Logo
COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
Compagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia MissionariaCompagnia Missionaria
Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto 2024
    Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico.... Continua
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto de 2024
    Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique.... Continua
  • 09 / 08 / 2024
    Agosto de 2024
    Edvige Terenghi, administradora central, visita los grupos en Mozambique... Continua
  • 09 / 08 / 2024
    19 ottobre 2024
    Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online... Continua
per un rinnovato annuncio del vangelo
 
L’ evangelizzazione itinerante è stata la missione che ha fortemente caratterizzato la CM fin dall’ inizio della sua fondazione.  P. Albino Elegante ne è stato il promotore e l’animatore sempre pronto con la valigia in mano per andare dove lo Spirito lo guidava, sentiva l’urgenza di “annunciare il Vangelo da ogni creatura” e ci teneva che le missionarie si dedicassero a questo servizio. Le Missioni al popolo costituirono il modo che più ci ha impegnate fino al 2000. In seguito le richieste sono andate diminuendo. A questo certamente ha influito il cambiamento del contesto culturale…” l’avanzamento di una certa scristianizzazione” come afferma l’esortazione di papa Francesco da cui l’urgenza di una nuova evangelizzazione è più che mai attuale. “ Si rende necessaria un’evangelizzazione che illumini i nuovi modi di relazionarsi con Dio, con gli altri e con l’ambiente, e che susciti i valori fondamentali. È necessario arrivare là dove si formano i nuovi racconti e paradigmi, raggiungere con la Parola di Gesù i nuclei più profondi dell’anima delle città”. (EG.74…)Di fronte alle esigenze e problematiche di una chiesa e di una società in continua trasformazione e che continuamente ci interpella, ci siamo chieste da sempre, quali scelte e metodi nuovi usare e quale linguaggio parlare perché il vangelo possa entrare nei cuori di tante persone che hanno il diritto di conoscere la Parola di Dio. Già l’anno scorso i Dehoniani ci avevano chiesto un incontro per cercare assieme come evangelizzare oggi. e poiché sia loro che noi abbiamo forze limitate, perché non metterci a lavorare assieme? In maggio 2014 facemmo il primo incontro presso lo Studentato delle Missioni di Bologna, presenti il Provinciale dei Dehoniani p. Oliviero, p. Luca e p. Marcello, il Consiglio Centrale CM, il coordinamento italiano e Dolores per i familiares. Abbiamo preso atto che le possibilità di collaborazione possono essere tante, alcune sono già in atto nel SAG e nel SAM. mentre abbiamo avvertito la necessità di intensificare la nostra collaborazione nel servizio dell’evangelizzazione e ci siamo proposti di rincontrarci appena possibile. Lucia Capriotti, coordinatrice del gruppo “Evangelizzazione itinerante della CM”, ci ha convocati per continuare il dialogo iniziato. Ci siamo ritrovati di nuovo il 9 e 10 febbraio 2015 allo Studentato delle Missioni. Presenti un gruppo di Dehoniani dell’ IS e dell’ IM, Missionarie e Familiares. Abbiamo vissuto due giorni intensi di lavoro e ricerca. L’incontro è iniziato con una breve introduzione di p. Oliviero e un giro di nomi per conoscerci. Lucia ha condiviso gli orari della duegiorni e ha ricordato con gioia l’importanza e la vicinanza di p. Albino Fondatore della CM e Ausilia grande sostenitrice dell’evangelizzazione itinerante, di cui sentiamo fortemente la presenza e la preghiera. Lucia ha poi presentato in breve la storia delle missioni popolari orientate dalla CM. sottolineando che da tempo era nato in noi il desiderio di trovarci per riflettere assieme e individuare strade nuove e ” lingue nuove” che il discepolo di Cristo è incoraggiato a parlare (cf. Mc.16,17) per continuare nell’oggi della storia l’annuncio efficace del Vangelo. P. Albino, assieme alle Missionarie, già 50 anni fa, aveva iniziato le missioni parrocchiali centrate soprattutto sulla vicinanza alle persone, sulle visite alle famiglie e sui centri di ascolto. E’ bello notare che alle missioni hanno partecipato o collaborato Sacerdoti dehoniani, sacerdoti di altre congregazioni religiose e sacerdoti diocesani, missionarie, familiares, suore, laici e laiche provenienti da diverse diocesi. Le Missioni poi sono state affiancate da tante altre iniziative ( formazione degli animatori pastorali, dei catechisti, e consigli pastorali, Settimane per i giovani, Esercizi spirituali per le Parrocchie, animazione delle Quarantore Ecc.). Dopo queste considerazioni si è quindi aperto un dialogo molto libero e spontaneo su alcuni punti chiave riguardo lo stile delle missioni itineranti e relativi problemi attuali… Il discorso si è orientato su alcune domande incalzanti: · Quali sono le “lingue nuove” che possiamo/dobbiamo parlare? · È possibile riproporre le missioni popolari? In quale modalità? · La sfida oggi è uscire verso le periferie là dove l’uomo e la donna sono più soli e più feriti… · Come raggiungere i giovani e le famiglie? La riflessione su queste domande e ad altre ancora è stata molto intensa, ricca di spunti e contenuti anche per la ricchezza delle nostre diversità. Abbiamo richiamato alla memoria l’esempio dell’Apostolo Paolo e la sua forte passione per il vangelo tanto da affermare: “guai a me se non evangelizzo” e il motto di P. Dehon: “ Passione per Dio e Passione per l’uomo” in forza del quale ha vissuto il suo “Ecce Venio”. Si è detto che per noi oggi l’ “Ecce venio” si può attuare andando nelle case là dove la gente vive, per condividere la nostra fede di cui non siamo proprietari, ma bensì debitori con il dovere di spezzare il pane della Parola a chi ha il diritto di conoscerla e di gustarne la bellezza salvifica. Essendo “La nostra società, in continua evoluzione riteniamo necessario capire le trasformazioni in atto per intervenire in modo adeguato. Sarebbe opportuno perciò costituire laboratori dove riflettere e ricercare assieme le opportunità di aiuto: ad esempio un numero rilevante dei nostri ragazzi è dipendente dallo whatsapp è importante imparare come usare questo strumento e come usare il computer –internet e i nuovi mezzi di comunicazione… Qui c’è un terreno di evangelizzazione dove la parrocchia arriva con difficoltà, potrebbe essere un campo su cui impegnarci…” Tra i vari interventi è stato chiesto quali sono le proposte o le iniziative a livello vocazionale, all’interno delle missioni. La risposta data è che parecchie missionarie provengono proprio dalle missioni CM. fatte nella loro parrocchia. Viene posta una questione importante: E’ necessario che ancora oggi, le missioni popolari passino attraverso i Parroci? Viene data una risposta affermativa poiché per arrivare alle periferie occorre sempre un mandato esplicito e di comunione… questo però, non deve segnare i confini della missione. Deve essere la base di partenza, ma da lì partire per evangelizzare ad exstra. Rimane importante parlare con i parroci, confrontarsi, farsi indicare le zone più periferiche e bisognose. E’ importante anche proporsi alle parrocchie… senza aspettare che ci chiamino loro. Il problema oggi è un “ terribile calo di spirito missionario”. Dobbiamo ripartire, provare, tentare, con tutte le nostre forze. Serve un impegno serio e sereno. “ Non lasciamoci rubare l’entusiasmo missionario” (EG 80). Dopo un intenso dialogo dalle diverse sfaccettature siamo arrivati ad una, non nuova, ma interessante considerazione: non basta progettare assieme, non basta fare una equipe di lavoro, è tempo di condividere non solo una attività, ma condividere una vita. Non solo progettare insieme ma vivere insieme e testimoniare insieme la nostra fede. Oggi c’è bisogno di una lingua comune che sia comprensibile da tutti; la lingua è data da un popolo che vive un’esperienza. Proviamo a fare esperienza di vita insieme e verificare se questa forma può avere una solida e serena continuità. Crediamo che attualmente si possa osare questo. Di fronte alla proposta di condividere non solo i progetti ma la vita stessa, sono state messe in evidenza le diversità che caratterizzano la forma di vita religiosa dei Padri da quella di un Istituto secolare delle Missionarie, sottolineando che le diversità sono una ricchezza, ma sono sempre anche “ tornanti in salita”. Per armonizzare maggiormente le differenze è stato proposto di iniziare l’esperienza con una modalità di vita non troppo strutturata, aperta, dinamica, libera di movimento, leggera per crescere gradualmente insieme. Ci siamo chiesti quali disponibilità concrete riusciremo a trovare nelle CM? Confidando nella Provvidenza si è prospettata anche l’accoglienza di appartenenti ad altri Istituti, gruppi ecclesiali, laici, famiglie disponibili.
verifica e prospettive dell’attività di evangelizzazione diretta e itinerante
 
Le  missionarie impegnate nell’attività di evangelizzazione diretta e itinerante, insieme con alcuni familiares si sono incontrati a S. Antonio Abate, il 6 e 7 ottobre, per riflettere sul tema: L’attività dell’evangelizzazione itinerante in Italia: sguardo storico – motivazioni, risultati e difficoltà, sviluppi, cambiamenti, prospettive. Lucia , dopo aver mostrato il calendario delle attività itineranti dal 1966 a oggi, aiutata anche dai ricordi di Luisa e Camilla, presenta la storia dell’attività dell’evangelizzazione itinerante, sottolineandone lo sviluppo e anche i cambiamenti avvenuti nella realtà sociale e ecclesiale e, di conseguenza, la ricerca di metodi sempre più adatti. Si ricorda come si è passati da missioni svolte una di seguito all’altra, negli anni sessanta, con p. Albino, a missioni più distanziate e anche più preparate. Nel corso degli anni hanno collaborato sempre più i padri dehoniani e la presenza di p. Albino si è diradata a causa di altri suoi impegni. Così, soprattutto negli anni novanta, è aumentata la collaborazione di numerosi laici e  anche di altri religiosi. È cambiato anche il modo di preparare le missioni, con un maggiore coinvolgimento dei laici delle parrocchie interessate, non solo nella preparazione, ma anche nello svolgimento della missione. Negli anni novanta si è tentato anche di continuare un contatto di aiuto con le parrocchie dopo la missione, per preparare i laici a continuare da soli i centri di ascolto. Intanto è andata aumentando la difficoltà, soprattutto in città, di visitare le famiglie, perché assenti o perché non disponibili. Nel confronto con altri gruppi missionari, abbiamo imparato a inserire nuovi elementi nel nostro metodo: data la difficoltà di incontrare le famiglie in casa, in alcuni casi abbiamo tentato di fare un punto di animazione e diffusione in strada con un gazebo ed è stato positivo;  fino a metà degli anni novanta, i centri di ascolto si svolgevano per tre sere consecutive in uno stesso luogo con le catechesi sul battesimo, sulla confessione e sull’eucaristia, che la terza sera veniva celebrata; progressivamente abbiamo dovuto accettare di fare un solo incontro in ogni famiglia disponibile e siamo passati dalla catechesi alla lectio divina. Quando è stato possibile, fin dall’inizio dell’attività, abbiamo inserito nella missione momenti di animazione e di preghiera all’aperto: processioni, marce, via crucis…  Negli ultimi dieci anni abbiamo tentato di incontrare le famiglie tramite appuntamenti previ raccolti dagli animatori, ma non ha dato grandi risultati per la difficoltà degli animatori a fare questo servizio: il problema è stato sempre di più la non disponibilità degli animatori, e dei parroci, a fare una formazione approfondita nello spirito della missione. Abbiamo lavorato molto nell’animazione delle missioni fino all’anno santo del 2000. Dopo, le richieste di missioni popolari sono andate diminuendo, fin quasi a scomparire. Sono continuate, invece, le richieste di novene, tridui, esercizi spirituali, quarantore, ritiri, corsi di formazione per catechisti, per fidanzati, per famiglie, per operatori pastorali. Abbiamo la percezione che, nelle parrocchie, si è sempre più impegnati a conservare l’esistente e non c’è la spinta a tentare percorsi nuovi di evangelizzazione che coinvolga gli operatori pastorali. Le parrocchie hanno difficoltà a sentirsi veramente missionarie, aperte alle periferie, secondo l’esortazione di papa Francesco. Si rischia di ignorare la scristianizzazione e anche il dato di fatto che tante tradizioni religiose si sono svuotare di vera fede, di spiritualità. Si continua a fare catechesi per l’iniziazione cristiana, ma manca la prima evangelizzazione. In preghiera davanti all’Eucaristia, abbiamo ascoltato alcuni brani dell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco e ci siamo interrogati: A quali ambienti e ambiti sentiamo di doverci fare più attenti e di dover privilegiare nel nostro servizio?  Quali esigenze e problematiche della chiesa e della società ci interpellano, oggi?  Quali scelte e metodi nuovi ci sembrano più adeguati? Quali aspetti del nostro metodo di evangelizzazione possono ancora essere validi e quali non lo sono più? Sono seguiti la condivisione e il confronto, per arrivare a un discernimento comunitario, in vista anche di un incontro più allargato con i padri dehoniani e altri collaboratori: ü Abbiamo ricevuto dei doni: la fede in Cristo e la vocazione nella CM: tutto dobbiamo condividere nella missione secondo lo stile CM ü I doni ricevuti non ci rendono superiori agli altri, ma ci impegnano al servizio in nome di Cristo, per la salvezza di tutti ü Anche l’incontro con il Sermig, a Napoli, ci ha ricordato che oggi i poveri sono i giovani, perché noi adulti siamo incapaci di trasmettere loro i valori umani e cristiani. La nostra assemblea generale dello scorso anno ci ha riconsegnato come ambiti della nostra missione, i giovani, le famiglie, le periferie esistenziali. ü La missione della CM è anzitutto “vivificare con la forza del Vangelo l’ambiente in cui viviamo”. Perciò missionarie e familiares vivono la missione di evangelizzazione in ogni forma e in ogni circostanza possibile ai laici. Però, fin dai primi anni, P. Albino ha formato le missionarie all’annuncio diretto del Vangelo, anzitutto ai giovani. Camilla ricorda di aver conosciuto la CM nella quaresima 1965, quando Cesarina e Giuseppina Martucci andarono a incontrare i giovani della diocesi di Biella; dopo quell’incontro decise di entrare nella CM. Perciò riteniamo di non poter abbandonare la forma itinerante di evangelizzazione, anche se da anni siamo più impegnate nel servizio di evangelizzazione sul territorio in cui siamo inserite. ü Considerando le esperienze vissute e i metodi seguiti, ci sembra che alcune cose siano ancora valide: · La visita alle famiglie, dove è possibile · L’animazione di strada insieme con i collaboratori della parrocchia · Il dialogo personale · Il coinvolgimento di altri laici, sia delle parrocchie in cui siamo invitate, sia amici che vengono con noi; in particolare abbiamo sempre apprezzato la collaborazione di coppie di sposi · Organizzare la missione insieme: missionarie, familiares e altri collaboratori · Ci sembra sia stata molto opportuna la scelta di non andare più singolarmente nella visita alle famiglie, ma insieme con laici della parrocchia: è una scelta evangelica e segno di comunione ü Emergono alcuni suggerimenti: · Non sembra più possibile la visita a tappeto delle famiglie, soprattutto in città · Occorre uscire sempre dagli schemi, per aprirci al nuovo, per dialogare e cercare metodi e risposte nuove per una nuova evangelizzazione · Sentiamo di non essere più abbastanza competenti nell’evangelizzazione dei giovani; abbiamo bisogno di confronto con altri gruppi che stanno lavorando in questo ambito. Dobbiamo metterci sempre in discussione: non possiamo fare quello che abbiamo sempre fatto. Come riuscire ad ascoltare i giovani e a dialogare con loro? · L’evangelizzazione passa attraverso lo STARE con Gesù (preghiera e approfondimento della Parola di Dio e della Chiesa), con le persone (ascolto-dialogo-partecipazione-condivisione della vita), con la realtà socio-ecclesiale in cui viviamo (conoscere, essere coinvolti e solidali con problemi, impegni, iniziative) · Nell’ultimo decennio stiamo trovando difficoltà a lavorare nelle parrocchie, dove ci sembra che si voglia mantenere le tradizioni, più che promuovere una vera evangelizzazione, formazione e spiritualità. Per questo pensiamo che non sia necessario solo attendere che un parroco ci chieda una missione in parrocchia; luoghi concreti dove evangelizzare sono anche la strada e le case: si può fare un lavoro meno organizzato e istituzionale, ma certamente più semplice e attento alle periferie: le famiglie sono una realtà sofferente. · Una possibile iniziativa di evangelizzazione fuori dalla parrocchia potrebbe essere fatta in spiaggia: sarebbe importante coinvolgere i giovani. Camilla ha già partecipato a un’esperienza di questo genere nella parrocchia della Gran Madre di Dio a Grottammare. · L’attività della casa per ferie, nella CM, è stata voluta fin dall’inizio, non solo come fonte di mantenimento economico, ma anche come luogo di animazione cristiana del tempo libero, come anche l’agenzia di viaggi, che purtroppo abbiamo dovuto chiudere già da anni. Crediamo, però, che sia importante non rinunciare a organizzare gite e pellegrinaggi, perché sono grandi opportunità per viver esperienze di spiritualità. Così crediamo di dover ripensare, insieme con le missionarie impegnate a Villa S. Giuseppe, un’animazione significativa, che ci impegni nei periodi più intensi (estate  e feste natalizie). Occorrerà organizzarsi, anche con la partecipazione volontaria di qualche giovane, in modo da vivere serenamente la collaborazione part-time al lavoro e l’impegno di animazione spirituale. · NOI CM è la luce e lo stile  della nostra attività di evangelizzazione diretta, locale o itinerante. La relazione fraterna tra noi è fondamentale per la missione che siamo chiamati a svolgere. L’annuncio del Vangelo deve passare attraverso la nostra relazione fraterna, che in se stessa è testimonianza evangelica. Occorre dunque riqualificare le nostre relazioni, tra missionarie e tra missionarie e familiares. Sentiamo che è la sfida per noi in questo anno della vita consacrata. Nel 2016, l’attività dell’evangelizzazione itinerante compirà 50 anni. Celebreremo questo anniversario come momento di ringraziamento e di rinnovato impegno, coinvolgendo missionarie e familiares, religiosi e laici, che hanno dato la loro collaborazione, sacerdoti e parrocchie nelle quali abbiamo svolto il nostro servizio. All’inizio del nuovo anno, ci incontreremo con alcuni Padri Dehoniani del nord e del sud Italia, per uno studio e una riflessione sull’evangelizzazione diretta nella situazione socio-ecclesiale nel nostro Paese. Ringraziamo il Signore che ci ha concesso, dopo alcuni anni, di ritrovarci anche con la partecipazione di familiares a ricordare, riflettere, verificare e… “guardare lontano”. Con papa Francesco, non vogliamo farci rubare la speranza e la gioia dell’evangelizzazione.
progetto missione popolare
 
 1° Tempo Comunità cristiana in missione: riscoperta e appropriazione dell’identità missionaria della Chiesa e di ogni cristiano Formazione spirituale e missionaria per il consiglio pastorale e i laici disponibili a un impegno diretto nella realizzazione della missione, da progettare e realizzare insieme con le missionarie: incontri periodici fine-settimana di studio esercizi spirituali ………………….. Comunità in preghiera: ritiri per la parrocchia, pellegrinaggi, adorazione eucaristica periodica, mese mariano, ecc. Missione a tutto il popolo operata dalla comunità cristiana con il sostegno e la collaborazione del gruppo “evangelizzazione itinerante” della Compagnia Missionaria del sacro Cuore Preghiera per la missione da distribuire e pregare in chiesa e a casa. Slogan e logo della missione da riportare sull’immagine della preghiera per la missione, sul questionario, su tutti gli avvisi, sul programma, su striscioni… Suddivisione della parrocchia in zone, secondo il numero delle famiglie: circa un centinaio per zona. Ricerca, scelta e formazione degli animatori giovani e adulti, che si incaricheranno della distribuzione dei questionari, di altri eventuali avvisi e dei programmi della missione. Ricerca, scelta e formazione di missionari locali, che accompagneranno i missionari esterni nella visita alle famiglie, durante il 2° tempo della missione. Celebrazione comunitaria per dare inizio al “tempo della missione”: presentazione della missione a tutta la comunità praticante, consegna della preghiera; si può esporre in chiesa anche il logo con lo slogan; eventuale mandato ad animatori e catechisti dei centri di ascolto. Centri di ascolto della Parola di Dio in famiglie disponibili, a cui vengono invitate le persone che partecipano all’eucaristia domenicale. Animatori e catechisti dei centri saranno persone disponibili della comunità che si prepareranno con il parroco e con la missionaria. Questionari distinti per adulti e per giovani. Lettura e resoconto dei questionari. Cartelloni, striscioni e locandine. Iniziative da inventare, per poter incontrare più possibile i settori e le realtà della parrocchia. Ricerca dei centri di ascolto che si attiveranno durante la missione: catechisti saranno missionarie e missionari. Stand da attivare durante la missione anche a partire da alcuni giorni prima. 2° Tempo Missione con la presenza del gruppo della Compagnia Missionaria del S. Cuore: celebrazione di apertura e mandato ai missionari recital dei giovani o altre manifestazioni fuori dalla chiesa... visita alle famiglie centri di ascolto presenza allo stand celebrazioni, liturgie, incontri di preghiera incontri per tutti i gruppi veglia eucaristica assemblea conclusiva e mandato missionario alla comunità parrocchiale La missione continua...  Venutisi a trovare insieme, gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?» Ma Egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra». (Atti 1, 6-8)
missioni popolari
 
L'ESPERIENZA DELLA COMPAGNIA MISSIONARIA DEL S. CUORE • un modo di vivere la missione di evangelizzazione • come donne laiche consacrate con solida formazione teologica • responsabili di un’équipe mista (laici, religiosi, sacerdoti) • passione per il Regno di Dio, vera beatitudine dell’umanità • docilità alla presenza e all’azione dello Spirito • servizio nella semplicità della fede • spirito di preghiera di amore e di oblazione • ascolto della realtà socio-ecclesiale • attenzione alle domande della comunità per cercare insieme possibili risposte • annuncio della Parola come dono per tutti • dialogo interpersonale e incontro tra le famiglie • spinta all’apertura missionaria della comunità ecclesiale • formazione dei laici
la parola di dio nelle missioni popolari
 
Lo Statuto della Compagnia Missionaria, nel capitolo che presenta la missione e le sue varie espressioni, parla anche dell’«annuncio della Parola di Dio mediante catechesi, incontri di carattere formativo e di spiritualità, corsi di missioni parrocchiali» (St 16). La prima esperienza di missione parrocchiale, animata da un gruppo di missionarie con il fondatore p. Elegante, risale al maggio 1966. Da allora, numerose missionarie hanno partecipato a questa attività; anche p. Elegante ha continuato per anni a svolgerla intensamente, poi saltuariamente, per sopravvenuti impegni. In questi anni, il servizio di evangelizzazione è stato svolto, in massima parte, nella forma delle missioni popolari, ma non mancano altre espressioni: settimane bibliche e vocazionali, esercizi spirituali al popolo, tridui e novene; tutto questo è stato un grande dono anche per la nostra Famiglia, oltre che per le comunità in cui abbiamo operato. Il servizio di evangelizzazione itinerante è sempre stato un dono soprattutto perché impegna le missionarie in un cammino di comunione con le comunità in cui sono chiamate a operare, di ascolto della realtà ecclesiale e sociale in fermento e in continuo cambiamento, di attenzione a offrire ciò che realmente la chiesa del dopo-concilio attende e ciò di cui la società del post-moderno ha bisogno. Si è trattato e si tratta di camminare con la gente, di farsi compagne di strada offrendo, nei modi più adatti, quella ricchezza di cui il mondo ha fame e sete, senza averne consapevolezza. La ricchezza che abbiamo sempre considerato indispensabile condividere con la gente è la Parola di Dio. Anche negli anni ‘60-‘70, fino a metà degli anni ’80, quando spesso, da parte dei vari gruppi anche ecclesiali, ci si chiedeva di trattare problemi di carattere sociale, psicologico, politico, magari “usando marginalmente” la Parola di Dio per sostenere la propria ragione, da una parte e dall’altra, abbiamo sempre mantenuto fede alla centralità della Parola. Nella faticosa ed entusiasmante ricerca di metodi adatti, abbiamo sempre ricordato che è la povertà e la debolezza dell’annuncio che offre luce ai problemi umani, sociali ed ecclesiali, che tocca le coscienze e trasforma la vita, che converte i singoli e germina società nuove, che compone le contese e costruisce la pace. Dopo queste premesse di carattere generale, possiamo considerare alcuni aspetti specifici del nostro metodo di evangelizzazione, che comunque, in questi anni è andato modificandosi. • Nella visita alle famiglie: quasi sempre, quando la parrocchia accetta la proposta, offriamo alle famiglie il Vangelo; naturalmente, là dove è possibile e nel momento che sembra, di volta in volta, opportuno, durante l’incontro con la famiglia, si proclama la Parola, cui segue un eventuale commento e preghiera insieme. • Nella liturgia: l’omelia è sempre direttamente attinente alla Parola del giorno[img2bdx] • Nelle altre forme di preghiera: nell’adorazione eucaristica o della croce, nella via crucis, nelle processioni, è dalla proclamazione e dall’ascolto contemplato della Parola che scaturisce la preghiera personale e comunitaria • Nei centri di ascolto della Parola di Dio: fino a qualche anno fa, la Parola proclamata era il punto di partenza per le varie catechesi sul battesimo, sulla riconciliazione, sull’eucaristia; oggi proponiamo la lectio divina • Negli incontri di categorie (ragazzi, coppie, anziani, vari gruppi parrocchiali…): anche in questi casi la catechesi sui diversi argomenti, attinenti allo stato di vita o agli impegni dei gruppi, prendeva sempre spunto dalla proclamazione della Parola In questi ultimi anni, osservando anche le esperienze di altri gruppi di evangelizzazione e ascoltando sempre più attentamente la realtà socio-ecclesiale, abbiamo dovuto considerare come la catechesi è, molto spesso, uno stadio troppo avanzato per la gran parte della gente che incontriamo, anche per persone credenti e praticanti. La catechesi presuppone l’annuncio. E purtroppo l’annuncio è carente, ancora, dopo più di 40 dal concilio. La nostra gente, credente o meno, praticante o meno, ha spesso una certa conoscenza di regole morali cristiane, a volte piuttosto confuse, ma nella maggioranza non ha fatto esperienza di ascolto profondo della Parola, mentre è Gesù, Verbo del Padre, che conquista le menti e le coscienze, che conforta, che illumina, che alimenta e disseta i cuori sfiduciati e inariditi. È l’ascolto della Parola che rivela l’amore misericordioso, sorprendente, di Dio trinità, che ama l’umanità fino all’estremo dono di sé. È la Parola che permette la contemplazione dell’Amore Crocifisso e lo rivela come unica gioia e vera vita. Abbiamo, dunque, cominciato a offrire, nei centri di ascolto, la lectio divina, anziché la catechesi, scegliendo, soprattutto, i brani evangelici che presentano incontri di persone con Gesù; questi permettono di “entrare” più facilmente nell’esperienza che narrano, di immedesimarsi con il personaggio o i personaggi che fanno esperienza dell’amore di Dio in Gesù. I centri di ascolto, in genere, sono composti da un numero limitato di partecipanti, ma anche quando sono piuttosto numerosi, l’ascolto della lettura meditata è sempre molto attento, in un profondo clima di preghiera, dopo aver invocato il dono dello Spirito. Il momento più commovente, però, risulta quasi sempre quello della condivisione: la partecipazione cambia da gruppo a gruppo, ma si fa esperienza di come la Parola susciti stupore, incontro con Dio, desiderio di verifica e di maggiore adesione all’amore che si riceve; come la Parola illumini e consoli; come, anche, apra all’accoglienza e alla riconciliazione. Spesso, coloro che hanno partecipato la prima sera, sentono l’impegno di condividere con altri l’esperienza vissuta, anche se non è facile, e di fatto non sempre si riesce, e fare in modo che altri partecipino. Di solito, comunque, sono proprio quelli che frequentano poco la chiesa o addirittura non hanno fede, che vivono l’esperienza della lectio con sorprendente profitto. Anche per i più fedeli praticanti la lectio divina è un metodo di incontro con la Parola poco conosciuto, ma molto efficace. [img3bcx] La missione popolare, perché abbia un minimo di efficacia, cioè sia il primo passo per un cammino rinnovato, necessita di un’adeguata preparazione, che riguarda diversi aspetti: la conoscenza della realtà parrocchiale e della realtà sociale da parte del gruppo missionario; l’organizzazione tecnica dell’iniziativa missionaria; la preparazione del “terreno” perché possa ricevere l’annuncio (avvisare e sensibilizzare le famiglie e le singole persone); sensibilizzazione della comunità alla preghiera per la missione. L’aspetto fondamentale della preparazione concerne la formazione dei laici impegnati, cioè di quelli che si rendono disponibili ad essere evangelizzatori, insieme con l’équipe missionaria: sono questi che poi resteranno come evangelizzatori permanenti della comunità, insieme a quelli che, eventualmente, l’esperienza della missione suscita. Questi evangelizzatori collaborano con l’équipe missionaria a visitare le famiglie e, a volte, a tenere i centri di ascolto. Altri collaboratori semplicemente accompagnano i missionari oppure si limitano a sensibilizzare in precedenza le famiglie, perché accolgano la visita delle missionarie… Questi collaboratori, qualunque sia il loro impegno concreto, fanno un cammino di formazione con la missionaria che segue la preparazione della missione. Il cammino formativo è sempre incentrato sull’ascolto meditato, contemplato e pregato della Parola di Dio. L’esperienza della lectio divina è offerta anzitutto a questi collaboratori. Possiamo testimoniare quanto essa risulti feconda. L’incontro diretto con la Parola di Dio, in gruppo, con la guida della missionaria, risulta molto efficace anche nei gruppi giovanili, che poi, spesso, continuano l’esperienza dopo la missione. Non sono poche le persone, uomini e donne, che si appassionano alla lettura della Parola e continuano anche da soli. Soprattutto imparano a pregare con la Parola. Nella maggior parte delle parrocchie che hanno vissuto la missione, i centri di ascolto della Parola continuano a ritrovarsi in Avvento e Quaresima, avendo per guida quei laici che avevano vissuto in prima persona l’esperienza dell’evangelizzazione.
1 . 2 .
Logo
COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE
Via A. Guidotti 53, 40134 - Bologna - Italia - Telefono: +39 051 64 46 472

Follow us on Facebook