Quest’anno
con grande dispiacere non ho potuto partecipare al ritiro annuale della CM in
Mozambico tenutosi a Invinha (Gurue) perché ero ammalata. Il ritiro è sempre un
tempo di incontro più profondo con Dio e di condivisione con le sorelle.
Ringrazio
Dio perché ora sto meglio, anche se cammino con una certa difficoltà. So che la
mia malattia non ha possibilità di guarigione e chiedo al Signore che continui
a darmi forza e coraggio per saper accettare con serenità, in atteggiamento
oblativo, i limiti inerenti alla mia situazione attuale.
Rileggendo
la storia della mia vita, riconosco e ringrazio il Signore per il bene che Lui
ha fatto, per mezzo di me, nella famiglia, nella Chiesa e nel mondo. Sono
consapevole che avrei potuto fare di più e meglio.
Riconosco
il grande amore che Dio ha avuto per me e lo ringrazio. Lui ha sempre guidato i
miei passi, mi ha spinto per la missione e ad aver cura dei miei figli – 8
figli miei e una bambina adottata. A 43 anni, in un Paese in guerra
(Mozambico), con la morte prematura di mio marito, ho dovuto assumere la
missione di essere madre e padre al tempo stesso. Dopo che il Signore aveva
chiamato a sé mio marito, ha chiamato me ad una vita consacrata nella Compagnia
Missionaria del S. Cuore; a collaborare nella segreteria della parrocchia della
Polana e ad essere responsabile della commissione Evangelizzazione e Fede. Mi
sentivo felice in questa missione di accoglienza e di annuncio di Gesù ai
bambini e ai giovani catecumeni.
Ricordo
con molto affetto p. Albino, nostro fondatore, che presiedette la cerimonia
della mia consacrazione. Mi piacerebbe rivederlo, ma ora non ho più la forza
per affrontare il viaggio. Offro al Signore per lui, per le aspiranti in
formazione, per la CM…l’impossibilità di concretizzare questo sogno. Il gruppo
mi ha aiutato molto. Le missionarie sono state il mio Cireneo.
Voglio
sintetizzare questa mia condivisione con un ritornello che abbiamo cantato nel
giorno della mia consacrazione:
“Nella semplicità del mio cuore offro tutto al
Signore”.
Alice
Silva