Carissime e carissimi,
stiamo vivendo il tempo
favorevole della Quaresima, tempo prezioso per accogliere con cuore grato una
nuova opportunità di conversione. Papa Francesco ci stimola, nel suo messaggio
per la Quaresima, con un tema quanto mai attuale: “Si è fatto povero per
arricchirci con la sua povertà”. Sottolineo
dal suo messaggio l’appello alla sobrietà, alla condivisione ed allo
svuotamento di noi stesse. “La Quaresima
è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose
possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà.”
Il nostro Statuto al n. 52 ci dice “Gesù che “da ricco che era si è fatto
povero” (2Cor 8,9) è il modello della nostra povertà. La contemplazione del suo
Cuore ci stimola alla ricerca di espressioni concrete di povertà, vissute nel
clima gioioso delle beatitudini…”
“La vostra povertà dice al mondo che si può vivere tra i beni temporali
e si può usare dei mezzi della civiltà e del progresso, senza farsi schiavi di
nessuno di essi”. (Paolo VI agli I.S. 1972).
Chiedo a me stessa ed a ciascuna di voi di
accogliere queste stimolazioni per concretizzare nella nostra vita di ogni
giorno una nuova presa di coscienza delle nostre povertà e dei nostri limiti
che, se vissuti in un clima di accettazione e di umiltà profonda, possono trasformarsi in
ricchezza.
Senz’altro può farci
bene pregare con il nostro Statuto. Se lo assumiamo in prima persona, questo
capitolo sulla povertà, può scolpire in noi un nuovo volto. Non si tratta di
chiedere agli altri di viverlo secondo le nostre esigenze ma piuttosto di chiedere
a noi stesse di viverlo con fedeltà. Siamo chiamate a coltivare con cura la
nostra relazione con Dio cercando di avere presente ciò che gli abbiamo
promesso: il dono totale di noi stesse a
Lui con un si sempre rinnovato. Cercare di lavorare su noi stesse eviterebbe
quel nostro puntare il dito sui difetti altrui, ci farebbe rientrare in noi
stesse per cogliere i doni che Dio ci offre, le nostre incoerenze e le possibilità di bene
che il Signore mette sul nostro cammino perché lo seguiamo da vicino e fino in
fondo.
Auguro a me stessa ed a
ciascuna di noi che questo tempo di penitenza e di grazia faccia
fiorire un nuovo stile di relazioni fatte davvero di comprensione, tenerezza ed
accoglienza le une delle altre così come il Signore ci comprende, ci ama, ci
accoglie, sapendo realizzare quanto ci dice lo Statuto ai n. 56 e 57: “ci manterremo nella fatica di tutti,
evitando l’evasione dagli obblighi comuni, e ogni forma di privilegio”. “Il
rimanere al proprio posto, con serenità di spirito e di volto, anche quando è
necessario molto sacrificio, il saper vedere ciò che deve essere fatto per
prevenire la preoccupazione e la fatica altrui, è un buon esercizio di povertà
materiale e spirituale. Accetteremo con serenità la povertà dei nostri limiti
personali, familiari, comunitari e sociali, per servire Dio e i fratelli
secondo le possibilità ricevute (cfr Mt 25,14-30). Così vivremo aperte alla
beatitudine evangelica di coloro che soprattutto in Dio ripongono le risorse
del loro coraggio e della loro speranza”.
Potremo così giungere alla Pasqua rinnovate dallo
Spirito del Risorto che ci chiama a nuova vita e che ci dona il desiderio di
ricominciare sempre ogni giorno a seguire i suoi passi.
Maria, nostra madre, guida e custode ci sostenga e ci accompagni
continuando a infonderci speranza.
Buona
Quaresima e Buona Pasqua 2014.