La nostra parrocchia ha come patrona la Madonna di Fatima. Per questo anche la nostra comunità insieme a tutta la chiesa ricorda e celebra i cento anni dell’apparizione a Fatima.
In uno dei
nostri primi Consigli Pastorali ricordo che ci siamo scambiati tante idee e
proposte per capire come organizzare questo avvenimento: processioni, messe,
adorazioni, incontri, recita del Rosario
ecc. Tutte buone idee, però a me sembrava che mancasse un gesto missionario, che ci portasse a contatto con la gente,
semplice della parrocchia. Ho proposto anch’io il mio suggerimento: forse bisognava organizzare una messa
vicina alla gente che abita in campagna, la recita del rosario nelle varie
vie...cioè organizzare iniziative che ci aiutassero a riflettere su quanto
aveva detto il Papa: “Chiesa in uscita”. Ci siamo quindi orientate così: portare la statua della Madonna in alcune
realtà del territorio:una sua visita agli ammalati,alle famiglie,alle comunità e ad alcune istituzioni sociali che
appartengono al territorio della parrocchia. Siccome in parrocchia abbiamo
quattro statue della Madonna ci sembrava facile organizzare questa iniziativa.
Questa idea l’avevo proposta io e per questo, ho dovuto incaricarmi almeno di
una delle staute della Madonna da portare in pellegrinaggio alle istituzioni
sociali del territorio parrocchiale. Così, senza volerlo mi è arrivata questa
“missione”. Ho affidato questa esperienza alla Vergine Madre, la grande
missionaria, che si mette in cammino per andare incontro ad Elisabetta, per
aiutarla, per condividere con lei la sua gioia, i suoi timori, il suo Ecce Ancilla. Maria è la prima
missionaria che ascolta il suo impulso di uscire all’incontro con gli altri:”In quei giorni, Maria si alzò e andò in
fretta verso la regione montuosa...” (Lc.1,39).Portare la statua della
Madonna è un’esperienza molto bella e profonda; le istituzioni, anche quelle
che non partecipano alle iniziative
della Chiesa, si sono mostrate molto interessate ad accogliere la statua: nelle
case di riposo degli anziani, le case di accoglienza di ragazze madri, le
persone che si trovano nelle case di cura...
Per tutto
questo, credo di poter affermare che la Vergine Maria è presente in questa
nostra culura, lo si nota da questa
capacità recettiva che la gente ha nell’accoglierla:”Quale madre di tutti, è segno di speranza per i popoli che soffrono i
dolori del parto finchè non germigli la giustizia. E’ la missionaria che si
avvicina a noi per accompagnarci nella vita, aprendo i cuori alla fede con il
suo affetto materno”. (Evangelii gaudim n. 286).
Le persone
che visitiamo possono non essere dei cristiani che frequentano la chiesa, però
il rispetto e l’accoglienza che dimostrano sono segni evidenti in questa gente semplice che finora
abbiamo visitato. Parlo al plurale, perchè le visite che abbiamo organizzato con il gruppo della Catechesi
Familiare, ha suscitato in tutti questo spirito missionario; è la Vergine
insieme alle famiglie che vanno in queste istituzioni, nei settori più poveri, agli anziani, a incontrare
la gente che si trova nelle case di cura, le ragazze madri...tutte ci
ringraziano per la preghiera che facciamo, per la visita, per la semplicità
della condivisione.Le persone coinvolte in questa iniziativa, per qualcuna di loro, è forse la prima volta
che fanno questo “gesto missionario”
verso gente più povera e confermano che
questa esperienza le ha rese più forti. Questo è un regalo della Vergine di
Fatima che ci ha coinvolte in questo modo nel mistero di fede e di amore, e ci
ha portato più a vicino a Gesù.
Continueremo
questo pellegrinaggio con Maria fino ad ottobre, pregando, condividendo una
tazza di tè, il dialogo, le esperienze della vita, testimoniando nel nostro
cammino i “miracoli” che incontriamo in ogni nostra visita fatta insieme a
Maria, nostra Madre, guida e custode.