Carissimi
un caro saluto e un augurio di pace!
Dopo una lunga pausa eccoci di nuovo con Vinculum, il motivo di questo ritardo sono state ragioni logistiche e sistemazione degli archivi.
A grandi passi si è incamminato questo nuovo anno e le feste del Natale paiono già molto lontano ma… segni del Natale appena trascorso ce ne sono ancora… qualche stella o filo argentato… alberi addobbati festosamente li trovi abbandonati che aspettano di essere portati via dal prossimo camion della spazzatura… Ma tutto questo è la fine dell’esteriorità fatta e costruita senza “anima”. Per fortuna la lturgia ci da la misura e il senso della festa e solennità ma che si prolunga e anima il quotidiano e l’ordinarietà che caratterizza buona parte della nostra vita.
Mi chiedo se lo stupore di contemplare l’incarnazione del Verbo si può fermare al tempo natalizio o, se oggi nel tempo feriale, non siamo chiamati a rendere visibile, attraverso la nostra “incarnazione”, l’amore del Padre che si manifesta continuamente attraverso il Figlio.
In questo cammino ci vene in aiuto il ciclo liturgico, che dopo le solennità ci immette nel Tempo Ordinario, che occupa la maggior parte dell’anno (34 settimane). la quaresima- pasqua - avvento- natale siamo soliti a chiamarli “tempi forti” ma il tempo ordinario è un “tempo debole” o un “tempo morto”? In Dio non ci sono tempi “diversi” perché ogni momento è il tempo opportuno della rivelazione e tempo favorevole per rendere presente il Verbo. E’ la liturgia che ci educa alla “passione” del feriale. I “tempi forti” ci devono aiutare a vivere tutti i tempi come veri appassionati e servi del nostro unico Signore. Questa passione per Dio e per il mondo si traduce nell’obbedienza. L’obbedienza alla vita. M. Delbrêl scrivendo proprio su questo argomento definisce le piccole circostanze quotidiane “superiori fedeli” ed è vero perché i “sì-eccomi” che siamo chiamati a ripetere sono tanti e non ci lasciano un attimo. Il salmo ci invita a lodare il Signore dal sorgere del giorno a suo tramonto e questa lode passa attraverso l’obbedienza alla vita che si esprime nelle circostanze… più svariate che ogni giorno ci riserva.
Gesù ci è maestro nell’obbedienza alla vita, lui stesso l’ha vissuto dal momento dell’incarnazione fino al ritorno al Padre. Ha obbedito ai tempi naturali della gestazione e della crescita, obbedienza alle leggi civili e religiose… si è lasciato educare da Maria e Giuseppe, e quale scuola di ferialità dove Gesù ha imparato, guardando la madre nei gesti quotidiani, li ha poi tradotti in parabole. Quante volte ha visto Maria mettere il lievito per far fermentare la pasta, guardandola crescere, o il gesto di salare il cibo… E da Giuseppe ha imparato il lavoro, la capacità di relazione, il rispetto per le donne, la fedeltà all’ascolto della parola con la sua gente nella Sinagoga. Gesti semplici, feriali, ma che prepareranno il tempo dell’annuncio.
Valorizziamo insieme questo “tempo ordinario” e riscopriremo nei gesti quotidiani la bellezza di una storia che stiamo costruendo insieme.
Il Cuore di Cristo,signore della storia, ci benedica!
Il ballo dell’obbedienza
… Se noi fossimo contenti di te, Signore,
Non potremmo resistere
A questo bisogno di danzare che irrompe nel mondo,
E indovineremmo facilmente
Quale danza ti piace farci danzare
Sposando i passi che la tua Provvidenza ha segnato.
...Per essere un buon danzatore, con te come con tutti,
Non occorre sapere dove la danza conduce.
Basta seguire, essere gioioso, essere leggero,
e soprattutto non essere rigido.
E ricevere da te la trasmissione del ritmo che l’orchestra
scandisce… Ma noi dimentichiamo la musica del tuo Spirito,
E facciamo della nostra vita un esercizio di ginnastica;
Dimentichiamo che fra le tue braccia la vita è danza,
Che la tua Santa Volontà …Signore, vieni a invitarci.
Siamo pronti a danzarti questa corsa da fare,
Questi conti, il pranzo da preparare, questa veglia in
cui avremo sonno.
Siamo pronti a danzarti la danza del lavoro,
Quella del caldo, e quella del freddo….
Signore, insegnaci il posto che tiene, nel romanzo eterno
Avviato fra te e noi, il ballo singolare della nostra obbedienza.
Insegnaci a indossare ogni giorno
la nostra condizione umana
Come un vestito da ballo che ci farà amare da te,
tutti i suoi dettagli come indispensabili gioielli.
Facci vivere la nostra vita,
come una festa senza fine
in cui l’incontro con te si rinnova,
Come un ballo,
Come una danza,
Fra le braccia della tua grazia,
Nella musica universale dell’amore.
Signore, vieni a invitarci.
M. Delbrêl