Carissima Martina,
la tua telefonata inaspettata che
mi annunciava la morte di P. Albino mi ha suscitato grande emozione ma anche
grande pace. P. Albino è nato a vita nuova nella luce pasquale, e questo è bel
segno.
Non puoi immaginare quanti
pensieri per tutto il giorno mi sono venuti alla mente, ho pianto ma anche
gioito e ringraziato per il dono della lunga vita concessa a P. Albino, vissuta
al servizio del Regno.
Io personalmente, ringrazio il
Signore per aver vissuto, in questi ultimi anni, vicino a lui, in particolare
da quando la sua salute non permetteva più di gestirsi da solo. Non si è mai
lamentato della sua situazione fisica e la sua serenità lo ha accompagnato fino
alla fine.
Parlare di P.Albino non è facile,
perché lui stesso se potesse parlare, alzando la mano con un suo gesto tipico direbbe: “ma cosa dici
smettila!” Ma questa volta non
smettiamo…
Il ringraziamento è la cosa più
“ovvia” credo comunque che questo grazie che si vuole dire a P. Albino è un
“grazie riconoscente” confermando ciò che è stato per la Chiesa, per la sua
congregazione (amatissima )SCJ, e anche per il coraggio di aver speso la sua vita al servizio del Cuore di
Cristo e aver dato vita alla Compagnia Missionaria. E la nostra presenza nei 4 continenti è il
segno di gratitudine e il fiore più bello che possiamo deporre sul suo corpo
esanime, come segno di eterna gratitudine.
La vita di P. Albino è stata
scandita: dalla fedeltà alla sua vocazione; dalla gioia di vivere il suo
sacerdozio; dalla puntualità e fedeltà alla preghiera; nella serietà del
lavoro; entusiasta sempre della vita. Ma anche con una fede dove ha dovuto dire
molte volte il suo Ecce venio e detto sempre con generosità
anche quando questo aveva il sapore di un vero sacrificio.
Gli episodi che potrei raccontare
sono molti ma ne voglio ricordare uno che può racchiudere ciò che ho appena
detto.
Era circa un anno che ero
presidente e p. Albino era ricoverato per il cambio del pace-maker. Eravamo
seduti in camera in attesa che lo chiamassero per la sala operatoria.( n quel
tempo guidava ancora la macchina)Si parlava del più e del meno quando
improvvisamente mi disse: “ti devo dire una cosa importante”. Io pensavo ad una
cosa che riguardasse la CM invece iniziò a parlare di sé e disse: “nella mia
vita sacerdotale ho girato tutta l’Italia e anche all’estero con il solo
desiderio di far conoscere Gesù e l’amore del suo Cuore. Ora l’età non mi
permette di continuare, ho fatto la mia offerta e servirò il Signore come lui
desidera, anche nella mia anzianità, forza! ora tocca a voi” (da notare che
all’epoca guidava ancora la macchina e tutte le domenica andava in parrocchia).
Tornata a casa scrissi queste parole che avevano un sapore di genuina oblazione
e di consegna per tutti noi.
Vorrei ricordare anche la cosa
che a me ha segnato molto in questi ultimi anni, la sua presenza in cappella.
Mi sono resa conto che nonostante la confusione mentale e non sempre si collocava nello spazio
e nel tempo, durante l’Adorazione eucaristica, lui era presente al suo Signore
e molte volte rimaneva tutto il tempo a guardare l’ostia. Questi omenti non si
improvvisano ma si preparano con una vita intensa di preghiera e di comunione
con l’Amato.
Cara Martina mi fermo qui e ti chiedo di baciare le anni di
P. Albino per me, quelle mani che molte volte ha alzato per donarmi la sua
benedizione. Un bacio che vuole solo dire GRAZIE.
Nella comunione viviamo questo distacco terreno.
Anna Maria