Carissime/i,
Eccoci di
nuovo ad accogliere questo tempo liturgico di Avvento che ci prepara al
prossimo Natale. Quali pensieri e sentimenti ci abitano in questo momento?
L’attesa
del Signore ci chiede di “vegliare” con le lampade accese della fede, della
speranza e dell’amore. Ma che consistenza ha questo “vegliare”?
Le prove
non mancano sia a livello personale, sia come CM, che globali: stiamo vivendo
malattie, solitudini, conflitti, difficoltà: La recente morte di Ausilia e del
papà di Orielda; gli sconvolgimenti della natura ricorrenti come Filippine,
Sardegna, per citare i più recenti; le guerre in vari paesi e la minaccia di un
conflitto armato in Mozambico…
Accanto
alla prova ci è dato di sperimentare la fecondità CM in alcuni paesi dove siamo
presenti, il 25° di presenza in Cile ed il 20° in Argentina che ci stimolano a
lodare e ringraziare il Signore. Pensiamo inoltre alla bellezza dell’amicizia, alla
possibilità di rinnovarci con nuove scelte di vita e di presenza, a Papa
Francesco con la sua capacità di stupirci e di stimolarci, la sua nuova
Enciclica “Evangelii Gaudium” che potrebbe aiutarci a lavorare sulla nostra
formazione permanente …
Ed in
mezzo a tutto questo ed al nostro quotidiano è presente il Regno nascosto come
un seme, ma pieno di Vita. Pensiamo alle relazioni che possiamo coltivare e che
a volte ci rivelano il volere del Signore; agli avvenimenti che nascondono
significati a cui dobbiamo dare attenzione, alle tante piccole cose che siamo
chiamate a fare con il nostro stile di semplicità, vivacità e “sorriso” che possono
e dovrebbero attrarre tanti altri a conoscere e vivere il Vangelo.
Come i
pastori possiamo contemplare Gesù e, con semplicità, annunciarlo con la nostra
vita. Per fare questo dobbiamo accogliere la nostra piccolezza, le nostre
contraddizioni, la benevolenza e la misericordia di Dio che si fa presente con
il Suo Perdono che ci libera e ci rende sempre più responsabili di quel pezzo
di mondo e di storia che siamo chiamate a vivere.
La
gratitudine sgorga dal cuore quando accogliamo con fede Colui che è venuto ad
abitare in mezzo a noi: “… spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e
divenendo simile agli uomini … umiliò se stesso facendosi obbediente …”. (cfr
Fil. 2,7-8).
Mi viene
spontaneo collegare questo testo con il n. 8 del nostro Statuto: “Perdersi” per
ritrovarsi in Cristo e farsi con Lui ascolto, disponibilità, dolcezza, rispetto,
ponte di incontro, forza unitiva …”. E’ ciò che ci è chiesto come membri della
CM che guardano con fiducia al futuro che ci viene incontro con la fragilità di
un bambino, ma anche con la speranza di novità che nasce dalla forza dello
Spirito che guida i nostri passi nelle vie dell’amore.
Come
Maria, viviamo questo evento di Dio che entra nel mondo e che viene in mezzo ai
suoi con cuore aperto e generoso e come Lei e con Lei facciamo spazio alla Sua
Novità.
In
comunione.