Sabato 11 Marzo come gruppo CM Lombardia Liguria ( familiares e missionarie), abbiamo vissuto con un gruppo di amici la festa dell'Eccomi. E' stato bello preparare insieme questo evento ed è stato bello presentarci così come siamo: laiche/i che vivono diverse realtà condividendo la spiritualità che li rende famiglia all'interno della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore. Abbiamo voluto presentare con dei power point e due video le nostre realtà: i familiares, le missionarie, come entrambi viviamo l'Eccomi e la missione là dove il Signore ci chiama. Non abbiamo offerto una conferenza bella e arricchente tenuta da qualche padre come solitamente avviene; abbiamo voluto inviare il messaggio che chiunque è chiamato a fare della sua vita un Eccomi. Nell'immaginario collettivo le missionarie o i missionari, sono eroi che lasciato tutto.: casa, lavoro , affetti..., si trasferiscono in Paesi poveri per aiutare e portare Cristo a poveretti bisognosi di tutto, salvo poi, scoprire che Cristo lo si incontra lì e che quello che si porta è proprio poco rispetto a quello che si riceve. Si pensa di non essere in grado di appartenere a questa schiera di eroi e si fa quel che si può raccogliendo soldi per qualche progetto, visitando l'amica missionaria e raccontare poi in che stato di indigenza l'ha portata a vivere la sua scelta ( o il suo sì), tutto in perfetta buona fede ; non vorrei essere fraintesa. Quello, però, che mi è sembrato un messaggio bellissimo e forte , è stata la conclusione di un'intervista di Anna Maria Berta che abbiamo presentato come video, in cui dice: “ [...]la donna africana va aiutata ma va soprattutto amata”. Questa è la chiave giusta per vivere la missione: AMARE. Vuol dire diffondere ed effondere l'amore come un olio profumato. Andare incontro all'altro con le nostre fragilità e le nostre paure e accogliere le sue fragilità e le sue paure. Maria con il sui SI ha vinto le sue e ha contribuito a cambiare il mondo.
Il messaggio è ,quindi
, che ognuno di noi: missionarie, familiares, cristiani, uomini e donne di
buona volontà, è chiamato a dire il suo SI' dove la vita lo pone, sia l'Africa,
L'America Latina ,L'Asia, una città della Liguria o un piccolo paese del
Piemonte. Ovunque “ dobbiamo imparare a penetrare le cose e trovarci Dio” (
Master Ekard) ed a accoglierlo, aggiungo io; l'Africa ci viene incontro e noi
ne abbiamo paura, vediamo un nemico e ci chiudiamo a riccio e non ci accorgiamo che questo atteggiamento
ci porta alla morte. Noi realizziamo la nostra umanità quando sappiamo entrare
in relazione, quando si esce da se stessi per vivere in comunione con Dio, con
gli altri, con l'ambiente( cfr LS 240). Chiedo scusa, mi sono fatta prendere la
mano dalle mie riflessioni e forse sono uscita dal “seminato” però credo sia
stato bello presentare i nostri Pawr point con l'intento di cui sopra. Subito
non c'è stata una grande risonanza ma nel momento conviviale che è seguito,
parlando a tu per tu con alcune persone si è proprio giunti a questo: il
Signore chiama tutti e alla nostra risposta generosa segue la scoperta che il
regno di Dio è anche nell 'infinitamente piccolo delle cose che ci circondano e
che non vi sono eroi irraggiungibili e mediocri scontenti.
Termino con:
C'è una buona notizia e una cattiva.
La prima è che anche in un mondo dominato
da titanici centri di potere finanziario,
costruire il bene comune e accrescere la possibilità
di decidere veramente delle nostre vite è ancora possibile.
La seconda è che non possiamo farlo mettendo semplicemente
una croce su una scheda e poi tornare a guardare le TV.
( Noam Chomsky)
Maria Dolores Biggio.