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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
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Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
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    19 ottobre 2024
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maria e la compagnia missionaria
 
Nella spiritualità Nel frontespizio del piccolo volume che raccoglie lo Statuto e il Regolamento di vita della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore sono riportate due espressioni del Nuovo Testamento: «Ecce venio» (Eb 10, 7), «Ecce ancilla » (Lc 1, 38). Nell’introduzione alla prima parte del II capitolo, riguardante la spiritualità, è riportata un’ espressione di p. Leone Dehon: «Nell’Ecce venio di Cristo e nell’Ecce ancilla di Maria è compendiata tutta la nostra vocazione e il nostro fine, il nostro dovere e le nostre promesse». La spiritualità di p. Dehon è la radice da cui è fiorita la Compagnia Missionaria, una spiritualità che, mentre fissa l’attenzione al Cuore trafitto di Cristo, intende incarnare il suo atteggiamento di obbedienza oblativa espressa proprio nell’Ecce venio. Ad esso corrisponde, dal primo istante dell’incarnazione, l’atteggiamento di obbedienza di sua Madre espresso nell’Ecce ancilla. Per questo la spiritualità oblativo-riparatrice, che si ispira e partecipa all’amore obbediente e riparatore di Gesù, è comunione anche all’obbedienza fiduciosa di Maria; in essa trova l’esempio di più alta partecipazione e imitazione dell’Ecce venio, vissuto da una persona umana. Maria è dunque maestra e guida per questa Famiglia che, nel contemplare l’amore di Dio nell’icona del Cristo crocifisso dal cuore trafitto, si ispira al suo esempio «per aderire sempre più alla persona di Cristo, al mistero del suo Cuore ed annunciare il suo amore». Nella comunione con Gesù e con Maria, le missionarie imparano a offrire integralmente la loro vita alla volontà di Dio. «Per questo l’”Ecce venio” di Gesù e l’”Ecce ancilla” di Maria costituiscono il centro e lo stile della nostra vita». «Come Gesù e la Madonna ci manterremo aperte al “sì” (cf Eb 10,5-9; Lc 1, 38) e disponibili al servizio per amore (cf Gv 13,12-17)». Un modo molto semplice, ma che mantiene vigili e fiduciosi, nel consacrare a Dio, per amore e con amore, ogni azione e ogni avvenimento quotidiano, è la recita di quella che, nella Compagnia Missionaria, è chiamata piccola preghiera di offerta: «Mio Dio, io ti offro… in unione a Gesù, per mezzo di Maria, in Spirito di amore, per l’avvento del tuo regno nel mondo». Maria è stata il luogo nel quale ha avuto inizio l’offerta obbediente di Gesù, è stata il mezzo attraverso il quale Egli è stato offerto e consacrato al Padre, nel tempio; così è attraverso di lei che, uniti a Gesù, animati dallo Spirito-Amore, offriamo al Padre ogni espressione della vita. Al n.4 dello Statuto, a Maria vengono assegnati tre titoli che dicono le “tre missioni” di Maria nei confronti della Compagnia Missionaria. È madre, perché lo è di Gesù e da Lui, come tutti i discepoli, l’abbiamo ricevuta; è maestra e guida nell’educarci a vivere la spiritualità di amore e di oblazione e il carisma della comunione; è custode perché viviamo nella fedeltà alla vocazione e alla missione ricevute. Guardando, infatti, la storia della Compagnia Missionaria, si nota come sia segnata da alcuni avvenimenti importanti legati a ricorrenze che hanno una particolare fisionomia mariana. È stata già ricordata la “data di nascita” nella solennità del Natale. La prima approvazione ad experimentum fu data dal Card. Giacomo Lercaro, Arcivescovo di Bologna, il 25 marzo 1958, solennità dell’Annunciazione del Signore: grande significato acquista questa coincidenza proprio in riferimento all’Ecce venio, che Cristo pronuncia entrando nel mondo (cf. Eb 5-9), e all’Ecce ancilla di Maria, pronunciato nella stessa circostanza, al momento dell’Annunciazione. Il decreto di erezione della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore a istituto secolare di diritto diocesano, invece, fu concesso dall’Arcivescovo Enrico Manfredini, in data 8 settembre 1983, festa della Natività di Maria. Sapendo che è nella preghiera che si custodisce e rafforza la fedeltà, i membri della Compagnia Missionaria alimentano quotidianamente la loro vita consacrata con la celebrazione e l’adorazione eucaristica, con la meditazione della Parola di Dio e la celebrazione delle ore liturgiche; ma la preghiera prevede anche «uno spazio di tempo vissuto in comunione con Maria per esprimere il nostro amore e rinnovarle la nostra consacrazione». La preghiera di consacrazione recita così: «O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, la Compagnia Missionaria del Sacro Cuore si consacra oggi a te, perché tu abbia a regnare nella nostra famiglia con la tua protezione materna e con il tuo spirito modello di ogni virtù. Degnati di prendere pieno possesso di questa famiglia che vuole essere il piccolo regno del tuo Cuore e del Cuore di Gesù. Amen». Appartenere a Maria, considerarla propria madre, significa appartenere a suo Figlio e alla comunità dei redenti che Egli unisce a sé con alleanza sponsale; con questa preghiera, ogni giorno, la Compagnia Missionaria si consegna alla Madre di Dio, perché, come regina – madre, guida e custode – ne prenda possesso e la formi alla scuola delle sue virtù, così da appartenere totalmente al Cuore di suo Figlio, trafitto sul trono della croce, dal quale venne proclamato re. La vita quotidiana, nelle sue varie espressioni e dimensioni – le relazioni familiari e sociali, il lavoro, il riposo, la vita fraterna, la partecipazione alla vita parrocchiale -, è l’ambito in cui sono chiamati ad esprimersi la spiritualità, la missione, il carisma, la consacrazione dei membri della Compagnia Missionaria. «Alla scuola di Maria di Nazaret impariamo il vero senso della preghiera, della vita e del dono di noi stesse nella semplicità del quotidiano, prima ancora che nelle grandi occasioni. Ci sarà di aiuto recitare ogni giorno la nostra preghiera di consacrazione alla Madonna». Oltre che maestra di contemplazione, Maria lo è anche di silenzio e di ascolto di quella Parola, che in lei si è fatta carne, che ha sempre conservato, meditandola, nel suo cuore. «Perché la nostra preghiera diventi contemplazione continua di Dio, presente nel nostro intimo e nelle nostre situazioni ordinarie di vita, ci educheremo al silenzio interiore e all’ascolto, come condizione indispensabile per un vero incontro d’amore. Ci è di guida Maria che consumò la sua missione nel silenzio di Nazaret (cf Lc 2,52) e attuò la dimensione sociale del suo servizio a Dio nell’ordinarietà della vita quotidiana».  Nel carisma, nella consacrazione e nella missione Nella spiritualità di amore e di oblazione che si alimenta alla contemplazione del Cuore trafitto di Cristo, si radica il carisma che la Compagnia Missionaria accoglie dallo Spirito e del quale si impegna a dare testimonianza. «La vita d’amore, cercata e voluta fino a “farci comunione” con Dio e con i fratelli, determina e qualifica la nostra testimonianza caratteristica nella Chiesa e nel mondo», infatti «come missionarie del Sacro Cuore, siamo chiamate a vivere la vita d’amore fino a farci comunione con Dio e con i fratelli, secondo il modello che Cristo ci ha lasciato, e ad imitazione della prima comunità cristiana (cf. At 2,42)». Secondo gli Atti, al centro della comunità dei discepoli è Maria, la Madre di Gesù. «Con lei che “serbò fedelmente la sua unione col Figlio fino alla croce “ (LG n.58) vivremo gli impegni della comunione anche quando essi richiedono l’immolazione di noi stesse». Espressione di comunione e servizio ad essa è l’incarico di responsabilità, che riguardi tutto l’istituto, o un gruppo o la formazione. «Alla Vergine Santissima è stata affidata la Compagnia Missionaria. Coloro che sono chiamate ad assumerne la guida, si lascino condurre da Maria, sicure che potranno obbedire con lei allo Spirito Santo e mostrare a tutti e in tutto Gesù». Per questo ogni responsabile è esortata a «coltivare la consapevolezza che “Maria è la direttrice generale e perpetua dell’Istituto” e invocarla spesso quale madre, guida e custode». Poiché un’espressione del carisma della comunione, nella Compagnia Missionaria, è la possibilità, per le missionarie, di vivere in gruppi di vita fraterna, Maria ne è il modello, lei che ha vissuto intensamente l’unione con Dio e con i fratelli. «Da Maria, modello della nostra vita fraterna, vogliamo imparare a conformare il nostro cuore al suo: cuore forte e vigilante nel prevenire, nell’accogliere e nel conservare nei nostri gruppi il “vino buono “ della comunione». Il carisma e la spiritualità, insieme con la consacrazione secolare, informano la missione di evangelizzazione e promozione umana: «La disposizione con cui vivremo la nostra missione sarà di continua comunione con il Padre e con il Figlio suo Gesù Cristo, nella grazia dello Spirito Santo, con tutta la Chiesa, le sorelle e i fratelli di ideale. Ci lasceremo guidare da Maria perché, ovunque ci troviamo e lavoriamo, possiamo essere testimoni credibili della missione salvifica di Cristo», quella missione che, da Nazaret a Gerusalemme, ha trovato le più diverse espressioni. Anche la vita di consacrazione, che è partecipazione alla consacrazione di Gesù al Padre per la salvezza del mondo, trova in Maria sua madre, vergine obbediente piena di grazia, il modello, la guida, il sostegno dell’intercessione. «Maria, nella castità più perfetta, è divenuta la porta di Dio disceso tra gli uomini. Ci affideremo tutti i giorni all’amore e alla guida di questa tenera madre per poter, come lei, fare di noi stesse un dono gioioso di Dio agli uomini». «Come l’obbedienza di Cristo, così la nostra obbedienza è comunione con la volontà del Padre e attua il “sacrificio spirituale” di noi stesse nelle condizioni ordinarie della vita. Così ripetiamo l’oblazione del Verbo che entrando nel mondo disse al Padre: “Ecce venio” e la risposta di Maria dinanzi al progetto di Dio: “Ecce ancilla” ».Al momento della prima emissione dei voti e nella rinnovazione durante l’incorporazione temporanea, Maria viene invocata e accolta come modello e guida, perché la vita di colei che Dio consacra diventi, come quella di Gesù, un servizio di amore. Nella formula di consacrazione per l’incorporazione definitiva nell’Istituto, usata nella rinnovazione annuale dei voti, è ancora invocata l’intercessione di Maria. Conclusione La Compagnia Missionaria del Sacro Cuore sente di avere uno speciale legame con la Madre di Gesù, che risponde: «Eccomi, sono la serva del Signore» (Lc 1,.35) al misterioso progetto del Padre che, per l’azione dello Spirito, la rende madre del Figlio. Come lei e con lei, anche noi ci impegniamo a vivere la nostra obbedienza a Lui, ripetendo quotidianamente, animate dallo Spirito, in comunione con l’obbedienza oblativa di Gesù: «Ecce venio; ecce ancilla». La nostra famiglia è nata la notte di Natale, affidandosi, come il Dio Bambino, alla custodia amorevole e sicura delle braccia di Maria, per essere, unita a Lui, «emmanuele», cioè presenza semplice e umile di Dio nel mondo. Guidate da Maria, madre di Dio, divenuta sul Calvario madre dell'umanità e quindi anche nostra, sostiamo ai piedi del Crocifisso per contemplare, con lei e con il discepolo dell'amore, il Cuore trafitto da cui sgorga la fonte della vita e imparare cosa significa vivere l' amore: nell'accoglienza, nella semplicità, nel dono di sé, nel sacrificio oblativo, nel perdono, nell'ascolto, nella dolcezza, nella disponibilità, nella comunione con tutta l'umanità, fino a «perdersi» per ritrovarsi in Lui. A Maria, che ha custodito nel cuore la luce della fede anche sui sentieri più bui della vita, noi consegniamo la nostra fede e la nostra vita perché sia lei a custodirle nella fedeltà. Mentre nelle vie quotidiane, nascoste o manifeste, semplici o impervie della vita del mondo, lo Spirito ci invia a testimoniare e evangelizzare l'Amore, a servire la vita di ogni uomo e di ogni donna creati a immagine di Dio, ci consegniamo alla guida e alla custodia di Maria che «in fretta raggiunse una città di Giuda» (Lc 1, 39) per servire Elisabetta e, nel cenacolo, divenne regina degli apostoli, inviati sino agli estremi confini della terra (cf. Atti l e 2).
una persona di benedizione
 
Domenica 7 luglio, a Funchal (Madeira) – Portogallo, ha concluso il suo cammino terreno la missionaria Maria Madalena Ribeiro, di 86 anni. Aveva consacrato la vita a Dio nella Compagnia Missionaria il 22 agosto 1987. Saluto della Presidente nella celebrazione funebre Oggi ci congediamo dalla nostra cara Maddalena. La sua testimonianza di vita, lascia nel cuore di ciascuno/a di noi un profondo sentimento di gratitudine. Possiamo dire che come Gesù è passata da questa vita facendo del bene. La sua dedicazione alla famiglia, assistendo il fratello e le sorelle è stata di un amore incondizionato. Nella Compagnia Missionaria, ha sempre manifestato un senso di appartenenza e di partecipazione. Ha svolto il compito di Responsabile di formazione con competenza e amore ed è stata anche membro del Consiglio Centrale. Con la sua serenità, semplicità, delicatezza, umiltà...ha tessuto relazioni interpersonali armoniose e fraterne. Una persona di benedizione, che trasmetteva questo benedire Dio e i fratelli. Com’era gradevole e dolce la sua presenza! Vicino a lei ci si sentiva sempre bene. Ha sempre abbracciato con amore la croce della vita: pregava e offriva. Sapeva contemplare il “Cuore trafitto di Gesù”, sapeva accogliere e condividere la bontà, la misericordia e la che tenerezza che scaturiscono dal Cuore di Gesù. Quanto bene avrà seminato e donato questa carissima sorella nel cuore dei suoi alunni! La sua missione di amore e servizio era presente in tutti i settori della vita. Carissima Famiglia di Maddalena, e Compagnia Missionaria unitevi tra voi con la preghiera, affinchè in questo momento di dolore vi sentiate confortati e rafforzati a vicenda. Al Gruppo di Funchal, che oggi accompagna e saluta con amore questa sorella , vorrei dire di tenere sempre presente la sua fedeltà e la sua dedicazione fraterna e abbiate fiducia perchè adesso lei intercede per tutti noi davanti a Dio Padre, unita a tutti quelli che ci hanno preceduto in cielo.
un seme che vuole crescere
 
Ciao, lascia che mi presenti, mi chiamo Eva Tiodor Boru Simangunsong. Attualmente vivo nel villaggio di Dayun, Siak Pekan Baru, Riau. (Sumatra). Vivo nella zona della parrocchia di San Giovanni Battista Perawang, più precisamente presso la chiesa cattolica di Santo Stefano Zamrud. Ho 26 anni. Ho studiato  all'Università di Riau e ho conseguito una laurea in Comunicazioni. Sono la sesta figlia di 7 fratelli. Vorrei raccontarvi un po' della mia esperienza e collaborazione nelle attività del “Grande Rosario” e del “Ritiro” con i giovani delle scuole superiori svolta nella mia parrocchia dal 24 al 27 maggio 2024. Inizialmente avevo programmato questa attività solo per i bambini della mia zona poi abbiamo allargato anche alle altre cappelle e coinvolto tutto il popolo con il “Grande Rosario”. Ho presentato il programma al mio parroco, padre Dwi Rahardjo SCJ e a padre Dwi SCJ che mi ha consigliato di consultarmi con il sacerdote moderatore dei giovani cattolici, vale a dire padre Joko Scj. Il programma è stato accolto favorevolmente da entrambi i padri. Dopo aver consultato anche i genitori, abbiamo deciso la data per svolgere tale attività di ritiro: a metà luglio. Concretamente poi, per diversi motivi ci sono stati diversi cambiamenti nei piani della pastorale parrocchiale. All’inizio si pensava di svolgere tale attività solo nel centro parrocchiale, poi invece si è estesa all’intera parrocchia. La notizia di questo improvviso cambiamento aveva fatto crollare il morale del comitato, soprattutto perché le attività da organizzare erano molte e il tempo di preparazione risultava poco. A questo punto ho pensato di ridare energia al comitato e dare alcune indicazioni che aiutassero a ricostruire il loro senso di ottimismo. Si è cercato quindi di soddisfare le esigenze nel miglior modo possibile : collaborare tutti nei preparativi per il Gran Rosario e il Ritiro OMK ( Giovani cattolici delle medie e scuole superiori). Fino al giorno dell'evento, le attività si sono svolte molto bene secondo la pianificazione. Per quanto riguarda la preparazione del materiale per il ritiro dell'OMK, il parroco ha invitato e dato suggerimenti a Ludovika CM e all'équipe. Il materiale svolto da Ludovika ha davvero aiutato i partecipanti al ritiro a scoprire l'identità di ragazzi cattolici. Diverse persone aspettavano la presenza di una suora e invece si meravigliavano di vedere Ludovika presente e attiva senza indossare le consuete vesti monacali. Per me non è stata una sorpresa perché in precedenza avevo interagito molto anche con suore di varie congregazioni e non tutte indossavano abiti da suora. Ma ciò che ha più attirato la mia attenzione è che questa era la prima volta che le attività dell'OMK venivano affidate direttamente a una consacrata e svolte con materiale specifico per lo sviluppo della loro fede . Di solito, in queste attività con ragazzi, se diretto da una suora, il materiale non è altro che materiale speciale solo per vocazioni religiose. La serie di attività è iniziata con il Rosario con processione della statua della Madonna e una grande partecipazione del popolo e il ritiro si è svolto in modo sicuro e fluido. C’è stato solo un piccolo problema con un partecipante, ma quel piccolo incidente non ha ostacolato lo svolgimento dell’evento… Tornando a me stessa, fin da piccola avevo il desiderio di farmi suora ma per diversi motivi non ero molto interessata ai loro inviti di entrare nelle loro congregazioni. Non so quale fosse la causa. È solo che il mio desiderio è stato poi soffocato a causa dei miei impegni. Una volta pensavo di non sposarmi e di rimanere una semplice laica, collaborare in parrocchia ma senza entrare nella vita religiosa… Questa esperienza con Ludovica della CM ha risvegliato di nuovo in me il desiderio di una riflessione sulla mia vita, sulla chiamata di Dio…
rendiamo grazie
 
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino Dio, Padre di Misericordia, Ti rendiamo grazie perché hai donato alla Compagnia Missionaria, di contemplare il Figlio tuo Gesù, nel mistero del suo Cuore Trafitto, che per “NOICM” è sorgente della spiritualità e da cui nasce e si alimenta la nostra missione. O Eterno Padre, quest’anno in cui ricordiamo il 10° anniversario della nascita al cielo di P. Albino, vogliamo rendere grazie per la sua vita e per il dono che è stato per noi. E ti chiediamo che continui dal cielo ad aiutarci a ravvivare il dono che ha posto nei nostri cuori: Ø per essere “casa e scuola” di Comunione; Ø per vivificare con la forza del Vangelo l’ambiente in cui viviamo; Ø per poter ogni giorno scoprire il Tuo Amore che opera nella storia; Ø per fare nostre le gioie e le sofferenze degli uomini e donne d’oggi, ed essere per loro segno di speranza. Ti rendiamo grazie per il bene operato da P. Albino e dalle prime missionarie, per il coraggio e la loro disponibilità e docilità allo Spirito. Facciamo memoria riconoscente a Te Padre di Misericordia e camminiamo con Maria, nostra Madre, Guida e Custode. Amen!
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Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino “Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la Parola di Dio; considerando attentamente l’esito del loro tenore di vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!.”( Ebrei 13, 7 - 8 ). Introduco la mia riflessione con queste parole della Bibbia perché le sento particolarmente stimolanti, mi aiutano a tornare alle radici della nostra storia CM e fare memoria sull’eredità che p. Albino ci ha lasciato. · Ricordare p. Albino oggi a distanza di dieci anni dalla sua morte significa per me rivisitare anche la mia vita nella CM, rispolverare e sviluppare un lungo percorso di collaborazione e comunione tracciato da una scia luminosa di fede. · E’ questo il tempo per fare una sosta di silenzio cercare un clima e uno sguardo contemplativo per raccogliere i frutti che stanno nascendo dalla stesse radici. · E’ riconoscere come la mia vita sia stata rafforzata, guidata e ringiovanita dalla presenza, dall’esempio di p. Albino, perfino nell’ultimo tratto della sua vita. · E’ rispolverare l’impronta dello Spirito che sempre lo avevo animato nella sua vita : sulle orme dell’abbandono, oblazione, ecce venio – ecce ancilla, umiltà, fedeltà, comunione ecc. Questo stesso spirito lo ha seminato abbondantemente dentro e fuori la sua Compagnia Missionaria del Sacro Cuore. P. Albino l’ha veramente amata “dal sorgere del sole al suo tramonto” e ha lodato il Signore con la sua vita. · E’ come riaprire lo “scrigno” dove si conservano le cose più preziose e scoprire che in fondo non si sta parlando di morte, ma di VITA Di questi ricordi ne valorizzo alcuni che fanno parte di una eredità e di una radice comune CM. Nella sede centrale della CM di Bologna in via Guidotti, per chi ha l’occhio attento si possono incontrare, oltre alle persone che vi abitano o che passano, oggetti, scritti, luoghi che parlano dell’eredità di p. Albino. La mia attenzione oggi si ferma nella sala da pranzo, dove troviamo appeso alla parete un quadro molto significativo che all’interno contiene un telo ricamato a mano da Lúcia Correia. La sua composizione  ha certamente richiesto un lavoro lento, attento, paziente, precisione e tempo. Le parole scritte e poi ricamate non sono solamente simboliche, il loro significato per noi è molto più profondo. “spirito missionario, solidarietà, semplicità, amore, oblazione, comunione…”.  Parole sapienti, profetiche,  vitali, perché scolpite non solo sulla tela, ma anche nella concretezza della nostra vita  quotidiana.  Parole  legate alla radice che richiamano il carisma CM e la nostra appartenenza.  Parole che  scuotono, ci sfidano, ci interpellano.  Leggendole  scopriamo che quei nomi scritti e ricamati in lingue diverse, sono semi di quella radice comune che ci portiamo dentro, che hanno fatto crescere la nostra vita e il nostro stile di vita. Fanno parte di un patrimonio spirituale, un’eredità che continua nel tempo  e ci mantiene fedeli al passato, al presente e al futuro. Il carisma che abbiamo ricevuto vive in noi ed è la linfa che sostiene il nostro cammino. Sentiamo che è una realtà dinamica che manifesta vita, energia audacia e passione, nonostante i nostri limiti e la nostra incoerenza. Una sfida che abbiamo accolto e che ci ha permesso di immergerci in profondità nell’esperienza del fondatore. Ci sentiamo chiamate a vivere una disponibilità permanente, all'ascolto dello Spirito, di tutti coloro che camminano con noi. Il dono che il Signore ci ha fatto all’inizio sentiamo che va rinnovato ogni giorno con quella creatività e novità che lo Spirito ci suggerisce. “Guardare lontano”… è stato fin dall’inizio del cammino CM uno slogan, motto, che p. Albino ci ha trasmesso fin dalla formazione iniziale e che ha fatto vibrare le nostre vite, fino a raggiungere una progressiva internazionalità. Nella realtà CM oggi ritrovo la missionarietà presente nei volti delle persone e nella vita di ogni gruppo, frutti cresciuti dalla stessa radice. Ogni realtà ha fatto il suo cammino nella fedeltà e creatività. Mi piace far emergere vicino a ogni nazione una parola chiave che segna la sua specificità, caratteristica, con la quale ha sviluppato e fatto crescere l’eredità. “La terra ha dato il suo frutto ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra…” (salmo 67,7) Italia: “fondazione: grazia degli inizi” - Portogallo: “freschezza” - Mozambico: “missionarietà” - Brasile: “audacia” - Cile: “ perseveranza” - Argentina:” comunione”– Guinea Bissau : “semplicità”- Indonesia : “fedeltà” . La ricorrenza dei dieci anni dalla morte di p. Albino può diventare un motivo importante per ravvivare il nostro carisma, perché quel dono che il Signore ci ha fatto all’inizio va rinnovato ogni giorno, concretizzato. La mia riflessione fa emergere solo una parte di quanto contiene lo “scrigno” che ho citato all’inizio, cioè l’eredità di p. Albino. Ho cercato di concretizzarla con alcune parole chiavi sulle quali ravviviamo la nostra fedeltà. È un camminare insieme verso un orizzonte comune, per questo dobbiamo custodirci gli uni gli altri. Una frase preziosa che p. Albino ci ha lasciato: “Perdete tutto piuttosto che perdere la carità”può esserci di stimolo e di rinnovata fiducia nel credere che in questo cammino non saremo mai soli. La mia gratitudine al Signore, a p. Albino. La esprimo con la stessa frase riportata sull’immaginetta consegnataci dopo la sua morte: “Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Matteo 11,25).
la parola e la carità
 
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino Ho conosciuto p. Albino quando venne in Sardegna in uno dei suoi viaggi per  incontrare i membri dell’ Apostolato della Riparazione e presentare l’Istituto della Compagnia Missionaria da poco iniziata. Io non avevo ancora 20 anni! Mi ritrovo oggi a scrivere questa testimonianza con 83 anni compiuti. In quel periodo ero alla ricerca di un Istituto. Ricordo che non avevo chiaro quale scelta fare anche perché l Istituto da lui presentato aveva la sede a Bologna ed io non ero mai uscita dall’isola della Sardegna. Alla fine dopo una fitta corrispondenza, decisi di partire, e arrivai a Bologna senza conoscere nessun altro che p. Albino. Una persona molto distinta, intelligente ed elegante (come era il suo cognome e lo era davvero!). Nei suoi modi di fare era piuttosto esigente ma anche comprensivo. I suoi insegnamenti avevano lo scopo di aiutare a formare un carattere forte , soprattutto preparato per affrontare le varie situazioni in cui la vita ci avrebbe posto. Ci seguiva con interesse e senso materno, dandoci sempre fiducia e coraggio nelle iniziative. Il suo desiderio era che curassimo la perfezione in tutto quello che facevamo. Un piccolo ricordo: ero sacrestana, dovevo preparare tutto ciò che riguardava l’altare. C’erano dei grandi candelieri e grosse candele da sistemare e non sempre era facile. Lui osservava sempre se le candele erano al posto giusto e soprattutto se erano diritte! Dal punto di vista spirituale insisteva molto sulla conoscenza e familiarità con la Parola di Dio, sulla piccola preghiera d’offerta rinnovata durante la giornata e sull’impegno a vivere la carità: “Perdete tutto, diceva, ma non perdete la carità”. Altra grande raccomandazione era la fedeltà all’adorazione quotidiana e agli impegni presi. Non posso dimenticare il suo grande amore alla Madonna a cui aveva affidato fin dall’inizio la CM, nominandola Direttrice Generale dell’Istituto e riservandole anche un posto d’onore a tavola… Sono passati tanti anni…riconosco che p. Albino mi ha sempre accompagnato tramite la corrispondenza e quando poteva veniva a visitarci nei vari posti dove anch’io ho lavorato: Mozambico, Portogallo…Ha sempre avuto la preoccupazione di conoscere la realtà dove eravamo inserite . Questa è stata la testimonianza e l’eredità che ho avuto da p. Albino, dalla quale mi sono lasciata orientare durante oltre 60 anni di appartenenza alla CM. Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma altri completeranno. Non mi resta che dire: Grazie p. Albino per la tua testimonianza e per il tuo amore per la Chiesa, per la CM, per me!
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Via A. Guidotti 53, 40134 - Bologna - Italia - Telefono: +39 051 64 46 472

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