La mia storia di
consacrazione a Dio nella Compagnia Missionaria del Sacro Cuore di Gesù, è
iniziata il 29 settembre 1965,con la prima emissione dei voti di castità,
povertà e obbedienza, a Bologna nella sede centrale dell’Istituto.
In quel giorno, mentre mi avvicinavo all’altare per
pronunciare il mio SI, mi uscirono spontaneamente dal cuore queste parole: “Prendi, Signore tutta la mia vita, dammi il
tuo amore e la tua grazia e mi basta”.
Lo Statuto della Compagnia Missionaria al N° 2 dice: “scelte
da Dio, scegliamo Dio, come unico bene della nostra vita.
Queste parole, hanno rimosso dal mio cuore, timori, paure,
incertezze ect., convinta veramente che era Dio che mi era venuto incontro, mi
aveva chiamata, cercata e incoraggiata a seguire Gesù; Lui voleva essere il mio
unico sposo. Si, sebbene sperimentavo tutta la mia limitatezza, fragilità e
incapacità, ebbi la forza di andare avanti certa che c’era Gesù con me.
Sono passati 50 anni, e non mi sembra vero, perché è come se
fosse ieri; il tempo è volato, anche perché ho lasciato dietro a me ogni dubbio
ed ogni paura e mi sono fidata di Lui.
In questi 50 anni, Dio è sempre stato con me, non mi ha
lasciata sola, non mi ha fatto mancare nulla. In particolare:
- la sua grazia,
Lui, ha posto nel mio cuore il desiderio della preghiera, di una profonda
comunione con Lui, cuore a cuore e gioiosamente quella comunitaria. La forza
della preghiera mi ha sempre fatto desiderare il bene, anche quando non era facile, ma la sua grazia in me ha lavorato
rendendomi capace di discernere ciò che era gradito a Dio, ai fratelli e sorelle.
- Inoltre,
ho fatto forte esperienza della fedeltà
di Dio. Mi ha reso forte e capace di stare con Lui, di non venire meno agli
impregni presi. SI, Dio è fedele e la sua fedeltà è la mia forza, il mio
coraggio, entusiasmo e audacia.
- Altra
grazia molto bella e particolarissima è stata ed è la sua misericordia, cioè sentirmi sempre amata e accolta con tutta me stessa, e dandomi la forza di
ricominciare ogni volta che la mia fragilità mi si imponeva e mi si impone.
In questi 50 anni di vita consacrata, ho avuto grazie
particolari di cui, per dare gloria a
Dio, voglio fare memoria, perché Lui ha fatto tutto in me; io nella mia povertà
non potrei nulla.
Non posso non fare memoria della presenza di Padre Elegante
nella mia vita. Lui è stato lo strumento
che mi ha guidata, aiutata a vivere in Dio, con Dio e per Dio, aprendomi
orizzonti perché il regno di Dio si estendesse a tutti. Inoltre un ricordo va
anche alla mia famiglia naturale, che sebbene erano contrari alla mia scelta,
dopo erano orgogliosi di me e mi hanno sostenuta sempre, aiutata e voluta bene.
Il mio ricordo va anche ad ogni sorella della Compagnia Missionaria che con
amore, tenerezza e rispetto mi sono state vicine e aiutata nel mio cammino.
Non posso no ricordare i sacerdoti che ho incontrato nel mio
cammino, e quanto bene ho ricevuto da tutti. Quando c’era l’occasione e potevo
recarmi nelle loro parrocchie per testimoniare la mia gioia missionaria e
ricordare che tutti mediante il Battesimo si è missionari, era per me e per
tutti loro motivo di grande gioia e gli inviti si ripetevano, (in particolare
quando mi recavo in Sardegna per un periodo di riposo e per stare con i miei).
I miei giorni erano sempre pochi per rispondere alle
esigenze di tutti, ma nella misura del possibile mi rendevo disponibile.
Inoltre a tante altre, tantissime persone va il mio grazie,
e in particolare alla comunità di origine: Atzara: ad Atzara ho ricevuto il
Battesimo, il sacramento della confermazione, e sono cresciuta nelle file
dell’Azione cattolica, ed ho ricevuto tantissimo.
Tutti ad Atzara, mi ricordano, mi hanno voluta molto bene e
continuano a volermi bene, ho sempre sentito tutti molto vicini con la
preghiera e l’aiuto anche materiale per la mia attività missionaria.
Dopo la prima emissione dei voti, ebbi un bellissimo dono datomi da Dio, ma offertomi dal Padre Fondatore: lui mi chiese se volevo andare in missione, in Mozambico. Era questo il mio forte desiderio, cioè consacrami a Dio per aiutare tutti, i vicini e i lontani.
La missione è un grande dono, ma è una bellissima rosa con tante spine, che non si può fare a meno di amare: si ama, si ama tanto, perché i fratelli e le sorelle a cui sono stata inviata mi hanno accolto con cuore grande, aperto e generoso. In tutti ho trovato una grande sete di Dio, aspettano e amano tanto i missionari e le missionarie.
SI, rendo grazie al mio Dio per quanto ho vissuto in terra
Mozambicana, per la gente che ho incontrato, curato, i bimbi che sono nati, i
lebbrosi che ho avvicinato, i tubercolotici che ho curato; i catechisti con i
quali ho lavorato, le comunità cristiane con le quali ho pregato e sofferto con
loro. A distanza di tempo, tanta gente è ancora presente nel mio cuore e nella
mia preghiera, la missione non finisce mai. Ora che vivo a Bologna sto facendo
una raccolta di “perle” per me sono perle, mentre non è così per tutti. Cioè mi
trovo con la fragilità che è propria della mia età, ma che mi aiuta a vivere in
stato di missione. Spesso mi trovo a percorrere strade su cui ho camminato, e
questo in Italia, in Portogallo e in Mozambico.
Sento vivo in me la forza dello Spirito che mi sospinge, mi
fa sognare e desiderare, ed io voglio accogliere con tutta sincerità lo Spirito
Santo, perché mi aiuti sempre a dare il primato a Dio e ogni giorno fargli
quello spazio necessario perché possa operare in me.
Maria,
Madre, Guida e Custode della Compagnia Missionaria, è per me il modello che mi
aiuta a riconoscere l’azione di Dio e dargli tutto lo spazio nella mia vita.
Anch’io con Maria esclamo: l’anima
mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore!
Ecco ho raccontato in breve ciò che Dio ha operato in me durante questi 50 anni, e voglio rendergli grazie e lodarlo per tutta la mia vita.
Elisabetta Todde
In questa tappa della mia lunga vita che segna il mio
50mo di consacrazione, mi porto dentro stupore, gioia e lode al Dio Amore per
avermi creata, voluta, amata, chiamata alla sequela di Cristo Gesù nella
Compagnia Missionaria del S. Cuore; per avermi portata, ri-generata, inviata… per
un servizio umile, nascosto, da me offerto e vissuto come sacrificio d’amore e
di riparazione perché il Regno di Dio
raggiunga tutti i cuori.
Durante questo anno ho pensato e penso spesso ai miei
50 anni di consacrazione. E ogni volta mi sale dal cuore un inno di benedizione
a Dio Trinità perché in tutta la mia vita mi ha riempita dei suoi immensi doni;
mi ha ricolmata della sua grazia; ha avuto pietà, da sempre, della mia
pochezza, fragilità, meschinità. Sì, il 50mo della mia consacrazione è
soprattutto rivelazione dell’amore fedele, paziente e misericordioso del Padre
che, nel suo Figlio dal cuore trafitto, mi ha amato fino alla fine.
Per questo sento che l’essere stata chiamata come
missionaria del s. Cuore è il dono più prezioso che abbia ricevuto nella
mia vita. Un dono che sento vivo e
vitale in me, nel concreto del mio vivere quotidiano. Un quotidiano che cerco
di vivere in docilità filiale, in solidarietà fraterna, in dimensione oblativa
e con uno sguardo continuo, ampio e attento al mondo con le sue gioie,
speranze, conflitti, grida di aiuto…
Solo così, portando in me la Parola di Dio e vivendo
con questa attenzione – apertura – servizio …, sento che la mia vita ha un
senso e mi genera dentro una profonda pace e serena gioia, frutto dello Spirito
Santo, invocato quotidianamente. Una pace e serena gioia che rimangono anche
nelle situazioni di conflitto, di fatica, di incomprensioni… che inevitabilmente
segnano il cammino di tutti.
Sì, sono profondamente grata al Padre, al Figlio dal
Cuore Trafitto e allo Spirito Santo per come hanno “segnato” la mia vita; a Maria che mi è sempre stata madre, guida e
custode sapiente. E il mio grazie profondo e affettuoso va anche a tutta la
Compagnia Missionaria, che ho sempre sentito come la “mia” preziosa e cara
famiglia nella Chiesa; a p. Albino che, obbedendo alla voce dello Spirito
Santo, ha dato origine con coraggio, fede e concretezza alla CM.
Sento importante infine dire il mio grazie anche a
tutte le persone che Dio Amore ha messo sul mio cammino, a partire dalla mia
amata famiglia di origine e a tutta la Famiglia Dehoniana . Sì, grazie per come
ogni persona, a suo modo, anche chi certe volte non mi ha compresa, mi ha aiutato a crescere come donna e come
missionaria CM.
E, se per tutto quello che è stato dico un grazie pieno di gioia e gratitudine,
per quello che sarà dico un sì nell’abbandono
pieno alle mani del Padre perché “Lui è
mia roccia e mia salvezza, mia difesa: non potrò vacillare” (Sal 62).
Marta
Bartolozzi