L’ evangelizzazione itinerante è stata
la missione che ha fortemente caratterizzato la CM fin dall’ inizio della sua
fondazione. P. Albino Elegante ne è
stato il promotore e l’animatore sempre pronto con la valigia in mano per
andare dove lo Spirito lo guidava, sentiva l’urgenza di “annunciare il Vangelo
da ogni creatura” e ci teneva che le missionarie si dedicassero a questo
servizio. Le Missioni al popolo costituirono il modo che più ci ha impegnate
fino al 2000. In seguito le richieste sono andate diminuendo. A questo
certamente ha influito il cambiamento del contesto culturale…”
l’avanzamento di una certa scristianizzazione” come afferma l’esortazione di
papa Francesco da cui l’urgenza di una nuova evangelizzazione è più che mai
attuale. “ Si rende necessaria
un’evangelizzazione che illumini i nuovi modi di relazionarsi con Dio, con gli
altri e con l’ambiente, e che susciti i valori fondamentali. È necessario
arrivare là dove si formano i nuovi racconti e paradigmi, raggiungere con la
Parola di Gesù i nuclei più profondi dell’anima delle città”. (EG.74…)Di
fronte alle esigenze e problematiche di una chiesa e di una società in continua
trasformazione e che continuamente ci interpella, ci siamo chieste da sempre,
quali scelte e metodi nuovi usare e quale linguaggio parlare perché il vangelo
possa entrare nei cuori di tante persone che hanno il diritto di conoscere la
Parola di Dio.
Già l’anno scorso i Dehoniani ci avevano
chiesto un incontro per cercare assieme come evangelizzare oggi. e poiché sia
loro che noi abbiamo forze limitate, perché non metterci a lavorare assieme? In maggio 2014 facemmo il primo incontro presso lo
Studentato delle Missioni di Bologna, presenti il Provinciale dei Dehoniani p. Oliviero, p.
Luca e p. Marcello, il Consiglio Centrale CM, il coordinamento italiano e
Dolores per i familiares. Abbiamo preso atto che le possibilità di collaborazione possono essere tante, alcune
sono già in atto nel SAG e nel SAM. mentre abbiamo avvertito la necessità di
intensificare la nostra collaborazione nel servizio dell’evangelizzazione e ci
siamo proposti di rincontrarci appena possibile.
Lucia
Capriotti, coordinatrice del gruppo “Evangelizzazione itinerante della CM”, ci
ha convocati per continuare il dialogo iniziato. Ci siamo ritrovati di nuovo il
9 e 10 febbraio 2015 allo Studentato delle Missioni. Presenti un gruppo di
Dehoniani dell’ IS e dell’ IM, Missionarie e Familiares.
Abbiamo
vissuto due giorni intensi di lavoro e ricerca. L’incontro è iniziato con una breve introduzione di p. Oliviero e un
giro di nomi per conoscerci. Lucia ha condiviso gli orari della duegiorni e ha
ricordato con gioia l’importanza e la vicinanza di p. Albino Fondatore della CM
e Ausilia grande sostenitrice dell’evangelizzazione itinerante, di cui sentiamo
fortemente la presenza e la preghiera. Lucia ha poi presentato in breve la storia delle missioni popolari
orientate dalla CM. sottolineando che da tempo era nato in noi il desiderio di
trovarci per riflettere assieme e individuare strade nuove e ” lingue nuove”
che il discepolo di Cristo è incoraggiato a parlare (cf. Mc.16,17) per
continuare nell’oggi della storia l’annuncio efficace del Vangelo.
P. Albino,
assieme alle Missionarie, già 50 anni fa, aveva iniziato le missioni
parrocchiali centrate soprattutto sulla vicinanza alle persone, sulle visite
alle famiglie e sui centri di ascolto.
E’ bello notare che alle missioni hanno
partecipato o collaborato Sacerdoti dehoniani, sacerdoti di altre congregazioni
religiose e sacerdoti diocesani, missionarie, familiares, suore, laici e laiche provenienti da diverse
diocesi.
Le Missioni poi sono state affiancate da tante
altre iniziative ( formazione degli animatori pastorali, dei catechisti, e
consigli pastorali, Settimane per i giovani, Esercizi spirituali per le
Parrocchie, animazione delle Quarantore Ecc.).
Dopo queste considerazioni si è quindi aperto un
dialogo molto libero e spontaneo su alcuni punti chiave riguardo lo stile delle
missioni itineranti e relativi problemi attuali… Il discorso si è orientato su
alcune domande incalzanti:
· Quali sono le “lingue nuove” che possiamo/dobbiamo parlare?
· È possibile riproporre le missioni popolari? In quale modalità?
· La sfida oggi è uscire verso le periferie là dove l’uomo e la donna sono
più soli e più feriti…
· Come raggiungere i giovani e le famiglie?
La riflessione su queste domande e ad
altre ancora è stata molto intensa, ricca di spunti e contenuti anche per la ricchezza delle nostre
diversità.
Abbiamo
richiamato alla memoria l’esempio dell’Apostolo Paolo e la sua forte passione
per il vangelo tanto da affermare: “guai a me se non evangelizzo” e il motto di
P. Dehon: “ Passione per Dio e Passione per l’uomo” in forza del quale ha
vissuto il suo “Ecce Venio”.
Si è detto che per noi oggi l’ “Ecce
venio” si può attuare andando nelle case
là dove la gente vive, per condividere la nostra fede di cui non siamo
proprietari, ma bensì debitori con il dovere di spezzare il pane della Parola a
chi ha il diritto di conoscerla e di gustarne la bellezza salvifica. Essendo
“La nostra società, in continua evoluzione riteniamo necessario capire le
trasformazioni in atto per intervenire in modo adeguato. Sarebbe opportuno
perciò costituire laboratori dove riflettere e ricercare assieme le opportunità
di aiuto: ad esempio un numero rilevante dei nostri ragazzi è dipendente dallo
whatsapp è importante imparare come usare questo strumento e come usare il
computer –internet e i nuovi mezzi di comunicazione… Qui c’è un terreno di
evangelizzazione dove la parrocchia arriva con difficoltà, potrebbe essere un
campo su cui impegnarci…”
Tra i vari
interventi è stato chiesto quali sono le proposte o le iniziative a livello vocazionale,
all’interno delle missioni. La risposta
data è che parecchie missionarie
provengono proprio dalle missioni CM. fatte nella loro parrocchia.
Viene posta
una questione importante: E’ necessario che ancora oggi, le missioni popolari
passino attraverso i Parroci? Viene data una risposta affermativa poiché per
arrivare alle periferie occorre sempre un mandato esplicito e di comunione…
questo però, non deve segnare i confini
della missione. Deve essere la base di partenza, ma da lì partire per evangelizzare
ad exstra.
Rimane
importante parlare con i parroci, confrontarsi, farsi indicare le zone più
periferiche e bisognose. E’ importante anche proporsi alle parrocchie… senza
aspettare che ci chiamino loro.
Il problema oggi è un “ terribile calo di spirito
missionario”. Dobbiamo ripartire, provare, tentare, con tutte le nostre forze.
Serve un impegno serio e sereno. “ Non lasciamoci rubare l’entusiasmo
missionario” (EG 80).
Dopo un
intenso dialogo dalle diverse sfaccettature siamo arrivati ad una, non nuova,
ma interessante considerazione: non basta progettare assieme, non basta fare
una equipe di lavoro, è tempo di
condividere non solo una attività, ma condividere una vita. Non solo progettare
insieme ma vivere insieme e testimoniare insieme la nostra fede.
Oggi c’è bisogno di una lingua comune che sia
comprensibile da tutti; la lingua è data da un popolo che vive un’esperienza.
Proviamo a fare esperienza di vita insieme e verificare se
questa forma può avere una solida e serena continuità. Crediamo che attualmente
si possa osare questo.
Di fronte
alla proposta di condividere non solo i progetti ma la vita stessa, sono state
messe in evidenza le diversità che caratterizzano la forma di vita religiosa
dei Padri da quella di un Istituto secolare delle Missionarie, sottolineando
che le diversità sono una ricchezza, ma sono sempre anche “ tornanti in
salita”.
Per
armonizzare maggiormente le differenze è stato proposto di iniziare
l’esperienza con una modalità di vita non troppo strutturata, aperta, dinamica,
libera di movimento, leggera per crescere gradualmente insieme.
Ci siamo
chiesti quali disponibilità concrete riusciremo a trovare nelle CM? Confidando
nella Provvidenza si è prospettata anche l’accoglienza di appartenenti ad altri
Istituti, gruppi ecclesiali, laici, famiglie disponibili.