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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
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STATUTO dei Familiares
Posted by Assemblea dei Familiares
CAPITOLO 1°

LA COMPAGNIA MISSIONARIA DEL S. CUORE

"Vi sono (nella Chiesa) diversità di carismi .
Però tutti sono distribuiti dal medesimo Spirito. Egli li dona
- a ciascuno come vuole;
- solo e sempre per l'utilità comune".
(cfr. 1 Cor 12, 4-11)


"E' sempre l'unico ed identico Spirito il principio dinamico della varietà e della unità nella Chiesa di Dio. Il fedele laico (obbediente all'azione di salvezza dello Spirito) . . . deve vivere in un continuo scambio con gli altri, con un vivo senso di fraternità, nella gioia di una eguale dignità e nell'impegno di far fruttificare insieme l'immenso tesoro ricevuto in eredità".
(CFL n. 20)


1. La Compagnia Missionaria del S. Cuore é un Istituto Secolare che trova nella spiritualità di amore e di oblazione, colta dalla S. Scrittura ed espressa in modo culminante dal mistero del Cuore trafitto di Cristo, l'alimento della sua vita interiore e della sua missione.

2. Questa spiritualità costituisce il carisma "specifico" della Compagnia Missionaria, il carisma cioé che, attraverso p. Dehon, le é stato donato dallo Spirito e che la fa esistere nella Chiesa con uno stile proprio.

3. La Compagnia Missionaria del S. Cuore é composta:
- dalle Missionarie chiamate al servizio della spiritualità di amore e di oblazione e alla consacrazione totale di se stesse a Dio, mediante i voti di povertà, castità e obbedienza;
- dai Familiares che si impegnano con una specifica promessa a vivere la spiritualità e la missione dell'Istituto.

4. I Familiares pertanto sono coloro che, accogliendo l'invito di Dio, danno alla propria vita lo stile di pensiero e di azione della Compagnia Missionaria del S. Cuore, secondo il carisma che le é specifico.

5. Il presente Statuto traccia le linee del programma di vita dei Familiares, perché il dono della vocazione all'amore e all'offerta di se stessi con il Cuore di Cristo sia autentico ed efficace.

6. La Compagnia Missionaria é aperta alle aspirazioni ed ai problemi di tutti gli uomini. Si propone, però, di vivere particolarmente unita ai Gruppi ecclesiali che si ispirano all'eredità di p. Dehon e di dare il suo contributo per la vita, l'espansione e la fecondità di tutta la Famiglia Dehoniana.


CAPITOLO 2°

IL NOSTRO PROGRAMMA DI VITA

a) La Spiritualità

"Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io ho amato voi, anche voi amatevi gli uni gli altri (Gv 13, 34). Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici".(Gv 15, 13)

"Straordinari o semplici e umili, i carismi sono grazie dello Spirito Santo che hanno, direttamente o indirettamente, una utilità ecclesiale, ordinati come sono all'edificazione della Chiesa, al bene degli uomini e alle necessità del mondo".(CFL n. 24)

7. La nostra spiritualità nasce e si alimenta nella contemplazione del Cuore di Gesù. Attraverso la ferita del costato Egli ci fa dono del suo Spirito e, nell'effusione dell'acqua e del sangue, ci purifica dal peccato e ci rinnova nella carità.
Noi vogliamo essergli profondamente riconoscenti realizzando il dono di noi stessi nell'impegno quotidiano a vivere la sua totale disponibilità al Padre e agli uomini.
Le esigenze dell'imitazione del Cuore di Gesù si concretizzano soprattutto in due disposizioni di spirito e di vita:
- l'amore che si fa "comunione", che ci fonde nell'unità;
- l'oblazione, ossia l'offerta di quanto siamo e possiamo perché tutto diventi testimonianza di amore e "con Cristo e in Cristo" contribuisca alla salvezza di tutti gli uomini.

8. La vita di amore, vissuta intensamente sino a farci "comunione" con Dio e con i fratelli, rappresenta il culmine di quanto ha fatto e detto Gesù. Qui si compie pienamente il nostro impegno spirituale.

9. Alla scuola del Cuore di Gesù impariamo anzitutto a realizzare la "comunione" con Dio mediante:
- l'impegno ad accogliere e coltivare la vita di grazia e l'attenzione a tutte le circostanze per testimoniarla ai fratelli;
- l'accettazione umile e generosa della sua volontà nell'ordinarietà della nostra giornata e nelle circostanze particolarmente difficili o dolorose che la vita presenta.

Il "sì" di Gesù e di Maria, espressione della totalità del loro servizio, costituisce l'atteggiamento caratterizzante l'amore che vuole farsi "comunione".

10. Questa vivace e operosa "comunione" con Dio diviene la premessa necessaria della nostra "comunione" con i fratelli. "Questo é il comandamento che abbiamo ricevuto da Lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello" (1 Gv 4, 21).

11. Fare "comunione" con i fratelli significa "perdersi" per ritrovarsi nel Cuore di Cristo e farsi con Lui ascolto, disponibilità, dolcezza, rispetto, accoglienza, forza unitiva . . . con tutti.

12. Il nostro cammino di carità
- parte da chi ci sta a fianco, o condivide il nostro stesso ideale di vita;
- ma abbraccia e si mantiene carico di attenzione, di benevolenza, di aiuto. . . per tutti gli uomini, specialmente i più bisognosi.

13. Pertanto, aiutati efficacemente dallo Spirito Santo che educa il cuore degli uomini e lo mantiene "nuovo" nell'amore, ci sentiremo impegnati a presentarci contrassegnati in tutto e sempre dalla carità, segno visibile della presenza di Dio che é amore.

14. La pratica della carità, in tutta l'estensione delle sue esigenze, ci domanderà a volte una grande capacità di sacrificio. Allora, soprattutto, chiederemo con insistenza al Cuore di Gesù la fedeltà al nostro impegno di vocazione per essere continuazione e complemento della sua immolazione.

15. La nostra vita, dunque, sarà tutta protesa all'offerta di noi stessi e della nostra attività, in unione alla santità ed ai sentimenti del Cuore di Gesù. I rapporti di famiglia e di lavoro, i contatti con le persone, le vicende liete e tristi, le tante cose minutissime di cui si compone la nostra giornata
. . . tutto può e deve divenire un sacrificio di amore dove, più che la vastità dell'offerta, Dio gradisce l'intensità dell'affetto. Anche agli occhi dei fratelli essa acquista efficacia di grazia nella disponibilità paziente, nella semplicità e nel sorriso.


b) La Missione

Disse Gesù agli apostoli: "Mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e fino agli estremi confini della terra".(Atti 1,8)

" I Laici sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall'interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo mediante l'esercizio della loro funzione propria e sotto la guida dello spirito evangelico . . . rendendo così visibile Cristo agli altri, principalmente con la testimonianza di vita".(LG n. 31)

"La comunione ecclesiale é un grande dono dello Spirito Santo che i fedeli laici sono chiamati ad accogliere con gratitudine e vivere con profondo senso di responsabilità. Ciò si attua concretamente mediante la loro partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa al cui servizio, ciascuno a suo modo, pone il proprio carisma e le proprie capacità".(CFL n .20)

16. La nostra missione, come la spiritualità, trova alimento e sprone nella contemplazione del Cuore di Gesù. Il Costato trafitto ci manifesta la dimensione e il prezzo dell'amore di Dio, che si é donato a noi in Cristo, e perdura nella Chiesa. Egli ci domanda con insistenza adesione e collaborazione.

17. Così noi consacriamo tutte le nostre capacità e possibilità al servizio della Chiesa e del mondo, impegnandoci nell'evangelizzazione e nella promozione umana, secondo il carisma della Compagnia Missionaria del S. Cuore. Per questo promuoviamo quanto aiuta l'uomo ad incontrare Cristo ed a elevare il livello morale e sociale della sua vita.

18. Vogliamo anche fare gran conto del senso della famiglia, della competenza professionale, della giustizia e di tutte le virtù che riguardano i rapporti sociali, perché, ovunque ci troviamo e lavoriamo, possiamo essere testimoni credibili della missione salvifica di Cristo e "scrivere la legge divina nella vita della città terrena" (GS n. 43).

19. Consapevoli che l'uomo é per sua natura sociale e che piacque a Dio riunire tutti i credenti per farli suo Popolo (cfr. 1 Pt 2, 5ss) e un unico corpo in Cristo (cfr. 1 Cor 12,12), coltiveremo un forte spirito comunitario. Ci inseriremo come forze attive e vivificatrici nelle espressioni apostoliche della nostra parrocchia, della nostra diocesi e negli organismi civili che curano e promuovono il bene sociale. Soprattutto ci sentiremo chiamati a rendere presente ed operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze in cui essa non può diventare sale della terra, se non per mezzo nostro (cfr. LG n. 33).

20. La disposizione con cui vivremo la nostra missione sarà di continua comunione con il Padre e con il Figlio suo Gesù Cristo, nella grazia dello Spirito Santo, con tutta la Chiesa, le sorelle ed i fratelli di ideale.
Ci lasceremo guidare da Maria perché, ovunque ci troviamo e lavoriamo, possiamo essere testimoni credibili della missione salvifica di Cristo.



CAPITOLO 3°

LA NOSTRA PREGHIERA

"Gli apostoli ritornarono a Gerusalemme (dopo l'ascensione di Gesù al cielo) ed erano assidui e concordi nella preghiera con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di lui".(At 1, 12-14)

"Il rapporto con Dio é elemento costitutivo dello stesso "essere" ed "esistere" dell'uomo: é in Dio che noi "viviamo, ci muoviamo ed esistiamo".(CFL n. 39)

21. Noi Familiares vogliamo presentare ai fratelli uno stile di vita che sia espressione evidente della nostra cordiale amicizia con il Signore Gesù.
Il suo Cuore ferito é l'immagine viva che ci manifesta tutto l'amore e la misericordia che egli ha avuto per noi.
Ma l'amore domanda amore. Così tutta la nostra vita si trasformerà in offerta di amore: le premure per la famiglia, la fatica del lavoro, la distensione del tempo libero, l'azione di apostolato . . . Tutto deve entrare nella ricerca di una cordiale "vita a due", come consigliava San Paolo ai cristiani di Colossi: "Tutto quello che fate, in parole e opere, fatelo tutto nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui"
(Col 3,17).

22. Un aiuto sicuramente efficace per costruire e mantenerci nell'amicizia con il Signore Gesù ci é dato dalla preghiera. Gradualmente essa ci addentra nelle disposizioni e nei sentimenti del Cuore di Gesù e favorisce un'operosa "comunione" con Lui, in docilità allo Spirito Santo.
Ci può essere di stimolo, al riguardo, l'affermazione con cui Gesù ha sancito l'assoluta dipendenza del nostro sforzo dall' azione gratuita della sua grazia: "Io sono la vite e voi siete i tralci. Chi rimane in me ed io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla". (Gv 15,5)

23. I momenti di preghiera particolarmente efficaci per la nostra crescita cristiana, nelle linee che lo Spirito ha tracciato al nostro Istituto, sono:
* la S. Messa. Qui "troviamo il Cuore di Gesù vivente, amante, ferito, presente come l'Agnello immolato e offerto al Padre" (p. Dehon). Noi siamo fortemente stimolati ad unirci alla sua offerta e al suo sacrificio donando all'ordinarietà della nostra vita il valore della sua santità e della sua potenza redentrice.
* la meditazione della Parola di Dio; una breve sosta quotidiana per la riflessione e la lettura pregata su una pagina del Vangelo, al fine di cogliere nell'insegnamento e nell'esempio di Cristo un indirizzo sempre più conforme allo stile di Dio e alle finalità che Egli ha proposto alla nostra Famiglia;
* l'adorazione di Gesù Eucaristia, la fede che si é fatta amicizia, diventa un forte richiamo ad una sosta quotidiana davanti al Tabernacolo:
- per portare a Gesù la nostra lode, il nostro ringraziamento . . .
- per aprirgli il nostro cuore, dargli il nostro affetto, esprimergli i nostri desideri, parlargli delle nostre difficoltà . . .
- farci intercessori per i problemi che travagliano la Chiesa, la nostra famiglia, il mondo intero . . .
- per imparare ad offrirci al Padre con Cristo e come Cristo.

Se non é possibile andare materialmente in chiesa, e fare un quarto d'ora di Adorazione di presenza, é bene che l'Adorazione sia fatta almento in spirito, trovando nel cuore della giornata uno spazio di tempo per questo scopo.

24. Nel determinare il proprio impegno di preghiera e nell'aderirvi quotidianamente con libertà, ma anche responsabilmente, ciascuno sceglierà tra le espressioni indicate, quelle che sono più confacenti alla sua situazione di vita e al compito di essere, in mezzo ai fratelli, testimonianza di Dio e della spiritualità dell'Istituto.

25. Una particolare importanza daremo al sacramento della Riconciliazione a cui ci accosteremo con frequenza, come momento di incontro con l'amore misericordioso di Dio. Nel sangue di Cristo, Egli ci purifica, ci santifica, ci rigenera a creature nuove capaci di comunione, di amicizia, di gratuità e di dono.

26. L'apertura alla preghiera sarà favorita, oltre che dalla volontà di donazione all'amore del Cuore di Gesù, anche dalla consapevolezza dell'urgenza della nostra missione nella Chiesa e nel mondo.
Essa ci aiuterà a scoprire l'amore di Dio operante nella storia e a riempirci il cuore della inquietitudine degli uomini e della loro sete di speranza e di salvezza.

27. Modello perfetto di unità tra le attività temporali e la vita di preghiera, é la Vergine Maria. "Mentre viveva sulla terra una vita comune a tutti, piena di sollecitudini familiari e di lavoro, ella era sempre intimamente unita al Figlio suo e cooperava in modo tutto singolare all'opera del Salvatore" (A A n. 4).


CAPITOLO 4°

AMMISSIONE E FORMAZIONE

"Tutti gli appartenenti al Popolo di Dio, in virtù del Battesimo e della Confermazione, sono chiamati indistintamente, a collaborare alla missione salvifica della Chiesa e alla sua testimonianza di santità".(LG n. 33)

"In un mondo secolarizzato, le varie forme aggregative possono rappresentare per tanti un aiuto prezioso per una vita cristiana coerente alle esigenze del Vangelo e per un impegno missionario e apostolico".(CFL n. 29)

28. L'ammissione di nuovi Familiares é un fattore determinante per la vita della Compagnia Missionaria del S. Cuore e per lo svolgimento sereno ed efficace della sua missione nella Chiesa e nel mondo.
Pertanto tutti si sentiranno in dovere di prodigarsi per l'incremento dell'Istituto.

29. I requisiti necessari per l'accettazione tra i Familiares della Compagnia Missionaria del S. Cuore sono:
a) l'impostazione sinceramente cristiana del pensiero e della pratica di vita;
b) la volontà di conoscere e valorizzare la spiritualità dell'Istituto per dare maggiore specificità C.M. alla propria fisionomia cristiana e per rendere più efficace, nella comunione fraterna, il lavoro di apostolato;
c) una psiche sana ed equilibrata;
d) l'età normalmente non superiore ai 60 anni.

30. L'inizio del cammino di formazione é segnato ufficialmente da una breve funzione religiosa, le cui determinazioni particolari sono lasciate alla creatività e agli usi locali.
Durante tale funzione, l'aspirante esprimerà la sua volontà di adesione con la seguente formula:

"Con l'accettazione fiduciosa del progetto di amore che Dio vuole evidenziare nella mia vita, alla scuola del Cuore di Gesù, io . . . . . . . . . . . condotto per mano da Maria, do la mia adesione al periodo di formazione dei Familiares della Compagnia Missionaria del S. Cuore per vivere ogni momento della mia giornata in comunione di amore e di offerta con il Cuore di Gesù.
Mi impegno anche a mantenermi in comunione con tutti i membri dell'Istituto per essere con loro testimone di serenità, nella pace e nella speranza.
Questa é la mia volontà. Si degni il Cuore di Gesù di accogliermi e benedirmi.
Amen!"

31. Il periodo di formazione degli aspiranti, normalmente ha la durata di due anni.
Durante questo periodo l'aspirante frequenterà gli incontri che gli saranno segnalati, ai fini di maturare la propria personalità, sia sul piano umano che su quello cristiano, e per inserirsi gradualmente nella specificità del carisma e della missione della Compagnia Missionaria del S. Cuore.

32. Se l'aspirante é sacerdote, il periodo di formazione l'aiuterà a rendere più vivace la luce del carisma che gli fu dato per l'imposizione delle mani del vescovo (cfr. 2 Tim 1,6).
Comunque anche per il sacerdote resta necessaria la conoscenza di quanto l'Istituto propone di vivere e testimoniare per rendere più caratteristica la sua fisionomia e più ricco di grazia il suo servizio di fede.

33. La preparazione degli aspiranti é affidata ai "Responsabili della formazione". Essi vengono scelti dal Consiglio Centrale dei Familiares, in ragione della preparazione e della disponibilità necessarie per lo svolgimento di tale lavoro. Se occorrerà, il Consiglio Centrale dei Familiares potrà sollecitare la collaborazione delle Missionarie.
I Responsabili della Formazione durano in carica tre anni, ma possono essere rieletti più volte per assicurare al loro lavoro il contributo della esperienza e della preparazione.

34. Trascorso il periodo di preparazione, l'aspirante presenterà al Consiglio di Gruppo la domanda per l'ammissione definitiva. Il Consiglio di Gruppo, sentito il parere del Responsabile della formazione, l'accetterà o meno e, dopo averla corredata del proprio parere, la inoltrerà al Consiglio Centrale dei Familiares.
Gli aspiranti che abitualmente, o quasi, sono assenti, anche per giusto motivo, dagli incontri di formazione, non possono essere accolti definitivamente tra i Familiares.

35. La domanda di ammissione definitiva deve essere corredata del:
- certificato di nascita;
- certificato di battesimo e di confermazione;
- stato di famiglia.

36. L'accettazione degli aspiranti, a Familiares, non é legata ad una particolare data, ma é bene che venga fatta, possibilmente, in una circostanza significativa della vita della Compagnia Missionaria del S. Cuore, con la presenza del Responsabile Centrale, o di un suo delegato, dei Familiares del Gruppo e di coloro che gli aspiranti crederanno opportuno invitare.
Si compirà secondo il Cerimoniale proprio dei Familiares, con la recita della seguente formula:

"O Dio, Padre di misericordia, ti lodo e ti ringrazio per il dono che la tua bontà oggi mi vuole elargire.
In comunione di offerta con il tuo Figlio e con tutta la Chiesa, guidato da Maria madre, guida e custode della nostra Famiglia, io . . . . . . . . . . . . . . . do la mia adesione come Familiaris alla Compagnia Missionaria per vivere totalmente donato al Cuore di Gesù e ripetere in mezzo ai fratelli la sua piena disponibilità all'amore e all'oblazione. Mi impegno anche a condividere, secondo le mie possibilità, la missione di grazia e di salvezza che lo Spirito ha donato alla nostra Famiglia.
Amen!"

37. I Familiares rinnovano la promessa ogni anno per mantenersi nella freschezza e nell'entusiasmo della loro donazione. La circostanza, verrà preparata da una giornata di ritiro spirituale.

38. La rinnovazione della promessa sarà fatta secondo le modalità descritte nel Cerimoniale dei Familiares, usando la seguente formula:

"Mio Dio, ti lodo e ti ringrazio perché, in comunione di offerta con Cristo e con tutta la Chiesa, io . . . . . . . sono chiamato oggi a rinnovare la mia adesione come Familiaris alla Compagnia Missionaria del S. Cuore.
Mantienimi discepolo fedele del Cuore di Gesù perché possa continuare a vivere la sua disponibilità all'amore e all'oblazione nella mia famiglia, nel posto di lavoro, nei contatti occasionali o di amicizia . . . e, nel servizio di bene che il tuo Spirito sollecita all'Istituto.
Maria, madre, guida e custode della Compagnia Missionaria del S. Cuore, prega per noi! Amen!"

39. Se qualcuno desidera ritirarsi dai Familiares della Compagnia Missionaria del S. Cuore, lo può fare liberamente, anche senza aspettare la circostanza della rinnovazione annuale della promessa. Sarà sufficiente che ne dia comunicazione scritta al Responsabile del suo Gruppo che informerà, quanto prima, il Responsabile Centrale dei Familiares.
Non é richiesta nessun'altra formalità per lasciare i Familiares C.M., né sussiste, per chi si é ritirato, alcun vincolo di coscienza per quanto promesso e fatto precedentemente.

40. Anche se ha concluso il periodo di preparazione e é entrato nell'Istituto, il Familiaris dovrà sentirsi nella necessità di continuare, in modo sistematico e permanente, la propria formazione umana e cristiana.
Nella misura del possibile, frequenterà:
* i corsi di S. Scrittura, di teologia, di catechesi . . . per "laici" organizzati nella propria diocesi o altrove;
*gli incontri di preghiera, di formazione, di spiritualità . . . promossi periodicamente dall' Istituto, a livello locale e nazionale.
Coglierà con attenzione ogni altra occasione capace di aggiornarlo sui problemi della Chiesa e della società civile, ai fini di crescere nella sua maturità cristiana e C.M. e rendersi, in modo sempre più autentico, strumento di grazia e di salvezza.


CAPITOLO 5°

LA VITA DI GRUPPO

La prima comunità cristiana "era assidua nell'ascoltare l'insegnamento degli Apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere . . . Chi aveva proprietà e sostanze ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno".
(At 2, 42-45)

"La vita di comunione ecclesiale diventa un segno per il mondo e una forza attrattiva che conduce a credere in Cristo: "Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Gv. 17,21). In tal modo la comunione si apre alla missione, si fa essa stessa missione".(CFL n. 31)

41. I Familiares sono raccolti in Gruppi, in ragione della loro dislocazione geografica.
Questo motivo di carattere pratico si eleva, nella fede, a collaborazione all'azione salvifica di Cristo: "Padre, ti prego, che essi siano "uno" come noi siamo "uno" . . . Così il mondo crederà che tu mi hai mandato" (cfr. Gv 17,21).
Secondo la dottrina del Concilio Vaticano II°, la vita di Gruppo assume anche una luminosa significazione della realtà della Chiesa: "Essa é un "segno" della comunione e della unità della Chiesa in Cristo". (A A n° 18).

42. Dunque accettare, amare, contribuire operosamente alla vita del Gruppo significa, per noi Familiares, inserire la nostra vita e la nostra attività nella vita e nell'attività di Dio, di colui che, nella diversità delle Persone, é "uno" nella sostanza e vuole proiettata in tutte le realtà della terra l'immagine della sua unità (cfr LG nn. 1-4).

43. Alla ricchezza del significato teologico, la vita di Gruppo unisce un impareggiabile aiuto di ordine morale.
Il trovarsi insieme per pregare, ascoltare la parola di Dio, scambiarsi idee, esperienze, difficoltà . . . stimola la generosità, mantiene la vivacità della testimonianza e del servizio . . . Soprattutto assicura l'appoggio della grazia, secondo la promessa fatta da Gesù: "Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Mt 18,20).
La vita di Gruppo favorisce la crescita umana, intellettuale e spirituale dei suoi membri. L'esempio di volontà e di coraggio di chi sa affrontare quanto é necessario per farsi fermento di Cristo, diviene stimolo per tutti. Così una buona preparazione teologica e biblica, una conoscenza aggiornata dei principali problemi della Chiesa e del mondo . . . non appaiono più una meta impossibile, ma traguardo necessario per mantenersi nel solco della missione liberatrice e vivificante di Cristo.

44. Lo "spirito di corpo" costituisce un impegno irrinunciabile per noi Familiares, anche per realizzare, con la nostra presenza, una espressione sensibile della spiritualità che ci é specifica: l'amore vissuto al punto da divenire "comunione" con Dio e con i fratelli.
Pertanto la ricerca e la salvaguardia dell'unità ci porterà:
- a una partecipazione dinamica e creativa alla vita e all'attività del nostro Gruppo;
- a mantenerci in "comunione" vivace con tutti gli altri Gruppi: informazione, proposte, collaborazione, incontri . . . ;
- a condividere, nella misura del possibile, le attività promosse dall'Istituto.

45. Ogni Gruppo é animato dal Responsabile con la collaborazione del Segretario e dell'Amministratore.
L'elezione del Responsabile, del Segretario e dell' Amministratore, viene fatta dai Familiares del Gruppo, a mezzo votazione. Mentre per il Responsabile é necessaria la maggioranza assoluta o, dopo due scrutini inefficaci, quella relativa, per il Segretario e per l'Amministratore basterà la maggioranza relativa. L'elezione del Responsabile del Gruppo dovrà essere convalidata dal Responsabile Centrale con voto consultivo del suo Consiglio.
Il Consiglio di Gruppo é composto da tutti gli appartenenti al Gruppo stesso.

46. L'incarico del Responsabile e dei suoi collaboratori ha la durata di tre anni, ma può essere rinnovato per lo stesso periodo. Però é opportuno l'avvicendamento nell'animazione del Gruppo per una condivisione delle responsabilità, ma anche come concreta espressione di apprezzamento dei doni che lo Spirito ha affidato a ogni Familiaris.

47. Compito del Responsabile é soprattutto l'animazione e la vitalità del Gruppo:
- organizzando gli incontri mensili e svolgendo, nell'occasione, gli argomenti di studio e di riflessione proposti dal Responsabile Centrale per quell'anno sociale;
- stimolando l'impegno degli appartenenti al Gruppo perché siano coerenti alle esigenze della loro vocazione. A questo riguardo, il Responsabile deve trascinare gli altri con il suo esempio e, ove occorra, prendere le necessarie iniziative;
- inviando, a conclusione dell'anno sociale, relazione scritta al Consiglio Centrale dei Familiares, del cammino del Gruppo e dello svolgimento degli argomenti proposti.
I membri che, senza giusto motivo, mancassero abitualmente a detti incontri, o li eludessero con una certa facilità, non saranno ammessi, dal Consiglio di Gruppo, alla rinnovazione annuale della Promessa.

48. Il Segretario redigerà il verbale dei Consigli di Gruppo e la relazione degli incontri mensili. Prenderà nota, in brevi notizie di cronaca, di tutto quello che interessa l'attività del Gruppo e delle circostanze straordinarie della vita dei singoli Familiares.

49. L'Amministratore curerà l'economia del Gruppo. E' bene, infatti, che ogni Gruppo abbia la propria cassa dove ognuno é chiamato a versare periodicamente, secondo le sue possibilità, un contributo per:
- far fronte alle necessità finanziarie per la vitalità del Gruppo e per partecipare concretamente alle possibili varie iniziative di solidarietà ed apostoliche da esso promosse;
- alimentare la cassa centrale per l'animazione ed il governo dei Familiares.
L'Amministratore terrà la registrazione aggiornata di tutti i movimenti economici del Gruppo. A conclusione dell'anno sociale presenterà al Gruppo la situazione economica e terrà conto degli eventuali rilievi. Poi invierà copia del bilancio all'Amministratore Centrale.


CAPITOLO 6°

IL SERVIZIO DEL CORPO DIRETTIVO CENTRALE

"Se io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non é più grande del padrone, né un apostolo é più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati, se le metterete in pratica"(Gv 13, 14-17).

50. Gesù, il "Signore" e il "Maestro" che sta in mezzo ai suoi discepoli come "colui che serve", é la norma e il modello di chi ha la responsabilità dei Familiares della Compagnia Missionaria del S. Cuore.

51. Accanto all'insegnamento evangelico, c'é il ricordo storico: nel suo nascere l'Istituto é stato posto nelle mani di Maria, nominata "Direttrice generale e perpetua". Coloro che, nel tempo, saranno preposti alla guida della Compagnia Missionaria del S. Cuore dovranno considerarsi i "sostituti" di Maria ed esprimerne, in ogni parola e atteggiamento, lo spirito e la virtù.

52. Il servizio di animazione e di governo ordinario sarà accompagnato da intensa preghiera, ma lo saranno soprattutto le circostanze straordinarie, così che tutto sia deciso nella sapienza dello Spirito Santo, secondo il Cuore di Gesù.

53. Il servizio direttivo centrale dei Familiares é composto:
- dalla Assemblea Generale;
- dal Responsabile Centrale e suo Consiglio.

54. L'Assemblea Generale é convocata:
a) ordinariamente ogni cinque anni, con il compito di:
- eleggere il/la Responsabile Centrale ed il suo Consiglio;
- esaminare e possibilmente risolvere, sotto la guida dello Spirito Santo e con l'aiuto di Maria, i problemi più importanti relativi alla identità, allo sviluppo, alla missione dei Familiares, in armonia con gli insegnamenti della Chiesa e con le esigenze della realtà storica in cui si vive.
b) straordinariamente: quando lo esigono ragioni urgenti, secondo il parere del Responsabile Centrale e del suo Consiglio espresso con voto deliberativo.

55. La convocazione dell'Assemblea Generale, sia ordinaria che straordinaria, con determinazione del luogo e della data di celebrazione, é fatta dal Responsabile Centrale e, in sua mancanza dal vice Responsabile, con il voto deliberativo del suo Consiglio.
Nella lettera di convocazione é bene che vengano indicate alcune linee di preparazione spirituale all'Assemblea, perché possa essere ripetuto "Abbiamo deciso lo Spirito Santo e noi" (Atti 15, 28).

56. Nell' allegato n. 1 del presente Statuto sono esposte le norme che regolano la convocazione, la partecipazione e la celebrazione dell'Assemblea Generale, sia ordinaria che straordinaria. Esse, nella misura del possibile, saranno seguite con fedeltà.

57. Quanto é stato determinato da una Assemblea Generale resta in vigore fino alla celebrazione della successiva Assemblea Generale e oltre, se da questa non é espressamente revocato.

58. Le decisioni dell'Assemblea Generale, animeranno l'attività direttiva del Responsabile Centrale e suo Consiglio.

59. Il Responsabile Centrale rappresenta il perno d'unione di tutti i Familiares. Anno per anno, insieme al suo Consiglio, il Responsabile Centrale preparerà un programma di riflessione e di studio a cui si atterranno tutti i Gruppi dei Familiares, adattando modalità di vita, di preghiera, di servizio alla mentalità ed ai costumi della propria terra. L'essenziale per tutti infatti é di progredire nelle esigenze della comune vocazione, quali che siano le espressioni esterne che la caratterizzano.

60. Il compito del Responsabile Centrale é l'animazione dei Gruppi, il collegamento con essi e lo stimolo al loro incremento numerico.
Per questo egli avrà cura di:
- studiare e suggerire le iniziative più adatte a tali scopi;
- coltivare i rapporti di corrispondenza, soprattutto quando, a chiusura dell'anno sociale, i Responsabili locali gli manderanno la relazione del lavoro svolto e della situazione del loro Gruppo;
- fare tutto il possibile per visitare di persona, o a mezzo Consigliere, i singoli Gruppi, almeno una volta nel decorso del suo mandato.

61. Annualmente, nella circostanza che sarà ritenuta migliore, il Responsabile Centrale e il suo Consiglio si uniranno, in seduta plenaria, con il Consiglio Centrale delle Missionarie, per studiare le reciproche modalità di rapporto e per programmare insieme il calendario di vita e di attività.

62. Nel disimpegno del suo mandato, il Responsabile Centrale é aiutato dal suo Consiglio, composto da due Consiglieri eletti dalla Assemblea Generale. Egli terrà in massimo conto i loro suggerimenti, ed ogni possibile diversità di vedute sarà sciolta nel dialogo paziente ed aperto.

63. Il primo Consigliere fungerà da Vice Responsabile. Egli prenderà nota diligente di quanto viene trattato in Consiglio e porterà sollecitamente a conoscenza dei Responsabili locali, di quanto il Consiglio Centrale ha deciso di comunicare loro.
Nel caso che, per qualsiasi motivo, il Responsabile Centrale venisse a mancare, o diventasse inabile all'espletamento del suo incarico, il Vice ne assumerà il compito a tutti gli effetti. Se sarà il caso, convocherà anche l'Assemblea Generale Straordinaria perché provveda alla elezione di un nuovo Responsabile Centrale.

64. Il secondo Consigliere abbina alla sua carica l'impegno amministrativo dell'intero corpo dei Familiares.
Egli eserciterà questa missione con senso di responsabilità ed avrà cura di raggiungere una buona competenza per tutti i problemi economici che possono occorrere.
Agirà sempre in piena sintonia con il Responsabile ed il suo Consiglio, vietandosi ogni espressione amministrativa indipendente.
Si terrà in contatto con l'Amministratore di ogni Gruppo.
Annualmente presenterà il bilancio generale e la relazione del lavoro compiuto. Il Consiglio Centrale dei Familiares, se é necessario farà i suoi rilievi e procederà o meno, alla sua approvazione.
In occasione della celebrazione dell'Assemblea Generale, relazionerà sull'attività Amministrativa relativa al quinquennio e sarà l'Assemblea stessa a deciderne l'approvazione.
Il Responsabile Centrale e i suoi Consiglieri restano in carica cinque anni, e possono essere rieletti solo per un periodo di egual durata.

65. Le linee strutturali e di ordinamento presentate dallo Statuto hanno la finalità di aiutare i Familiares a vivere e svilupparsi nell'indirizzo di spirito della Compagnia Missionaria del S. Cuore.
Ricordando che nella stessa linea di grazia vivono le Missionarie CM, i Sacerdoti del S. Cuore, i Gruppi e i Movimenti laicali che si ispirano agli ideali spirituali di p. Dehon, favoriranno e daranno l'adesione a tutto ciò che é espressione di studio comune, di collaborazione, di crescita "insieme".
E' la "comunione" infatti che testimonia il nostro inserimento totale nella fede cristiana e provoca irresistibilmente l'avvicinarsi degli uomini alla salvezza di Dio (cfr. Gv 17, 21).

66. La via tracciata dal presente Statuto é quella che ci indica la risposta che dobbiamo dare alla vocazione che abbiamo accolto.
Per questo la vogliamo seguire con fedeltà, generosità e gioia.

"Perdete tutto piuttosto che perdere la carità"
(P. Albino Elegante)



ALLEGATO N. 1

N.B. L'esposto, per praticità, é tutto al maschile, ma ha valore, in piena parità anche per il femminile.

1. Lo Statuto dei Familiares della Compagnia Missionaria del S. Cuore, ai nn. 54, 55, determina il tempo e le persone competenti per la convocazione dell'Assemblea Generale.
Qui vengono esposte le norme che ne regolano:
- la convocazione,
- la partecipazione,
- la celebrazione,
- le elezioni.

2. Perché l'Assemblea Generale raggiunga gli obiettivi per cui é stata convocata, deve essere preceduta da una seria preparazione circa gli argomenti che saranno trattati.
Per questo motivo é necessario che essa sia convocata almeno un anno prima della sua celebrazione. Così i Familiares possono far oggetto di studio e di preghiera quanto sarà argomento da discutere e determinare. Allora chi parteciperà all'Assemblea, porterà, con il proprio, il contributo di pensiero di tutti i componenti del suo Gruppo.

3. Partecipano all'Assemblea:
* di diritto
- p. Albino Elegante, fondatore della C.M.
- il Responsabile Centrale e i membri del suo Consiglio,
- i Responsabili di Gruppo,
- La Presidente delle Missionarie C.M.

* per elezione
La partecipazione all'Assemblea, con diritto di voto, é riservata ai Familiares. La loro elezione viene fatta secondo le norme sotto esposte, mantenendosi però "aperti" alle necessarie eccezioni, in considerazione della particolare situazione di vita dei Familiares (problemi di famiglia, di lavoro . . .):
- i Gruppi che hanno fino a sei membri eleggono due delegati e tre sostituti. Il primo sostituto prende il posto del Responsabile di Gruppo, il secondo e il terzo dei delegati, nel caso che l'uno o l'altro non possa partecipare.
- I Gruppi che hanno dodici o più membri eleggono tre delegati e quattro sostituti.
Risultano eletti, come delegati e sostituti all'Assemblea, i Familiares che hanno ottenuto la maggioranza assoluta nel primo o nel secondo scrutinio, oppure la maggioranza relativa nel terzo. A parità di voti, nel terzo scrutinio, risulta eletto il più anziano di appartenenza, o, se questa fosse pari, il più anziano di età.
I partecipanti eletti non devono essere inferiori di numero ai partecipanti di diritto.
Chi partecipa all'Assemblea come uditore (es. aspiranti . . .) potrà esprimere il proprio parere, ma non ha diritto di voto. La stessa norma vale per la partecipazione all'Assemblea di un "esperto" al di fuori della C.M.

4. Queste saranno le modalità secondo cui sarà celebrata l'Assemblea:
- Verifica, da parte del Responsabile Centrale, della presenza o meno dei partecipanti dell'Assemblea per diritto e per elezione.
- Con votazione a maggioranza relativa, o in altra maniera accettata da tutti i presenti, l'Assemblea passa alla scelta di due scrutatori, dei segretari e del moderatore.
- Il compito degli scrutatori é di vigilare perché le votazioni si svolgano regolarmente e di presentarne i risultati al Responsabile Centrale perché li proclami all'Assemblea.
- I segretari invece mettono per iscritto la sintesi degli interventi, le conclusioni concordate, i risultati delle votazioni. All'apertura di ogni nuova seduta, leggono il verbale di quanto è stato trattato e concluso nella seduta precedente. L'intero testo dei verbali, firmato dal Responsabile Centrale e dai segretari, passa agli atti dell'Assemblea.
- Il moderatore ha il compito di guidare la discussione perché gli interventi si susseguano in modo ordinato, siano aderenti al tema trattato e soprattutto perché il dialogo si svolga serenamente nel rispetto e nell'ascolto dell'opinione di ogni membro. Al moderatore compete anche sintetizzare i contenuti e i suggerimenti che emergono in Assemblea.
- Chi ha convocato l'Assemblea presiederà alla sua celebrazione fino all'eventuale elezione del nuovo Responsabile Centrale.

5. Prima di procedere alla elezione del Responsabile Centrale e dei membri del suo Consiglio, ciascuno si impegnerà ad essere strumento docile della provvidenza di Dio, ripetendo a voce intelligibile la preghiera degli Atti degli Apostoli per la prima elezione apostolica: "Signore Gesù, tu che leggi nel cuore di ciascuno, mostraci chi hai scelto" (Atti 1,24).
Se é scelto, come Responsabile Centrale, un Familiaris fuori dall'Assemblea, prima di continuare il lavoro dell'Assemblea, é necessario che l'eletto notifichi la sua accettazione. Il Familiaris che ha accettato diventa membro dell'Assemblea, (senza che per questo venga escluso chi precedentemente rivestiva la sua carica), e ne dirigerà i lavori, appena potrà farsi presente.
Anche i membri del Consiglio Centrale, se scelti fuori dall'Assemblea, diventano membri di diritto della stessa.

6. Nella votazione per l'elezione del Responsabile Centrale é richiesta la maggioranza assoluta nei primi tre scrutini. Se questa non viene raggiunta, si passa al ballottaggio, ossia si limitano i voti ai due candidati che nel terzo scrutinio ne hanno raccolto un numero maggiore. Durante questa operazione le due parti in causa hanno solo voce passiva. Se il quarto scrutinio si risolvesse con parità di voti, risulterà eletto il candidato più anziano di adesione ai Familiares o, in caso di parità, il più anziano di età.
Per l'elezione invece dei membri del Consiglio Centrale, occorre la maggioranza assoluta nei primi due scrutini, nel terzo basta la relativa. A parità di voti, prevale l'anzianità di adesione ai Familiares e poi di età.

7. Le votazioni riguardanti le mozioni assembleari avvengono secondo le modalità che stabilisce l'Assemblea. Prevale il parere che ha raccolto la maggioranza assoluta di voti, oppure, se dopo due scrutini, i suffragi risultano uguali, il Responsabile Centrale può dirimere la parità con il suo voto.

8. Le direttive assembleari devono essere tenute nella massima considerazione. Si possono ripetere, anche per queste, le parole del primo Concilio della Chiesa, quello di Gerusalemme: "Abbiamo deciso lo Spirito Santo e noi . . ."
(At 15,28).
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