60° CM – Genova
Per continuare con gioia
Domenica 11 marzo, a Genova siamo
riusciti a festeggiare il 60° della C.M. presso la Casa del Missionario, dove
ci ritroviamo abitualmente per le riunioni mensili. E’ stata un’occasione per
fare “memoriale” degli inizi della C.M., non un semplice ricordo, come ci ha
fatto presente il Celebrante all'inizio della S. Messa.
Hanno condiviso con noi la
giornata Franca di Genova, Lucia e Orielda da Brugherio, Martina e Serafina da
Bologna e Rosy (in formazione)dal Veneto.
Dopo la recita di Lodi e
l'Adorazione, fatta pregando e riflettendo su alcune frasi scritte da p. Albino
sulla necessità del ringraziamento per i doni ricevuti, abbiamo fatto un giro
di presentazione della nostra storia personale come Familiares e Missionarie,
per far conoscere le diverse realtà della C.M. anche ad un'amica in ricerca.
A sua volta Martina ci ha
ricordato le origini, il cammino e la spiritualità della C.M.
E’ seguita la S. Messa celebrata
da Mons. Paolo Rigon, Sacerdote diocesano, che ci ha seguiti e formati per
molti anni. E’ stata una grande gioia averlo di nuovo tra noi: le sue parole,
durante l'omelia, ci hanno dato la “carica” per continuare con gioia il cammino;
ci ha spronati ad essere “luce e sale” per gli altri “conoscendo e guardando a
Gesù” nella vita di ogni giorno, con fede, attraverso la Sua Parola e con
l'esperienza della vita.
Durante la celebrazione, i
Familiares hanno rinnovato la promessa, e anche le Missionarie presenti hanno
rinnovato la loro consacrazione. Questo ci ha fatto sentire ancora più
“Famiglia”!
Dopo un piccolo rinfresco, ci
siamo lasciati con tanti baci, abbracci, ringraziamenti e arrivederci…
Un particolare ringraziamento ai
Padri Dehoniani e in particolare a P. Ambrogio che si è molto impegnato per
accoglierci.
Piera Rissotto
Una profezia, un sogno, una promessa di crescita
Avevo accolto con
gioia l’invito di andare a Genova per partecipare alle celebrazioni del 60°
anniversario della C.M. Un incontro organizzato dai familiares.
Siamo partiti il 10/03/2018 da
Bologna, in due: Martina ed io. Pioggia, neve, nebbia e un cielo grigio mi
invitavano a scoprire comunque la bellezza di un paesaggio, nonostante il sole
non brillasse e le montagne si confondessero con le nubi.
Franco Cardinale ci venne incontro all’entrata di Genova e lo seguimmo fino a casa sua: lì ci ha ospitati. Una piccola Betania quella di Dolores e Franco, tutta colori e simpatia. Li ci siamo riposati, conversando amabilmente. La sera ci ritrovammo in un ristorante con altri amici: Lucia Maistro, Orielda Tomasi, Anna Pati (Rosy), Franca Campanella e Piera Rissotto.
Durante l’intervallo arrivò don
Paolo Rigon, un amico di lunga data: entrò subito nelle dinamiche del gruppo
come l’avesse fatto da sempre.
Dopo una adorazione vissuta tra
silenzio, canto e qualche testo di riflessione, ci siamo trovati in sala da
pranzo. Grande organizzazione e collaborazione! Tutti si davano da fare, chi
nel preparare la tavole e chi cucinando: in un batter d’occhio tutto era
pronto. Ho notato una grande armonia. Anche i cinque padri dehoniani della
comunità hanno pranzato con noi. Ho notato condivisione, gioia, fraternità.
Il tema pensato e orientato dalla
responsabile generale dei Familiares, Dolores Biggio era sulla “LUCE”. Mentre
su un piccolo schermo venivano proiettati dei quadri molto belli, Dolores
leggeva dei testi appropriati di riflessioni e preghiere. Dopo il quarto testo
e la preghiera, c’è stato un momento di alta simbologia: nel buio più completo,
sono state accese ad una ad una, sette candele e poste tutte insieme davanti ad
un quadro su cui erano disegnati i sette punti del mondo in cui la C.M. è
presente. Sottofondo: una canzone di Giuni Russo ispirata a uno scritto di
Giovanni della Croce. Dolores spiegò come:
«Sette sono i paesi in cui la C.M. porta la sua luce. Sette, nella
Bibbia, è il numero simbolo della pienezza. Nessuno è escluso, tutti siamo
chiamati a “sporcarci” le mani per fare il bene e cancellare il male. E tutti
siamo chiamati ad accendere questa piccola fiamma in modo da dissipare le
tenebre». È stato un momento semplice e bello insieme. ricco di parole,
silenzi, musica e preghiera. Anche il volto dei presenti era luminoso!
Martina, la presidente della C.M. ha
poi letto un suo messaggio: «Grati a Dio, grati a coloro (vivi o defunti) che
hanno fatto vivere e nascere questa opera e che lungo questi 60 anni hanno
sperimentato come “la gioia del Signore rinnova e dà vita” e che “vivere la
comunione e la missione con cuore accogliente e misericordioso” (è il logo del 60°) è la sintesi della nostra
testimonianza che abbraccia il passato e ci proietta nel futuro».
Durante l’Eucarestia, presieduta da
don Paolo Rigon, i Familiares hanno rinnovato la loro promessa. Tutto molto
semplice e bello. Ho sentito in quel momento la presenza di p. Albino Elegante
e tutta la sua attenzione per i Familiares. Nella omelia il celebrate ci invitò
a guardare ma soprattutto a conoscere Gesù: una conoscenza interiore da
esprimere nella voglia di conoscere la sua Parola, e di condividerla. Guardare
a Gesù come una madre guarda suo figlio, lo ama e cerca di capirlo in ciò che
pensa e vuole. Un vivere come questo, ci aiuta a essere luce del mondo e sale
della terra.
A conclusione di tutto, prima di
lasciarci, ho espresso a Emo e Piera la speranza che cresca l’adesione di nuovi
amici e soprattutto cresca il coraggio di investire nella animazione
vocazionale. Questa era una delle preoccupazioni di p. Albino: «Sono molto
preoccupato con la mancanza di crescita, di espansione e della lentezza con cui
essa si realizza» (Atti della IV Assemblea Generale Ordinaria dei familiare
2005. pag. 15). Ho vissuto questa giornata come una profezia, un sogno, una
promessa di crescita; come un dono di Dio per intercessione di p. Albino, in questo
60° anno di fondazione della C.M.
Serafina Ribeiro