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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
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50 anni di presenza CM in Portogallo
Posted by Compagnia Missionaria

Rendimento di grazie

Il 21 ottobre 2017 abbiamo celebrato i 50 anni della Compagnia Missionaria in Portogallo. I membri della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore e amici si sono riuniti nella celebrazione eucaristica di ringraziamento, nella parrocchia di Nostra Signora del Soccorso, alle 17,30, a Funchal, per c elebrare questo evento. Era il vespro della Giornata Missionaria Mondiale: missionarie e familiares hanno preparato la chiesa perché non fosse solo un momento di ringraziamento, ma un modo di far conoscere il Nostro Istituto alla comunità.

La chiesa era ornata con i fiori. Le nostre icone e la foto di p. Albino erano vicino all’altare insieme con un vaso di fiori con cinque nastri corrispondenti a ciascun continente. Alla porta di ingresso c’erano cartelloni che fanno riferimento alla presenza della CM nel mondo e all’evento che stavamo commemorando.

Durante la celebrazione, nell’omelia, la missionaria Teresa Freitas e il familiaris João Carlos Spinola sono stati invitati a dare la loro testimonianza. Hanno spiegato come sentono l’essere missionaria e familiaris e della missione della CM nella società.

Dopo la comunione, il Padre Pascoal ha invitato missionarie e familiares ad avvicinarsi all’altare e insieme abbiamo recitato la preghiera di ringraziamento per i 50 anni della CM in Portogallo e per i 60 anni della fondazione a Bologna (Italia).

La celebrazione è stata animata dal coro della parrocchia e infine è stato distribuito un depliant divulgativo del nostro Istituto.

In comunione

Missionarie e familiares di Madeira

Riandare con la memoria all’anno dedicato alla lode e all’azione di grazie

Confesso che in questo momento non mi è facile fermarmi per rievocare tutto ciò che è successo nell’anno che si è appena concluso, in cui abbiamo fatto memoria dei 50 anni di presenza CM in Portogallo e di quanto ciò ha significato, e continua a significare per noi. Gli impegni quotidiani ci sollecitano ad andare avanti ed è necessaria una grande resistenza per fare questa sosta e perché il nostro sguardo si volga indietro.

Ecco quanto fu progettato

Devo dire che noi abbiamo iniziato la programmazione di questo cinquantenario con un buon margine di tempo. Nel mio dossier conservo una lettera inviata al gruppo (datata 4 gennaio 2016) in cui scrivevo: “Siamo all’inizio del nuovo anno, un anno segnato da molti eventi: il Giubileo della Misericordia, la chiusura dell’anno dedicato alla Vita Consacrata, l’inizio del 50° anniversario della presenza della CM in Portogallo. Sono motivi che ci invitano alla lode e alla gratitudine verso Dio, ma che pure ci sollecitano all’approfondimento e all’impegno personale e dell’Istituto. (...) Abbiamo segnato in agenda l’incontro dell’equipe del 50° anniversario per il giorno 7 marzo. In questa data vorremmo elaborare il programma nel modo più completo possibile.” E, a dire il vero, per quanto dipendeva da noi, quasi tutto fu deciso in quel primo incontro.

Avevamo chiaro, fin dall’inizio, che non volevamo che fosse solo un anno di celebrazioni, ma innanzitutto un anno di rendimento di grazie per la presenza costante di Dio nella nostra vita e nella nostra storia, seminato di alcune azioni che ci portassero ad un maggiore senso di appartenenza all’Istituto e ad un progetto più incisivo di quanto ci era stato concesso di vivere fino ad oggi.

Per prima cosa decidemmo le date di inizio e fine dell’anno da commemorare: dall’ 8 ottobre 2016 all’8 ottobre 2017. Senza il minimo dubbio, pensammo anche che avrebbe dato un significato pregnante inaugurare l’anno nella parrocchia di Nossa Senhora da Boavista, affida ai padri dehoniani; una realtà molto legata all’origine della CM a Porto. E così è avvenuto. Oltre a date e incontri c’era pure il desiderio di fare alcune pubblicazioni: la stampa di un opuscolo di presentazione della Compagnia Missionaria, che doveva essere pronto prima dell’apertura del 50° anniversario; la preparazione di un certo numero di locandine per realizzare una specie di esposizione itinerante della CM e che, di fatto, ci servirono nelle varie celebrazioni; un segnalibro destinato a lasciare un piccolo ricordo a tutti i partecipanti all’una o all’altra celebrazione. Anche se tra il dire e il fare ….c’è di mezzo il mare, riuscimmo a concretizzare tutti questi piccoli sogni/progetti.

Oltre alle due date di apertura e chiusura, altre si concretizzarono lungo il corso dell’anno. Una delle prime fu quella del Corso di Formazione Permanente che realizzammo a Porto dal 25 al 28 febbraio 2017. Il tema scelto era consono con quanto stavamo vivendo: Far memoria. La presenza di Luisa Chierici, che venne a Porto alcuni giorni a condividere la sua esperienza di vita degli inizi della CM in Portogallo, fu un momento molto importante per tutto il gruppo.

Proprio in quella circostanza fummo ospiti della parrocchia di Nossa Senhora da Vitòria, situata nel cuore della città di Porto e dove diverse generazioni di missionarie avevano dato un apporto spirituale significativo. La celebrazione dell’eucaristia domenicale, il pranzo che la parrocchia stessa ci offrì e l’affetto che ci dimostrarono, fu importante per tutte: per quelle che vi avevano lavorato e anche per quante non conoscevano direttamente questa realtà; credo anche che non fu indifferente nemmeno per le persone che vi parteciparono. Il tema dei giorni della formazione permise di conoscere meglio tutta la CM e, come disse una di loro, “fare della storia della CM la nostra storia”. Si sottolineò l’importanza di parlare del passato in tutta verità, di ringraziare Dio per tutto, anche per le sofferenze. Contestualizzando la nascita della CM, abbiamo visto un video sul Vaticano II e anche sul “Maggio del ‘68”, accadimenti che ci hanno aiutato a meglio comprendere l’humus in cui il nostro Istituto era nato e cresciuto. Il clima di famiglia, di amicizia, di gioia e di comunione fu molto positivo e ci permise di partire con un rinnovato ardore missionario.

All’inizio di febbraio, nei giorni 3, 4 e 5, fummo ad Almalaguês, il mio paese d’origine. Nella mia parrocchia furono programmate: una veglia vocazionale, un’adorazione eucaristica, una celebrazione eucaristica, cose molto semplici ma che ebbero lo scopo di riunire il maggior numero possibile di amici, di conoscenti, di persone con cui ci eravamo frequentate nel corso degli anni per dare lode e rendere grazie a Dio.

In maggio fummo a Sanfins, la parrocchia di Gloria e di Justina. Celebrammo i 25 anni di consacrazione di Gloria e i 50 anni di presenza della CM in Portogallo realizzando un incontro con bambini e adolescenti del catechismo, l’adorazione eucaristica, la partecipazione all’Eucarestia domenicale, il pranzo con i parenti e gli amici di Gloria. Penso che fu una presenza stile CM, semplice, simpatica, che lasciò una buona impressione in tutti, anche nel parroco.

L’imprevedibile che accade

Nella nostra vita ci sono cose che noi programmiamo e che ci sforziamo di realizzare, e sono importanti, e c’é l’imprevedibile che, all’occhio di un credente, può essere considerato un intervento gratuito di Dio e del suo Spirito, nel tessuto molte volte ruvido e sbiadito della nostra vita e della nostra storia. Voglio ricordare tre cose che mi parve potessero entrare in questa classificazione: - in primo luogo il progetto di vendere la nostra casa di Via R. Miguel Bombarda, nostra culla da 50 anni e di conseguenza la ricerca di una casa nuova, che potesse servire alle esigenze di tutto il gruppo; - il dono di una nuova vocazione che è germogliata nel gruppo di Funchal e che abbiamo accolto come un prezioso dono di anniversario; - l’arrivo di tre missionarie africane: due mozambicane e una della Guinea Bissau, che trascorsero con noi la settimana importante degli esercizi spirituali e alcuni giorni dell’estate. Senza togliere importanza a tutto quanto fu programmato, penso che questi fatti siano stati quelli che considero più importanti e che hanno avuto o avranno un peso maggiore e una maggior fecondità nel nostro futuro.

Sulla casa non spenderei molte parole; ne parlammo già altre volte. Ne fu una prova la coesione del gruppo, inoltre fu una decisione maturata dopo una discussione forte e sentita (noi siamo sempre state persone senza la paura di esporre il proprio parere e di esprimere la propria sensibilità) e l’argomento era veramente importante; ma trascorsi alcuni mesi dal trasferimento al nuovo spazio della nostra presenza in questa “invitta” città, penso di poter affermare che il cambio di casa fu una decisione saggia, la cui fecondità si vedrà ancor meglio in futuro. La casa è spaziosa, molto luminosa e, se non ha il giardino, ha un grande cortile ed un terrazzo dove possiamo accogliere i nostri parenti e amici - ed eravamo più di 100 nel giorno della conclusione del 50º -, conclusione avvenuta, come previsto, l’8 ottobre 2017 e nello spazio imprevisto della nuova casa. Ho già raccontato di questo evento nell’ultimo numero di “Vinculum” e perciò non mi dilungo oltre. Vorrei soltanto ricordare ciò che Dom Augusto de Azevedo, Vescovo Ausiliare di Porto e responsabile diocesano per la vita consacrata, disse nell’omelia della messa. Parlò degli Istituti Secolari come di un nuovo germoglio nel frutteto della Chiesa, destinati a dare frutti per il bene della Chiesa stessa e del mondo. La novità di questo germoglio consisteva e tuttora consiste nella sintesi tra la secolarità e la consacrazione. È questo ciò che di più specifico possono dire al mondo, soprattutto in un’epoca come la nostra in cui la dimensione religiosa e la fedeltà alla storia sembrano escludersi reciprocamente. La CM è uno di questi nuovi germogli e il Vescovo ci ha spinte a mettere radici nel cuore della città. Alcuni giorni dopo una nostra vicina ci ha raccontato di aver ascoltato tutta l’omelia da una finestra socchiusa e ciò che le era rimasto impresso furono ancora quelle parole: un germoglio nuovo nel cuore della città. Piaccia a Dio che lo diventiamo veramente.

Voglio associare a questo 50º l’entrata di Teresa Ornelas nel nostro Istituto e desideravo che lei si sentisse dono di Dio alla nostra Famiglia in questo anniversario; ma mi sarebbe anche paciuto che la accogliessimo proprio come una primizia in questo tempo di carestia di vocazioni e che esternassimo la nostra gratitudine al Signore per lei.

Continueremo a lavorare e a pregare per il dono di nuove vocazioni, ma non dimentichiamoci di essere riconoscenti per quanto il Signore ci ha giá dato e ci sta dando ancora. L’altro dono, pure abbastanza inatteso, fu la venuta delle missionarie africane. Riflettendo su questa esperienza, abbiamo espresso il desiderio che non fosse un evento sporadico, ma che si trasformasse in inizio di un nuovo stile. Appena possibile, per un periodo più o meno lungo, che altre possano venire e condividere con ni il dono della loro giovane etá. Abbiamo già espresso questo desiderio al Consilio centrale, ora aspettiamo con fiducia il momento opportuno per realizzarlo.

Ci saranno forse altri doni, come ad esempio una maggior reciprocità vissuta all’interno della Famiglia dehoniana, con i SCJ, frutto del 50º ? o anche i passi fatti per una maggiore conoscenza e stima reciproca? In un tempo favorevole? Non lo so, ma mi fa piacere riconoscerlo ed essere riconoscente. Forse c’è altro da concretizzare; avevamo sognato un maggiore coinvolgimento di giovani, un evento che fosse loro interamente dedicato e che loro potessero vivere da protagonisti. Ma non fu possibile realizzarlo. È ancora forte in noi il desiderio di continuare ad avvicinarci al mondo dei giovani, provocate anche dalla realizzazione del prossimo Sinodo che ha per tema: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. È questo il filone dei nostri incontri mensili, guidati da Padre Umberto Matins, dehoniano e esperto di pastorale giovanile. Un filone che, ne sono certa, darà i suoi frutti.

Maria Lúcia Amado Correia 


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