Lo scorso 21 aprile abbiamo ricordato il secondo anniversario della morte del
nostro Fondatore p. Albino Elegante.
Fare memoria attraverso i suoi
scritti, della lunga vita di p. Albino significa per noi lodare e benedire
l’Amore Trinitario per le meraviglie compiute in lui. Riproponiamo, in parte,
quanto lui stesso raccontò in un’intervista per il suo ottantesimo compleanno:
«Sono nato a Caldogno, in provincia di
Vicenza, il 15 novembre 1919, da una famiglia povera, e fui battezzato il 30
novembre. Mio padre, Giovanni, lavorava i campi, ma il sabato e la domenica
faceva il barbiere; la mamma, Maria Galvan, era semplicemente casalinga. Ebbero
tre figli: Angelo, Gemma e io. Ricevetti la cresima il 24 giugno 1928.
Una sera, quando frequentavo la quarta
classe, presi in mano le Letture Cattoliche di D. Bosco. In quell’opera lessi
la storia di un missionario, che era andato in Cina ed era morto martire,
decapitato. Ho presente l’immagine che lo raffigurava in piedi, sul parapetto
della nave, mentre guardava lontano… Anziché spaventarmi, quella lettura fece
sorgere in me un grande desiderio. Piansi quella sera e mi dissi: “Domani vado
a farmi prete”. Andai dal parroco, che mi chiese: “Che classe fai?”. “La
quarta”, risposi. “Finisci la quinta - concluse - e poi ne riparliamo”.
Terminata la scuola, l’anno successivo, mi
accompagnò alla scuola apostolica dei Sacerdoti del Sacro Cuore, ad Albino, in
provincia di Bergamo: la mia casa distava 170 km; troppo. La nostalgia della
famiglia mi fece piangere per molte notti.
Era l’ottobre 1930. Il 25 marzo successivo, feci la vestizione. Dopo il
ginnasio, il 29 giugno 1936, fui accolto come postulante. Fui mandato ad
Albisola Superiore (SV), per il noviziato, iniziato il 28 settembre 1936 e il
29 settembre 1937 emisi i primi voti. Iniziai il liceo: il primo anno a
Spotorno (SV), gli altri due a Oropa (NO). Terminato il liceo venni allo studentato,
qui a Bologna, per lo studio della teologia. Qui il 29 settembre 1941 feci la
professione perpetua, ma dovemmo sfollare a Castiglione dei Pepoli,
sull’Appennino, a causa della guerra. Dopo tre anni fui ordinato sacerdote, il
25 giugno 1944, dal Cardinale Nasalli Rocca, nella vecchia chiesina del
Suffragio, qui a Bologna, ma la mia famiglia non poté essere presente. Dopo tre
giorni la raggiunsi io e celebrai la prima messa a Caldogno. Il treno che mi
portò a casa fu l’ultimo che riuscì a passare. Fu bombardata la linea
ferroviaria. Il quarto anno di teologia l’ho trascorso in famiglia, studiando
sui libri del parroco. Erano stati anni difficili: c’era poco da mangiare, a
Castiglione, per giovani che avevano sempre un buon appetito. Quando arrivai a
casa, la mamma mi disse che ero diventato trasparente.
Tornato a Bologna, al termine della guerra,
il superiore mi nominò direttore dell’Apostolato della Riparazione,
un’associazione che diffondeva la spiritualità del S. Cuore, nella forma che p.
Dehon aveva consegnato alla sua congregazione: vita d’amore e di riparazione
per l’avvento del Regno del Cuore di Gesù nelle anime e nelle società. Furono
anni bellissimi, di grandi soddisfazioni. Demmo vita anche alla rivista Adveniat Regnum tuum, diventata poi Rivista dell’Apostolato della Riparazione.
Insieme con p. Moro, che seguiva gli Amici di Gesù, associazione di bambini che
vivevano la stessa spiritualità, ho girato l’Italia, per diffondere
l’associazione, formarne i membri, predicare gli esercizi spirituali.
Tra le giovani iscritte all’Apostolato della
Riparazione, alcune volevano consacrarsi totalmente al Signore e io indicavo
loro gli istituti dedicati al S. Cuore, ma finalmente, a Cesuna (VI), durante
un corso di esercizi, nel 1955, con un piccolo gruppo di giovani che
desideravano la vita di consacrazione, decidemmo di dare inizio ad una nuova
realtà. Fu quello il primo passo verso la Compagnia Missionaria del Sacro
Cuore, che nacque a Bologna la notte di Natale del 1957.”
Fin qui la testimonianza diretta
di p. Albino di una storia che continua fino ad oggi.
Nel riordinare i suoi “ricordi”
ci siamo ritrovate tra le mani questa preghiera che p. Albino ha scritto il
giorno della sua ordinazione diaconale, due mesi prima della sua ordinazione
sacerdotale.
arrendimi e purificami sono povero, sono nudo,
sono freddo;
ma mi abbandono tutto a te. Lava, irriga,
sana, piega…
Compi nel mio spirito, ciò che compisti
nel caos primitivo della materia:
sii principio di ordine, di luce, di
vita.
Trasforma la mia anima, come nei dì di
Pentecoste trasformasti l’anima degli apostoli:
donami la gioia ineffabile del servizio
fedele, nell’amore generoso a Gesù. Riempimi dei tuoi divini carismi:
donami la vera sapienza, donami l’intelletto
delle cose celesti;
sii mia guida e la mia fortezza; ricolmami la
mente della scienza celeste; fammi profondamente pio nel santo timor divino.
Donami la gioia di vivere abitualmente assorto
in te dimentico di tutti e di tutto.”
(Castiglione dei Pepoli 23 aprile 1944)
P. Albino nel giorno della sua ordinazione sacerdotale,
Con
la stessa preghiera, in comunione con p. Albino, lo affidiamo all'abbraccio di Dio Amore, che
solo sa compensare con il centuplo la lunga, generosa e fedele disponibilità
del suo servo.