Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
-
09 / 08 / 2024
Agosto 2024
Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico....
-
09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique....
-
09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita los grupos en Mozambique...
-
09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
maria e la compagnia missionaria
Nella spiritualità
Nel frontespizio del piccolo
volume che raccoglie lo Statuto e il Regolamento di vita della Compagnia
Missionaria del Sacro Cuore sono riportate due espressioni del Nuovo
Testamento: «Ecce venio» (Eb 10, 7), «Ecce ancilla » (Lc 1, 38).
Nell’introduzione alla prima parte
del II capitolo, riguardante la spiritualità, è riportata un’ espressione di p.
Leone Dehon: «Nell’Ecce venio di Cristo e nell’Ecce ancilla di Maria è
compendiata tutta la nostra vocazione e il nostro fine, il nostro dovere e le
nostre promesse».
La spiritualità di p. Dehon è la
radice da cui è fiorita la Compagnia Missionaria, una spiritualità che,
mentre fissa l’attenzione al Cuore trafitto di Cristo, intende incarnare il suo
atteggiamento di obbedienza oblativa espressa proprio nell’Ecce venio. Ad esso corrisponde, dal primo istante
dell’incarnazione, l’atteggiamento di
obbedienza di sua Madre espresso nell’Ecce
ancilla. Per questo la spiritualità oblativo-riparatrice, che si ispira e
partecipa all’amore obbediente e riparatore di Gesù, è comunione anche
all’obbedienza fiduciosa di Maria; in essa trova l’esempio di più alta
partecipazione e imitazione dell’Ecce
venio, vissuto da una persona umana.
Maria è dunque maestra e guida per
questa Famiglia che, nel contemplare l’amore di Dio nell’icona del Cristo
crocifisso dal cuore trafitto, si ispira al suo esempio «per aderire sempre più
alla persona di Cristo, al mistero del suo Cuore ed annunciare il suo amore». Nella comunione con Gesù e con Maria, le missionarie imparano a offrire
integralmente la loro vita alla volontà di Dio. «Per questo l’”Ecce venio” di
Gesù e l’”Ecce ancilla” di Maria costituiscono il centro e lo stile della
nostra vita». «Come
Gesù e la Madonna
ci manterremo aperte al “sì” (cf Eb 10,5-9; Lc 1, 38) e disponibili al servizio
per amore (cf Gv 13,12-17)».
Un modo molto semplice, ma che
mantiene vigili e fiduciosi, nel consacrare a Dio, per amore e con amore, ogni
azione e ogni avvenimento quotidiano, è la recita di quella che, nella
Compagnia Missionaria, è chiamata piccola
preghiera di offerta: «Mio Dio, io ti offro… in unione a Gesù, per mezzo di
Maria, in Spirito di amore, per
l’avvento del tuo regno nel mondo». Maria è stata il luogo nel quale ha avuto
inizio l’offerta obbediente di Gesù, è stata il mezzo attraverso il quale Egli
è stato offerto e consacrato al Padre, nel tempio; così è attraverso di lei
che, uniti a Gesù, animati dallo Spirito-Amore, offriamo al Padre ogni
espressione della vita.
Al n.4 dello Statuto, a Maria
vengono assegnati tre titoli che dicono le “tre missioni” di Maria nei
confronti della Compagnia Missionaria. È madre, perché lo è di Gesù e da Lui,
come tutti i discepoli, l’abbiamo ricevuta; è maestra e guida nell’educarci a
vivere la spiritualità di amore e di oblazione e il carisma della comunione;
è custode perché viviamo nella fedeltà alla vocazione e alla missione ricevute.
Guardando, infatti, la storia della Compagnia Missionaria, si nota come sia
segnata da alcuni avvenimenti importanti legati a ricorrenze che hanno una
particolare fisionomia mariana.
È stata già ricordata la “data di
nascita” nella solennità del Natale. La prima approvazione ad experimentum fu
data dal Card. Giacomo Lercaro, Arcivescovo di Bologna, il 25 marzo 1958,
solennità dell’Annunciazione del Signore: grande significato acquista questa
coincidenza proprio in riferimento all’Ecce
venio, che Cristo pronuncia entrando nel mondo (cf. Eb 5-9), e all’Ecce ancilla di Maria, pronunciato nella
stessa circostanza, al momento dell’Annunciazione. Il decreto di erezione della
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore a istituto secolare di diritto diocesano,
invece, fu concesso dall’Arcivescovo Enrico Manfredini, in data 8 settembre
1983, festa della Natività di Maria.
Sapendo che è nella preghiera che si
custodisce e rafforza la fedeltà, i membri della Compagnia Missionaria
alimentano quotidianamente la loro vita consacrata con la celebrazione e l’adorazione eucaristica, con la
meditazione della Parola di Dio e la celebrazione delle ore liturgiche; ma la
preghiera prevede anche «uno spazio di tempo vissuto in comunione con Maria per
esprimere il nostro amore e rinnovarle la nostra consacrazione». La preghiera di consacrazione recita così:
«O
Maria, Madre di Dio e Madre nostra, la Compagnia Missionaria
del Sacro Cuore si consacra oggi a te, perché tu abbia a regnare nella nostra
famiglia con la tua protezione materna e con il tuo spirito modello di ogni
virtù. Degnati di prendere pieno
possesso di questa famiglia che vuole essere il piccolo regno del tuo Cuore e
del Cuore di Gesù. Amen».
Appartenere a Maria, considerarla
propria madre, significa appartenere a suo Figlio e alla comunità dei redenti
che Egli unisce a sé con alleanza sponsale; con questa preghiera, ogni giorno, la Compagnia Missionaria
si consegna alla Madre di Dio, perché, come regina – madre, guida e custode –
ne prenda possesso e la formi alla scuola delle sue virtù, così da appartenere
totalmente al Cuore di suo Figlio, trafitto sul trono della croce, dal quale
venne proclamato re.
La vita
quotidiana, nelle sue varie espressioni e dimensioni – le relazioni familiari e
sociali, il lavoro, il riposo, la vita fraterna, la partecipazione alla vita
parrocchiale -, è l’ambito in cui sono chiamati ad esprimersi la spiritualità,
la missione, il carisma, la consacrazione dei membri della Compagnia
Missionaria. «Alla scuola di Maria di Nazaret impariamo il vero senso della
preghiera, della vita e del dono di noi stesse nella semplicità del quotidiano,
prima ancora che nelle grandi occasioni. Ci sarà di aiuto recitare ogni giorno
la nostra preghiera di consacrazione alla Madonna».
Oltre che
maestra di contemplazione, Maria lo è anche di silenzio e di ascolto di quella
Parola, che in lei si è fatta carne, che ha sempre conservato, meditandola, nel
suo cuore. «Perché la nostra preghiera diventi contemplazione continua di Dio,
presente nel nostro intimo e nelle nostre situazioni ordinarie di vita, ci
educheremo al silenzio interiore e all’ascolto, come condizione indispensabile
per un vero incontro d’amore. Ci è di guida Maria che consumò la sua missione
nel silenzio di Nazaret (cf Lc 2,52) e attuò la dimensione sociale del suo
servizio a Dio nell’ordinarietà della vita quotidiana».
Nel carisma,
nella consacrazione e nella missione
Nella spiritualità di amore e di
oblazione che si alimenta alla contemplazione del Cuore trafitto di Cristo, si
radica il carisma che la Compagnia Missionaria accoglie dallo Spirito e
del quale si impegna a dare testimonianza. «La vita d’amore, cercata e voluta
fino a “farci comunione” con Dio e con i fratelli, determina e qualifica la
nostra testimonianza caratteristica nella Chiesa e nel mondo», infatti «come missionarie del Sacro Cuore, siamo chiamate a vivere la vita
d’amore fino a farci comunione con Dio e con i fratelli, secondo il modello che
Cristo ci ha lasciato, e ad imitazione della prima comunità cristiana (cf. At
2,42)». Secondo gli Atti, al centro della comunità dei discepoli è Maria, la Madre di Gesù. «Con lei che
“serbò fedelmente la sua unione col Figlio fino alla croce “ (LG n.58) vivremo
gli impegni della comunione anche quando essi richiedono l’immolazione di noi
stesse».
Espressione di comunione e servizio
ad essa è l’incarico di responsabilità, che riguardi tutto l’istituto, o un gruppo o la formazione. «Alla Vergine
Santissima è stata affidata la Compagnia Missionaria.
Coloro che sono chiamate ad assumerne la guida, si lascino condurre da Maria,
sicure che potranno obbedire con lei allo Spirito Santo e mostrare a tutti e in
tutto Gesù». Per
questo ogni responsabile è esortata a «coltivare la consapevolezza che “Maria è
la direttrice generale e perpetua dell’Istituto” e invocarla spesso quale
madre, guida e custode».
Poiché
un’espressione del carisma della comunione, nella Compagnia Missionaria, è la
possibilità, per le missionarie, di vivere in gruppi di vita fraterna, Maria ne
è il modello, lei che ha vissuto intensamente l’unione con Dio e con i
fratelli. «Da
Maria, modello della nostra vita fraterna, vogliamo imparare a conformare il
nostro cuore al suo: cuore forte e vigilante nel prevenire, nell’accogliere e
nel conservare nei nostri gruppi il “vino buono “ della comunione».
Il carisma e la spiritualità,
insieme con la consacrazione secolare, informano la missione di
evangelizzazione e promozione umana: «La disposizione con cui vivremo la nostra
missione sarà di continua comunione con il Padre e con il Figlio suo Gesù
Cristo, nella grazia dello Spirito Santo, con tutta la Chiesa, le sorelle e i
fratelli di ideale. Ci lasceremo guidare da Maria perché, ovunque ci troviamo e
lavoriamo, possiamo essere testimoni credibili della missione salvifica di
Cristo»,
quella missione che, da Nazaret a Gerusalemme, ha trovato le più diverse
espressioni.
Anche la vita di consacrazione, che
è partecipazione alla consacrazione di Gesù al Padre per la salvezza del mondo,
trova in Maria sua madre, vergine obbediente piena di grazia, il modello, la
guida, il sostegno dell’intercessione.
«Maria,
nella castità più perfetta, è divenuta la porta di Dio disceso tra gli uomini.
Ci affideremo tutti i giorni all’amore e alla guida di questa tenera madre per
poter, come lei, fare di noi stesse un dono gioioso di Dio agli uomini».
«Come l’obbedienza di Cristo,
così la nostra obbedienza è comunione con la volontà del Padre e attua il
“sacrificio spirituale” di noi stesse nelle condizioni ordinarie della vita.
Così ripetiamo l’oblazione del Verbo che entrando nel mondo disse al Padre:
“Ecce venio” e la risposta di Maria dinanzi al progetto di Dio: “Ecce ancilla”
».Al momento della prima
emissione dei voti e nella rinnovazione durante l’incorporazione temporanea,
Maria viene invocata e accolta come modello e guida, perché la vita di colei
che Dio consacra diventi, come quella di Gesù, un servizio di amore. Nella formula di consacrazione per l’incorporazione definitiva nell’Istituto,
usata nella rinnovazione annuale dei voti, è ancora invocata l’intercessione di
Maria.
Conclusione
La Compagnia Missionaria del Sacro Cuore sente di
avere uno speciale legame con la
Madre di Gesù, che risponde: «Eccomi, sono la serva del
Signore» (Lc 1,.35) al misterioso progetto del Padre che, per l’azione dello
Spirito, la rende madre del Figlio. Come lei e con lei, anche noi ci impegniamo
a vivere la nostra obbedienza a Lui, ripetendo quotidianamente, animate dallo
Spirito, in comunione con l’obbedienza oblativa di Gesù: «Ecce venio; ecce
ancilla». La nostra famiglia è nata la notte di Natale, affidandosi, come il
Dio Bambino, alla custodia amorevole e sicura delle braccia di Maria, per essere,
unita a Lui, «emmanuele», cioè presenza
semplice e umile di Dio nel mondo. Guidate da Maria, madre di Dio, divenuta sul
Calvario madre dell'umanità e quindi anche nostra, sostiamo ai piedi del
Crocifisso per contemplare, con lei e con il discepolo dell'amore, il Cuore
trafitto da cui sgorga la fonte della vita e imparare cosa significa vivere l'
amore: nell'accoglienza, nella semplicità, nel dono di sé, nel sacrificio
oblativo, nel perdono, nell'ascolto, nella dolcezza, nella disponibilità, nella
comunione con tutta l'umanità, fino a «perdersi» per ritrovarsi in Lui. A Maria, che ha custodito nel cuore la luce della fede anche sui sentieri più
bui della vita, noi consegniamo la nostra fede e la nostra vita perché sia lei
a custodirle nella fedeltà. Mentre nelle vie quotidiane, nascoste o manifeste,
semplici o impervie della vita del mondo, lo Spirito ci invia a testimoniare e
evangelizzare l'Amore, a servire la vita di ogni uomo e di ogni donna creati a
immagine di Dio, ci consegniamo alla guida e alla custodia di Maria che «in
fretta raggiunse una città di Giuda» (Lc 1, 39) per servire Elisabetta e, nel
cenacolo, divenne regina degli apostoli, inviati sino agli estremi confini
della terra (cf. Atti l e 2).
una persona di benedizione
Domenica 7
luglio, a Funchal (Madeira) – Portogallo, ha concluso il suo cammino terreno la
missionaria Maria Madalena Ribeiro, di 86 anni. Aveva consacrato la vita a Dio
nella Compagnia Missionaria il 22 agosto 1987.
Saluto della
Presidente nella celebrazione funebre
Oggi
ci congediamo dalla nostra cara
Maddalena.
La sua testimonianza di vita, lascia nel cuore di
ciascuno/a di noi un profondo sentimento di gratitudine. Possiamo dire che come
Gesù è passata da questa vita facendo del bene. La sua dedicazione alla
famiglia, assistendo il fratello e le sorelle è stata di un amore
incondizionato. Nella Compagnia Missionaria, ha sempre manifestato un senso di
appartenenza e di partecipazione. Ha svolto il compito di Responsabile di
formazione con competenza e amore ed è stata anche membro del Consiglio
Centrale.
Con la sua serenità, semplicità, delicatezza, umiltà...ha
tessuto relazioni interpersonali armoniose e fraterne. Una persona di
benedizione, che trasmetteva questo benedire Dio e i fratelli. Com’era
gradevole e dolce la sua presenza! Vicino a lei ci si sentiva sempre bene. Ha
sempre abbracciato con amore la croce della vita: pregava e offriva. Sapeva
contemplare il “Cuore trafitto di Gesù”, sapeva accogliere e condividere la
bontà, la misericordia e la che tenerezza che scaturiscono dal Cuore di Gesù.
Quanto bene avrà seminato e donato questa carissima sorella nel cuore dei suoi
alunni! La sua missione di amore e servizio era presente in tutti i settori
della vita.
Carissima Famiglia di Maddalena, e Compagnia Missionaria
unitevi tra voi con la preghiera, affinchè in questo momento di dolore vi
sentiate confortati e rafforzati a vicenda.
Al Gruppo di
Funchal, che oggi accompagna e saluta con amore questa sorella , vorrei dire di
tenere sempre presente la sua fedeltà e la sua dedicazione fraterna e abbiate
fiducia perchè adesso lei intercede per tutti noi davanti a Dio Padre, unita a
tutti quelli che ci hanno preceduto in cielo.
un seme che vuole crescere
Ciao, lascia che mi
presenti, mi chiamo Eva Tiodor Boru Simangunsong. Attualmente vivo nel
villaggio di Dayun, Siak Pekan Baru, Riau. (Sumatra). Vivo nella zona della
parrocchia di San Giovanni Battista Perawang, più precisamente presso la chiesa
cattolica di Santo Stefano Zamrud. Ho 26 anni. Ho studiato all'Università di Riau e ho conseguito una
laurea in Comunicazioni. Sono la sesta
figlia di 7 fratelli.
Vorrei
raccontarvi un po' della mia esperienza e collaborazione nelle attività del “Grande
Rosario” e del “Ritiro” con i giovani delle scuole superiori svolta nella mia parrocchia
dal 24 al 27 maggio 2024. Inizialmente avevo programmato questa attività solo per
i bambini della mia zona poi abbiamo allargato anche alle altre cappelle e
coinvolto tutto il popolo con il “Grande Rosario”. Ho presentato il programma al mio parroco,
padre Dwi Rahardjo SCJ e a padre Dwi SCJ che mi ha consigliato di consultarmi
con il sacerdote moderatore dei giovani cattolici, vale a dire padre Joko Scj.
Il programma è stato accolto favorevolmente da entrambi i padri. Dopo aver
consultato anche i genitori, abbiamo deciso la data per
svolgere tale attività di ritiro: a metà
luglio. Concretamente poi, per diversi motivi ci sono stati diversi cambiamenti
nei piani della pastorale parrocchiale. All’inizio si pensava di svolgere tale
attività solo nel centro parrocchiale, poi invece si è estesa all’intera
parrocchia.
La notizia di questo
improvviso cambiamento aveva fatto crollare il morale del comitato, soprattutto
perché le attività da organizzare erano molte e il tempo di preparazione risultava
poco. A questo punto ho pensato di ridare energia al comitato e dare alcune
indicazioni che aiutassero a ricostruire il loro senso di ottimismo. Si è
cercato quindi di soddisfare le esigenze nel miglior modo possibile :
collaborare tutti nei preparativi per il Gran Rosario e il Ritiro OMK ( Giovani
cattolici delle medie e scuole superiori). Fino al giorno dell'evento, le
attività si sono svolte molto bene secondo la pianificazione. Per quanto
riguarda la preparazione del materiale
per il ritiro dell'OMK, il parroco ha invitato e dato suggerimenti a Ludovika CM e all'équipe. Il materiale svolto
da Ludovika ha davvero aiutato i partecipanti al ritiro a scoprire l'identità
di ragazzi cattolici. Diverse persone
aspettavano la presenza di una suora e
invece si meravigliavano di vedere Ludovika presente e attiva senza
indossare le consuete vesti monacali. Per me non è stata una sorpresa perché in
precedenza avevo interagito molto anche con suore di varie congregazioni e non
tutte indossavano abiti da suora.
Ma ciò che ha più attirato
la mia attenzione è che questa era la prima volta che le attività dell'OMK
venivano affidate direttamente a una
consacrata e svolte con materiale
specifico per lo sviluppo della loro fede . Di solito, in queste attività con
ragazzi, se diretto da una suora, il materiale non è altro che materiale
speciale solo per vocazioni religiose. La serie di attività è iniziata con il
Rosario con processione della statua della Madonna e una grande partecipazione
del popolo e il ritiro si è svolto in modo sicuro e
fluido. C’è stato solo un piccolo problema con un partecipante, ma quel piccolo
incidente non ha ostacolato lo svolgimento dell’evento…
Tornando a me stessa, fin
da piccola avevo il desiderio di farmi suora ma per diversi motivi non ero
molto interessata ai loro inviti di entrare nelle loro congregazioni. Non so
quale fosse la causa. È solo che il mio desiderio è stato poi soffocato a causa
dei miei impegni. Una volta pensavo di non sposarmi e di rimanere una semplice
laica, collaborare in parrocchia ma senza entrare nella vita religiosa…
Questa esperienza con
Ludovica della CM ha risvegliato di
nuovo in me il desiderio di una riflessione sulla mia vita, sulla chiamata di
Dio…
rendiamo grazie
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino
Dio, Padre di Misericordia,
Ti rendiamo grazie perché hai donato
alla Compagnia Missionaria,
di contemplare il Figlio tuo Gesù,
nel mistero del suo Cuore Trafitto,
che per “NOICM” è sorgente
della spiritualità
e da cui nasce e si alimenta
la nostra missione.
O Eterno Padre, quest’anno in cui ricordiamo il
10° anniversario della nascita al cielo di P.
Albino, vogliamo rendere grazie per la sua vita e per il dono che è stato
per noi. E ti chiediamo che continui dal cielo ad aiutarci a ravvivare il dono
che ha posto nei nostri cuori:
Ø per
essere “casa e scuola” di Comunione;
Ø per
vivificare con la forza del Vangelo l’ambiente in cui viviamo;
Ø per
poter ogni giorno scoprire il Tuo Amore che opera nella storia;
Ø per
fare nostre le gioie e le sofferenze
degli uomini e donne
d’oggi, ed essere
per loro segno di
speranza.
Ti rendiamo grazie per il bene operato da P.
Albino e dalle prime missionarie,
per il coraggio e la loro disponibilità e docilità
allo Spirito.
Facciamo memoria riconoscente
a Te Padre di Misericordia
e camminiamo con Maria,
nostra Madre, Guida e Custode. Amen!
parole chiave
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino
“Ricordatevi
dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la Parola di Dio; considerando
attentamente l’esito del loro tenore di vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è
lo stesso ieri, oggi e sempre!.”( Ebrei 13, 7 - 8 ).
Introduco
la mia riflessione con queste parole della Bibbia perché le sento
particolarmente stimolanti, mi aiutano a tornare alle radici della nostra
storia CM e fare memoria sull’eredità che p. Albino ci ha lasciato.
· Ricordare
p. Albino oggi a distanza di dieci anni dalla sua morte significa per me rivisitare anche la mia vita nella CM,
rispolverare e sviluppare un lungo percorso di collaborazione e comunione tracciato da una scia luminosa di fede.
· E’
questo il tempo per fare una sosta di silenzio cercare un clima e uno sguardo
contemplativo per raccogliere i frutti che stanno nascendo dalla stesse radici.
· E’
riconoscere come la mia vita sia stata
rafforzata, guidata e ringiovanita dalla presenza, dall’esempio di p. Albino,
perfino nell’ultimo tratto della sua vita.
· E’
rispolverare l’impronta dello Spirito che sempre lo avevo animato nella sua
vita : sulle orme dell’abbandono, oblazione, ecce venio – ecce ancilla, umiltà,
fedeltà, comunione ecc. Questo stesso spirito lo ha seminato abbondantemente dentro e fuori la
sua Compagnia Missionaria del Sacro Cuore. P. Albino l’ha veramente amata “dal sorgere del sole al suo tramonto”
e ha lodato il Signore con la sua vita.
· E’
come riaprire lo “scrigno” dove si
conservano le cose più preziose e scoprire che in fondo non si sta parlando di morte, ma di VITA
Di questi ricordi ne valorizzo alcuni che fanno parte di una eredità e di una radice comune CM.
Nella sede
centrale della CM di Bologna in via Guidotti, per chi ha l’occhio attento si
possono incontrare, oltre alle persone che vi abitano o che passano, oggetti,
scritti, luoghi che parlano dell’eredità di p. Albino. La mia attenzione oggi
si ferma nella sala da pranzo, dove troviamo appeso alla parete un quadro molto
significativo che all’interno contiene un telo ricamato a mano da Lúcia Correia.
La sua composizione ha certamente
richiesto un lavoro lento, attento, paziente, precisione e tempo. Le parole
scritte e poi ricamate non sono solamente simboliche, il loro significato per
noi è molto più profondo. “spirito
missionario, solidarietà, semplicità, amore,
oblazione, comunione…”. Parole
sapienti, profetiche, vitali, perché
scolpite non solo sulla tela, ma anche nella concretezza della nostra vita quotidiana.
Parole legate alla radice che
richiamano il carisma CM e la nostra appartenenza. Parole che
scuotono, ci sfidano, ci interpellano.
Leggendole scopriamo che quei
nomi scritti e ricamati in lingue diverse, sono semi di quella radice comune
che ci portiamo dentro, che hanno fatto crescere la nostra vita e il nostro
stile di vita. Fanno parte di un patrimonio
spirituale, un’eredità che continua nel tempo e ci mantiene fedeli al passato, al presente e
al futuro.
Il carisma che abbiamo ricevuto vive in noi ed è la linfa che sostiene il
nostro cammino. Sentiamo
che è una realtà dinamica che manifesta vita, energia audacia e passione,
nonostante i nostri limiti e la nostra incoerenza. Una sfida che abbiamo
accolto e che ci ha permesso di immergerci in profondità nell’esperienza del fondatore. Ci sentiamo chiamate a vivere una disponibilità
permanente, all'ascolto dello Spirito, di tutti coloro che camminano con noi.
Il dono che il Signore ci ha fatto all’inizio sentiamo che va rinnovato ogni
giorno con quella creatività e novità che lo Spirito ci suggerisce.
“Guardare
lontano”…
è stato fin dall’inizio del cammino CM uno slogan, motto, che p. Albino ci ha trasmesso fin dalla formazione
iniziale e che ha fatto vibrare le nostre vite, fino a raggiungere una
progressiva internazionalità.
Nella
realtà CM oggi ritrovo la missionarietà presente nei volti delle persone e nella
vita di ogni gruppo, frutti cresciuti dalla stessa radice. Ogni realtà ha fatto
il suo cammino nella fedeltà e creatività. Mi piace far emergere vicino a ogni
nazione una parola chiave che segna la sua specificità, caratteristica,
con la quale ha sviluppato e fatto
crescere l’eredità.
“La terra ha dato il suo frutto ci benedica
Dio e lo temano tutti i confini della terra…” (salmo 67,7)
Italia: “fondazione: grazia degli inizi” - Portogallo: “freschezza” - Mozambico: “missionarietà”
- Brasile: “audacia” - Cile: “ perseveranza” - Argentina:” comunione”– Guinea Bissau : “semplicità”- Indonesia : “fedeltà” .
La ricorrenza dei
dieci anni dalla morte di p. Albino può diventare un motivo importante per ravvivare il nostro carisma, perché
quel dono che il Signore ci ha fatto
all’inizio va rinnovato ogni giorno, concretizzato.
La
mia riflessione fa emergere solo una
parte di quanto contiene lo “scrigno”
che ho citato all’inizio, cioè l’eredità di p. Albino. Ho cercato di
concretizzarla con alcune parole chiavi
sulle quali ravviviamo la nostra fedeltà. È un camminare insieme verso un
orizzonte comune, per questo dobbiamo
custodirci gli uni gli altri. Una frase preziosa che p. Albino ci ha lasciato: “Perdete tutto piuttosto che perdere la
carità”può esserci di stimolo e di rinnovata fiducia nel credere che in
questo cammino non saremo mai soli.
La mia gratitudine al Signore, a p. Albino. La
esprimo con la stessa frase riportata sull’immaginetta consegnataci dopo la sua
morte: “Ti rendo lode, o Padre,
Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e
ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Matteo 11,25).
la parola e la carità
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino
Ho conosciuto p. Albino quando venne in Sardegna in uno dei
suoi viaggi per incontrare i membri
dell’ Apostolato della Riparazione e presentare l’Istituto della Compagnia
Missionaria da poco iniziata. Io non avevo ancora 20 anni!
Mi ritrovo oggi a scrivere questa testimonianza con 83 anni
compiuti. In quel periodo ero alla
ricerca di un Istituto. Ricordo che non avevo chiaro quale scelta fare anche
perché l Istituto da lui presentato aveva la sede a Bologna ed io non ero mai uscita dall’isola
della Sardegna. Alla fine dopo una fitta corrispondenza, decisi di partire, e
arrivai a Bologna senza conoscere nessun altro che p. Albino.
Una persona molto distinta, intelligente ed elegante (come
era il suo cognome e lo era davvero!).
Nei suoi modi di fare era piuttosto esigente ma anche comprensivo. I suoi insegnamenti avevano lo scopo di aiutare a formare un carattere forte , soprattutto preparato
per affrontare le varie situazioni in cui la vita ci avrebbe posto. Ci seguiva
con interesse e senso materno, dandoci sempre fiducia e coraggio nelle
iniziative. Il suo desiderio era che curassimo la perfezione in tutto quello che facevamo. Un piccolo
ricordo: ero sacrestana, dovevo preparare tutto ciò che riguardava l’altare.
C’erano dei grandi candelieri e grosse candele da sistemare e non sempre era
facile. Lui osservava sempre se le
candele erano al posto giusto e soprattutto se erano diritte!
Dal punto di vista
spirituale insisteva molto sulla conoscenza e familiarità con la Parola di Dio,
sulla piccola preghiera d’offerta rinnovata durante la giornata e sull’impegno
a vivere la carità: “Perdete tutto,
diceva, ma non perdete la carità”.
Altra grande raccomandazione era la fedeltà all’adorazione
quotidiana e agli impegni presi. Non posso dimenticare il suo grande amore alla
Madonna a cui aveva affidato fin dall’inizio la CM, nominandola Direttrice
Generale dell’Istituto e riservandole anche un posto d’onore a tavola…
Sono passati tanti anni…riconosco che p. Albino mi ha sempre accompagnato tramite la
corrispondenza e quando poteva veniva a
visitarci nei vari posti dove anch’io ho lavorato: Mozambico, Portogallo…Ha
sempre avuto la preoccupazione di conoscere la realtà dove eravamo inserite .
Questa è stata la testimonianza e l’eredità che ho avuto da
p. Albino, dalla quale mi sono lasciata orientare durante oltre 60 anni di
appartenenza alla CM.
Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma altri
completeranno. Non mi resta che dire:
Grazie p. Albino per la tua testimonianza e per il tuo amore per la Chiesa, per
la CM, per me!