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I giovani italiani e il Papa
Posted by Lucia Capriotti

Roma, 11-12 agosto 2018:  X MILLE STRADE SIAMO QUI!

CUORI UNITI: è il nome di un gruppo di giovani e giovanissimi che, sotto la guida del carissimo amico Pio Santonicola, formano il coro giovanile della parrocchia di S. Antonio Abate, nella nostra città che porta lo stesso nome. Alcuni di loro, accompagnati da Pio, da sua moglie Lucia e da me, hanno partecipato all’incontro dei giovani italiani con Papa Francesco in preparazione al Sinodo sui giovani. Molti gruppi sono giunti a Roma dopo giorni di pellegrinaggio, anche a piedi, nei luoghi segnati dalla storia cristiana delle nostre regioni. Noi non abbiamo potuto organizzare un lungo pellegrinaggio, perciò abbiamo fatto due soste, arrivando a Roma, prima dell’incontro. Siamo stati alle Tre Fontane, luogo del martirio di S. Paolo, e poi nella Basilica costruita sulla sua tomba. Nel pomeriggio abbiamo vissuto l’intensa esperienza di incontro con il Papa e con più di 70.000 giovani italiani al Circo Massimo. Dopo poche ore di riposo notturno, alle 4 del mattino siamo partiti per una visita notturna della meravigliosa città carica di storia e di arte, soprattutto di arte cristiana. La domenica mattina, il grande incontro si è concluso, dopo la Santa Messa in piazza S. Pietro, con la preghiera e la benedizione del Papa su tutti noi e sulle nostre famiglie (Lucia Capriotti).

Protagonisti nel bene

Era l’undici agosto, un giorno come tanti se non che era il giorno del mio onomastico. Un semplice aperitivo tra amici, così sarebbe andata se non fosse stato per il fatto che quel giorno non mi trovavo tra le confortevoli mura domestiche ma tra migliaia di giovani che, entusiasti, cantavano a voce alta sotto al sole cocente di Roma in attesa di entrare nel Circo Massimo. L’undici e il dodici agosto, a Roma, si è tenuto l’incontro dei giovani con il Papa in preparazione al Sinodo. Ottantamila giovani, provenienti da ogni regione d’Italia, attendevano l’arrivo del Pontefice nell’immenso Circo Massimo e molti di loro avevano fatto un lungo viaggio, accompagnato da un’intensa preparazione spirituale, per arrivare fino a lì. Il nostro viaggio, anche se più breve, non è stato da meno in quanto a preparazione e riflessione spirituale. Noi, il gruppo dei “Cuori Uniti” di Sant’Antonio Abate guidati dalla missionaria del Sacro Cuore Lucia Capriotti, siamo partiti da Casa Russo verso le sette del mattino. La prima tappa, senza contare la sosta all’Autogrill, è stata l’Abbazia delle Tre Fontane dove San Paolo è stato tenuto prigioniero e decapitato e leggenda narra che la testa recisa del santo cadde al suolo facendo tre balzi dai quali sgorgarono tre sorgenti. Un posto incantevole dove si percepisce una profonda spiritualità. In questo luogo ad accoglierci è stato un individuo bizzarro dall’aria tutt’altro che amichevole ma superato questo inconveniente abbiamo proseguito e abbiamo incontrato altri gruppi che, come noi, erano diretti al Circo Massimo e anche alcune suore che pregavano intensamente, in ginocchio e a capo chino sul pavimento. La seconda tappa è stata la Basilica di San Paolo fuori le mura, dove abbiamo visto la tomba del santo e il battistero della basilica. Un luogo ricco di storia e a dimostrarlo sono i ritratti di tutti i pontefici, da San Pietro fino a Papa Francesco. Dopo esserci fermati per consumare il pranzo a sacco, siamo ripartiti alla volta del Circo Massimo dove ad attenderci c’era una folla di giovani, con cartelloni con la propria diocesi di provenienza, striscioni di ogni genere ma soprattutto con il desiderio di trovare un posto all’ombra dove riposare.

Dopo una lunga fila, riusciamo ad entrare e cerchiamo di prendere posto vicino alle transenne in modo da vedere il Papa da vicino quando la sera sarebbe passato con la papamobile. Nonostante la stanchezza e il caldo, cominciammo tutti a ballare e a scatenarci all’arrivo dei “The Sun”, una band di ragazzi che ci hanno dato la prima testimonianza di quanto a volte Dio, anche se lo si esclude dalla propria vita, trova comunque il modo per farci capire che non siamo soli. Questi ragazzi infatti stavano per sciogliere la band poiché ognuno aveva preso strade sbagliate. Fu l’aiuto e la testimonianza di un sacerdote a dare ai giovani una nuova speranza per rimettere in sesto il gruppo e, con esso, le proprie vite. All’arrivo del Papa abbiamo cominciato tutti ad esultare chiamandolo per nome ed è passato così vicino a noi che quasi sembrava di toccarlo. È stata un’emozione unica. Altrettanto bello è stato ascoltare le sue parole, dalla prima all’ultima, così come ascoltare ogni testimonianza. In quel momento sembrava che il Papa parlasse a ognuno di noi e intanto il sole calava, il silenzio di ottantamila giovani in ascolto delle parole del Pontefice avvolgeva il Circo Massimo e fu in quell’istante che sperimentai quello che la mia docente di Filosofia definì un “attimo di eternità”. A sera inoltrata provai un altro di questi momenti, quando tutti assieme accendemmo le torce sulle note della canzone Jesus Christ You are my life, sembrava che per un attimo le stelle fossero discese sulla Terra, partecipi della nostra gioia.

Dopo il saluto del Papa è iniziato il concerto, del quale non ero del tutto a conoscenza, per cui è stata una sorpresa ancora più grande trovarsi di fronte a cantanti del calibro di Alex Britti, Mirko il Cane e Clementino, oltre che ad altri artisti. Abbiamo ballato fino a notte fonda ma ad un certo punto le forze mi hanno abbandonato, al contrario di alcuni dei miei compagni di viaggio che erano ancora arzilli e pimpanti. Era una notte umida e afosa e abbiamo dormito circa un paio d’ore poiché alle quattro del mattino ci siamo incamminati alla volta della Basilica di Santa Maria del Popolo per vedere un dipinto di Caravaggio e partecipare alle attività notturne organizzate per noi giovani in occasione dell’incontro. Per nostra sfortuna arrivammo tardi e la trovammo chiusa ma non ci siamo persi d’animo e siamo andati alla chiesa di San Luigi dei francesi dove abbiamo potuto ammirare la bellezza de “La Vocazione di San Matteo”, un altro maestoso dipinto di Caravaggio che ti colpisce dritto al cuore con il suo gioco di luci e ombre. Infine ci siamo incamminati verso piazza San Pietro dove avremmo assistito alla messa del Papa. Camminare tra le strade deserte di Roma, dove ogni cosa supera di gran lunga la misura d’uomo, è stata un’emozione indescrivibile. E ancor di più lo è stato vedere il sole sorgere alle spalle di Castel Sant’Angelo e le luci dell’alba illuminare la maestosa cupola della Basilica di San Pietro. Per entrare nella piazza abbiamo dovuto affrontare più di tre ore di fila ma quando finalmente riusciamo ad entrare la piazza era già gremita di persone. La stanchezza cominciava a farsi sentire e il caldo non aiutava ma fortunatamente c’era chi ci rinfrescava con dei getti d’acqua. Purtroppo non sono riuscita a godermi quel momento fino in fondo come avrei voluto ma sono rimasta molto contenta e non avrei potuto desiderare compagni di viaggio migliori. È stata un’esperienza intensa e formante, un susseguirsi di emozioni una dopo l’altra; un cammino che mi ha dato molto e che rifarei in qualsiasi momento.

Chiara Giordano

«Oggi vi esorto ad essere protagonisti nel bene! Non sentitevi a posto quando non fate il male; ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto. Non basta non odiare, bisogna perdonare; non basta non avere rancore, bisogna pregare per i nemici; non basta non essere causa di divisione, bisogna portare pace dove non c’è»  è l'esortazione che Papa Francesco ha fatto all'Angelus, di domenica 12 agosto, a Piazza San Pietro ai 70mila giovani presenti, provenienti da tutte le realtà cattoliche d'Italia, convocati in vista del Sinodo dei Vescovi di ottobre. Ultimo monito, ultima indicazione della rotta di un viaggio breve nella durata ma lungo e intenso nel percorso, quello della 2 giorni dell’incontro 2018 a Roma.

È stata un'esperienza unica ed emozionante; vissuta insieme ai fratelli e alle sorelle del Gruppo Cuori Uniti e alla Compagnia Missionaria del Sacro Cuore.

Logisticamente ero pronto al viaggio a Roma, venendo dall'esperienza Scout sia da ragazzo che da Capo avevo ben preparato lo zaino e tutto l'occorrente; spiritualmente, con l'animo un po' meno: un po’ come se fossi a una finale di una partita di calcio ai rigori e tu sei l'ultimo a dover calciare il rigore; ti rendi conto dell'importanza di ciò che stai facendo, solo quando metti la palla su dischetto e guardi il portiere. Nonostante ciò sono riuscito a vivere intensamente tutti i momenti di questa esperienza; della prima parte, dove abbiamo visitato la Basilica delle Tre Fontane e quella di San Paolo Fuori le Mura mi è rimasta impressa proprio il racconto dell'esperienza di vita e di conversione di San Paolo che ho notato somigliasse molto alla mia stessa esperienza di vita in alcuni tratti.

Da lì siamo passati al Circo Massimo e la lunga e interminabile fila ed attesa estenuante sotto il sole al caldo prima di potervi entrare. Attesa ripagata dai momenti vivi e intensi vissuti all'interno del Circo durante il pomeriggio di sabato; l'attesa per l'arrivo del Papa e il momento di preghiera vissuto insieme a lui con tutti gli altri 70mila giovani. Le testimonianze degli altri giovani, le domande al Papa su temi fondamentali del mondo giovanile quali il lavoro e l'amore e i suggerimenti e i consigli del Santo Padre, di cui ricordo in particolare il monito fatto a un giovane alla Gmg in Polonia sulla vita cristiana da vivere coerentemente per poter attrarre anche chi è lontano da Gesù, e una frase su tutte, tra le tante: "Se vuoi andare veloce vai da solo, ma se vuoi andare lontano vai insieme" che ci ricordava l'impegno alla fratellanza e all'ascolto all'interno delle nostre comunità. Poi il saluto con Papa Francesco vissuto sulle note di Jesus Christ you are my life a tarda sera cantato da tutti i 70mila giovani e atmosfera magica illuminata dalle luci di accendini e cellulari di tutti.  Dopo l'incontro col Papa i bellissimi e divertentissimi momenti del concerto con Alex Britti e Clementino vissuti a ballare e cantare insieme a tutto il gruppo. A seguire la notte vissuta sempre al Circo Massimo all'aperto nel calore del sacco a pelo e nel sudore.

Poi la sveglia alle 4 e il cammino lungo la Roma notturna; bellissimo ricordo anche quello, con la visita ad alcuni dei monumenti più importanti e anche alcune delle chiese famose tra cui San Luigi dei Francesi dove abbiamo ammirato i bellissimi dipinti del Caravaggio.

Da lì l'arrivo finale, in prestissima mattinata, a Piazza San Pietro e l'ennesima interminabile fila che ci ha provati molto fisicamente; a terminare l'ultimo incontro col Papa all'Angelus dopo la messa.

Alla fine posso testimoniare che è stato un incontro ricco, intenso e vivo, fatto di straordinari e indimenticabili momenti. Un grande grazie devo assolutamente farlo a Pio Santonicola per l'invito e a tutti i fratelli e alle sorelle del gruppo Cuori Uniti, alla Compagnia Missionaria del Sacro Cuore e a Lucia Capriotti che è stata un'ottima guida durante il nostro cammino di due giorni, una vera lampada per i nostri passi. 

John Buononato

Quando mi è stata proposta questa nuova esperienza a Roma ero animata da due spiriti contrastanti. Se da un lato ero titubante perché, avendo già fatto l'esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, avevo paura che questa non fosse all'altezza, dall'altra ero felice di accompagnare i miei compagni in un esperienza che con grande probabilità avrebbe segnato pure loro. Alla fine è stato l'entusiasmo a travolgermi e a farmi capire che scegliere di ESSERE PARTECIPE sarebbe il regalo più grande che potessi farmi. Quello che porterò sempre con me di questa esperienza è il fatto di aver ricevuto tante risposte alle domande che mi pongo quotidianamente. In particolare mi ha colpito questo racconto fatto dal Papa durante l'incontro del sabato: durante un pranzo con i giovani, uno di loro gli ha rivolto questa domanda: «Mi dica, Padre, cosa devo dire a questo compagno agnostico per fargli capire che la nostra è la vera religione?» e lui ha risposto: «Caro, l'ultima cosa che devi fare è dirgli qualcosa. Incomincia a vivere come cristiano e sarà lui a domandarti perché vivi così». Questa è stata la risposta più bella che potessi ricevere perché, alle volte, il pensiero di non riuscire a trasmettere la bellezza della fede mi incupisce. In realtà basta semplicemente lasciar filtrare nei nostri atteggiamenti quotidiani quella luce che solo l'amore di Dio è in grado di donare... e questi due giorni insieme ne sono stati una prova per me!

Maria D’Auria

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