consiglio dove presenta il cammino delle persone in formazione; il programma formativo svolto; il modo con cui la Responsabile stessa ha vissuto il suo servizio. Quando ci sono domande do ammissione ai rispettivi periodi di formazione, tale relazione verrà presentata in coincidenza con esse.
35 Per il confronto, l'approfondimento e l'indirizzo unitario le Responsabili di formazione fanno parte di un'apposita Commissione che, insieme alla Presidente, si riunisce periodicamente per verificare i programmi e per vivere insieme momenti formativi.
Data l'importanza della formazione per la vita della CM, è bene che la Presidente, nella misura del possibile, partecipi agli incontri della suddetta Commissione.
Per un Buon funzionamento di questo organo le Responsabili di formazione eleggono tra loro una coordinatrice che organizza e dirige gli incontri. stessi.
36 Il gruppo che ha al suo interno membri in formazione è chiamato anzitutto a dare una testimonianza gioiosa e fedele alla proprio voca-zione e dell'impegno a vivere la consacrazione nel mondo; a darsi una dinamica adeguata a questo fine; a conoscere i programmi for¬mativi svolti; a partecipare almeno ad un incontro annuale con la Responsabile di Formazione per valutare il cammino delle aspiranti e come il gruppo ha vissuto la corresponsabilità formativa.
Capitolo VI
L'INCORPORAZIONE NELLA CM
37 Con la consacrazione secolare nella CM la missionaria entra in una forma stabile tutta la propria vita. Seguendo Cristo più da vicino, secondo le linee di vita tracciate dallo Spirito e dal RdV, nella spiritualità che si ispira alla contemplazione del suo Cuore trafitto, la missionaria vuole essere di Dio e non del mondo, ma dentro al mondo per consacrarlo a Dio secondo la dinamica dell'incarnazione.
Data l'importanza di questo passo, sia per la persona che per l'istituto, è necessario un serio discernimento da ambedue le parti.
38 La rinnovazione annuale dei voti costituisce un momento impor¬tante perché aiuta la missionaria a mantenersi nella freschezza della sua risposta al dono di Dio; a ravvivare la sua fedeltà e a rinvigorire le motivazioni che stanno alla radice della sua consacrazione.
Per questo, in preparazione alla rinnovazione dei voti, ognuna farà anche una seria revisione di vita col proprio gruppo per verificare il cammino fatto e per aiutarci reciprocamente a vivere con più au-tenticità la vocazione nella CM.
La rinnovazione annuale dei voti può essere anticipata senza limiti di tempo, ma non potrà essere posticipata oltre due mesi della sca¬denza dell'ultima rinnovazione. La cerimonia avverrà, normalmente, in occasione degli Esercizi Spirituali annuali organizzati dall'Istituto, durante la celebrazione eucaristica, alla presenza di una responsabile o di una sua delegata. L'atto si documenta sul libretto personale di incorporazione.
Ogni Responsabile di gruppo invia annualmente alla Presidente una breve relazione in cui comunica i nominativi delle missionarie del proprio gruppo che hanno rinnovato i voti.
39 La formazione verrà continuata in forma sistematica soprattutto nei tre anni che seguono la prima emissione dei voti. In questo periodo la missionaria sarà ancora seguita regolarmente dalla Responsabile di Formazione.
Durante gli anni di incorporazione temporanea, tre mesi prima della scadenza dei voti, ciascuna missionaria esporrà alla Responsabile di gruppo, con domanda autografa, la volontà di rinnovare i voti.
La Responsabile di gruppo, a sua volta, invierà alla Presidente una relazione che terrà conto del parere della Responsabile di for¬mazione e di tutte le missionarie di incorporazione definitiva del gruppo.
40 L'incorporazione definitiva nella CM viene fatta alla presenza della Presidente o di una sua delegata. Essa segna una tappa importante sia per la missionaria che per l'Istituto in quanto si crea un vincolo permanente e di reciproca responsabilità da ambedue le parti.
La missionaria si preparerà a questo momento dando particolare attenzione alla sua formazione soprattutto nell'ultimo anno di incorporazione temporanea, per fare il passaggio con la necessaria chiarezza e solidamente motivata.
Dopo essere stata incorporata definitivamente nell'Istituto (cfr.St.42), la missionaria è chiama a "vivere in stato di formazione permanente", avvalendosi anche di tutto ciò che a livello sociale ed ecclesiale può aiutarla a rispondere in modo sempre rinnovato alla consacrazione nel mondo secondo il carisma specifico.
L'Istituto a sua volta si fa garante della formazione permanente sia organizzando corsi o giornate di studio, a cui le missionarie sono tenute a partecipare, sia sensibilizzando i rispettivi gruppi e i singoli membri a curare una dinamica formativa che aiuti a valorizzare an¬che quanto offre l'Istituto stesso.
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Capitolo VII
LA NOSTRA VITA DI CONSACRAZIONE
43 La consacrazione mediante i consigli evangelici "è espressione della nostra indivisa appartenenza a Cristo e alla Chiesa; della tensione permanente e radicale verso la santità; del nostro essere presenti nel mondo per servirlo, per configurarlo secondo Dio, per santificarlo dal di dentro" (Paolo VI).
Tutta la nostra di consacrate sarà permeata dalla grazia specifica del nostro carisma CM secondo le modalità e lo stile indicati dallo Statuto.
Per vivere con fedeltà profetica la consacrazione, assumeremo con senso di responsabilità la verifica periodica con la nostra Responsabile.
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45 Ci può essere di molto aiuto il fare spesso oggetto di preghiera, di riflessione e di verifica la formula stessa della nostra consacrazione.
La castità consacrata nel celibato
46 La castità consacrata ci indentifica a Cristo; ci rende testimoni del Dio-Amore nel mondo; ci fa segno dei valori del Regno; ci rende capaci di relazioni nuove con i fratelli.
Vivere il voto di castità per noi missionarie significa accogliere l'amore sponsale di Cristo con la promessa di:
* rinunciare all'amore coniugale;
* vivere la continenza totale e permanente;
* praticare la virtù della castità conforme allo stato del celibe con¬sacrato.
47 La scelta del Celibato per il Regno è accoglienza di un patto d'amore che tende ad invadere tutta la profondità della nostra esi¬stenza. Siamo consapevoli che possiamo viverlo solo poggiamdoci sull'amore fedele di Colui che ci ha chiamate, sulla forza che ci viene dal suo Spirito, sulla fedeltà convinta al carisma CM.
48 La castità consacrata per noi missionarie é ben più che l'integrità fisica o la continenza. Essa fa in modo che tutte le dimensioni della nostra persona siano unificate e tutte le energie siano protese verso Dio e verso i fratelli. Questo, però, non è mai un dato acquisito, ma un cammino progressivo secondo le linee indicate al n. 48 dello Statuto.
49 La vocazione alla castità consacrata è anzitutto un dono dello Spirito santo (1Cor. 7,7) per il servizio dei fratelli, ma richiede anche un continuo lavoro personale. Perciò dobbiamo avvalerci di ogni mezzo che ci aiuti a:
* crescere in un sereno dominio di noi stesse mediante un'educa¬zione costante delle proprie tendenze istintive ed emotive, la purificazione dall'egoismo e la crescita della libertà interiore;
* coltivare una visione serena della nostra sessualità e di quella altrui;
* maturare uno stile interiore ed esteriore, frutto anche di buona integrazione della propria affettività, che ha come caratteristiche: la comunione, la gioia, la sobrietà, la prudenza;
* "non trascurate i mezzi naturali che giovano alla sanità mentale e fisica" (PC12). Questo presuppone una corretta comprensione della nostra corporeità quale tramite indispensabile per la testimonianza del carisma che il Signore ci ha donato;
* accettare la solitudine del cuore come una componente necessaria della persona umana e come luogo dove la castità consacrata assume più significato, diventa creativa, profonda, oblativa. Tutto questo eviterà che la solitudine diventi isolamento e quindi contro testimonianza al carisma di amore e di comunione.
50 L'immagine di Betania ci stimola a creare nei nostri gruppi un clima di comunione che favorisce l'accoglienza rispettosa e fraterna, la stima le une per le altre, la prontezza al perdono scambievole, la preghiera come espressione di sollecitazione e umile servizio dell'amore.
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La povertà evangelica
52 Gesù che "da ricco che era si é fatto povero" (2Cor.8,9) è il model¬lo della nostra povertà. La contemplazione del suo Cuore ci stimola alla ricerca di espressioni concrete di povertà, vissute nel clima gioioso delle beatitudini come
* l'appoggio fiducioso alla Provvidenza di Dio e la capacità di cercare anzitutto il suo Regno (cfr.Lc. 12,31), rinunciando alla pretesa do costruire da sole il nostro avvenire;
* il distacco affettivo ed effettivo dei beni per conservarci al nostro inserimento nel mondo sulla scia di tutti gli altri;
* la disponibilità al servizio per farci, come Gesù, dono, gratuità solidarietà verso tutti.
53 Il vincolo del voto di povertà, ci impegna ad usare i beni temporali in modo limitato e dipendente.
A - Uso limitato per noi significa:
a) determinare i criteri della propria sobrietà perché ogni scelta sia coerente con la povertà evangelica;
b) considerarci "amministratrici" dei beni che abbiamo e che acquistiamo; imparare a distinguere il "necessario" dal "superfluo"; compiere scelte coraggiose facendoci carico delle povertà del nostro tempo.
B - Uso dipendente che ci porta a:
a) verificare normalmente ogni sei mesi con la propria responsabile se il nostro stile di vita è conforme alla povertà, disponibili ad accogliere se le eventuali indicazioni per una maggior fedeltà e coerenza.
b) Tenere presente anche il linguaggio delle cifre, con riferimento al seguente schema:
- Resoconto delle spese che rientrano nella cifra indicativa, concordata con la Responsabile per le necessità della vita quotidiana, il contributo alla famiglia e al proprio gruppo, viaggi, aggiornamento, solidarietà con i poveri, regali....
- Richiesta dell'autorizzazione per l'uso di somme che riguardano prestiti, debiti, spese che superano la cifra indicativa concordata.
- Deposito previdenza per il proprio avvenire, secondo uno stile di sobrietà.
- Amministrazione dei beni patrimoniali: verificare se vengono gestiti secondo giustizia e in adesione allo stile della povertà evangelica e della solidarietà concreta.
c) I membri dei gruppi di vita fraterna si sentiranno impegnati a far sì che il rispettivo gruppo abbia una propria autonomia economica. Il Centro CM supplirà a quelle spese a cui il gruppo o nucleo non potesse provvedere.
Ogni semestre il nucleo di vita fraterna farà insieme la verifica del bilancio comunitario partecipando con senso di responsabilità alle scelte economiche del gruppo stesso.
A partire dalla prima emissione dei voti, ogni missionaria si im¬pegna a versare normalmente all'amministratrice del suo gruppo una percentuale delle sue entrate come contributo alle spese ge¬nerali dell'Istituto. Questo vuol essere un segno reale di parteci¬pazione a ciò che concerne l'animazione, il collegamento con i membri, l'aiuto all'uno o all'altro gruppo o singola missionaria che si trovino in situazione di necessità.
L'Assemblea Generale definisce di volta in volta la percentuale minima, lasciando libertà ai singoli gruppi di maggiorarla.
54 È compito del Consiglio Centrale, dopo aver avuto le indicazioni dalle singole nazioni dove è presente la CM, stabilire i limiti oltre i quali sia per la singola missionaria che per i gruppi, una spesa, un debito, un prestito diventano straordinari e perciò occorre l'autorizzazione della Presidente. Naturalmente tale cifra varia da paese a paese.
55 L'Istituto, in particolare tramite il Consiglio Centrale, è chiamato a vigilare e a fare scelte conformi a quella sobrietà semplice e solidale che deve caratterizzare tutte le missionarie, in piena adesione alla vocazione secolare e allo spirito che gli è proprio.
56 Il senso più profondo della nostra povertà si esprime nella totale dipendenza da Dio e nella piena libertà nei confronti della nostra stessa vita e delle cose. Di conseguenza il voto di povertà ci chiede:
a) vivere il lavoro come un sevizio che ci accomuna ai fratelli, facendoci condividere la loro fatica, la stanchezza, le incertezze... Nello spirito di fede il lavoro deve essere visto come il "luogo teologico" dove concretizziamo quotidianamente la nostra oblazione e missione;
b) crescere nella prontezza ad accogliere le nuove povertà e a condividere con chi ne è colpito; contribuire a cambiare i "meccanismi" che producono l'emarginazione e la fame di tanti popoli;
c) perfezionare e spendere tutti i nostri talenti per il regno: al primo o all'ultimo posto, in posizioni di sponsabilità o di na¬scondimento, mettendo a servizio degli altri, tempo, energie, cultura e ogni altro bene con gratuità e spirito oblativo;
d) vivere nello spirito delle beatitudini evangeliche anche i limiti derivanti da malattie o da invecchiamento.
In spirito di comunione e per crescere in uno stile di vita veramente povero, ci comunicheremo reciprocamente le esperienze concrete nel campo della povertà.
57 Gli atteggiamenti esplicitati nello Statuto nº57 non si possono im¬provvisare nella nostra vita. Nascono da un autentico stile di pover¬tà evangelica e si consolidano nel profondo di ognuna di noi dove libertà e responsabilità, fede e abbandono in Dio prendono corpo e danno significato al nostro esistere e operare.
L'obbedienza evangelica
58 L'obbedienza al Padre, che Cristo ha vissuto "fino alla morte" (Fil.2,8), costituisce la sorgente e il modello a cui noi missionarie ci ispiriamo per vivere la vita di comunione e alimenta la nostra ca-pacità oblativa.
Come Cristo anche noi, obbedire significa essere protese verso il Padre, in una libera e amorosa docilità alla sua volontà.
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60 La Parola di Dio e lo Statuto costituiscono l'itinerario di vita a cui noi missionarie ci riferiremo continuamente, per una fedeltà sempre nuovo alla volontà di Dio.
Come laiche consacrate CM siamo chiamate a:
* assumere l'obbedienza con Spirito di iniziativa e di responsabili¬tà personale, senza facili deleghe e senza autonomie troppo soggettive;
* accettare nella fede le indicazioni e le direttive delle Responsabili dell'Istituto in ordine alla realizzazione della nostra vocazione;
* coltivare un vero senso ecclesiale che si esprime anche nell'ascolto e attuazione di quanto dice il Magistero o propone la nostra Chiesa locale;
* vivere l'obbedienza a Dio nel quotidiano e in particolare il lavoro, inteso come partecipazione al progetto di Dio e come luogo di comunione con chi ne condividiamo la fatica e la re¬sponsabilità;
* Educarci ad un attento ascolto del mondo per cogliervi il significato profondo degli avvenimenti e per ricondurlo a Dio.
61 Con le Responsabili cammineremo di pari passo nella ricerca umile e attenta del piano di Dio su di noi.
Nel dialogo leale e sempre aperto alla fiducia, verificheremo periodicamente con la Responsabile:
* la nostra disponibilità a "vivere nell'accoglienza umile e serena della volontà di Dio in qualunque modo i manifesti" (St.7);
* gli impegni del lavoro, apostolici e sociali, perché siano vissuti in conformità alla spiritualità e alla missione CM;
* le decisioni e i progetti che possono trasformare la nostra situa¬zione di vita: cambiare lavoro, residenza, accettare o rifiutare ruoli di una certa responsabilità...;
* il nostro senso di appartenenza al gruppo e all'Istituto e come lo concretizziamo.
62 Un'obbedienza veramente evangelica ci richiede molta fede e molto amore e ci immerge nel mistero pasquale di Cristo che è morte e risurrezione. Contemplando intensamente il Cuore trafitto di Cristo troveremo la luce e la forza per vivere con fortezza e serenità le oc¬casione in cui l'obbedire si coniuga con una immolazione e oblazione generosa di noi stesse.
63 "Il fratello aiutato dal fratello è come una città inespugnabile" (Pro.18,19). Noi missionarie scopriamo la volontà di Dio anche nella revisione di vita e nel dialogo aperto e fraterno con i membri del gruppo di appartenenza.
In questa ricerca avremo a cuore soprattutto l'edificazione del corpo di Cristo secondo il piano di Dio su ciascuna e sull'intera famiglia CM.
Capitolo VIII
LA NOSTRA PREGHIERA
64 Noi missionarie, pur in un ritmo di vita fortemente impegnato, tenderemo a un atteggiamento costante di comunione con Dio, per mantenerci nell'equilibrio e nell'autenticità della nostra vocazione. Di qui impariamo ad attuare, in progressiva crescita, il dono di noi stesse a Lui e ai fratelli.
65 Per vivere in pienezza, come missionarie CM, ci lasceremo trasformare dallo Spirito santo perché tutto in noi sia preghiera.
Questo atteggiamento ci aiuterà a scoprire con meraviglia la presenza amante di Dio nella storia e nel nostro quotidiano e a considerare ogni realtà del mondo come sorgente di ispirazione per una preghiera oblativa e missionaria.
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68 Per alimentare l'unità tra contemplazione e vita, ci abitueremo a vedere le persone, il mondo, la storia, la nostra vita quotidiana con gli occhi e il cuore di Dio e a leggerli con amore. Assumeremo con convinzione e senso di responsabilità, le espressioni di preghiera indicate nel nº 68 dello Statuto.
Daremo particolare attenzione all'Adorazione Eucaristica, scuola privilegiata di vita e di servizio alla chiesa come dice P.Dehon: "l'Adorazione non è per noi un fatto privatistico, individualistico; è compiuta a nome della Chiesa e per la Chiesa".
Qualora non ci fosse possibile fare l'Adorazione eucaristica di pre¬senza, è bene che ci sia almeno l'impegno dell'adorazione in spirito, trovando nel cuore della giornata uno spazio di tempo per questo scopo.
Chi per particolari circostanze o normali condizioni di vita, non riuscisse a vivere abitualmente le espressioni di preghiera indicate nello Statuto, si verifichi con la responsabile perché possa vivere serenamente e responsabilmente la sua vocazione.
Dobbiamo dedicare anche un tempo conveniente alla lettura di quanto ci aiuterà a crescere nel cammino di consacrazione nel mondo.
69 Rientra nella dinamica di ogni gruppo organizzare il ritiro mensile per vivere insieme momenti di riflessione, di preghiera, di fraternità... (cfr.St.21) a cui è indispensabile che ciascuna partecipi con as-siduità e spirito di condivisione.
Gli Esercizi spirituali annuali organizzati dalla CM costituiscono un appuntamento importante per ognuna di noi sia per un rinnovamento interiore personale che un cammino di comunione con l'Istituto.
Chi, per motivi seri, non potesse partecipare al ritiro mensile con il proprio gruppo o agli esercizi spirituali annuali organizzati dall'Istituto è tenuto a verificarsi con la propria Responsabile e a farli altrove appena possibile.
70 Ci educheremo a celebrare frequentemente il sacramento della Riconciliazione, perché l'esperienza rigenerante della misericordia di Dio ci renda più aperte al perdono reciproco e alla comunione attiva con tutti i fratelli; più disposte a verificare la nostra vita an¬che in ordine ad una maggior efficacia della nostra missione nel mondo.
È per noi importante avvalersi anche di una saggia direzione spirituale per un serio confronto su come viviamo il progetto di vita CM a cui abbiamo liberamente aderito.
71 La ricerca dell'intimità con Dio nella vita secolare comporta il bisogno vitale di un silenzio di tutto l'essere. La fede, la speranza, l'amore di Dio e la disponibilità ai doni dello Spirito, come pure l'amore fraterno aperto al mistero degli altri, implicano il silenzio e l'ascolto.
Alla scuola di Maria di Nazaret impariamo il vero senso della preghiera, della vita e del dono di noi stesse nella semplicità del quotidiano, prima ancora che nelle grandi occasioni.
Ci sarà di aiuto recitare ogni giorno la preghiera di consacrazione alla Madonna.
Capitolo IX
LA COMUNIONE FRATERNA NELLA CM
72 La consacrazione a Dio nella CM affida alle nostre mani e la nostro cuore il carisma d'amore che si fa comunione. Nella Chiesa e nel mondo ci sentiamo chiamate a dare il primato all'amore e di conseguenza:
* ad inserirci di più nel dinamismo e nello stile della vita trinitaria per accogliere in noi il dono della comunione;
* a trovare la nostra realizzazione di donne e di consacrate nel dono progressivo do noi stesse nella vita dell'amore oblativo;
* a "perdere tutto ma non perdere la carità", secondo la consegna del nostro Fondatore.
73 Vivremmo le espressioni concrete della vita di comunione, che lo Statuto rende normative per noi, attingendo lo Spirito dal Cuore di Cristo e collaborando attivamente con Lui per diventare donne esperte di comunione, artefici e testimoni di quel progetto di amore che è l'essenza della nostra spiritualità.
74 La comunione all'interno dei nostri gruppi CM si fa concreta nella misura in cui viviamo e cresciamo nel senso di appartenenza ad un unico carisma e ad un'unica missione.
San Paolo ci insegna l'arte della comunione fraterna:
* l'accoglienza reciproca;
* il rapporto sincero dove il sospetto è già una sconfitta, mentre l'amore è speranza viva di quello che l'altra può diventare;
* la preghiera le une per le altre;
* l'attrattiva per le cose umili;
* la convergenza sui valori essenziali e il rispetto per la libertà e la personalità di ognuna (cfr.Rom.12,9-18).
Per la comunione dei gruppi fra loro e con tutta la CM utilizzeremo i mezzi che l'Istituto ci offre e che la nostra creatività ci suggerisce e ci avvarremo della mediazione del Consiglio Centrale per una comunione concreta dei beni materiali.
75 Con le sorelle più fragili e in difficoltà la nostra comunione si fa più esigente e deve tradursi in ascolto profondo di quello che l'altra sta vivendo; in aiuto discreto e generoso; in gesti concreti di solidarietà.
76 Vivremo la malattia, l'anzianità ed ogni altra situazione di disagio con senso di fortezza, di non pretesa e come offerta oblativa per la redenzione del mondo.
Tuttavia, la comunione fraterna ci porta a circondare di carità le missionarie malate o anziane, venendo incontro alle loro necessità.
Mediante loro il Signore ci sollecita ad un autentico abbandono, ci ricorda la fragilità della nostra condizione e ci fa memoria che nei più deboli egli vuole essere particolarmente riconosciuto e servito.
77 Il carisma dell'amore che si fa comunione è dono che ci supera continuamente. Convinte che lo portiamo "come tesoro in vasi di creta", ci impegnamo a:
* rinvigorire il dono della conversione mediante a il sacramento della Riconciliazione;
* una periodica revisione di vita circa il nostro modo concreto di vivere la comunione fraterna, tenendo conto della diversità di temperamenti, età e provenienza;
* scambiarci il perdono reciproco ogni volta che abbiamo coscienza di aver ferito o disatteso lo spirito di fraterna comunione nei rapporti interpersonali.
78 Da Maria, modello della nostra vita fraterna, vogliamo imparare a conformare il nostro cuore al suo: cuore forte e vigilante nel prevenire, nell'accogliere e nel conservare nei nostri gruppi il "vino buono" della comunione.
Capitolo X
USCITA E DIMISSIONE
79 La persona, rispondendo alla chiamata di Dio, entra e rimane nella CM in vista di un'adesione definitiva al suo progetto di vita voluto dal Signore e riconosciuto dalla Chiesa. Ma può accadere che l'una o l'altra aspirante o missionaria non intendano proseguire in tale cammino.
A) Per quanto riguarda l'uscita dall'Istituto di una missionaria di incorporazione temporanea, la procedura é indicata al nº79 dello Statuto.
B) Quando si tratta di una missionaria di incorporazione definitiva che vuole lasciare la CM, la procedura é la seguente:
a) se esce alla cadenza annuale dei voti non é tenuta a chiedere particolari dispense. Basta che lo comunichi alla Presidente;
b) se invece, per motivi gravi, volesse lasciare l'Istituto prima dello scadere dei voti è tenuta a chiedere la dispensa, tramite la Presidente, alla sede Apostolica per riceverne l'indulto.
C) Per l'aspirante che é nel periodo di Orientamento o nel Biennio di Formazione vigerá quanto segue:
a) se dopo matura riflessione con la Responsabile di Formazione e quella del suo gruppo, l'aspirante non volesse più continuare il cammino nella CM, cesserà il suo rapporto con l'Istituto dopo aver avvisato la Responsabile di gruppo che ne darà comunicazione al Consiglio Centrale;
b) nel caso in cui l'aspirante non sia ritenuta idonea a prosegui¬re nella CM.
* se si trova nell'Orientamento può essere dimessa dalla Responsabile di gruppo, dopo aver consultato la Responsabile di formazione e le consacrate del gruppo stesso;
* se si é nel Biennio la dimette la Presidente con il voto deli¬berativo del suo Consiglio.
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81 Durante il periodo di incorporazione temporanea può avvenire che una missionaria sia ritenuta non idonea alla vocazione CM. In tal caso:
a) una volta giunta alla scadenza annuale dei voti, può non essere ammessa alla rinnovazione degli stessi dalla Presidente con il voto deliberativo del Consiglio. Di conseguenza l'interessata rimane libera di ogni vincolo con l'Istituto;
b) prima della scadenza dei voti, una missionaria può essere dimessa solo per motivi gravi, imputabili e comprovati anche giuridi¬camente e occorre la dispensa della sede Apostolica.
82 Nel caso che esca o sia dimessa una missionaria che è dedicata a tempo pieno al suo servizio, le Responsabili dovranno attuare nei suoi confronti "l'equità e la carità evangelica" e accompagnarla fra¬ternamente finché non abbia trovato una nuova sistemazione di vita. La missionaria da parte sua è tenuta a non esigere risarcimenti per servizi o attività svolti all'interno dell'Istituto (CJC.can.702/1-2).
È molto importante che, anche dopo l'uscita o la dimissione, i rapporti rimangano liberi e cordiali sia da parte dell'interessata che della CM.
Capitolo XI
RESPONSABILI E LORO SERVIZIO
83 La ricerca della volontà di Dio, nella fedeltà al Carisma e alla mis¬sione CM, accomuna missionarie e Responsabili in un ruolo di me¬diazione che richiede loro di essere donne di fede e le impegna in un servizio di comunione e di governo in conformità all'indole pro¬pria della CM.
Per questo chiamate a:
* amare il colloquio con Dio e a cercare in Lui la forza per supe¬rare le difficoltà inerenti al loro incarico;
* mantenersi abitualmente disponibili a tutte, ma particolarmente a chi ha maggiormente bisogno di essere aiutata nel suo cammino;
* "perfezionare le qualità necessarie al ruolo che è stato loro affidato perché, oltre ad avere capacità di ascolto, disponibilità, comprensione, apertura, intuizione, discernimento, esse devono sapere animare, guidare con chiarezza di visione e con fermezza" (Doc. I.S.nº263);
* vigilare perché anche le scelte economiche si vivano in armonia e in modo trasparente.
84 È importante per ogni Responsabile coltivare la consapevolezza che "Maria è la direttrice generale e perpetua dell'Istituto" e invocarla spesso quale madre, guida e custode della CM.
85 Oltre al corpo direttivo della CM indicato nello Statuto nº85, è prevista anche la Consulta delle Responsabili di Gruppo.
Essa é un organo consultivo e di comunione tra le Responsabili e il Consiglio Centrale. Si raduna ogni due anni nel sessennio che va da un'Assemblea ordinaria all'altra.
La Consulta costituisce un'occasione molto importante per:
* offrire al Consiglio Centrale la possibilità di una ricerca e di una verifica, con le Responsabili di gruppo, del cammino di tutto l'Istituto;
* favorire una comunione più ampia e più specifica a tutti i gruppi, tramite le loro Responsabili, di quanto emerso nella Consulta stessa per una maggior vitalità della nostra famiglia CM.
Se una Responsabile di gruppo non potesse partecipare alla Consulta per ragioni gravi, dovrà essere sostituta da una delegata eletta dal gruppo stesso.
L'Assemblea generale
86 L'assemblea generale é un momento privilegiato della manifestazio¬ne dello Spirito santo nella vita della CM. Essa riflette, nell'ambito dell'Istituto, quanto avvenne a Gerusalemme per l'elezione di Mattia (cfr.At.1) e la Celebrazione del primo Concilio (cfr.At.15). Come allora, è necessario lavorare con lo Spirito santo perché tutto abbia compimento nell'amore dl Signore Gesù e nella comunione dei cuori.
87 La convocazione dell'Assemblea dovrà essere fatta almeno un anno prima della sua celebrazione. Perché raggiunga gli obbiettivi per cui é stata convocata, é bene che sia preceduta da una seria prepara¬zione spirituale e relativa ai problemi e ai temi inerenti allo sviluppo e alla missione della CM.
88 Partecipano di diritto all'Assemblea:
a) di diritto
Oltre ai membri già previsti al nº88 dello Statuto:
* le Responsabili di gruppo con più di cinque consacrate
* una Responsabile di formazione eletta dalla commissione di cui al nº35 del presente RdV
* il Responsabile Centrale dei Familiares.
b) per elezione
Coloro che risultano designate secondo le seguenti norme:
* i gruppi che hanno fino a cinque consacrate eleggono una de¬legata e una sostituta;
* i gruppi che hanno da sei a otto consacrate eleggono una de¬legata e due sostitute. La prima sostituta prende il posto della Responsabile di gruppo, la seconda della delegata, nel caso che l'una o l'altra non possa partecipare;
* i gruppi che hanno più di otto consacrate eleggono due delegate e tre sostitute;
* le delegate e le sostitute possono essere scelte sia tra le missionarie di incorporazione definitiva che temporanea;
* risultano elette, come delegate e sostitute all'Assemblea, le missionarie che hanno ottenuto la maggioranza assoluta nel primo o nel secondo scrutinio, oppure la maggioranza relativa nel terzo. A parità di voti, nel terzo scrutinio, risulta eletta la più anziana di consacrazione o, se anche questa fosse pari, la più anziana di età.
c) Può partecipare all'assemblea, senza diritto di voto, secondo il parere della Presidente e del suo Consiglio, l'una o l'altra persona esperta ritenuta idonea ad aiutare le partecipanti ad esami¬nare alcune questioni importanti per la vita dell'Istituto. L'esperto, che può essere sia membro CM che esterno all'Istituto stesso, parteciperà all'Assemblea solo per il tempo necessario per trattare il tema di sua competenza.
d) Dopo la verifica della presenza o meno dei partecipanti, l'Assemblea passa alla scelta di due scrutatrici, delle segretarie e di due moderatrici con votazione a maggioranza relativa o in altra maniera accettata da tutti i presenti.
* il compito delle scrutatrici è di vigilare perché le votazioni si svolgano regolarmente e di presentare i risultati alla Presidente perché li proclami all'Assemblea.
* Le segretarie invece mettono per iscritto la sintesi degli interventi, le conclusioni concordate e i risultati delle votazioni. All'apertura di ogni nuova seduta leggono il verbale di quanto è stato trattato e concluso nella seduta precedente. L'intero testo dei verbali, firmato dalla Presidente e dalle segretarie stesse, passa agli atti dell'Assemblea.
* Le moderatrici hanno il compito di guidare la discussione perché gli interventi si susseguano in modo ordinato, siano aderenti al tema trattato e soprattutto perché il dialogo si svolga serenamente nel rispetto e nell'ascolto delll'opinione di ogni membro. Alla moderatrice compete anche sintetizzare i contenuti e i suggerimenti che emergono in Assemblea, in ordine alla trattazione dei veri temi e questioni.
* Per un buon funzionamento dell'Assemblea può essere utile anche un Consiglio di Presidenza costituito da: Presidente e le due moderatrici.
89 La Presidente e i membri del Consiglio Centrale e l'Amministratrice Centrale dovranno essere eletti tra le missionarie di incorporazione definitiva.
Prima di procedere alla loro elezione, ciascuna si impegnerà ad essere strumento docile della Provvidenza di Dio, ripetendo a voce intelligibile la preghiera degli Atti degli Apostoli per la prima elezione Apostolica: "Signore Gesù, tu che leggi nel cuore di ciascuno, mostraci chi hai scelto" (At.1,24).
Durante le elezioni, se è scelto un membro fuori dall'Assemblea, prima di continuare il lavoro, è necessario che l'eletta notifichi la sua accettazione. La missionaria che ha accettato diventa membro dell'Assemblea, senza che per questo sia esclusa che precedentemente rivestiva la sua carica.
90 Le votazioni riguardano le mozioni assembleari avvengono, normalmente, per scrutinio segreto, ameno che l'Assemblea stessa all'unanimità decida diversamente.
Le decisioni prese da un'Assemblea rimangono in vigore fino a che una successiva Assemblea non determini diversamente.
Le direttive Assembleari devono essere tenute nella massima considerazione. Si possono ripetere anche per queste le parole del primo Concilio della Chiesa, Quello di Gerusalemme: "Abbiamo deciso lo Spirito Santo e noi..." (At.15,28).
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La Presidente e il suo Consiglio
92 La Presidente ha il compito di animare con l'esempio, la parola e opportune iniziative, la vita spirituale ed Apostolica dell'Istituto, curando al di sopra di tutto la comunione dei cuori, delle forze e degli ideali, perché questa é la grazia specifica della CM.
Per questo é chiamata a:
a) trattare e possibilmente risolvere con l'aiuto del suo Consiglio e a norma dello Statuto, i problemi generali e particolari dell'Istituto;
b) incontrarsi personalmente o per mezzo di altri membri del Consiglio Centrale almeno annualmente con ogni gruppo, per una verifica della vita e della missione del gruppo stesso;
c) riunirsi periodicamente con l'apposita Commissione per la formazione come é indicato al nº35 del RdV;
d) mantenere un regolare contatto con le Responsabili di gruppo per un confronto e un aiuto inerente allo svolgimento della loro missione di animazione e di servizio al gruppo;
e) vigilare sull'amministrazione dei beni dell'Istituto affidati all'Amministratrice centrale.
f) assumersi l'incarico della Rappresentanza Legale o affidarlo ad un'altra missionaria.
93 La Presidente svolge il suo servizio di animazione e di guida dell'Istituto con la collaborazione del Consiglio composto da quattro Consigliere.
Per la vitalità stessa della CM, è bene che nel Consiglio siano rappresentate le due modalità di vita e, nella misura del possibile, le realtà dell'Istituto.
94 Sia per il buon funzionamento del Consiglio Centrale che per la vitalità dell'Istituto, indipendentemente che la Presidente e la vice siano a tempo pieno, é bene che:
* si instauri una vera collegialità e fattiva partecipazione tra tutte le Consigliere e la Presidente;
* si crei una segreteria che collabori direttamente col Centro CM.
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96 È auspicabile che nell'eleggere la Presidente e i membri del Consiglio si favorisca l'avvicendamento delle persone per il bene delle stesse e per la vitalità della CM.
Le Responsabili di gruppo
97 Quando si costituisce un gruppo è bene darne conoscenza anche al Vescovo diocesano per un'esplicita comunione ecclesiale e per far conoscere l'esistenza del nostro Istituto.
Normalmente la Responsabile di gruppo è scelte tra le missionarie di incorporazione definitiva. Ma, eccezionalmente può anche essere eletta tra coloro che hanno almeno tre anni di incorporazione tempo¬ranea.
Per l'elezione occorre la maggioranza assoluta nei primi tre scrutini. Se questa non é stata raggiunta, si passa al ballottaggio, ossia si limitano i voti alle due candidate che nel terzo scrutinio ne hanno raccolto un numero maggiore.... (cfr.St.nº89)
98 La Responsabile di gruppo è chiamata a vivere con coerenza il suo mandato, mettendosi al servizio del bene delle persone e anteponendolo al proprio interesse.
Oltre a quanto già espresso nello Statuto, i suoi compiti particolari sono:
a) avere una sollecita e rispettosa premura per tutte le espressioni di vita spirituale e materiale di ciascuna missionaria;
b) organizzare il ritiro mensile e altre iniziative di carattere forma¬tivo, di aggiornamento, di fraternità;
c) stimolare le missionarie ad essere fedeli alla verifica periodica, rendendosi disponibile e curare l'accoglienza, la discrezione e il discernimento;
d) curare il rapporto con l'amministratrice del gruppo e del nucleo per una buona impostazione economica ed amministrativa del gruppo stesso;
e) avere a cuore l'animazione vocazionale e missionaria, cercando di sensibilizzare tutto il gruppo a questo scopo;
f) collaborare con attenzione e discrezione con la responsabile di formazione nel suo delicato compito;
g) tenersi in contatto con la Presidente e inviarle una relazione an¬nuale sulla vita e il cammino del gruppo;
h) partecipare alla consulta delle responsabili;
i) avvertire la Presidente quando una missionaria è colta dalla morte e diramare la notizia, anche perché ogni gruppo provveda a far celebrare almeno una Messa di suffragio. La Responsabile avrà cura che vengano raccolte le notizie biografiche della mis¬sionaria defunta, perché le sue virtù e la sua donazione possano indicare alla CM nuove vie d'amore.
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Le Amministratrici dei beni nella CM
100 Anche l'Amministrazione dei beni materiali deve essere impostata e svolta sulle linee dell'amore. Per questo è opportuno tener presente che:
* il Vangelo, quale norma fondamentale della vita di consacrazione, dà un preciso insegnamento anche sul valore e sull'uso dei beni materiali (cfr.St.52);
* la CM ha diritto di acquistare, possedere e amministrare il necessario al suo sostentamento e alla realizzazione della sua missione nella Chiesa. Ma deve evitare tutte le espressioni che sanno più di lusso che di necessità, che esprimono la potenza e la sicurezza del denaro anziché l'umile accettazione della comune legge del lavoro corroborata dalla fiducia nella Provvidenza di Dio.
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102 È compito dell'Amministratrice Centrale amministrare i beni materiali dell'Istituto, mobili e immobili, in collaborazione e secondo le direttive della Provvidenza e del Consiglio. Oltre a quanto indicato ai nn.101 e 102 dello Statuto, i suoi compiti sono:
a) fare acquisti e stipulazione di obbligazioni, previo consenso della Presidente e del Consiglio;
b) vigilare e accompagnare le amministrazioni delle attività dell'Istituto;
c) ricevere i bilanci dei gruppi e i rispettivi contributi che essi ver¬sano periodicamente all'Istituto;
d) aiutare le Amministratrici locali a esercitare con competenza e puntualità il loro servizio, stimolandole a fare scelte economiche per il bene dei gruppi e della CM nella sua globalità;
e) promuovere periodicamente incontri con le Amministratrici locali per studiare linee economico-amministrative, che tengono conto delle diverse e della comunione.
103 L’amministratrice si avvarrà della collaborazione di consulenti in campo amministrativo e legale.
Si costituirà anche un’équipe di lavoro formata da missionarie competenti che collaborino con l’amministratrice nella gestione dei beni dell’Istituto.
104 L'amministratrice dei beni si diversifica secondo l'identità dei gruppi. Di conseguenza sono differenti anche i compiti della rispettiva amministratrice.
a) Per una buona dinamica, è bene che ogni gruppo misto o costi¬tuto solo da missionarie di vita in famiglia, una sua cassa comune dove ognuna versa un contributo stabilito dal gruppo stesso. Tale cassa permette di fare fronte alle spese ordinarie della vita di gruppo come: incontri, ritiri, viaggi dei membri a servizio dell'Istituto, attuazione di progetti di solidarietà, contribuire alla manutenzione della casa del gruppo...
b) Nel gruppo misto o composto solo da missionarie di vita in famiglia, l'Amministrice locale ha il compito di gestire i beni della cassa comune e di presentare ogni sei mesi il bilancio all'Amministratrice centrale dopo averlo verificato con la responsabile del proprio gruppo.
c) Il nucleo di vita fraterna, dentro al gruppo misto, ha una sua propria cassa la cui gestione spetta al nucleo stesso che si sceglierà al suo interno un'incaricata di tale amministrazione.
I bilanci vengono inviati ogni semestre all'Amministratrice centrale dopo che sono stati verificati con la Responsabile e col nucleo ma senza che venga no presentati a tutto il gruppo.
d) In gruppo di vita fraterna la gestione dei beni é affidata ad un'amministratrice scelta dal gruppo stesso. Essa ha il compito di gestire i beni materiali del gruppo e di presentare semestral-mente all'Amministratrice centrale il bilancio, dopo averlo verificato insieme alla Responsabile e al gruppo;
e) se il gruppo dispone di una casa di proprietà della CM, l'Amministratrice locale in collaborazione con quella centrale, si impegna a gestire correttamente questo bene. Si può scegliere di intestare a persone fisiche telefono, acqua, luce, gas.., anche per rispettare la nostra identità di Istituto secolare.
Sia i gruppi che nuclei di vita fraterna devono provvedere d'accordo con l'Amministratrice centrale a che le missionarie usufruiscano di una discreta garanzia per il proprio avvenire, a tenore delle norme della previdenza sociale. L'obbligo sarà assolto direttamente dal gruppo in cui la missionaria opera, e dove questo non è possibile, dal Centro CM. È bene, inoltre, per le persone non coperte, fare l'assicurazione infortuni.
Conclusione
105 Noi missionarie del Sacro Cuore acceteremo il Regolamento di vita con creatività e senso di responsabilità personale. "Nella tua volontà è la mia gioia; mai dimenticherò la tua Parola" (Sal.119).
Maria, madre, guida e custode della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore diriga i nostri passi in un cammino di fedeltà e di comunione.