Intervista a Rosa De Conte e Clemente Statzu
Per conoscerci meglio vi
chiediamo di sfogliare insieme alcune pagine delle vostra vita, facendo memoria
delle “grandi cose” che il Signore ha compiuto sul vostro cammino.
Una prima conoscenza tra me e
Clemente è avvenuta a S. Antonio Abate intorno al 1978. Ma poi per diverse
situazioni siamo vissuti lontani senza legami particolari, solo qualche ricordo
sporadico da buoni amici. Questa conoscenza è stata ripresa intorno al 1981,
quando, dopo il terremoto per necessità Clemente ha trovato appoggio a Napoli
in viale Colli Aminei, presso un’anziana persona sola, che aveva bisogno di
compagnia, in una casa tutta puntellata perché gravemente lesionata dal
terremoto. Era in attesa di un lavoro che gli era stato assicurato.
Il 07 gennaio 1982, dopo
attenta e ponderata decisione giunse il giorno del nostro
matrimonio. Una festa straordinaria, anche perché nella
stessa celebrazione eravamo due coppie a celebrare il matrimonio. È stato, lo
dobbiamo dire con franchezza, un matrimonio molto chiacchierato, e qualcuno ha
giocato i numeri su quanto accadeva… chissà ??? Per noi è stato un momento di
grazia nonostante alcune avversità evidenti, frutto di pettegolezzi, di
pregiudizi e di maldicenze. Nonostante le avversità mai è venuta meno la fede
nel Signore e ne abbiamo sempre avvertito la Sua presenza. Accanto abbiamo
avuto sempre un santo sacerdote, il nostro padre spirituale, che ci ha guidati
e accompagnati amorevolmente. Precedente al matrimonio e nei primi mesi di
matrimonio, mentre Clemente si adoperava in svariati modi per raccogliere i
fondi necessari per andare avanti, anche se vi era un appoggio totale nella mia
famiglia, io continuavo ad andare all’università dove mi ero iscritta presso la
facoltà di medicina. Clemente a settembre del 1982 riusciva ad inserirsi come
applicato nella biblioteca comunale e da lì, per necessità fu inserito nel
Comando Vigili Urbani, sempre come applicato.
Il 25 novembre del 1982 una
grande gioia, la nascita del nostro primogenito Giovanni. A settembre del 1983
Clemente ebbe l’incarico, da parte della Curia di Castellammare di Stabia, come
docente di Religione a S. Antonio Abate. Anche la situazione economica
incominciava ad avere una maggiore stabilità e ci permetteva una piena
indipendenza, che precedentemente mancava. Da subito abbiamo preso, insieme, la
decisione di collaborare nella comunità parrocchiale e a livello ecclesiale,
secondo le nostre capacità e conoscenze. Clemente nel guidare le celebrazioni
con il canto e entrambi come catechisti. Anche in virtù del nostro impegno
ecclesiale fu possibile per Clemente avere l’incarico come docente di
religione. Con la nascita di Gianni, per problemi di salute sono stata
costretta a lasciare l’università e a dedicarmi maggiormente al bambino.
Intorno al 1985, a seguito
della conoscenza, in maniera più forte, della Compagnia Missionaria del Sacro
Cuore, insieme, abbiamo deciso di entrare a far parte di questo Istituto
secolare come familiares, colpiti e coinvolti dalla spiritualità e
dall’entusiasmo delle Missionarie e dei Familiares. Successivamente Clemente ha
sentito forte la chiamata a prestare il suo servizio nella Chiesa Diocesana
come Diacono permanente e, dopo averne preso coscienza e aver valutato quanto
poteva incidere in positivo e anche, perché no, in negativo sulla nostra
famiglia, presentò richiesta al Vescovo. Insieme abbiamo preso la decisione di
accogliere questo progetto che il Signore aveva messo nel cuore di Clemente, e
ne sono stata ben lieta di partecipare con la mia collaborazione fattiva alla
sua scelta. È stato un cammino lungo ma bello, circa dieci anni, che ha portato
Clemente a ricevere il sacramento dell’ordine per il diaconato il 30 dicembre
del 2000. Nel tempo, gli impegni per Clemente non sono mancati anche a livello
di familiaris della CM, che mi hanno, di volta in volta, sempre coinvolta, e ne
sono stata lieta. Tutto partiva dal confronto e dalla scelta operata
concordemente. Spesso chi ci frequentava non riusciva a capire chi dei due
avesse voce in capitolo circa le decisioni e per noi era una conferma che
camminavamo sempre in armonia. Come familiaris Clemente è stato eletto come
primo consigliere e vice-responsabile dal 1989 al 1999 (per due mandati) e
successivamente, per altri due mandati,
dal 1999 al 2009 come responsabile centrale.
Il 05 luglio 1990 è nato il
secondogenito Pasquale e il 25 giugno1997 il nostro terzogenito Daniele. Gli
impegni non ci hanno assolutamente distolto dalle premure necessarie
nell’educazione e crescita dei nostri figli, e continuiamo, seppur con i nostri
limiti a compiere il nostro ruolo di genitori. Accanto ai momenti di gioia
diversi eventi di sofferenza hanno segnato la nostra vita e i tentativi di
scoraggiamento non sono mai mancati, ma non sono valsi a distruggere la nostra
vita di coppia e ciò che ci ha dato forza è stata sempre la preghiera, e la
costante partecipazione all’Eucarestia e al sacramento della riconciliazione.
Inoltre ciò che ci manteneva fortemente legati al Signore era la certezza che
anche nella notte più buia non ci avrebbe mai lasciati soli.
Papa Francesco nella sua visita
pastorale all’arcidiocesi di Milano ha detto ai diaconi presenti che:
“Il diaconato è una vocazione specifica, una vocazione familiare che richiama il
servizio…parola chiave per capire il vostro carisma.” (Incontro con sacerdoti e
consacrati - 25.03.2017). Clemente, qual
è la tua esperienza: gioie e difficoltà…
La mia esperienza di diacono la ritengo molto bella ed
entusiasmante. Però, devo ammetterlo, non è facile vivere il servizio. Di
fronte alle difficoltà iniziali di ammissione al sacramento - non vi erano
diaconi permanenti in Diocesi - e tante erano le difficoltà. Anche il cammino
di
formazione, oltre agli studi teologici fatti in precedenza
per l’insegnamento della religione, è stato lungo e non facile. Ma anche una
volta diventato diacono le difficoltà non sono mancate. Agli inizi, dovevo
spesso farmi violenza perché avrei voluto che tutto funzionasse per il verso
giusto, o meglio secondo il mio modo di vedere. La grazia di Dio ha piano piano
agito in me e mi sono lasciato toccare e illuminare dalla Parola di Dio e così i miei punti di vista sono andati
diminuendo, lasciando spazio alla condivisione, alla collaborazione e al
silenzio, imparando a proporre in maniera diversa ciò che io ritenevo
importante per la vita della comunità. Con la collaborazione di mia moglie, e
non esagero se dico che è più diacono lei di me, in quanto mi ha sempre
incoraggiato e sostenuto nelle varie situazioni di difficoltà, ho potuto
rendere il mio servizio fattivo e collaborativo nelle diverse comunità dove il
Vescovo mi ha inviato. E il Signore ci ha sempre sostenuti e ricolmati del Suo
Amore.
Il vostro cammino nella
Compagnia Missionaria, la conoscenza del fondatore P. Albino, la collaborazione
alle attività CM, i momenti più significativi…
Parlare di momenti
significativi è riduttivo, crediamo di aver sperimentato sempre la bellezza di
appartenere alla CM e di vivere le nostre giornate conformandole alla Volontà
di Gesù secondo la spiritualità CM. La collaborazione, secondo le nostre
possibilità vi è sempre stata e speriamo continui ad esserci, nonostante le
tante difficoltà incontrate. Partecipazione alle attività di governo CM da
parte di Clemente, alle missioni popolari da parte mia e di Clemente, la
collaborazione alla casa di ferie sia ad Asiago che a Monguelfo sono stati
sempre vissuti splendidamente e ci hanno offerto delle soddisfazioni e gioie
grandi.
Fare memoria è sì un ricordare
ma sempre con lo sguardo proiettato al futuro. Quale messaggio vorreste comunicare ai nostri lettori?
Lasciare un messaggio è un può
arduo. Tuttavia possiamo sintetizzare ciò che per noi è diventato fondamentale
nel nostro cammino di coppia. Alla base vi è la scelta radicale di appartenere
a Cristo Gesù e cercare di vivere secondo il suo volere. Il percorso di coppia,
ne eravamo a conoscenza, poteva essere spigoloso e per questo prima di sposarci
avevamo scelto come impegno, partendo da una frase della lettera di San Paolo
agli Efesini “non tramonti il sole sopra
la vostra ira” (4, 26), di chiarire ogni cosa prima di addormentarci. Senza
Gesù non si va avanti, e questo lo abbiamo sperimentato sempre. Preghiera,
ascolto della Parola, partecipazione all’Eucarestia, dialogo, condivisione,
sempre pronti ad essere dono l’uno per l’altro, tutto nell’amore del Signore,
sono aspetti fondamentali se si vuole crescere e camminare insieme. Momenti critici?
Sempre! Non ne sono mancati e ne siamo certi non mancheranno, ma una certezza
vi è ed è forte: Gesù non ci abbandona mai, nonostante le nostre fragilità.