Rendimento di grazie
La chiesa
era ornata con i fiori. Le nostre icone e la foto di p. Albino erano vicino
all’altare insieme con un vaso di fiori con cinque nastri corrispondenti a
ciascun continente. Alla porta di ingresso c’erano cartelloni che fanno
riferimento alla presenza della CM nel mondo e all’evento che stavamo
commemorando.
Durante la
celebrazione, nell’omelia, la missionaria Teresa Freitas e il familiaris João
Carlos Spinola sono stati invitati a dare la loro testimonianza. Hanno spiegato
come sentono l’essere missionaria e familiaris e della missione della CM nella
società.
Dopo la
comunione, il Padre Pascoal ha invitato missionarie e familiares ad avvicinarsi
all’altare e insieme abbiamo recitato la preghiera di ringraziamento per i 50
anni della CM in Portogallo e per i 60 anni della fondazione a Bologna
(Italia).
La
celebrazione è stata animata dal coro della parrocchia e infine è stato distribuito
un depliant divulgativo del nostro Istituto.
In comunione
Missionarie e familiares di Madeira
Riandare con la memoria all’anno dedicato alla lode e all’azione di grazie
Confesso che in questo momento non mi è facile fermarmi per rievocare tutto ciò che è successo nell’anno che si è appena concluso, in cui abbiamo fatto memoria dei 50 anni di presenza CM in Portogallo e di quanto ciò ha significato, e continua a significare per noi. Gli impegni quotidiani ci sollecitano ad andare avanti ed è necessaria una grande resistenza per fare questa sosta e perché il nostro sguardo si volga indietro.
Ecco quanto fu
progettato
Devo dire
che noi abbiamo iniziato la programmazione di questo cinquantenario con un buon
margine di tempo. Nel mio dossier conservo una lettera inviata al gruppo
(datata 4 gennaio 2016) in cui scrivevo: “Siamo
all’inizio del nuovo anno, un anno segnato da molti eventi: il Giubileo della
Misericordia, la chiusura dell’anno dedicato alla Vita Consacrata, l’inizio del
50° anniversario della presenza della CM in Portogallo. Sono motivi che ci
invitano alla lode e alla gratitudine
verso Dio, ma che pure ci sollecitano all’approfondimento e all’impegno
personale e dell’Istituto. (...) Abbiamo segnato in agenda l’incontro
dell’equipe del 50° anniversario per il
giorno 7 marzo. In questa data vorremmo elaborare il programma nel modo più
completo possibile.” E, a dire il vero, per quanto dipendeva da noi, quasi
tutto fu deciso in quel primo incontro.
Avevamo
chiaro, fin dall’inizio, che non volevamo che fosse solo un anno di
celebrazioni, ma innanzitutto un anno di rendimento di grazie per la presenza
costante di Dio nella nostra vita e nella nostra storia, seminato di alcune azioni che ci portassero
ad un maggiore senso di appartenenza all’Istituto e ad un progetto più incisivo
di quanto ci era stato concesso di vivere fino ad oggi.
Per prima
cosa decidemmo le date di inizio e fine dell’anno da commemorare: dall’ 8 ottobre 2016 all’8 ottobre 2017. Senza il minimo dubbio, pensammo
anche che avrebbe dato un significato pregnante inaugurare l’anno nella
parrocchia di Nossa Senhora da Boavista, affida ai padri dehoniani; una realtà
molto legata all’origine della CM a Porto. E così è avvenuto. Oltre a date e
incontri c’era pure il desiderio di fare alcune pubblicazioni: la stampa di un
opuscolo di presentazione della Compagnia Missionaria, che doveva essere pronto
prima dell’apertura del 50° anniversario; la preparazione di un certo numero di
locandine per realizzare una specie di esposizione itinerante della CM e che,
di fatto, ci servirono nelle varie celebrazioni; un segnalibro destinato a
lasciare un piccolo ricordo a tutti i partecipanti all’una o all’altra
celebrazione. Anche se tra il dire e il fare ….c’è di mezzo il mare, riuscimmo
a concretizzare tutti questi piccoli sogni/progetti.
Oltre alle
due date di apertura e chiusura, altre si concretizzarono lungo il corso
dell’anno. Una delle prime fu quella del Corso di Formazione Permanente che
realizzammo a Porto dal 25 al 28
febbraio 2017. Il tema scelto era consono con quanto stavamo vivendo: Far memoria. La presenza di Luisa Chierici, che venne
a Porto alcuni giorni a condividere la sua esperienza di vita degli inizi della
CM in Portogallo, fu un momento molto importante per tutto il gruppo.
Proprio in
quella circostanza fummo ospiti della parrocchia di Nossa Senhora da Vitòria,
situata nel cuore della città di Porto e dove diverse generazioni di
missionarie avevano dato un apporto spirituale significativo. La celebrazione
dell’eucaristia domenicale, il pranzo che la parrocchia stessa ci offrì e
l’affetto che ci dimostrarono, fu importante per tutte: per quelle che vi
avevano lavorato e anche per quante non conoscevano direttamente questa realtà;
credo anche che non fu indifferente nemmeno per le persone che vi
parteciparono. Il tema dei giorni della formazione permise di conoscere meglio
tutta la CM e, come disse una di loro, “fare
della storia della CM la nostra storia”. Si sottolineò l’importanza di parlare del passato in tutta verità, di
ringraziare Dio per tutto, anche per le sofferenze. Contestualizzando la
nascita della CM, abbiamo visto un video sul Vaticano II e anche sul “Maggio
del ‘68”, accadimenti che ci hanno aiutato a meglio comprendere l’humus in cui
il nostro Istituto era nato e cresciuto. Il clima di famiglia, di amicizia, di
gioia e di comunione fu molto
positivo e ci permise di partire con un rinnovato ardore missionario.
All’inizio di febbraio, nei giorni 3, 4 e
5, fummo ad Almalaguês, il mio paese d’origine. Nella mia parrocchia furono
programmate: una veglia vocazionale, un’adorazione eucaristica, una
celebrazione eucaristica, cose molto semplici ma che ebbero lo scopo di riunire
il maggior numero possibile di amici, di conoscenti, di persone con cui ci
eravamo frequentate nel corso degli anni per dare lode e rendere grazie a Dio.
In maggio fummo a Sanfins, la parrocchia
di Gloria e di Justina. Celebrammo i 25 anni di consacrazione di Gloria e i 50
anni di presenza della CM in Portogallo realizzando un incontro con bambini e
adolescenti del catechismo, l’adorazione eucaristica, la partecipazione
all’Eucarestia domenicale, il pranzo con i parenti e gli amici di Gloria. Penso
che fu una presenza stile CM, semplice, simpatica, che lasciò una buona
impressione in tutti, anche nel parroco.
L’imprevedibile
che accade
Nella
nostra vita ci sono cose che noi programmiamo e che ci sforziamo di realizzare,
e sono importanti, e c’é l’imprevedibile che, all’occhio di un credente, può essere considerato un intervento gratuito
di Dio e del suo Spirito, nel tessuto molte volte ruvido e sbiadito della
nostra vita e della nostra storia. Voglio ricordare tre cose che mi parve
potessero entrare in questa classificazione: - in primo luogo il progetto di
vendere la nostra casa di Via R. Miguel Bombarda, nostra culla da 50 anni e di
conseguenza la ricerca di una casa nuova, che potesse servire alle esigenze di
tutto il gruppo; - il dono di una nuova vocazione che è germogliata nel gruppo
di Funchal e che abbiamo accolto come un prezioso dono di anniversario; -
l’arrivo di tre missionarie africane: due mozambicane e una della Guinea
Bissau, che trascorsero con noi la settimana importante degli esercizi
spirituali e alcuni giorni dell’estate. Senza togliere importanza a tutto
quanto fu programmato, penso che questi fatti siano stati quelli che considero
più importanti e che hanno avuto o avranno un peso maggiore e una maggior
fecondità nel nostro futuro.
Sulla casa
non spenderei molte parole; ne parlammo già altre volte. Ne fu una prova la
coesione del gruppo, inoltre fu una decisione maturata dopo una discussione
forte e sentita (noi siamo sempre state persone senza la paura di esporre il
proprio parere e di esprimere la propria sensibilità) e l’argomento era
veramente importante; ma trascorsi alcuni mesi dal trasferimento al nuovo
spazio della nostra presenza in questa “invitta” città, penso di poter affermare che il cambio
di casa fu una decisione saggia, la cui fecondità si vedrà ancor meglio in
futuro. La casa è spaziosa, molto luminosa e, se non ha il giardino, ha un
grande cortile ed un terrazzo dove possiamo accogliere i nostri parenti e amici
- ed eravamo più di 100 nel giorno della conclusione del 50º -, conclusione
avvenuta, come previsto, l’8 ottobre 2017 e nello spazio imprevisto
della nuova casa. Ho già raccontato di questo evento nell’ultimo numero di
“Vinculum” e perciò non mi dilungo oltre. Vorrei soltanto ricordare ciò che Dom Augusto de Azevedo, Vescovo
Ausiliare di Porto e responsabile diocesano per la vita consacrata, disse
nell’omelia della messa. Parlò degli Istituti Secolari come di un nuovo
germoglio nel frutteto della Chiesa, destinati a dare frutti per il bene della
Chiesa stessa e del mondo. La novità di
questo germoglio consisteva e tuttora consiste nella sintesi tra la secolarità e
la consacrazione. È questo ciò che di più specifico possono dire al mondo,
soprattutto in un’epoca come la nostra in
Voglio
associare a questo 50º l’entrata di Teresa Ornelas nel nostro Istituto e
desideravo che lei si sentisse dono di Dio alla nostra Famiglia in questo
anniversario; ma mi sarebbe anche paciuto che la accogliessimo proprio come una
primizia in questo tempo di carestia di vocazioni e che esternassimo la nostra
gratitudine al Signore per lei.
Continueremo
a lavorare e a pregare per il dono di nuove vocazioni, ma non dimentichiamoci
di essere riconoscenti per quanto il
Signore ci ha giá dato e ci sta dando ancora. L’altro dono, pure abbastanza
inatteso, fu la venuta delle missionarie africane. Riflettendo su questa
esperienza, abbiamo espresso il desiderio che non fosse un evento sporadico, ma
che si trasformasse in inizio di un nuovo stile. Appena possibile, per un periodo più o meno lungo, che altre possano venire e
condividere con ni il dono della loro giovane etá. Abbiamo già espresso questo
desiderio al Consilio centrale, ora aspettiamo con fiducia il momento opportuno
per realizzarlo.
Ci saranno
forse altri doni, come ad esempio una maggior
reciprocità vissuta all’interno della Famiglia dehoniana, con i SCJ, frutto del 50º ? o
anche i passi fatti per una maggiore
conoscenza e stima reciproca? In un tempo favorevole? Non lo so, ma mi fa
piacere riconoscerlo ed essere riconoscente. Forse c’è altro da concretizzare;
avevamo sognato un maggiore coinvolgimento di giovani, un evento che fosse loro
interamente dedicato e che loro potessero vivere da protagonisti. Ma non fu
possibile realizzarlo. È ancora forte in noi il desiderio di continuare ad
avvicinarci al mondo dei giovani, provocate anche dalla realizzazione del
prossimo Sinodo che ha per tema: I
giovani, la fede e il discernimento vocazionale. È questo il filone dei
nostri incontri mensili, guidati da Padre Umberto Matins, dehoniano e esperto di pastorale giovanile. Un filone
che, ne sono certa, darà i suoi frutti.
Maria Lúcia Amado Correia