Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
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19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
ricordo di p. albino elegante
Leggendo i due libri: “60 anni di storia sulle strade del mondo” e “Gettare tutto nelle fondamenta” (lettere scritte da p. Elegante
ancor prima che nascesse la Compagnia Missionaria) ho trovato fervore e zelo
apostolico, pagine intense, riflessioni che continuano nel cammino della nostra
storia, perché P. Albino le ha riproposte e donate anche a noi. Punti fermi che
ancora oggi possono aiutarci a vivere la nostra donazione con un amore grande
al Cuore trafitto di Gesù e alla Chiesa. Nelle lettere ho ritrovato le
fondamenta della nostra spiritualità e dello stile di vita della Compagnia
Missionaria.
Questa nuova pubblicazione dà voce a tutti
coloro che lo hanno conosciuto: membri della Compagnia Missionaria, confratelli
Dehoniani e altri amici che attraverso il loro ricordo, ci donano queste “perle”, perché ci aiutino a conoscere
altri aspetti e sfumature della sua vita, a noi forse sconosciute.
Una persona si può conoscere in molti modi:
attraverso ciò che ha scritto, ciò che ha realizzato o altro.. ma penso che
la “statura” di una persona si possa
misurare e conoscere a fondo, guardando a come ha saputo tessere relazioni.
Attraverso queste testimonianze possiamo aggiungere altre piccole perle a ciò
che già conosciamo. Sì, ha camminato con noi e questo cammino ci ha fatto
crescere insieme: P. Albino e noi. Poter mettere in comune ciò che ciascuno ha vissuto
è come comporre un mosaico armonioso
fatto di piccole cose, che danno significato e colore alla nostra vita.
Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito a comporre questo mosaico che ci
stimola a ringraziare il Signore, per averci donato p. Albino e aver
potuto costruire insieme un po’di storia.
Questa pubblicazione è un dono di
riconoscenza a P. Albino nel 5°
anniversario della morte e nel centenario della sua nascita. Lo ringraziamo per questa rete di relazioni che ha saputo
tessere, e riconosciamo che attraverso queste testimonianze il nostro caro P.
Albino ci parla ancora.
Anna Maria Berta
parole chiave
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino
“Ricordatevi
dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la Parola di Dio; considerando
attentamente l’esito del loro tenore di vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è
lo stesso ieri, oggi e sempre!.”( Ebrei 13, 7 - 8 ).
Introduco
la mia riflessione con queste parole della Bibbia perché le sento
particolarmente stimolanti, mi aiutano a tornare alle radici della nostra
storia CM e fare memoria sull’eredità che p. Albino ci ha lasciato.
· Ricordare
p. Albino oggi a distanza di dieci anni dalla sua morte significa per me rivisitare anche la mia vita nella CM,
rispolverare e sviluppare un lungo percorso di collaborazione e comunione tracciato da una scia luminosa di fede.
· E’
questo il tempo per fare una sosta di silenzio cercare un clima e uno sguardo
contemplativo per raccogliere i frutti che stanno nascendo dalla stesse radici.
· E’
riconoscere come la mia vita sia stata
rafforzata, guidata e ringiovanita dalla presenza, dall’esempio di p. Albino,
perfino nell’ultimo tratto della sua vita.
· E’
rispolverare l’impronta dello Spirito che sempre lo avevo animato nella sua
vita : sulle orme dell’abbandono, oblazione, ecce venio – ecce ancilla, umiltà,
fedeltà, comunione ecc. Questo stesso spirito lo ha seminato abbondantemente dentro e fuori la
sua Compagnia Missionaria del Sacro Cuore. P. Albino l’ha veramente amata “dal sorgere del sole al suo tramonto”
e ha lodato il Signore con la sua vita.
· E’
come riaprire lo “scrigno” dove si
conservano le cose più preziose e scoprire che in fondo non si sta parlando di morte, ma di VITA
Di questi ricordi ne valorizzo alcuni che fanno parte di una eredità e di una radice comune CM.
Nella sede
centrale della CM di Bologna in via Guidotti, per chi ha l’occhio attento si
possono incontrare, oltre alle persone che vi abitano o che passano, oggetti,
scritti, luoghi che parlano dell’eredità di p. Albino. La mia attenzione oggi
si ferma nella sala da pranzo, dove troviamo appeso alla parete un quadro molto
significativo che all’interno contiene un telo ricamato a mano da Lúcia Correia.
La sua composizione ha certamente
richiesto un lavoro lento, attento, paziente, precisione e tempo. Le parole
scritte e poi ricamate non sono solamente simboliche, il loro significato per
noi è molto più profondo. “spirito
missionario, solidarietà, semplicità, amore,
oblazione, comunione…”. Parole
sapienti, profetiche, vitali, perché
scolpite non solo sulla tela, ma anche nella concretezza della nostra vita quotidiana.
Parole legate alla radice che
richiamano il carisma CM e la nostra appartenenza. Parole che
scuotono, ci sfidano, ci interpellano.
Leggendole scopriamo che quei
nomi scritti e ricamati in lingue diverse, sono semi di quella radice comune
che ci portiamo dentro, che hanno fatto crescere la nostra vita e il nostro
stile di vita. Fanno parte di un patrimonio
spirituale, un’eredità che continua nel tempo e ci mantiene fedeli al passato, al presente e
al futuro.
Il carisma che abbiamo ricevuto vive in noi ed è la linfa che sostiene il
nostro cammino. Sentiamo
che è una realtà dinamica che manifesta vita, energia audacia e passione,
nonostante i nostri limiti e la nostra incoerenza. Una sfida che abbiamo
accolto e che ci ha permesso di immergerci in profondità nell’esperienza del fondatore. Ci sentiamo chiamate a vivere una disponibilità
permanente, all'ascolto dello Spirito, di tutti coloro che camminano con noi.
Il dono che il Signore ci ha fatto all’inizio sentiamo che va rinnovato ogni
giorno con quella creatività e novità che lo Spirito ci suggerisce.
“Guardare
lontano”…
è stato fin dall’inizio del cammino CM uno slogan, motto, che p. Albino ci ha trasmesso fin dalla formazione
iniziale e che ha fatto vibrare le nostre vite, fino a raggiungere una
progressiva internazionalità.
Nella
realtà CM oggi ritrovo la missionarietà presente nei volti delle persone e nella
vita di ogni gruppo, frutti cresciuti dalla stessa radice. Ogni realtà ha fatto
il suo cammino nella fedeltà e creatività. Mi piace far emergere vicino a ogni
nazione una parola chiave che segna la sua specificità, caratteristica,
con la quale ha sviluppato e fatto
crescere l’eredità.
“La terra ha dato il suo frutto ci benedica
Dio e lo temano tutti i confini della terra…” (salmo 67,7)
Italia: “fondazione: grazia degli inizi” - Portogallo: “freschezza” - Mozambico: “missionarietà”
- Brasile: “audacia” - Cile: “ perseveranza” - Argentina:” comunione”– Guinea Bissau : “semplicità”- Indonesia : “fedeltà” .
La ricorrenza dei
dieci anni dalla morte di p. Albino può diventare un motivo importante per ravvivare il nostro carisma, perché
quel dono che il Signore ci ha fatto
all’inizio va rinnovato ogni giorno, concretizzato.
La
mia riflessione fa emergere solo una
parte di quanto contiene lo “scrigno”
che ho citato all’inizio, cioè l’eredità di p. Albino. Ho cercato di
concretizzarla con alcune parole chiavi
sulle quali ravviviamo la nostra fedeltà. È un camminare insieme verso un
orizzonte comune, per questo dobbiamo
custodirci gli uni gli altri. Una frase preziosa che p. Albino ci ha lasciato: “Perdete tutto piuttosto che perdere la
carità”può esserci di stimolo e di rinnovata fiducia nel credere che in
questo cammino non saremo mai soli.
La mia gratitudine al Signore, a p. Albino. La
esprimo con la stessa frase riportata sull’immaginetta consegnataci dopo la sua
morte: “Ti rendo lode, o Padre,
Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e
ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Matteo 11,25).
la parola e la carità
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino
Ho conosciuto p. Albino quando venne in Sardegna in uno dei
suoi viaggi per incontrare i membri
dell’ Apostolato della Riparazione e presentare l’Istituto della Compagnia
Missionaria da poco iniziata. Io non avevo ancora 20 anni!
Mi ritrovo oggi a scrivere questa testimonianza con 83 anni
compiuti. In quel periodo ero alla
ricerca di un Istituto. Ricordo che non avevo chiaro quale scelta fare anche
perché l Istituto da lui presentato aveva la sede a Bologna ed io non ero mai uscita dall’isola
della Sardegna. Alla fine dopo una fitta corrispondenza, decisi di partire, e
arrivai a Bologna senza conoscere nessun altro che p. Albino.
Una persona molto distinta, intelligente ed elegante (come
era il suo cognome e lo era davvero!).
Nei suoi modi di fare era piuttosto esigente ma anche comprensivo. I suoi insegnamenti avevano lo scopo di aiutare a formare un carattere forte , soprattutto preparato
per affrontare le varie situazioni in cui la vita ci avrebbe posto. Ci seguiva
con interesse e senso materno, dandoci sempre fiducia e coraggio nelle
iniziative. Il suo desiderio era che curassimo la perfezione in tutto quello che facevamo. Un piccolo
ricordo: ero sacrestana, dovevo preparare tutto ciò che riguardava l’altare.
C’erano dei grandi candelieri e grosse candele da sistemare e non sempre era
facile. Lui osservava sempre se le
candele erano al posto giusto e soprattutto se erano diritte!
Dal punto di vista
spirituale insisteva molto sulla conoscenza e familiarità con la Parola di Dio,
sulla piccola preghiera d’offerta rinnovata durante la giornata e sull’impegno
a vivere la carità: “Perdete tutto,
diceva, ma non perdete la carità”.
Altra grande raccomandazione era la fedeltà all’adorazione
quotidiana e agli impegni presi. Non posso dimenticare il suo grande amore alla
Madonna a cui aveva affidato fin dall’inizio la CM, nominandola Direttrice
Generale dell’Istituto e riservandole anche un posto d’onore a tavola…
Sono passati tanti anni…riconosco che p. Albino mi ha sempre accompagnato tramite la
corrispondenza e quando poteva veniva a
visitarci nei vari posti dove anch’io ho lavorato: Mozambico, Portogallo…Ha
sempre avuto la preoccupazione di conoscere la realtà dove eravamo inserite .
Questa è stata la testimonianza e l’eredità che ho avuto da
p. Albino, dalla quale mi sono lasciata orientare durante oltre 60 anni di
appartenenza alla CM.
Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma altri
completeranno. Non mi resta che dire:
Grazie p. Albino per la tua testimonianza e per il tuo amore per la Chiesa, per
la CM, per me!
presenza molto forte
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino
Dieci anni sono passati da quel
lunedì dopo Pasqua che mi arrivò in Mozambico la notizia che P. Albino aveva
terminato la sua corsa qui sulla terra.
Dieci anni! Mi sono chiesta se
ha senso celebrare questi anniversari…
sì ha senso e questo anniversario mi ha stimolato a fare memoria riconoscente
per ciò che P. Albino ha vissuto e per ciò che posto nelle nostre mani. Molte
missionarie familiares hanno avuto la gioia di averlo come testimone delle
promesse (per i familiares) e della consacrazione (per le missionarie).
Mi sono resa conto che 10 anni
della morte di p. Albino, non sono stati un’assenza ma li ho sentiti una
presenza molto forte non basata su nostalgici ricordi, ma una presenza che ci
sta portando all’essenziale, dove ancora ci parla, ci sostiene e ci stimola a
vivere con autenticità la nostra spiritualità e viverla nella fedeltà. Voglio
ricordare un piccolo episodio che rivela
un aspetto di P. Albino nella capacità di dire “Ecce venio”.
P. Albino si trovava in
ospedale per il cambio del pece meker al cuore (un ricovero di tre
giorni) Io ero accanto a lui mentre aspettavamo che fosse chiamato per
l’intervento. Si parlava del più e del meno, quasi improvvisamente cambia discorso con viso serio e voce pacata e mi
disse: “Nella mia vita io ho girato per tutta Italia per far conoscere e
parlare del Cuore di Cristo, ho visitato i gruppi CM nel mondo. Sappi che ho
fatto la mia offerta, e sono consapevole che ora è tempo di fermarmi e restare
dove il Signore mi vuole. Coraggio andate avanti…”
Appena tornata a casa ho messo
per iscritto questo pensiero perché l’ho sentito come un breve testamento.
Voglio anche ricordare ciò che
ci ha scritto prima dell’VIII Assemblea Generale Ordinaria, Certamente l’ultimo
scritto prima di entrare nel suo stato un pò confusionale e mi piace ricordalo.
“Carissima … ti scrivo anche
per un motivo strettamente personale che riguarda la tua appartenenza alla CM.
Nella prossima estate la Compagnia Missionaria celebrerà l’Assemblea. E’ una
circostanza di un forte impegno per la nostra famiglia. Ci impegneremo a
prepararci spiritualmente con la recita della bella preghiera al “Cuore Trafitto” dove si supplica incessantemente il
Cuore di Gesù per la Compagnia Missionaria. Auguri a te e a tutti. Con affetto
P. Albino (Bologna 7 dicembre 2012).
Sia
questa celebrazione dei 10 anni dalla morte di P. Albino, un momento di
comunione per tutta CM e un sentimento di gratitudine per avercelo donato.
Grazie P. Albino!
l'incontro con p. albino
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino
Risalgo il legame
d’affetto che si è subito creato con P. Albino. Avevo da poco conosciuto la
Compagnia Missionaria nell’estate del 1990, e in autunno ho cominciato a seguire
i ritiri col gruppo a S. Damiano.
Alcuni luoghi per
incontrarlo oggi nella memoria: S. Damiano, Bologna, la casa per ferie, da
Siusi ad Asiago.
A S. Damiano il primo
incontro. Lì, e poi a Milano e a Brugherio, P. Albino ha guidato i ritiri del
nostro gruppo, finché ha potuto. Sempre con premura paterna.
E da questi incontri alcuni tratti sono rimasti incisi
profondamente: la fiducia in primo
luogo. Fiducia in un Dio che è Amore,
e sempre accoglie e perdona. La consegna dell’«icona del costato trafitto».
Un solo sguardo amoroso a quel cuore aperto, una breve preghiera, ma sempre
possibile. E lui, per primo, guardava al cuore di Cristo con lo sguardo
semplice di un bambino.
Il “Battesimo”: lì la radice di ogni vocazione, figli nel Figlio! E
l’invito a farne memoria, a viverlo nella pienezza.
La “Preghiera di Mosé” (Es. 32,11)
Ma una sua meditazione
su Esodo 32 ha inciso profondamente sulla mia vita: la vocazione, non un
privilegio, ma dono per «essere donati»! Mentre lo ascoltavo, diventava viva
l’immagine di Mosé che “resiste” a Dio per solidarietà col popolo! La
consacrazione non per una salvezza personale, non un cammino per superuomini o
superdonne, ma per uomini e donne che, come Cristo, guardano al Padre portando
i loro fratelli, “fatti uno” col popolo!
E nella piccola preghiera d’offerta
ogni atto diventa significativo per
l’avvento del Regno.
l'eredità di p. albino
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino
Quando entrai nella formazione di base della CM,
quello fu l’ultimo anno nel quale il nostro formatore era padre Albino. Poi
subentrarono le missionarie come maestre. Per me tutto era nuovo ed anche un
po' difficile. Penso però che molti sono i punti fermi e i valori che porto tuttora nella mia vita.
· L’adorazione
silenziosa
· La
fedeltà alle pratiche di pietà
· La
comunione con Dio e quella con le sorelle, … ancora più faticosa
· L’amore
alla Parola di Dio e allo studio della
Bibbia
· Il
desiderio dell’evangelizzazione che mi
ha spinto a fare esperienze missionarie
· Il
motto di p. Moro “Guardare lontano” che mi piaceva molto e alimentava il mio
desiderio di andare in missione in Africa, una passione che coltivo ancora oggi nell’ambiente in cui
vivo
Guardando a ciò che abbiamo seminato nella
missione ad gentes, penso che i frutti sono la fede e la nostra spiritualità. Molte altre cose nel tempo sono
cambiate. L’uomo cerca altrove la vera gioia e la felicità che il mondo non sa
dare.
Ho guardato sempre a p. Albino come un maestro,
non come un leader e nemmeno un trascinatore di folle. Al contrario un uomo
convinto, animato da una fede robusta,
senza fronzoli, incisiva, a volte un educatore dai modi un po' duri. Amava la
perfezione anche nelle piccole cose…
Aveva un culto particolare per l’Eucarestia, l’Adorazione, l’Evangelizzazione.
Per la formazione usava testi biblici del NT e AT
che erano il nutrimento della sua spiritualità
di amore, di oblazione e di riparazione. Gli
esempi li prendeva dalla sua esperienza , dalla spiritualità vissuta nel
concreto della vita. Da lui ho imparato a cogliere il valore delle
testimonianze di fede nel mio cammino.. La spiritualità della Riparazione è
rimasta dentro di me e un giorno alla settimana, il venerdì lo dedico alla
preghiera per i peccatori del mondo intero ecc…
La sua esigenza di perfezione mi ha un po'
contagiata nel lavoro, specie nella missione. Per farci capire questo valore,
il padre ci portò un esempio che non ho dimenticato, di uno studente che aveva
dipinto in modo così perfetto una mosca sul libro del suo professore da farlo
cadere in errore e scambiarla con una vera mosca e cercare di cacciarla via
….ma quella non si mosse….
Padre
Albino non seguiva fondatori “carismatici” o fenomeni che affascinano le folle
(come madonne in pianto o altro), ma aveva rispetto per ogni forma di fede
semplice e non esprimeva mai critiche. Era un uomo che sapeva comunicare e
stringere amicizia. Sapeva educarci come donne e missionarie. Sapeva
condividere momenti di gioia e accettare scherzi, come quando a Siusi gli
abbiamo fatto il “sacco” del letto o messo sotto il letto pentole e barattoli o
ancora a tavola gli abbiamo messo un tovagliolo da bambino. Sapeva accettare
gli scherzi , ma non voleva che ne facessimo ai sacerdoti che venivano da noi
in ferie.
Nel suo cinquantesimo di consacrazione al
sacerdozio ci confidò che, era la prima volta , dopo 10 anni di deserto del
cuore e di silenzio, che sentiva la
Presenza del Signore. Era commosso e radioso. Nessuno di noi si era accorto di
questo “silenzio” Non dimenticherò mai questa confidenza che era anche una
lezione : saper stare nella sofferenza per amore senza farla pesare sugli
altri.
Fu molto contento quando ricevette, sempre nel 50° di messa, un album storico di tutta
la sua vita che noi missionarie gli
avevamo preparato. Fu l’unico regalo che apprezzò e accettò volentieri, tanto
da portarlo con sé fino alla morte. Ora è rimasto con noi in via Guidotti. Ne
abbiamo poi fatti altri sul cammino del padre fino alla sua dipartita. Ho
scoperto così altre sue virtù che non conoscevo.
Nell’Ecce Venio e nell’Ecce Ancilla Maria è
compendiata tutta la nostra vocazione e il nostro fine. Un programma grave e
difficile. Mi domandavo spesso come sarei riuscita a viverlo. Un Ideale così
alto!!!. Ogni settimana ci chiedeva come lo avevamo vissuto. Tutte avevano
delle testimonianze da dare, io ….non ne avevo mai nessuna, avevo sempre
combinato qualcosa che non “entrava” nella carità. Ci soffrivo abbastanza, ma
poi parlando con il padre, mi diceva :
“Vai avanti”. Anche p. Moro mi aiutava dicendo : “Io ero come te, non riuscivo
a pregare come tanti miei compagni stesi a terra per pregare, ma ora sono
qui…non tutti gli altri!” Con il tempo fu così anche per me. Cominciai a capire
che il Signore non chiamava solo le più “brave” ma anche le più “povere” che
non sanno camminare da sole perché è Lui che opera cose grandi, a noi chiede di
guardare Lui, seguirlo e testimoniare.
Rimangono poi tanti piccoli segreti nello scrigno
del nostro cuore che non si esternano, ma rimangono solo per Gesù.
Guardando alla mia storia mi meraviglio che il
Signore non si sia stancato di me e che tuttora
mi accompagna. Non mi dilungo di più, ma certo
quello che il Signore ha fatto con me nelle missioni in Italia e all’estero,
nessuno potrebbe crederlo! Fidatevi di Lui, è un compagno fedele e opera quello
che gli chiedete.
Come ultimo , il Padre fondatore mi ottenne la
guarigione di un orecchio lo scorso
anno. Erano due anni che soffrivo e venivo seguita da due bravi specialisti, di
cui uno voleva operarmi mentre l’altro non mi dava speranza. Perdevo sangue e
non potevo più mettere l’auricolare. Il
male poi si trasmise anche all’altro orecchio. A chi domandare aiuto? Lo chiesi
al padre, e dopo essermi curata da sola guarii…P. Albino sono certa, aveva
ottenuto la guarigione! Avevo pregato con un certo timore, ricordando che in
vita avevamo spesso discusso tra noi (naturalmente quando accadeva , io
pretendevo sempre di avere ragione…!) Anche in Africa, a causa della mia rabbia
,una volta fermai l’auto e mancò poco
che lo lasciassi in foresta! Ma lui fece
silenzio in tutto il viaggio per i 6 Km che mancavano per giungere a casa! Era molto più bravo e mite di me! Grazie p.
Albino.