Lo scorso 6 marzo ho preso l’aereo
per Lisbona, meta Timor Est, su invito della ARTESAL, un’Organizzazione non
Governativa (OnG) che lavora con tessuti fatti a telaio, fondata da Mariana,
una signora rumena che ha sposato un cittadino della Guinea e che ha vissuto in
Guinea per 33 anni; e dalla CABAZ DI TERRA –OnG, che lavora nella
commercializzazione dei tessuti fatti a telaio, anch’essa fondata da Mariana e
dal CIDAD – Centro di intervento Amilcare Cabral, a Lisbona.
Il viaggio aveva lo scopo di
aiutare le donne guineensi ad imparare questo lavoro. In quasi tutto il mondo
sono le donne ad occuparsi di tessitura, ma nella Guinea Bissau lo fanno gli
uomini ed esiste un mito che dice che le donne non devono fare questo lavoro
perché, se lo facessero, morirebbero. In Guinea solo due etnie fanno questo
tipo di attività: a Manjaca e a Papel.
Secondo informazioni raccolte,
in tutto il Paese in questo momento esistono soltanto 20 artigiani tessitori e,
per questo, vogliamo che le donne assumano questo lavoro al fine di poter
mantenere nel tempo la cultura e la tradizione della tessitura a telaio e anche
per conquistarsi una maggiore autonomia e potere. Nell’aeroporto di Bissau,
come tutti noi sappiamo, non ci sono condizioni per una persona con handicap
fisico di poter viaggiare comodamente e, per questo, per salire sull’aereo mi
hanno portato una sedia a rotelle, a cui sono stata legata con delle cinghie e
quattro uomini mi hanno sollevato fin dentro l’aereo. Arrivata a Lisbona, mi
sono trovata in condizioni migliori: mi hanno messa sempre su una sedia a
rotelle, e, poi con un sollevatore e mi hanno fatta scendere dall’aereo senza
grandi difficoltà. All’uscita, Mariana, responsabile della ARESAL mi stava
aspettando per portarmi all’Hotel Imperador, in via 5 ottobre 55. Erano le
quattro del mattino.
Il giorno dopo, l’8 marzo, ho
conosciuto Carlos che era venuto ad unirsi al nostro gruppo. Carlos è di CIDAD
ed è uno dei coordinatori, che conosce bene l’inglese e il ”tétume”, per cui ci
ha fatto da interprete.
Appena arrivati all’aeroporto
di Singapore, di mattina presto, un’altra sedie a rotelle mi aspettava.
Anche all’aeroporto di Timor –
la situazione era come quella di Guinea Bissau – non erano forniti di servizi
“speciali” e nelle mie condizioni non c’era modo di spostarsi. Allora ho
tentato da sola di scendere le scale che non erano …corte, infine, con l’aiuto
di alcune braccia, grazie a Dio, ce l’abbiamo fatta.
Il 12 marzo abbiamo avuto il
nostro primo incontro con la Fondazione ALOLA (Direzione) e con la ALOLA
speranza delle donne tessitrici. Nello stesso giorno siamo andati al centro di
riabilitazione motoria per chiedere in prestito una sedia a rotelle.
Il 13 marzo abbiamo visitato
tutti i negozi di artigianato di Dìli e, il giorno dopo, abbiamo incontrato
anche gruppi di donne che fanno cesti con materiale vegetale.
Il 19 seguente siamo andati al
nord, verso le montagne (LOSPALO), insieme con lo staff della Alola; siamo
passati per Bachau, città che i portoghesi consideravano la 2° capitale, perché
era in montagna, in un ambiente pù fresco; dopo aver fatto pranzo, abbiamo
proseguito il viaggio in direzione di Lospalo. Il giorno dopo abbiamo
incontrato lì diversi gruppi di donne, impegnate nella produzione di “tais”, un
telo che si porta ai fianchi e tessuti fatti a telaio.
Considero il viaggio come opera
di Dio. Io… che non ho tanta forza come in passato… fare un viaggio come questo!
Bisognava proprio avere del coraggio e affidarsi alla provvidenza di Dio - e
questo è quanto ho fatto: mi sono abbandonata completamente nelle sue mani, ho
incontrato persone meravigliose che mi sono state di aiuto in ogni senso, ho
avuto anche la fortuna di essere ospitata nel Centro Giovanile di Balide, della
Diocesi di Balide, accolta in casa delle suore che parlavano soltanto inglese o
tétume.
Sono tornata a casa con un
orizzonte più aperto; ho imparato molte cose sull’artigianato; ho visto il mondo
da un’altra prospettiva; ho contemplato le grandi meraviglie di Dio ed ho
incontrato molte persone buone: un popolo umile, accogliente, amabile e molto
religioso.
Ho visto cose che mai avrei
immaginato di vedere. Ne è valsa la pena! È stato difficile, ma con l’aiuto di
Dio, tutto si è risolto bene. Senza la sedia a rotelle e senza quelle persone
meravigliose, non sarei arrivata tanto
lontano.
Grazie, mio Dio, per tutte le meraviglie che hai fatto in
me, grazie per aver messo persone meravigliose nella mia vita: grazie Signore,
per ognuna di queste persone (Carlos, Mariana e altre).
Sono tornata a casa con il cuore pieno di gratitudine a
Dio, a ciascuna persona e per tutto quanto ho vissuto. Sono grata al Consiglio
Centrale e al mio gruppo della Guinea che ha deciso che io facessi questo
viaggio. Grazie ad ARTISAL, grazie a CABAZ DE TERRA e grazie a CIDAD!