Fare memoria della lunga vita di p. Albino significa
per noi lodare e benedire l’Amore Trinitario per le meraviglie compiute in
questo Sacerdote del Sacro Cuore di Gesù, fondatore della Compagnia Missionaria
del Sacro Cuore.
Lo facciamo, in parte, ascoltando quanto lui stesso
raccontò in un’intervista per il suo ottantesimo compleanno:
«Sono nato a Caldogno, in provincia di Vicenza, il 15
novembre 1919, da una famiglia povera e fui battezzato il 30 novembre. Mio
padre, Giovanni, lavorava i campi, ma il sabato e la domenica faceva il
barbiere; la mamma, Maria Galvan, era semplicemente casalinga. Ebbero tre
figli: Angelo, Gemma e io. Ricevetti la cresima il 24 giugno 1928.
Una sera, quando frequentavo la quarta classe, presi
in mano le Letture Cattoliche di D.
Bosco. In quell’opera lessi la storia di un missionario, che era andato in Cina
ed era morto martire, decapitato. Ho presente l’immagine che lo raffigurava in
piedi, sul parapetto della nave, mentre guardava lontano…
Anziché
spaventarmi, quella lettura fece sorgere in me un grande desiderio. Piansi
quella sera e mi dissi: “Domani vado a farmi prete”. Andai dal parroco, che mi
chiese: “Che classe fai?”. “La quarta”, risposi. “Finisci la quinta - concluse
- e poi ne riparliamo”.
Terminata la scuola, l’anno successivo, mi
accompagnò alla scuola apostolica dei Sacerdoti del Sacro Cuore, ad Albino, in
provincia di Bergamo: la mia casa distava 170 km; troppo. La nostalgia della
famiglia mi fece piangere per molte notti. Era l’ottobre 1930. Il 25 marzo successivo,
feci la vestizione. Dopo il ginnasio, il 29 giugno 1936, fui accolto come
postulante. Fui mandato ad Albisola Superiore (SV), per il noviziato, iniziato
il 28 settembre 1936 e il 29 settembre 1937 emisi i primi voti. Iniziai il
liceo: il primo anno a Spotorno (SV), gli altri due a Oropa (NO). Terminato il
liceo venni allo studentato, qui a Bologna, per lo studio della teologia. Qui
il 29 settembre 1941 feci la professione perpetua, ma dovemmo sfollare a
Castiglione dei Pepoli, sull’Appennino, a causa della guerra. Dopo tre anni fui
ordinato sacerdote, il 25 giugno 1944, dal Cardinale Nasalli Rocca, nella
vecchia chiesina del Suffragio, qui a Bologna, ma la mia famiglia non poté
essere presente. Dopo tre giorni la raggiunsi io e celebrai la prima messa a
Caldogno. Il treno che mi portò a casa fu l’ultimo che riuscì a passare. Fu
bombardata la linea ferroviaria. Il quarto anno di teologia l’ho trascorso in
famiglia, studiando sui libri del parroco. Erano stati anni difficili: c’era
poco da mangiare a Castiglione, per giovani che avevano sempre un buon
appetito. Quando arrivai a casa, la mamma mi disse che ero diventato
trasparente.
Tornato a Bologna, al termine della guerra, il superiore
mi nominò direttore dell’Apostolato della Riparazione, un’associazione che
diffondeva la spiritualità del S. Cuore, nella forma che p. Dehon aveva
consegnato alla sua congregazione: vita
d’amore e di riparazione per l’avvento del Regno del Cuore di Gesù nelle anime
e nelle società. Furono anni bellissimi, di grandi soddisfazioni. Demmo
vita anche alla rivista Adveniat Regnum tuum, diventata poi Rivista dell’Apostolato della Riparazione. Insieme
con p. Moro, che seguiva gli Amici di Gesù, associazione di bambini che
vivevano la stessa spiritualità, ho girato l’Italia, per diffondere
l’associazione, formarne i membri, predicare gli esercizi spirituali.
Tra le giovani iscritte all’Apostolato della
Riparazione, alcune volevano consacrarsi totalmente al Signore e io indicavo
loro gli istituti dedicati al S. Cuore, ma finalmente, a Cesuna (VI), durante
un corso di esercizi, nel 1955, con un piccolo gruppo di giovani che
desideravano la vita di consacrazione, decidemmo di dare inizio ad una nuova
realtà. Fu quello il primo passo verso la Compagnia Missionaria del Sacro
Cuore, che nacque a Bologna la notte di Natale del 1957”.
Fin qui la testimonianza diretta di p. Albino.
Il cammino, iniziato con tanto entusiasmo e tante
speranze, ha richiesto ascolto e impegno, ricerca e fatica per comprendere i
sentieri di Dio, sempre nello spirito dell’Ecce
venio e dell’Ecce ancilla, sotto
la spinta del motto Guardare lontano.
La Compagnia Missionaria, arricchitasi fin dai primi
anni di consacrate portoghesi, nella seconda metà degli anni ’60 andava
intraprendendo vie nuove: le missionarie studiavano teologia con gli studenti
dehoniani; si preparavano a partire per il Mozambico; cominciavano ad
impegnarsi nell’animazione del tempo libero con la gestione stagionale di una
casa per ferie e con l’agenzia ITER; in diretta collaborazione con p. Albino
offrivano alle parrocchie il servizio di evangelizzazione nella forma delle
missioni popolari.
Cominciava intanto a bussare alla porta un’altra
realtà, che p. Albino accolse, coltivò, cercando di darle, nel volgere del
tempo, una fisionomia sempre più chiara: i familiares, laici uomini e donne che
assumono la spiritualità e partecipano alla missione della Compagnia
Missionaria senza i voti di consacrazione.
Nell’apertura allo Spirito, con il sostegno e
l’accompagnamento di p. Albino, la Compagnia Missionaria è cresciuta e si è
diffusa in quattro continenti, costringendo il Fondatore e viaggiare molto, a
imparare diverse lingue e… a prendere molta confidenza con computer e posta elettronica.
Con gioia e gratitudine, nel corso degli anni, p.
Albino ha accolto i riconoscimenti della Chiesa per la Compagnia Missionaria:
il 25 marzo 1958 l’erezione in Pia Unione da parte del Card. Lercaro, l’8
settembre 1983 l’erezione in Istituto Secolare di Diritto Diocesano da parte
dell’Arcivescovo Mons. Manfredini, il 10 giugno 1994, con il consenso del Papa
Giovanni Paolo II, l’elevazione a Istituto di Diritto Pontificio da parte della
Congregazione per gli Istituto di vita consacrata.
Dopo essersi dedicato a tempo pieno alla Compagnia
Missionaria fino al 1979, pur continuando ad accompagnarla spiritualmente, si è
reinserito pienamente nella vita della Congregazione dei Sacerdoti del Sacro
Cuore: dal 1979 al 1982 è stato superiore nella comunità di Albisola (SV); dal
1982 al 1985 nella comunità di Boccadirio (BO). Dal 1985 è stato nella comunità
della Parrocchia del Suffragio e poi nella comunità dello Studentato, qui a
Bologna, dedito per più di 20 anni alla segreteria dei benefattori.
Dal settembre 2011, avendo bisogno di assistenza per
sopraggiunti problemi di salute, ha vissuto serenamente nella comunità della
Compagnia Missionaria in via Guidotti, a Bologna, circondato dall’affetto delle
missionarie.
In serenità e pace, è passato da questo mondo al
Padre, il mattino del 21 aprile 2014, lunedì di Pasqua.
Con gioia profondamente grata, lo affidiamo
all'abbraccio di Dio Amore, che solo sa compensare con il centuplo la lunga,
generosa e fedele disponibilità del suo servo.