Jan van Eyck, Agnello mistico, sec XV
“E mi mostrò poi un fiume d’acqua viva, limpido come
cristallo,
che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della
città e, da una parte e dall’altra del fiume, si trova un albero di vita che dà
frutti dodici volte l’anno, portando frutti ogni mese; le foglie dell’albero
servono a guarire le nazioni”
(Ap. 22, 1-2)
.
Carissime/i,
ci ritroviamo di nuovo per vivere
insieme, pur se ognuno/a nel suo luogo di missione, la Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù
fonte di acqua viva, di vita e di grazia per ciascuna/o di noi.
E’ un nuovo invito che ci viene rivolto
perché accogliamo e scegliamo percorsi e cammini di vita nell’“oggi di Dio” che
ci è dato di vivere.
“Ma se camminiamo nella luce, come Egli è nella luce,
siamo in comunione gli uni con gli altri,
e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni
peccato”
(1Gv 1,7)
Davvero dobbiamo ringraziare il Signore che ci dona vita e vita in
abbondanza qualora ci lasciamo guidare dal Suo Spirito e viviamo i nostri
giorni dentro il mistero del suo amore e della sua tenerezza, che cambiano il
nostro cuore di pietra in un cuore di carne. Ed un cuore di carne è un cuore
che vive la comunione.
Suggerisco, a questo proposito, prendendo dagli scritti di P. Albino,
quanto segue:
“Le condizioni per “fare comunione”:
1) Umiltà
sul piano umano e sul piano cristiano: è la condizione assoluta, voluta da Dio,
per suscitare ovunque, negli uomini e in Dio stesso la compiacenza, la
benevolenza, l’aiuto, il dono di ogni interesse per “fare comunione”. E, nella
“comunione”, per arrivare ad ogni bene.
2) Fare atti di
“comunione”, farne molti, proprio molti, per quanto ordinari ed insignificanti.
Farli con il cuore, nella piena sincerità, con la più grande magnanimità.
3) Se ci capitasse
di mancare alla “comunione” con chi ci sta d’attorno e, più largamente con i
fratelli,
… facciamo entrare con decisa umiltà l’accusa
delle nostre mancanze contro la “comunione”: una parola amara, un giudizio
azzardato, un pettegolezzo, un aiuto o anche solo un sorriso mancato. Poi,
purificati dalla nostra colpa, potremo “ritornare a presentare la nostra
offerta” ( Mt. 5, 24 ).
E un altro aspetto per accogliere cammini di vita nuova è il servizio come ci suggerisce Papa
Francesco: “Siate gioiosi, mai tristi. Gioiosi. Con la
gioia del servizio di Cristo, anche in mezzo alle sofferenze, alle
incomprensioni, ai propri peccati”. … La Chiesa sia in piedi e in
cammino, in ascolto delle inquietudini della gente e sempre nella gioia. “Ma
per evangelizzare, 'alzati e va'. Non dice: 'Rimani seduta, tranquilla, a casa
tua': no! La Chiesa sempre per essere fedele al Signore deve essere in piedi e
in cammino: 'Alzati e va'.
Una
Chiesa che non si alza, che non è in cammino, si ammala … finisce
chiusa con tanti traumi psicologici e spirituali, “chiusa nel piccolo mondo
delle chiacchiere, delle cose… chiusa, senza orizzonti”. “Alzati e va’, in
piedi e in cammino. Così deve agire la Chiesa nell’evangelizzazione”… .
Ai neo sacerdoti
ma, anche a noi tutti ed in particolare a noi, missionarie e familiares dice: “Tra i compiti del sacerdote uno “forse
noioso, anche doloroso” è “quello di andare a trovare gli ammalati”: “Fatelo, voi. Sì, sta bene che vadano i fedeli
laici, i diaconi, ma non lasciate di toccare la carne di Cristo sofferente
negli ammalati: questo santifica voi, vi avvicina al Cristo” (cfr News.Va).
Siamo chiamate ad
aprire la porta del nostro cuore e della nostra interiorità per unificare la
nostra persona: “Lasciarsi
istruire, riconoscere i movimenti dello Spirito in noi, … aderirvi, fa parte della vita del cuore profondo. E’
nel cuore che si comprendono le cose del regno, che si impara come integrare la
vita dello Spirito nella propria umanità. … aprire la propria terra interiore
nella sua totalità alla presenza del Cristo, alla vita dello Spirito (Ap.
3,20), è molto unificante, una circolazione viva, un soffio che parte dal cuore
e si espande nella psiche e nel corpo.” (Simone Pacot, Torna alla vita, pp. 253-254, ed. Queriniana)
Il mio augurio è che
viviamo sempre più convinte il dono di Dio che abbiamo nelle nostre mani e che
il Signore ci ha elargito abbondantemente dal Suo Cuore Trafitto perché
possiamo continuare a stimolarci ed a sostenerci a vicenda con una vita
generosa e piena di opere buone.
In
comunione.
Martina