L’11
settembre 2014 sono arrivata all’aeroporto di Maputo dove mi aspettava
Giannina. Verso sera, dopo l’Eucaristia, mi sono trovata con Irene che, piena
di entusiasmo, stava preparando il materiale per una “Fiera Vocazionale” del 13
settembre a Inhambane. Alle 22.00 siamo andate all’aeroporto a prendere
Gabriela in arrivo da Nampula, per poi partire il giorno seguente con Irene e
Catarina, una giovane aspirante, per la suddetta Fiera dove non andavano né a
vendere né a comprare, ma per far conoscere gli Istituti Secolari e, tra loro,
la Compagnia Missionaria.
Né i
dolori alla schiena di Irene, né la stanchezza di una settimana di Gabriela e
di studio per Catarina hanno impedito loro di partire all’incontro dei giovani
per far loro conoscere, insieme agli
Istituti Religiosi, la diversità dei carismi che lo Spirito Santo suscita nella
Chiesa. Ho sentito un desiderio enorme di accompagnarle, ma avevo già combinato
di trovarmi con Anna Maria che, proprio in quel giorno arrivava a Maputo, di
passaggio per l’Indonesia per una missione di formazione e animazione in
collaborazione con Santina.
Eravamo
tutte in diaspora per la formazione, accompagnamento e animazione vocazionale –
missionaria. In questo vai e vieni costante, il gruppo di Maputo è stata la
nostra tenda d’incontro: punto di arrivo, di accoglienza, di riposo e di
partenza.
Conoscere e aiutare ciascuna delle ragazze in
formazione e le aspiranti a conoscersi meglio nelle loro qualità e capacità,
nei loro punti deboli e nei loro limiti ha richiesto un grande sforzo di
inculturazione e di apprendimento. Ho cercato di camminare a fianco e nella
stessa direzione, disponibile ad accogliere e cogliere l’altra nella sorpresa e
nella novità. C’è in ciascuna e in tutte una volontà enorme di crescere, di
essere protagonista del loro proprio processo di sviluppo integrale.
Davanti al mistero del fratello – lo sconosciuto, l’inatteso, il nuovo, il diverso – Dio continua oggi, come al tempo di Mosè, a dirmi e a dirti: “Togliti i sandali perché questa e terra sacra”.
Non so quale sarà il futuro di queste nove giovani della CM a Nampula: tre sono in formazione nella casa di sopra: due in Orientamento, Alefa e Joana, una nel Biennio, Isabel; sei in accompagnamento nella casa di sotto: Ana Paula, Angelina, Argèlia, Ilda, Edilmisa e Natalia. Tuttavia so e sento che la CM, accompagnando queste giovani nel loro discernimento vocazionale, nella loro formazione e crescita umana, spirituale, culturale, accademica e sociale, sta collaborando con Dio nella creazione continua e risponde all’appello di papa Francesco di andare alle periferie esistenziali. |
Ammiro
la capacità che manifestano nell’organizzazione e esecuzione responsabile dei
compiti domestici, liturgici e scolari. Sanno gestire il tempo in modo da dare
a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio e questo, in
pratica, significa essere Betania. Possonoessere occupate nei loro studi o
altro, ma sono sempre pronte ad accogliere il bambino che bussa alla porta a
chiedere un bicchiere d’acqua, i colleghi/amici, i poveri e li fanno entrare,
sedere in veranda e fanno loro compagnia. Sono dotate per l’ospitalità. In
realtà Gesù, come allora in Betania, continua oggi qui, nella persona del
fratello, a cercare uno spazio per riposare e recuperare energie…
Ho
vissuto giorni tranquilli, molte ore da sola, ma la solitudine e la monotonia
non le ho sentite lì, anzi ho potuto cantare con p. Zezinho:”Molta gente vive senza amore e sente la
solitudine, ma qui in questa casa del Signore, la solitudine non esiste”. E’
sempre possibile trovare il nuovo e il bello nella semplicità del quotidiano…
Basta contemplare il tramonto, la foglia secca che, nel ballo della discesa
entra nella danza delle sue compagne, lo sguardo di un bambino, le piante
fiorite… per dimenticare le
preoccupazioni e semplicemente entrare in comunione con il Creatore e con le
sue creature.
Abbiamo
vissuto momenti di gioia e di fraternità davvero gratificanti come l’essere
andate alla spiaggia delle Chocas, alla diga e al monte Monapo. Inoltre abbiamo
partecipato tutte al matrimonio di Claudina, del gruppo degli amici CM di
Nampula. Una festa molto bella. Ho sperimentato una grande libertà quando hanno
distribuito una t-shirt e una capulana a tutte le missionarie, alle ragazze e
signore del gruppo degli amici CM, come nostro abito per la partecipazione al
matrimonio. Ho ammirato la serietà e responsabilità
nel preparare la celebrazione eucaristica, la partecipazione di tutti, senza
fretta né stanchezza…Tutto era gioia, colore, danza…manifestazione di una fede
di chi dà il primato a Dio. Davvero un giorno meraviglioso.
Un
altro momento importante è stata la partecipazione all’incontro mensile di
riflessione del gruppo degli amici di Nampula, animato da Imaculada. Ho colto
che investono con molta serietà nella formazione, nella condivisione, nel senso
del gruppo e nella preghiera. La condivisione evidenzia chiaramente un grande
cammino e molta volontà di crescere. Riconoscono e ringraziano per il molto che
hanno ricevuto dalla CM e anche noi riconosciamo e ringraziamo per il molto che
riceviamo da loro.
Mi
sarebbe piaciuto stare anche con le ragazze di Invinha, ma non mi è stato
possibile.
Il 19
ottobre, al termine della Giornata Missionaria Mondiale, sono tornata a Maputo.
All’aeroporto mi aspettavano Irene e Giannina. Nei giorni 20 e 21 ho avuto
l’opportunità di vivere con loro momenti di condivisione e preghiera e anche di
meravigliarmi nel vedere la gioventù dovuta a tante primavere accumulate, la
convinzione che guadagna la vita chi la
perde e che vale di più, secondo il detto di p. Almiro, spendersi anziché arrugginirsi, dà loro
ali per andare, per stare sempre in uscita: alla scuola, all’ospedale, agli
incontri di animazione vocazionale e missionaria…
In
quei giorni ho avuto anche l’opportunità di trovarmi con Catarina e Julieta e
di dialogare con ciascuna e con il gruppo. Ho passato tre pomeriggi con Alice –
uno al mio arrivo e due prima di rientrare – e abbiamo avuto l’opportunità di
stabilire un dialogo esistenziale ricco di comunione che ha contribuito a
rafforzare legami di amicizia e di famiglia.
Ringrazio
Dio, le missionarie, le ragazze e gli amici CM in Mozambico, i Padri Dehoniani
e altri padri amici della CM, alcuni dei quali già li conoscevo e che hanno
avuto la delicatezza di accogliermi e farmi sentire Chiesa, una Chiesa
missionaria e fraterna.