Intervista a Giuseppina Orlando
Presentati: di dove sei, la tua
famiglia, la tua professione…
Eccomi a voi, dopo un lungo silenzio che tuttavia non ha
mai interrotto la comunione che ho sempre sentita viva con tutta la Compagnia Missionaria, perché
tutte e tutti siete presenti in ogni mia
giornata e nella mia preghiera. Sono Giuseppina Orlando di Angri, in provincia
di Salerno e faccio parte del gruppo CM di S. Antonio Abate. Sono la nona di
dieci figli (nel Sud prima le famiglie erano molto numerose!) e di questo sono
grata al Signore ed anche un po’ orgogliosa. Ringrazio il Signore di avermi donato
genitori che non solo mi hanno donato la vita, ma l’hanno arricchita di affetto, mi hanno fatto dono del Battesimo
e fatta crescere nella fede con il loro
esempio di vita cristiana. Con semplicità mi hanno trasmesso grandi valori come
quello della preghiera che alimenta la fede, della comunione in famiglia e con gli altri, del senso di
responsabilità al proprio compito e al dovere quotidiano, dell’apertura agli
altri. Fin da bambina, quando immaginavo
il mio futuro, la mia aspirazione era di fare un lavoro che fosse di aiuto agli
altri e così la mia mente andava spontaneamente al lavoro sanitario, nel quale
avrei potuto curare, salvare vite. Più avanti negli anni ho iniziato a sentire
il desiderio di consacrarmi al Signore, ma volevo farlo rimanendo al mio posto.
E intanto mi inserivo in parrocchia
assumendo diversi impegni.
Sono diventata infermiera nel
1975 e posso dire che ho svolto sempre il mio lavoro con grande amore e passione e ne ho ricevuta
tanta gioia. Sono stata per tanti anni nel reparto di ostetricia e ginecologia
e - vedere nascere i bambini mi
allargava sempre il cuore. Tante volte mi sono ritrovata a contrastare medici
abortisti . Il Signore si è servito di me come di un suo piccolo strumento a
servizio della vita nascente. Dopo un dialogo fatto con delicatezza,
comprensione e amore con donne che volevano abortire, la mia gioia era vedere
che rinunziavano a quella scelta di morte e portavano avanti la vita dei loro
bimbi. Mi sentivo così partecipe della loro maternità, una maternità diversa!..
E così sono nati nuovi pargoli! La gioia di questo lavoro mi dava tanta
serenità che quasi non avvertivo la stanchezza dei ritmi logoranti.
Come hai conosciuto la CM…la tua
vocazione vera e propria quando cominciò? Quale fatto o aspetto determinante ti ha fatto decidere per la CM?
La mia scelta di consacrarmi al
Signore: come dicevo prima – insieme a
Giuseppina La Mura, amica carissima e quasi una sorella per me, (che il Signore
ha chiamato a sé in età ancora giovane!)- ero in ricerca di una consacrazione totale a Dio e ai fratelli,
rimanendo al mio posto. Sentivo che questa era la mia vocazione. Una
consacrazione nella secolarità. Avevo maturato questa consapevolezza dopo aver
partecipato ad una missione tenuta da francescani nella mia parrocchia.
Al termine della missione mi è
arrivato per posta un foglio della CM
dal titolo “Gioventù in cammino” dove vi era la testimonianza di una
missionaria, Cesarina Assi (allora si
definiva: “una signorina”) che mi colpì.
Per Cesarina conservo gratitudine e un
affetto particolare. Iniziai allora a prendere i primi contatti con una delle missionarie, Annalisa Calore
che si trovava al sud. Fu un dialogo amichevole, ma ancora con qualche mia
perplessità e un po’ di paura. A quel tempo padre Albino Elegante,nostro
fondatore e alcune missionarie venivano al sud per un incontro mensile sul Vangelo.
La realtà della tua vita oggi.
Che rapporto hai con il territorio, con le varie realtà che ti circondano?
La sofferenza nella mia vita è
arrivata come una sorpresa. “Le mie vie non sono le vostre vie, i miei pensieri
non sono i vostri pensieri….”. Dopo
alcuni disturbi, è arrivata la diagnosi di cancro all’intestino che ha
richiesto un primo intervento chirurgico, seguito da cicli di chemio; dopo un anno si scoprono metastasi al fegato
con secondo intervento e nuove chemio, successivamente al polmone con un nuovo
intervento e nuove terapie di chemio. Attualmente i medici hanno consigliato di
non intervenire più chirurgicamente e di continuare a tempo indeterminato un
iter di chemio, iter non facile da
gestire per gli effetti collaterali che comporta in un fisico debilitato che si
ribella. In questo cammino di sofferenza porto nel cuore le tante persone che
lo hanno condiviso con me, tante ormai già accolte nel cielo.
In questa fase della mia vita,
ringrazio il Signore per quanto mi ha donato e continua a donarmi: la vita, la
fede, la vicinanza anche con la preghiera delle mie sorelle della Compagnia
Missionaria , le tante persone che il Signore ha messo sulla mia strada, amici,
parenti, colleghi e medici, ma soprattutto mia sorella Filomena che segue con
premura e affetto i miei passi, mi accompagna e mi supporta in silenzio
provvedendo a tutti i miei bisogni e…mi
sopporta nei tanti momenti difficili e delicati.
Oggi la mia vita ha una dimensione diversa dal passato. Nel mio piccolo do ancora un piccolo contributo di servizio alla parrocchia nel Centro di ascolto e nell’Azione cattolica. Ma il più importante contributo che il Signore mi sta chiedendo è l’ offerta della mia vita e delle mie sofferenze in unione all’Ecce Venio di Cristo e all’Ecce Ancilla di Maria.