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Ultimo saluto della Presidente a Teresa Giordani
Posted by Anna Maria Berta

Teresa Giordani, una delle prime otto missionarie ha raggiunto la casa del Padre il 17 ottobre 2010. Era nata il 15 ottobre 1921. La nostra Presidente così l'ha salutata alla messa del funerale, il 20 ottobre 2010, nella chiesa di Maria Madre della Chiesa in Bologna che, fino ad alcuni anni fa, è stata la parrocchia di Teresa





A nome di p. Albino Elegante e a nome di tutta la Compagnia Missionaria rivolgo questo saluto a Teresa.
Teresa Giordani è stata tra le prime 8 missionarie che hanno dato inizio alla Compagnia Missionaria. Un Istituto secolare e missionario. All‘interno dell’istituto ha ricoperto ruoli di responsabilità e ha sempre, fino quando ha potuto, contribuito al cammino di tutta la nostra famiglia.

Così scriveva Teresa alcuni anni fa:
“Ripenso in questo momento al cammino fatto dalla CM per rispondere alle esigenze della Chiesa di oggi, per vivere la propria consacrazione secolare in modo sempre più rispondente ai segni dei tempi e vedo in questo cammino l’azione dello Spirito Santo che ci accompagna. Ma ciò che maggiormente mi conforta è il pensiero che l’essenza della nostra vocazione è la SPIRITUALITÀ D’AMORE, per cui in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza posso rispondere alla chiamata iniziale. E allora, l’entusiasmo dei primi tempi trova motivo per essere continuamente rinfrescato.
Voglio ringraziare il Signore che si è degnato scegliermi, nonostante la mia povertà; che non si è mai stancato di me; che ha costellato il mio cammino di un continuo aiuto gratuito… grazie anche a Maria Santissima di cui ho sentito continuamente la materna assistenza e la prego affinché continui a mostrarsi Madre, Guida e Custode…”
(Vinculum n. 4 – ottobre 1983).

Teresa ha svolto al sua professione di insegnate con passione e grande professionalità. Gli ultimi anni di lavoro ha insegnato nella scuola interna all’ospedale Maggiore, esperienza che lei ha sempre ricordato come uno dei momenti più significativi della sua professione.
Così scriveva sulla sua esperienza:
“Sono due anni che insegno presso la scuola dell’Ospedale Maggiore, e mi convinco sempre di più che sia stato il Signore a disporre le cose in modo che potessi avvicinare tanti bambini ammalati, per portare loro un po’ di gioia. Sono infatti parecchi i bambini che mi dicono: -a me piace poco andare a scuola, ma qui vengo volentieri perché un po’ si scrive, un po’ si lavora e un po’ si gioca e il tempo passa in fretta”.

E di fronte alla notizia della morte di un bambina così scriveva:
“Seppi che Samanta era morta. Provai un dolore immenso che ancora oggi è vivo nel mio cuore e pensai alla sua mamma, povera mamma! Le scrissi una lunga lettera esprimendo le parole che mi suggeriva il grande dispiacere che io stessa provavo…”
E concludeva:
“Ho voluto comunicarti alcuni motivi di gioia e di dolore di cui è intessuto il mio lavoro. Le vicende di questi bambini sono diventate parte della mia vita e la gioia più grande è quella di poter aprire un piccolo squarcio di azzurro, nell’atmosfera greve che circonda l’ospedale” (Vinculum n. 2 – marzo 1983).

Teresa in mezzo a noi ha sempre dato una testimonianza di serenità, di dedizione, di capacità di accogliere ciò che capitava con quello sguardo di fede che l’ha aiutava a vedere il lato positivo e alcune volte anche comico della situazione. Non ha mai perso la sua autoironia, la battuta e soprattutto il suo sorriso. La preoccupazione non era mai per se. Ricordo quando, l’anno scorso, era ricoverata all’ospedale alla domanda: “come stai Teresa?” la sua risposta era: “benino come Dio vuole”, e subito aggiungeva: “sono preoccupata per Maria che è da sola…” Aveva questa capacità di dimenticarsi di sé e il suo sguardo era oltre a sé.

Teresa è sempre stata una presenza discreta mai invadente, una presenza significativa per tutte noi, sentiremo la mancanza di quella sapienza che sapeva vivere e trasmettere.
In questo ultimo tempo, quando ancora parlava, mi ha regalato ancora una perla della sua vita. Dicevo a Teresa che stava vivendo un momento difficile e dove l’offerta al Cuore di Cristo stava diventando particolarmente faticosa, Teresa mi ha guardato e con un fil di voce mi ha detto “sì è faticoso ma necessario” e con lei ho ripetuto la preghiera di offerta: o mio Dio ti offro la mia vita in unione a Gesù per mezzo di Maria in spirito di amore per l’avvento del tuo Regno nel mondo. Ha rinnovato così il sì, ancora una volta, a Dio Signore della vita.

Alla famiglia di Teresa desidero esprime la gratitudine di tutte noi per la testimonianza di dedizione che avete avuto per la Zia.

Ciao Teresa, siamo certe che dal cielo, insieme alle altre missionarie e familiares che sono già lassù, continuerai a cantare le lodi del Signore e proteggerai noi, tua sorella Maria e tutta la tua famiglia.

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