A partire dal 23 al 29 luglio
2018, abbiamo avuto l’incontro delle Responsabili di formazione, nel “Colégio
do Sardão”, a Vila Nova di Gaia, Porto, Portogallo.
Nel
pomeriggio inoltrato del 23, siamo arrivate “da mille strade diverse” al luogo dell’incontro e il 24 abbiamo
iniziato i lavori con la presentazione personale, in modo creativo, usando la
dinamica della “tela di ragno”. Lì, in cerchio, ci siamo messe a lanciare il
gomitolo l’una all’altra, gesto semplice che stava a significare un’unione, una
comunione e l’appartenenza alla CM e che ha contribuito anche a tessere legami
di conoscenza, di accoglienza reciproca, fatti di ascolto, di attenzione…
Hanno preso
parte al nostro incontro: la Presidente Martina Cecini, la Vice-presidente
Serafina Ribeiro e le responsabili della formazione: Teresa Pozo del Cile,
Antonieta N’Dequi della Guinea-Bissau, Justina Carneiro del Portogallo, Santina
Pirovano dell’Italia e Lucy Ekawati dell’Indonesia, che ha partecipato a questo
incontro come invitata. Per vari motivi Irma Pedrotti dell’Argentina e Orielda
Tomasi dell’Italia non hanno partecipato personalmente all’incontro, ma hanno,
nel contempo, fatto arrivare le relazioni sulla propria realtà formativa.
Martina,
nella sua introduzione, ha presentato un breve
riassunto sul percorso storico degli incontri delle formatrici fino al
2015.
Abbiamo
dedicato il primo giorno di lavoro alla lettura delle relazioni di formazione,
giá preparate prima, fatta da ciascuna Responsabile. Il dialogo che ne é
seguito ci ha aiutato a conoscere di più e meglio: le giovani in formazione, il
contesto formativo dei 4 continenti (Africa, Asia, America Latina ed Europa), i
vantaggi della pianificazione e programmazione degli incontri, l’importanza del
gruppo che cura la formazione, l’imparzialità e la fraternità tra tutte le missionarie, dalle più esperte
alle più nuove…
Nei giorni
25 e 26, al mattino, è venuto a lavorare con noi padre João de Deus, che ci ha
presentato il tema dell’Affettività, suddiviso in due parti: l’Affettività e la conoscenza; Affettività e relazione; Affettività e comunione. Ha alternato ciascuna conferenza
con dinamiche di gruppo e plenarie. I contenuti delle sue relazioni, ci sono
stati presentati con competenza e rigore scientifico e spiegati attraverso la
sua personale testimonianza e la sua esperienza come psicologo. A questa parte
dell’incontro hanno partecipato anche due missionarie del gruppo di Porto:
Margarida da Silva Vieira e Teresa Castro. Nelle celebrazioni eucaristiche di questi
due giorni Padre João ha cercato nelle sue omelie di collegare e fare sintesi
tra i contenuti presentati e la Parola di Dio.
Personalmente
mi sono sentita interpellata a visitare, aver cura con impegno e tenerezza di
questa vigna della mia affettività perché sia ogni volta di più un canale di
comunione e di amore gratuito: Agape. Sì, l’affettività è un dono ed un impegno
che compete a ciascuna, per conoscere, aver cura, accogliere, contemplare,
purificare, manifestare…perché sia manifestazione di perdono, di compassione,
di tenerezza, di affetto, di bontà, di libertà…
Mi è stato
chiesto d fare un piccolo accenno sui giovani, partendo dalla mia personale
esperienza di lavoro con loro a livello sia professionale che pastorale, e la
presentazione di alcuni passi dei discorsi dei papi Giovanni Paolo II,
Benedetto XVI e Francesco. Abbiamo riflettuto sulla necessità di imparare a
condurre i giovani con serietà; a far loro proposte coraggiose; a credere in se
stessi, a dir loro che solo Gesù è e sarà sempre la risposta ai grandi
desideri… Abbiamo visto l’importanza di sensibilizzare le persone degli
ambienti in cui siamo inserite per accompagnare la XV ASSEMBLEA GENERALE
ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI – a tema “i giovani, la fede ed il
discernimento vocazionale” in programma dal 3 al 28 ottobre 2018.
Ci siamo interrogate
sul valore della verifica e del confronto con le responsabili di gruppo, in
particolare su ciò che si riferisce al discernimento e alle opzioni relative al
progetto comunitario e personale: “il fratello aiutato dal fratello è come una
città fortificata”. Ci si sono presentate talvolta situazioni di missionarie
che incontrano difficoltà nel conciliare l’assistenza ai loro familiari malati
e la partecipazione alle iniziative della CM. Questo argomento deve essere
presentato con chiarezza nella formazione di base e deve essere verificato,
caso per caso con la responsabile, per il bene della stessa missionaria e per
aiutarla nella sua effettiva partecipazione alla vita del gruppo di
appartenenza…
Martina ci
ha parlato di inculturazione della formazione nei diversi contesti culturali,
sociali ed ecclesiali e Anna Maria Berta ci ha presentato uno studio esaustivo
sul voto di povertà nelle diverse versioni dello Statuto, fino all’attuale. Ha
dato spazio anche al tema del testamento, all’aspetto economico ed
amministrativo.
Nei nostri incontri, la Liturgia è stata
preparata e celebrata in spagnolo, italiano e portoghese.
Il 28 siamo andate a Fatima a
rendere grazie a Maria e ad affidarle la nostra missione. Una coppia di amici,
Fernanda ed Enrico, si sono messi a nostra disposizione con le loro auto ed
hanno trascorso con noi la giornata. È stato un gesto di gratuità, di amicizia
che ci ha consentito di stare insieme, pregare, conoscerci meglio e stringere
legami di comunione…Mai dimenticheremo ciò che hanno fatto per noi.
La mattina del 29 abbiamo concluso i lavori e,
la sera, insieme con Fernanda ed Enrico, siamo andati alla parrocchia di
Carvalhosa, alla messa celebrata da padre Pedro, dehoniano.
Il Collegio
dove abbiamo fatto gli incontri era magnifico: silenzio, fiori, tanti fiori, un
giardino, un boschetto… e l’accoglienza di Sr. Gorete e di Margarida è stata
eccellente, ci siamo sentite veramente a casa. Abbiamo vissuto tanti piccoli
gesti fatti di affetto, di condivisione di sogni e di difficoltà, di sorrisi,
di ascolto attento, di offerta di ricordini che ciascuna ha portato dalla sua
terra, di complicità nella missione, del già e non ancora, nel nostro processo
di crescita e nella fatica di “darci alla luce”, di rinascere e di crescere.
Siamo partite in diaspora, con
la missione di continuare ad avere cura della nostra formazione – “darci alla luce”, rinascere,
crescere…SEMPRE; di servirci degli strumenti che abbiamo ricevuto e che ci
possono aiutare a vivere la nostra affettività con un’energia che umanizza, che
genera comunione, fraternità; di trasmettere ai nostri gruppi i doni che
abbiamo ricevuto e di migliorare il nostro servizio di formatrici…
Ciò che comunico dice molto di ciò che è stato
trattato e che abbiamo vissuto; lascio spazio aperto alla possibilità di
provocare un dialogo con le altre partecipanti, che potrà essere molto fecondo,
informativo e formativo.