Già nell’articolo precedente, apparso su Vinculum, avevo accennato quanto la formazione, all’interno della nostra famiglia, sia parte integrante di tutto un cammino che coinvolge diverse realtà! In questo secondo scritto desidero soffermarmi maggiormente sui “nostri luoghi formativi”e sulle nostre risorse formative che ci toccano un po’ tutte.
Riprendo i 3 luoghi formativi che più ci sono propri:
1. la responsabile di formazione
2. la responsabile di gruppo
3. il gruppo stesso
Su ognuna di queste realtà i nostri documenti parlano in modo chiaro e danno orientamenti precisi su come queste diverse realtà si devono integrare e devono interagire nel miglior modo possibile per offrire alla formanda linee chiare e dei cammini precisi che portino davvero ad un ‘assunzione sempre più autentica della vocazione dentro la CM.
Nell’esortazione apostolica del 25 marzo del 1996 Giovanni Paolo II così scriveva:
“Lo Spirito Santo, artefice mirabile della varietà dei carismi, ha suscitato nel nostro tempo nuove espressioni di vita consacrata, quasi a voler corrispondere, secondo un provvidenziale disegno, alle nuove necessità che la Chiesa oggi incontra nell'adempimento della sua missione nel mondo.
Il pensiero va innanzitutto agli Istituti Secolari, i cui membri intendono vivere la consacrazione a Dio nel mondo attraverso la professione dei consigli evangelici nel contesto delle strutture temporali, per essere così lievito di sapienza e testimoni di grazia all'interno della vita culturale, economica e politica. Attraverso la sintesi, che è loro specifica, di secolarità e consacrazione, essi intendono immettere nella società le energie nuove del Regno di Cristo, cercando di trasfigurare il mondo dal di dentro con la forza delle Beatitudini. In questo modo, mentre la totale appartenenza a Dio li rende pienamente consacrati al suo servizio, la loro attività nelle normali condizioni laicali contribuisce, sotto l'azione dello Spirito, all'animazione evangelica delle realtà secolari. Gli Istituti Secolari contribuiscono così ad assicurare alla Chiesa, secondo la specifica indole di ciascuno, una presenza incisiva nella società.”
A partire da questo il nostro Regolamento di vita al numero 28 dice: “La natura della nostra vocazione richiede di fare sintesi tra consacrazione secolare e missione nel mondo secondo il carisma della CM. Questo esige un continuo cammino di maturazione e presuppone una buona capacità di autoformazione. L’aspirante è chiamata ad impegnarsi in un’attiva collaborazione con la Responsabile di formazione e ad entrare progres-sivamente nella vita e nella dinamica del proprio gruppo, inteso come luogo di crescita, di comunione, di condivisione e di stimolo alla missione”.
Appare evidente allora come e quanto tutta la realtà dell’istituto venga coinvolta dentro questa realtà formativa perché di fatto bisogna ribadirlo siamo sempre in formazione un po’ tutte.
Riporto di seguito una piccola parte di un intervento tenuto da Ernesto Margherini , consacrato secolare e formatore che così dice:
“NON POSSIAMO DEMANDARE AD ALTRI responsabilità che il Padrone della vigna chiede a noi in quanto Istituto!
Le “risorse” formative perciò vanno r i t r o v a t e all’interno dell’Istituto stesso. E vanno formate!!! E talvolta formatori che siano professori e dottori potrebbero risultare i meno adeguati …. se non ci mettono il “cuore…. e se usassimo davvero il cuore molte cose prenderebbero tutt’altro corso!!! In campo formativo oggi esistono molti stimoli: dai libri ai convegni, alle conferenze, ai corsi di formazione, scuole di formazione.
…. Abbiamo un’ampia possibilità di scelta e non dobbiamo inventare altro. Occorre utilizzare e valorizzare anche quello che le nostre realtà locali ci offrono. Dobbiamo essere consapevoli che l’impegno nel mondo è qualcosa di “impegnativo”: non tutti abbiamo la possibilità di assumerci degli impegni di formazione a lungo termine.
Tutti gli Istituti Secolari hanno l’esigenza di avere un formatore per la formazione. Ed allora? Allora dovrebbe sorgere spontanea l’esigenza per il formatore che non può assumersi questo impegno strutturato formativo, di documentarsi comunque, di leggere, di informarsi, di partecipare a convegni, congressi, giornate di studio, al fine di acquisire conoscenze utili , per acquisire cioè un “sapere” che torni utile. Ritengo che sia un “dovere” che ci assumiamo anche nei confronti della scelta di vita …. Una scelta di vita nella secolarità, quindi nel mondo, usando le cose buone che il mondo ci offre, ed uscendo un po’ di più dalle sagrestie spesso buie, anguste e talvolta ammuffite delle nostre parrocchie o dei nostri punti stabili di riferimento ….
Anche la nostra Presidente nell’ultima lettera programmatica scrive:
“…Sempre nella CM si è data molta importanza alla formazione, a tutti i livelli. Manteniamoci nella convinzione che abbiamo sempre bisogno di crescere e necessitiamo di formazione continua. L’Istituto offre una dinamica formativa a livello generale; ma anche il gruppo o area geografica deve diventare luogo e promozione formativa. In un aggiornamento continuo con uno sguardo attento alle realtà concrete dove si vive. Conoscere il cammino della chiesa locale e individuare quegli ambiti formativi adatti anche per noi, in cammino con il popolo di Dio in cui siamo. Tenersi aggiornati sugli avvenimenti socio-politici del territorio, ma anche con uno sguardo mondiale. Educarci ad una lettura “critica” di ciò che i mass-media ci propongono. Sentire le sorti del mondo in prima persona.”
La formatrice e/o il formatore di un istituto
“Un Istituto Secolare attraverso il formatore - specie per coloro che sono alla prima formazione - deve porre un’attenzione tutta particolare alla formazione affinché possa contribuire alla crescita umana e divina attraverso un PIANO FORMATIVO
pensato
pregato
condiviso
da attuare tutti insieme.
E’ un impegno, questo, che tende a formarci costantemente nelle cose umane e divine”. Allora quel termine Formatore volutamente usato finora al singolare diviene patrimonio di tutti. TUTTI diveniamo così all’interno di una realtà FORMATORI. Siamo “tutti tralci di un’unica vite”.
La formazione dunque si gioca su due versanti: Comunitaria e personale. E’ imprescindibile pertanto sia una formazione a livello comunitario che una autoformazione. I cammini formativi che propongono gli Istituti di appartenenza “rispondono”, per così dire, ad esigenze comuni, esigenze cioè che devono divenire patrimonio comune di tutti, per tutti, all’interno dell’Istituto. Ma non ci si può fermare o a c c o n t e n t a r s i di ciò. I cammini formativi comunitari sono la base comune su cui ciascuno, individualmente, deve fare poi il suo personale cammino.”(Ernesto Margherini)
Il nostro Piano Formativo traccia un percorso pensato per tutto il tempo in cui una missionaria aderisce al cammino vocazionale della CM; si dà molta importanza a quello che è il cammino iniziale nelle sue diverse fasi per dare una sempre più una precisa identità alla giovane che si sente chiamata a questo itinerario vocazionale. C’è da dire comunque, e da ribadire,che nel nostro Piano Formativo si parla in modo chiaro anche della formazione permanente per ribadire che la formazione non ha mai fine!
La Responsabile di gruppo
Riporto qui di seguito quanto troviamo scritto nel nostro Piano Formativo di Base ai numeri 57 e 58:
“Per un buon risultato nel campo della formazione non basta soltanto il lavoro diretto della Responsabile di formazione, anche se essa rimane il punto di riferimento principale, soprattutto nel periodo iniziale. E’ importante e indispensabile anche la collaborazione che il gruppo è chiamato a dare in questo campo. Esso, però, sarà attento, accogliente e stimolante verso le aspiranti nella misura in cui anche la Responsabile di gruppo cercherà di mettere in atto un’adeguata mediazione a questo riguardo.
La Responsabile di gruppo e la Responsabile di formazione sono chiamate a collaborare e a confrontarsi tutte le volte che lo riterranno opportuno per seguire una linea unitaria di intervento là dove ce ne fosse bisogno. La Responsabile di gruppo e si impegnerà inoltre a sensibilizzare il gruppo sulla corresponsabilità che ha nel campo formativo, a valorizzare quelle occasioni e quei momenti che riterrà più significativi per rendersi personalmente attenta ad ogni singola aspirante per stabilire con ognuna un rapporto vivo e , per questo possibile, aperto e profondo".
Al di là delle mie povere parole in questo momento desidero dare risalto a ciò che i nostri documenti ci sottolineano e meglio di ogni altra parola ci aiutano a farci comprendere quanto sia importante un lavoro di sinergia.
Il gruppo
Riporto ancora ciò che il Piano Formativo di Base ci suggerisce a questo proposito:
«Con la consacrazione a Dio nella CM la missionaria “si immette in una nuova famiglia dove l’amore vuol essere il criterio assoluto di vita e di relazione” (St. 72).
L’amore che si fa “comunione prima che altrove deve concretizzarsi all’interno della CM”. E in essa “il gruppo è la prima cellula della comunione fraterna” (St. 73).
Da qui l’importanza che la missionaria fin dall’inizio sia aiutata a considerare il gruppo come luogo di preghiera, d’incontro, de verifica, di crescita, di formazione, e a sviluppare in sé alcune doti come: l’ascolto, l’accoglienza, la comprensione, il dialogo, la corresponsabilità… perché i rapporti vicendevoli siano in sintonia con il carisma della comunione.
La partecipazione attiva e fedele alla vita di gruppo, oltre che essere un’espressione essenziale della vita di comunione e di vita ecclesiale, costituisce anche una forza in ordine alla missione che ognuna svolge nel mondo.
La missionaria che si sente chiamata a vivere in un nucleo di vita fraterna s’impegnerà ad accettare i membri così come sono e dovrà formarsi anche ad una capacità di serena convivenza, di collaborazione, di condivisione dei propri beni e di piena e disponibilità alle esigenze e attività dell’Istituto.»
Mi sembra che queste realtà che ho voluto richiamare alla nostra attenzione, facendo riferimento ai nostri preziosi documenti, ci aiutino oggi più che mai a porre attenzione a ciò che non deve essere dimenticato in tutto il nostro iter formativo…forse non ho detto niente di nuovo ho semplicemente voluto ricordare i luoghi formativi che più ci caratterizzano.