Quest’anno
ricorre il cinquantesimo anniversario della nascita dei Familiares: 1966 – 2016. Proponiamo una riflessione
di p. Albino in cui annuncia e rievoca
tale evento.
Voglio parteciparvi la gioia di una
iniziativa che so risponde all’aspettativa vostra più intima: la costituzione
de: i Familiares, cioè degli amici che vogliono condividere più da vicino il
nostro spirito e le nostre attività, diventando parte viva dell’Istituto
stesso. Il 6 gennaio 1966 : c’è stato il primo raduno di coloro che sono
gli amici più intimi, e che, come tali, desiderano fondersi maggiormente con la
CM.
Così come è nata la Compagnia Missionaria
nella notte di Natale 1957, sono nati i Familiares . Il nome è un po’ esotico.
Il termine, lo sapete, è latino ed è usato per indicare i membri di
una stessa famiglia. L’idea è maturata durante un corso di esercizi spirituali che ho fatto alla “Cittadella” di Assisi.
Quindi membri della stessa famiglia: la Compagnia Missionaria del sacro Cuore.
Una proposta quindi lanciata a tutti coloro che vogliono vivere più
strettamente con noi gli ideali che ci sono propri, diventando parte viva della
nostra famiglia spirituale. Avere la gioia di condividere e alimentarci del
nostro stesso spirito, vivere nella misura del possibile la nostra attività,
sentire la casa della Compagnia Missionaria casa comune: loro e nostra.
Un’intuizione che risale all’anelito
spirituale e alla volontà apostolica di P. Leone Giovanni Dehon. La
contemplazione del cuore ferito del Salvatore che dice la misura senza limiti
dell’amore di Dio per l’uomo. Egli vuole darci una risposta in un dono
entusiasta di pensiero e di vita.
Tutti possono essere Familiares della
Compagnia Missionaria. E’ un invito a quanti sono sensibili ai problemi di fede
e accettano di farsi contagiare dalla santità e dalla grandezza del suo ideale.
E’ richiesta la volontà di farsi riflesso del Cuore di Gesù, dei suoi
sentimenti e della sua disponibilità fiduciosa alla volontà del Padre e alla
promozione al bene dei fratelli. Si
tratta in definitiva di donare un nuovo tono alla propria vita: mantenerla
abitualmente nella disposizione di un servizio generoso di Dio e delle anime.
Ciascuno come potrà e dove potrà e dove l’ha posto il Signore, dovrà sentirsi
un prolungamento della Compagnia Missionaria, testimonianza del suo impegno di
amore a Gesù e di apostolato.
Non è un cristianesimo nuovo che viene
proposto, ma una adesione particolarmente impegnata ad alcune espressioni del
cristianesimo.
Naturalmente dobbiamo obbligarci a una
rapporto di fedeltà all’azione di Dio. In Cristo egli ci ha scelti e chiamati
al suo amore. Nello Spirito egli ci offre un aiuto efficace. Ma i passi
dell’ascesa li dobbiamo compiere noi,
devono farsi frutto che lentamente matura nell’impegno della buona volontà.
Questo perché non rimaniamo eternamente fanciulli nel conquistarci a Dio: “ sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, da
qualsiasi accenno di stanchezza o miraggio capriccioso…Al contrario. vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di
crescere in ogni cosa verso di lui, Cristo nostro capo, fino a conseguire la
sua piena maturità ( Ef. 4,11 – 16 ).
Tutti i campi sono aperti alla sua
volontà di dedizione. Ma comunque il familiaris deve splendere della sua autenticità. In mezzo ai fratelli e
alle sorelle egli deve essere un testimone di Dio, testimone di quanto è
particolarmente specifico dell’essere di Dio:
- La sua bontà
- La sua misericordia
- Il suo ottimismo
- La sua fedeltà
- La sua speranza…
In una parola: il suo amore senza limiti e distinzioni. Una fontana che dà acqua a
tutti e inesauribilmente.
Il tutto nella luce del Cuore di Gesù,
sotto lo sguardo di Maria che quotidianamente invochiamo Madre, Guida e Custode
della Compagnia Missionaria.
“La
nostra vocazione – era solito dire
Padre Dehon – è la più bella delle
vocazioni. Se siamo donati cordialmente alla nostra spiritualità, se la
viviamo con generosa costanza, noi doniamo a Gesù la gioia di ripercorrere le
strade di questa terra nelle vesti della nostra persona. Non spaventiamoci
della grandiosità del traguardo che ci attende. L’apostolo Paolo voleva
arrivati tutti i cristiani di Corinto. Tra questi possiamo starci, e far bella
figura, anche noi Familiares della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore.
( Riflessione tolta dagli scritti di p.
Albino )