Realizzata
Intervista a Maria Justina Carneiro
Raccontaci
un po’ di te, della tua famiglia, della tua parrocchia…, la storia della tua
vocazione…come hai conosciuto la Compagnia Missionaria…
A dodici anni ero già impegnata nella catechesi
e partecipavo a vari iniziative parrocchiali…avevo e ho una famiglia che amo e
mi sento amata. Sentivo però che questo non mi bastava, non mi sentivo
realizzata. Un giorno, il mio parroco (p. Mario Barbosa), mi fece un invito per
partecipare a un incontro di giovani che si realizzava a Porto. Era l’agosto
del 1983. Un incontro che iniziava il venerdì sera e terminava la domenica. Una
vera avventura per me, perché era la prima volta che mi allontanavo da casa. Avevo
22 anni. A questo incontro andai insieme a Gloria( in seguito anche lei
sarebbe poi diventata missionaria).
Quando arrivammo a Porto, accompagnate da
Serafina, io mi sentivo emozionata e vivevo dentro me una
grande aspettativa per sapere cosa sarebbe successo, dato che venivamo da un
ambiente rurale ed era la prima volta che partecipavamo a questo tipo di attività.
A sera, mentre contemplavamo dalla nostra casa
di rua Miguel Bombarda, il paesaggio e poco lontano la torre dos “Clerigos” dissi
a Gloria: “questa sarà la prima ed ultima volta che mi vedranno ancora qui!”: A
poche ore di assenza da casa mia già mi sentivo triste e con “saudade”=
nostalgia della mia famiglia!!!Durante la notte dormii poco anche perché fui
invasa dalle tante zanzare che c’erano. Cercavo di prenderle quando mi accorsi
che invece avevo svegliato Gloria , mia
compagna di camera.
Il giorno seguente partecipammo all’incontro
guidato da Padre Antonio Augusto SCJ. Due cose mi colpirono molto: la veglia di
preghiera il sabato sera, prolungata fino a tarda ora della notte e la gioia e
serenità delle missionarie che vivevano lì nella casa. Soprattutto Teresa
Castro. Questo è stato quanto il Signore aveva preparato per me per farmi
pensare. Sì, Teresa è stata la
missionaria che più mi aveva impressionato positivamente.
Alla domenica l’incontro si concluse con una
“chiave d’oro”: la celebrazione dell’Eucarestia!!! Io, che poche ore prima avevo detto che non sarei più
tornata in questo gruppo… mi successe che durante l’Eucarestia, che quel giorno
proclamava la parabola dei talenti , mi sentii subito identificata con colui
che era andato a sotterrare il talento…
Venne il momento di andare a pranzo ed io con
tutte queste emozioni sono scoppiata in lacrime. Tutti i presenti mi guardavano
sorpresi, perché erano abituati a vedermi sempre allegra e serena, mentre in
questo momento avevano davanti a
loro una persona che piangeva a dirotto,
come fosse la Maddalena! Nel vedere che alcuni dei presenti mi volevano
consolare, p. Antonio Augusto fece cenno di lasciarmi sola nel mio “dolore”. E
fu così, perché egli aveva già capito quale era il motivo e aveva già programmato in cuor suo di dialogare con me…
Una cosa avevo capito: Dio mi chiamava a vivere
qualcosa di più di quanto già facevo. Dopo due anni di ricerca, ho sentito che
Dio mi chiamava a vivere la consacrazione secolare nella Compagnia Missionaria.
Così l’8 dicembre del 1985 sono entrata in questo Istituto.. Adesso rendo
grazie a Dio per avermi chiamata a vivere questo stile di vita, perché qui mi
sento realizzata e mi sento al mio posto.
Il tuo
gruppo di appartenenza: faccelo conoscere un po’ di più…
Il mio gruppo mi è molto caro. Le missionarie che lo compongono
pur nella diversità,sono un tesoro! Con loro io cammino nella fede, nella
comunione, nella preghiera, nella gioia, nella semplicità, nell’amicizia, nella
docilità allo Spirito nel servizio, nell’offerta e nella donazione. Sento che per tutto questo
ci vogliamo bene e ci rispettiamo una con l’altra. Riassumendo: il mio gruppo
mi piace. Siamo donne normali e questo non vuol dire che siano tutte rose;
abbiamo momenti di armonia e momenti di
difficoltà, comuni della vita quotidiana di tutti.
Come
ricordi il tuo inserimento…il tuo inizio?
Durante il giorno lavoravo e a sera ho
cominciato anche a studiare. Inoltre ero impegnata in parrocchia, nella
formazione, studio e lavoro e anche dovevo accudire alla casa. Nonostante tutto
questo, è stato però un periodo molto bello anche se esigente. Ho sentito la
presenza di Dio soprattutto nei momenti di prova. Ho sentito che Dio non ci
abbandona e mi ha dato sempre la forza attraverso la preghiera, la meditazione
della parola, le persone che mi ha messo vicino nel mio cammino. Lui era lì.
Momenti che riassumo in quella frase di quella poesia: “Orme sulla sabbia” dove
dice: “E proprio in questi momenti, di
difficoltà, che io sono con te e ti porto sulle mie spalle…”
Ricordo il giorno che feci la mia prima
consacrazione. Mi chiesero come mi sentivo ed io risposi:”sono
la sposa più felice del mondo!”.
Con l’aiuto di Dio ancora oggi sento che posso
ripetere: “sono la sposa più felice del mondo. Perché tutto posso in Colui che
mi conforta.
Il sogno
di Papa Francesco: una Chiesa “in uscita”. Come gruppo CM come vivete la
missionarietà nel contesto portoghese e
ad “Gentes”?
Come gruppo viviamo la missionarietà in famiglia
assistendo i malati e anziani, e appoggiamo anche le missionarie più fragili,
sia per problemi di salute sia per altre situazioni delicate. Siamo presenti
nella parrocchia, nell’animazione vocazionale. Diamo la nostra collaborazione
anche alla missione “ad Gentes”: Bina è in Guinea Bissau ( Africa) , Serafina
presta il suo servizio nel Consiglio Centrale della Compagnia Missionaria in
Italia ed Elvira anche lei è in Italia. Vedo il nostro gruppo aperto e
sensibile a questa realtà missionaria. Oltre a queste presenze , devo dire che
altre missionarie portoghesi hanno fatto la loro esperienza in terra di
missione come il Mozambico, Brasile, Guinea Bissau…
La tua
esperienza con i giovani…qual è il tuo attuale impegno in questa realtà ?Cosa
si aspettano i giovani da noi consacrate?
Nella mia esperienza ho sempre camminato di pari
passo con i giovani della parrocchia, soprattutto nell’animazione vocazionale.
In questo momento per problema di salute
ho chiesto al mio parroco di potermi staccare per un periodo da questo impegno, almeno fin tanto che mi
ristabilisca bene. Intanto offro questa mia sofferenza fisica per questa
intenzione. Per l’esperienza che ho credo che i giovani oggi aspettino da noi
consacrate accoglienza, ascolto,
disponibilità,rispetto comprensione, gioia, serenità…e per finire essere
portatrici della misericordia di Dio che è Amore.
Nella
Compagnia Missionaria si parla molto di comunione e missione, aspetti della
nostra spiritualità. Come declineresti concretamente questi valori importanti
per noi membri della Compagnia Missionaria?
“La nostra missione, come la spiritualità,
nasce e si alimenta al Cuore di Cristo.
Il costato trafitto è come un epilogo che riassume ed insieme suggella tutto
l’ineffabile mistero dell’amore divino, che si è donato nel Cristo e che nella
sua efficacia, perdura perenne nella Chiesa”.(Statuto n. 11).
Per prima cosa dobbiamo dare il primato
all’Amato. Solo così possiamo vivere la vita di amore a Dio e con i fratelli.
Essere portatrici dell’amore di Cristo con noi stesse e con quanti ci stanno
vicini. Siamo chiamate ad essere portatrici dell’amore misericordioso,
portatrici di pace, di gioia, di serenità, onestà, di responsabilità, di
rispetto mutuo, di accoglienza…perché la testimonianza trascina e le parole
invece si perdono nel nulla, le porta via il vento.
Qual è
l’augurio per tutti noi in questo anno appena terminato, della misericordia?
Abbiamo vissuto
un anno dedicato alla misericordia:
mi auguro che sia stato certamente per tutti noi un tempo misericordioso, prima di tutto
con noi stessi, ma anche per il nostro prossimo: famiglia, gruppo, per tutti quelli che vivono accanto a noi. Ma mi
auguro che questo atteggiamento di misericordia, non sia stato vissuto
solamente per quest’anno, ma che sia un inizio,
come un “aperitivo”, per continuare a crescere nella misericordia, per
essere sempre più simili al nostro Maestro.
Rendo grazie a Dio per la mia famiglia naturale
e spirituale e per essere chiamata a seguire Cristo da vicino nella Compagnia Missionaria.
Termino con questo messaggio a me tanto caro:
Solamente
Dio è…ma tu puoi…
Solo Dio può dare la
fede, ma tu puoi dare la tua testimonianza.
Solo Dio può dare speranza, ma tu puoi comunicare speranza
ai tuoi fratelli.
Solo Dio può dare amore, ma tu puoi insegnare agli altri ad
amare.
Solo Dio può fare forza, ma tu puoi donare coraggio a uno
scoraggiato.
Solo Dio è il cammino, ma tu puoi indicare questo cammino
agli altri.
Solo Dio è luce, ma tu puoi fare brillare questa luce agli
occhi degli altri.
Solo Dio è Vita, ma tu puoi comunicare agli altri il
desiderio di vivere.
Solo Dio può fare ciò che sembra impossibile, ma tu puoi
fare il possibile.
Solo Dio basta a se stesso, ma Lui preferisce aver bisogno di te…
a cura di
Santina Pirovano