Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
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09 / 08 / 2024
Agosto 2024
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09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique....
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09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
il mio cammino professionale
Dopo
28 anni di lavoro professionale…l’agosto scorso sono andata in pensione! Ho
giubilato…La parola giubilo significa un’esplosione di gioia! Ora la interpreto
come la stupenda esperienza che ho vissuto come infermiera, in mezzo ai
fratelli, con profonda gioia… nonostante come qualsiasi lavoro, oltre alla gratificazione,
abbia comportato sacrificio, difficoltà…
“L’anima
mia magnifica il Signore e il mio
spirito esulta…”. Fin dall’inizio ancora quando studiavo e facevo pratica, la
Vergine Maria è sempre stata presente. Ricordo, quando ero ancora studentessa e
stavo nel collegio delle infermiere, c’era una bellissima immagine di Maria
nella nostra sala. Mi sentii accolta e protetta per sempre da Lei come Madre e
compagna. Da allora ho sempre portato con me una sua piccola immagine nei miei
posti di lavoro e quando ho avuto un mio ufficio nell’Università Cattolica vi
ho messo un’immagine più grande – che mi aveva regalato una mia amica – sulla
parete perché guardasse e custodisse
tutto e lì siamo state insieme lavorando quasi dieci anni.
Successivamente
ho portato con me questa immagine quando abbiamo iniziato il Centro di Salute
Mentale dell’Università Cattolica, dove ho lavorato fino all’agosto scorso.
Maria, Madre, Guida e Custode mi ha sempre avvolto con il suo amore e la sua
protezione ovunque sono stata. Quante volte, impotente, ho lasciato nelle sue
mani e nel suo cuore soprattutto i miei ammalati più gravi e più in difficoltà!
Ho
lavorato in vari reparti: intensivo, medicina, chirurgia, chemioterapia,
gastroenterologia sia in ospedale che in ambulatorio. Tuttavia il settore dove
ho lavorato di più è stato quello della salute mentale e drogati dove facevo
parte di un’equipe di alta qualità professionale, umana e cristiana. Qui ha
acquisito ancora più valore il mio lavoro professionale insieme alla mia testimonianza
di fede e di consacrata CM.
Avrei
ancora molto da raccontare: episodi, testimonianze, aneddoti…dato che la vita è
piena di vicissitudini. Credo di poter riassumere la mia vita professionale di questi anni come
un pellegrinaggio “insieme con Maria, con la sua gioia e gratitudine”. Gioia e
gratitudine perché, nonostante i miei limiti personali, posso dire che
“guardando la piccolezza della sua serva, il Signore ha fatto in me, finora,
meraviglie” e continuerà a farle nella mia vita. E questo dà alla mia anima
pace, speranza e gioia.
Per
il mio modo di essere, io sono molto riservata e di basso profilo, senza grandi
abilità sociali, però sento e tocco con mano che Dio ha messo dentro di me una
grande capacità di affetto per le persone ed esse rimangono in me. Ora tutto
questo non è frutto di causalità perché nessuno rimane in me senza nome, anzi
ognuno è parte della mia vita, entra nella mia storia e, in senso buono, nel
mio cuore e nella mia preghiera.
In
questi anni, con la forza e la luce della spiritualità C.M. come consacrata in
mezzo a questo “mio mondo” che il Signore mi ha donato e mi
dona, vedo che si sono creati vincoli di comunione. Il servizio professionale
si è unito all’accoglienza semplice per donare ai miei fratelli la realtà di
quella comunione che Dio regala loro nel Cuore di Gesù. Questo l’ho
sperimentato con il passare degli anni. La professione non l’ho vissuta solo
come un lavoro, ma come un cammino di comunione con i fratelli che incontravo giorno dopo giorno soprattutto
malati, medici, infermieri.
Il mio impegno costante è stato quello di fare
quello che mi competeva come un servizio professionale, ma cercando di
portarli tutti nel mio cuore, all’Eucaristia, nella mia preghiera e
nell’offerta al Cuore di Gesù e di Maria, nella comunione con Dio.
La
grande passione che ha suscitato la mia vocazione è stata la scoperta
dell’Amore di Dio e quindi poter amare …con parole CM: la comunione. Ho
studiato come infermiera perché lì, in mezzo ai sofferenti, ho incontrato
l’Amore di Dio che chiamava me, piccola creatura, a vivere da consacrata a Lui…
all’unico amore.
Così
sono passati gli anni e lavorando giorno dopo giorno, in diverse occasioni ho
trovato persone che mi hanno ringraziato per averle aiutate a non pensare al
suicidio, grazie all’affetto e all’attenzione che avevano ridato loro speranza.
Anche alcuni medici, psichiatri, psicologi mi chiedevano con tanta semplicità e fiducia una preghiera per le loro
situazioni personali…Altri che venivano a cercarmi, dopo anni, per salutarmi e
ringraziarmi. E proprio nel mio ultimo giorno di lavoro, mentre stavo
condividendo con alcuni miei colleghi un pezzo di torta prima di lasciarci
definitivamente, mi avvisano che una signora (senza dirmi chi era) voleva parlare con me. La segretaria, per
aiutarmi mi dice: “Le dico che sei occupata”. In un primo momento mi parve che
avesse ragione dato che ormai non lavoravo più lì. Poi ho pensato che forse la
signora aveva bisogno e che l’avrei ancora potuta aiutare e così l’ho accolta.
Era Gloria, una delle mie prime pazienti, circa 20 anni fa, che era lì per
un incontro con lo psicologo e desiderava salutarmi.
Che abbraccio, che gioia,
quanti ricordi, lotte, sofferenze e quanto affetto! E’
stato per me come il
simbolo del mio lasciare per sempre il lavoro professionale.
Come
missionaria CM, in questo cammino in mezzo ai fratelli,
mediante la mia professione di infermiera, tento di
riassumere la presenza
di Dio nel mio lavoro con queste immagini:
Maria: in questa immagine che mi ha ricevuto come
alunna,
simbolo di una presenza piena di tenerezza che
mai mi
ha abbandonata, mia cara Madre, Guida e Custode.
Il Cuore trafitto di Cristo: immagine che mi è
giunta quando
ho
conosciuto la CM e che mi diceva: “ Ora puoi,
sotto la protezione di Maria, approfondire e
vivere la
comunione
con me portando tutti i tuoi fratelli nel
mio cuore. Così ho potuto camminare e continuo a
camminare nella comunione, mediante la mia
offerta
quotidiana.
I miei fratelli malati, rappresentati nel saluto
di Gloria nel mio ultimo giorno di lavoro: fratelli che sono passati nella
mia vita, giorno dopo giorno, non come anonimi, anzi l’affetto, la forza
della comunione ha dato loro spazio nel mio umile cuore e da lì nel Cuore
che ha dato loro forza per lottare…il Cuore di Cristo.
Ora
vedo che tutto questo l’ho vissuto nell’intimità, nel silenzio, nella
semplicità e nell’opacità e routine che
caratterizza la vita quotidiana. Tuttavia mi rendo conto soprattutto che l’ho vissuto nella convinzione
piena di speranza, arricchita dall’Eucaristia, l’adorazione, la preghiera, la
comunione con la mia cara CM. Di conseguenza nessuno dei miei passi, azioni,
impegni, scelte…erano solamente qualcosa di mio, ma che tutto si andava
realizzando nella comunione con il Signore, per mezzo di Maria, insieme con
Maria. E’ il Signore che mi ha chiamato con Lui sempre…e che mi ha abbracciato
con il suo amore infinito chiamandomi nella Compagnia Missionaria. E’ il
Signore di ogni cammino!
disabile tra disabili
Missionaria nel mio Paese
A S. Paolo (Bissau), abbiamo iniziato con la Scuola elementare e l’alfabetizzazione degli adulti. Oggi abbiamo la 6ª classe, ma, per garantire la qualità dell’insegnamento, non abbiamo intenzione di andare oltre nei prossimi anni, nonostante le continue domande degli incaricati dell’educazione che fanno pressione in questo senso. Abbiamo iniziato anche con la scuola di cucito…il numero non è sempre stato molto elevato anche perché alla fine, molte donne non hanno i soldi per comperarsi la macchina di cucire. Ma, come può vedere, ancora oggi, continuiamo questa attività. Abbiamo iniziato subito anche la pastorale, soprattutto la catechesi e la liturgia: Messa o celebrazione della Parola il sabato, in collegamento con la parrocchia della Madonna di Fatima. Solo recentemente siamo passate alla parrocchia di Brá.
Le persone non riescono a capire bene chi siamo. Molte volte ci chiamano “irmãs” (=suore), ma mostrano di volerci molto bene: non ci chiedono molti aiuti materiali, perché all’inizio, abbiamo spiegato la nostra condizione, cioè che tentiamo di vivere del proprio lavoro, mettendo tutto insieme, e le persone possono vedere effettivamente come viviamo. Ma, diverse persone, anche mussulmane, vicine di casa, ci aiutano materialmente con diverse cose (riso, galline, manioca…), come è avvenuto adesso per la nostra festa di incorporazione perpetua.
Il sogno
Sto finendo il 4º anno di Economia all’Università Lusofona. Questo corso mi è piaciuto molto perché è abbastanza collegato con la Sociologia, ramo che mi interessa in modo particolare. Abbiamo pensato che era bene fare questo corso anche per aiutare nel futuro la gestione e amministrazione delle nostre istituzioni (scuola, residenza, attività pastorale di carattere sociale, ecc.). Antonieta sta concludendo la Laurea in Lingua Portoghese. Questa specialità la può aiutare naturalmente nel suo campo particolare, quello dell’educazione.
Penso che posso aiutare le donne (tutte le donne) di S. Paolo a organizzarsi in cooperativa per potere produrre meglio, avere alcuni soldi disponibili e poi vendere i loro prodotti di cucito. Ma, soprattutto sogno il giorno in cui sarò “una disabile tra disabili”. Mi spiego meglio: io conosco diverse disabili che si lasciano abbattere per questa loro situazione. Ma, pensando bene, la disabilità fisica non è un problema speciale. Quello che bisogna fare è mantenere una buona testa e un buon cuore! Tutto il resto si può superare. Per questo io voglio costituire un’ associazione di donne disabili, per poterci organizzare e lavorare insieme. Ho già alcune persone che condividono questo mio sogno e che sono disposte ad aiutarmi….anche Lúcia mi incoraggia moralmente, come ha fatto quando è stata con noi, durante la festa dell’incorporazione perpetua. Sa, noi abbiamo bisogno di sognare per potere fare certe cose, anche se non riusciamo a realizzare tutto quello che abbiamo sognato!
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Nell'albero della Chiesa
Vorrei lasciare una parola di incoraggiamento a tutti /e missionari/e guineani/e: abbiate fiducia nel Signore e manifestate questa fiducia davanti al popolo della Guinea. Il popolo ha bisogno di molta formazione, di capire chi è il missionario (uomo o donna) e di potere vivere i valori del Vangelo nella sua vita di ogni giorno. C’è molta ignoranza religiosa nelle popolazioni con le quali siamo in contatto e c’è bisogno di aiutarle con la nostra vita e la nostra parola.
Mi piacerebbe anche lasciare un’ultima parola a tutti i membri della nostra Chiesa di Guinea (missionari e laici): perché capiscano la ricchezza che è per la Chiesa la nostra vocazione di laiche consacrate. È un carisma che arricchisce spiritualmente la nostra Chiesa-Famiglia e che è riconosciuto non solo dalla Chiesa universale ma anche dal nostro pastore, il Vescovo D. José Câmnate, come ha evidenziato bene nell’omelia della nostra incorporazione perpetua. Nel grande albero che è la Chiesa, noi siamo uno dei suoi rami. Grazie a Dio che vuole servirsi anche di noi per la diffusione del suo Regno nel nostro Paese!
combattenti per il progresso
Nell’anno 2011, Ivone, del gruppo di Bissau, ha conseguito la Laurea in Economia. Attualmente lavora nell’amministrazione della Radio “Sol Mansi”(=La levata del Sole), una radio cattolica che è nata da una radio comunitaria, ma che ora copre tutto il Paese.
Per noi, avere un corso universitario, assume un senso profondo. Ha come obbiettivo quello di aprire le porte del nostro pensiero e dello spirito critico; è un passo molto importante per la nostra Guinea dove c’è ancora quasi tutto da costruire. Siamo pioniere che aprono cammini ai nostri fratelli; è una sfida lanciata a noi e al nostro Paese.
Perché ho scelto questo titolo? Nel nostro Paese abbiamo avuto un gran numero di combattenti per la libertà della Patria, ma quello di cui abbiamo veramente bisogno in questo momento è di avere “combattenti per il progresso”. Con parecchie difficoltà, ma stiamo riuscendo a raggiungere i nostri obbiettivi, pur attraverso tanti ostacoli. Oggi siamo preparate per costruire il nostro Paese. Come ben sappiamo la Guinea-Bissau è un Paese dove tante cose sono ancora da costruire, tante strutture sono da organizzare e dove regna una cultura del “Machundade” (=maschilismo). Come guineane stiamo cercando il “successo”: l’ambizione, al contrario di quanto possa apparire, non è nociva dal momento che questa non mira soltanto a migliorare la nostra vita individuale, ma anche a migliorare il Paese che ci ha visto nascere, già che non ci sono successi individuali e collettivi durevoli in un Paese attraversato da continue crisi.
La nostra Guinea ha una gloriosa storia, ma questa storia è stata costruita tramite il sacrificio individuale e collettivo, a costo della vita di migliaia di guineani. Oggi non è questo tipo di sacrificio che ci viene richiesto: l’unica esigenza è quella di “imparare sempre”, come diceva Amílcar Cabral e mettere questo sapere al servizio della Nazione. È importante ricordare un altro motto che Amílcar Cabral ci ha lasciato e che ha permesso il successo della lotta di Liberazione Nazionale: “Unità e lotta”. Infatti, senza unità è molto chiaro che una nazione non può svilupparsi. Dobbiamo poi mettere da parte tutte le differenze, a volte artificiali, che ci dividono e ci impediscono di lottare insieme a favore dello sviluppo e della eccellenza. Siamo formati nel “saper fare” e nel “saper essere”, cosa molto importante per noi e per il nostro Paese. La nostra felicità la troviamo nell’interazione con l’altro, nell’utilizzo che si dà al sapere, nella formazione dei costruttori di questo Paese, formazione che va al di là dell’accademismo, formazione in direzione al futuro, che tutti noi siamo chiamati a costruire nella pace e nella comunione.
Penso che per la Compagnia Missionaria, è una grazia e un dono allo stesso tempo, la formazione qualificata dei suoi membri; questo ci permetterà un inserimento significativo “a modo di lievito”, dentro la nostra Chiesa e la nostra società.
Per il mio Paese penso che siamo una forza in più per partecipare allo sviluppo. Il nostro caro fondatore della Libertà della Patria diceva che c’è bisogno di “gente con la testa”, “gente che sa pensare con rapidità”.
Questo è il momento propizio per ringraziare tutti coloro che sono intervenuti nel mia/nostra formazione. Ringrazio Dio per tutte le meraviglie che Lui ha fatto per noi; ringrazio in modo speciale la Compagnia Missionaria, nella persona della sua vice-presidente, Maria Lúcia Amado Correia, che ha saputo “pensare” che vale la pena studiare, perché solo così si possono aprire degli orizzonti; ringrazio il mio gruppo CM della Guinea-Bissau che ha saputo studiare con me (accompagnandomi all’università di giorno o alla sera, secondo gli orari); ringrazio mia madre che ha saputo rispettare, accettare e accompagnare la mia scelta di vita. Ringrazio i miei colleghi di studio per il lavoro fatto insieme…Vale veramente la pena aiutarci mutuamente. Un ringraziamento ai nostri professori che ci hanno trasmesso le loro conoscenze. Un grazie speciale a tutti quanti hanno collaborato perché potessimo raggiungere i nostri obbiettivi.
una tappa terminata
Nell’anno 2011, Antonieta, del gruppo di Bissau, ha conseguito la Laurea in Lingua Portoghese. Attualmente continua come prima ad essere la direttrice della Scuola di San Paolo, affidata alla Compagnia Missionaria, e insegna nel Liceo di un quartiere periferico della capitale.
Ho iniziato la mia carriera di docente dall’inizio della Scuola di San Paolo, quando ancora frequentavo l’ultimo anno di liceo. Dopo ho frequentato la Scuola Normale Superiore Tchico Té (formazione dei professori) dove ho ottenuto il Baccalaureato in Lingua Portoghese.
Mi è sempre piaciuto molto insegnare e lavorare con i bambini e i ragazzi, ma sentivo la necessità di continuare la mia formazione, sia in ordine alla mia crescita personale e all’acquisizione di conoscenze, sia anche per la mia qualificazione professionale, dato che quasi dall’inizio mi è stato affidato l’incarico di direttrice della Scuola di San Paolo, scuola diocesana creata nel 1994, da P. Dionisio Ferraro missionario del PIME, che ha sempre scommesso su l’Educazione per lo sviluppo della Guinea. Così, nel 2006, mi sono iscritta alla Scuola Superiore di Educazione per conseguire la laurea in lingua portoghese. Allo stesso tempo ho continuato ad insegnare nel Liceo statale Jorge Ampa Cumelerbo e a esercitare l’incarico di direttrice della nostra Scuola di San Paolo.
Ho trovato moltissime difficoltà, soprattutto nel 3º anno del corso, cosa che mi ha portato a ripetere per ben due volte la cattedra di lingua portoghese, cambiando di professore ogni anno. Finalmente ho avuto la fortuna e la grazia di seguire il corso con la Dottoressa Leonor Santos, eccellente professoressa, con la quale mi sono sentita in sintonia dal primo giorno e che mi ha aiutato a superare il “quasi blocco” che mi impediva di proseguire liberamente. A partire da questo momento è nato in me il gusto per la lettura e ho scoperto che per imparare bene una lingua c’è bisogno di coltivare l’abitudine e il gusto per la lettura e lo scritto. Nel quarto anno, 2010/2011, ho avuto la stessa professoressa e così ho continuato a fare dei buoni progressi fino a concludere con esito tutte le altre discipline.
Il giorno 31 ottobre c’è stata la cerimonia della consegna dei Diplomi di Corso agli alunni finalisti. È stata molta bella questa tappa, importante e significativa, per ciascuno di noi. Io e i miei colleghi eravamo felici e raggianti di gioia; avevamo dimenticato tutte le fatiche e tutto lo “stress” che avevamo patito per raggiungere questa tappa. È stata Bina ad accompagnarmi alla cerimonia della consegna dei Diplomi, realizzata nell’auditorio del Hotel Azalai, uno dei più moderni della Capitale. Davvero questa è stata una tappa molto significativa per me e per la mia carriera professionale.
Sento che sto progredendo e crescendo nell’esperienza e nel piacere d’insegnare. Tutto quello che ho imparato nella Scuola Superiore di Educazione mi aiuterà ad essere una professoressa che ama sempre più la sua professione e questo mi dà molta soddisfazione. La Guinea-Bissau ha bisogno di persone qualificate e ben formate, capaci di dare un valido contributo allo sviluppo del nostro paese.
Come membro di un Istituto Secolare, sento che questo corso mi aiuta a realizzare meglio quanto ci viene suggerito dai nostri documenti CM, quando parlano del «lavoro professionale, compiuto con competenza…» (St.15) e che «il lavoro sarà da noi assunto come strumento per collaborare alla creazione e al piano di salvezza di Dio» (R.dV. 15).
Ringrazio il Signore, ringrazio tutta la Compagnia Missionaria del Sacro Cuore, in modo particolare il mio gruppo CM della Guinae-Bissau, che mi ha aiutato e mi ha dato l’incentivo e la forza per andare avanti. È stato per me un grande aiuto. Non mi ha lasciata camminare da sola, ma ha camminato con me. Mi ha accompagnato, con animo ed entusiasmo, affinché io potessi arrivare alla fine di questa tappa importante della mia vita professionale e di laica consacrata nella CM.
Auguri di un 2012 pieno di gioia e delle Benedizioni di Dio.