“Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”
Lc 2,14
Carissime/i,
pace a ciascuno/a di voi, pace ad
ogni Paese e popolo dove il Signore ci ha seminate, pace a questo mondo
travagliato che nutre la speranza più bella che è quella della venuta di Colui
che ci porta la pace. Una pace “non come la dà il mondo” ma una pace da
costruire con la Sua Grazia e con la nostra libertà, creatività e responsabilità.
Mi piace citare qui il fervido
invito alla pace di Paolo VI nel suo pellegrinaggio in Terra Santa del 1963: “Nel momento di lasciare Betlem, questo
luogo di purezza e di calma dove nacque venti secoli or sono Colui che
preghiamo come il Principe della pace, sentiamo il dovere imperioso di
rinnovare ai Capi di Stato e a tutti coloro che hanno la responsabilità dei
popoli, il Nostro pressante appello a favore della Pace nel mondo. … Che essi
collaborino ancor più efficacemente per l’instaurazione della pace nella
verità, nella giustizia, nella libertà e nell’amore fraterno …”. (X.
TOSCANI ( a cura), Paolo VI Una biografia – Ed Studium, Roma, p. 376)
Come possiamo lavorare
instancabilmente anche noi per la pace? Quanti testimoni attorno a noi ci stimolano
con il loro esempio a lavorare alacremente per offrire questo dono al mondo
assetato di riconciliazione e di perdono. Una pace che parte dal nostro cuore,
dai nostri gruppi e si comunica con la nostra testimonianza di comunione.
Con Luisa Chierici abbiamo
partecipato, in ottobre, all’incontro
del CIIS a Roma ed in quella occasione, con altri membri degli IS e con tanta
gente, siamo state presenti, in nome di tutta la CM, alla beatificazione di
Paolo VI. Un momento veramente significativo che ci conferma nella nostra
vocazione tanto amata da questo Papa.
Il periodo dell’Avvento ci stimola a
rinnovarci ed a convertirci per preparare i sentieri del Signore come la Parola
di questo periodo ci suggerisce. “Consolate,
consolate il mio popolo – dice il vostro Dio -. … Una voce grida: “Nel deserto preparate la via al Signore, spianate
nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte
e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e
quello scosceso in vallata. … (cf. Is 40,1-5)
L’Anno della Vita Consacrata è un’altra occasione preziosa
che ci è offerta per rinnovare la nostra consacrazione e per accogliere tutti
gli stimoli che ci vengono donati in abbondanza da varie parti. Come possiamo
viverlo al meglio personalmente e nei nostri gruppi?
Anche le nostre assemblee nazionali
CM che si sono svolte, e si svolgeranno in tempi diversi, a seconda della
programmazione di ogni Nazione dove siamo presenti; hanno un ruolo importante
per il nostro cammino di comunione, di crescita e di corresponsabilità. Dagli
echi e dalle relazioni che ci stanno giungendo, cogliamo “quanto è bello che le sorelle si ritrovino insieme” e possano
condividere scelte e iniziative che diano nuovo vigore a ciascuna ed a tutte.
E’, per certi versi, una sperimentazione importante perché ciascuna si senta
sempre più coinvolta e capace di dare il proprio contributo originale alla
crescita della CM.
Comunione e creatività personale
possono coniugarsi bene quando sappiamo
tenere conto dell’insieme e rispettare le capacità ed i doni che ciascuna porta
con sé. Amare ed accogliere reciprocamente le nostre ricchezze e, nel contempo
portare con magnanimità e realismo le nostre fragilità senza ansie e paure
eccessive. Gesù ci dice: “Ad ogni giorno
basta la sua pena”. Se invece vogliamo già vivere la pena che ci sarà
chiesta fra qualche anno sarà difficile portarne il peso adesso. La saggezza ci
chiede di accogliere l’oggi con amore e pazienza come del resto fanno tante
persone intorno a noi, provate come e più di noi. L’essere consacrate al
Signore non ci esime anzi chiede quell’amore che impariamo continuamente da
Colui che ci ha chiamate e ci vuole alla sua sequela.
Auguro a me stessa e a tutti/e voi un Natale riccoi di fiducia e di abbandono nelle mani
provvidenti e previdenti di Dio e sotto la protezione della Vergine Maria.
Martina
A Maria Aurora di
Salvezza
Maria, tu il preludio,
Maria, tu l'aurora, Maria, tu la vigilia,
Maria, tu la preparazione immediata,
che corona e mette termine
al secolare svolgimento
del piano divino della redenzione;
tu il traguardo della profezia,
tu la chiave d'intelligenza
dei misteriosi messaggi messianici,
tu il punto d'arrivo del pensiero di Dio,
«termine fisso d'eterno consiglio »,
come Dante si esprime.
La tua apparizione, o Maria,
nella storia del mondo
è come l'accensione d'una luce
in un ambiente oscuro;
una luce del mattino,
ancora pallida e indiretta,
ma soavissima,
ma bellissima;
la luce del mondo, Cristo, sta per arrivare;
il destino felice dell'umanità,
la sua possibile salvezza, è ormai sicuro.
Tu, o Maria, lo porti con te.
(Paolo VI - 8 settembre 1965, festa della natività di Maria Santissima)