Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
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09 / 08 / 2024
Agosto 2024
Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico....
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Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique....
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Edvige Terenghi, administradora central, visita los grupos en Mozambique...
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09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
segni dei tempi
Ho iniziato a pensare a
come potrei essere utile, in questo momento, per un servizio a questa umanità
sofferente. In questo periodo di pandemia in cui il mondo non ha più piedi per
camminare, sembra che tutto si sia fermato. Angoscia e paura hanno preso il
sopravvento sulle persone, ma poiché Dio è misericordia, ho fiducia in Lui e
prego per la liberazione di tutti i popoli.
In questi giorni in cui il tempo si è
fermato, incertezze, angoscia e paure stanno affliggendo la nostra fragile
umanità, a me non è venuta meno la serenità e la gioia di
vivere i doni e le meraviglie del gruppo di Porto e del mio gruppo
Guinea-Bissau.
Attualmente mi trovo nel gruppo di
Porto, ad approfondire la mia formazione umana e spirituale e ad allargare gli
orizzonti di altre realtà. Con tutta semplicità e affetto sento la Compagnia
Missionaria presente nel mio cammino, alcune persone, anche lontane, pregano,
comunicano … e tutti questi sono segni che non possiamo dimenticare. Il nostro fondatore ci diceva: “perdete
tutto, ma non perdete la carità”. Ho sentito in questo momento di pandemia,
questa grande connessione tra noi e con gli altri.
La mia esperienza nel gruppo portoghese è un momento di
grazia per me; Vorrei esprimere il mio amore e la mia ammirazione a tutte, per
il loro modo di rapportarsi l’una con l’altra con amore e cura. Sin dal primo giorno mi sono sentita coinvolta nel gruppo
come amica e sorella. Come consacrate siamo chiamate a vivere nella logica di
Gesù e Maria, che è una logica di servizio; è la logica dell’ "Ecce
venio" di Cristo e dell’ "Ecce
ancilla" di Maria. Questo è il discepolato: seguire i passi del Maestro. Dire
di sì, come Maria, a un amore più grande non è facile, ma con l'aiuto di Dio
potrò dare quel poco che ho nel mio cuore e essere una testimone per tutto il popolo della
Guinea-Bissau.
In verità, il mondo ha
bisogno di amore, di comunione e di condivisione. Il mio desiderio è di
testimoniare l'amore di Dio per ogni essere umano, la mia gratitudine per
tutti.
sorgente che rinnova e rivitalizza
Gli Esercizi Spirituali
dal 5 all'11 luglio, con le missionarie del Sacro Cuore di Gesù, al seminario “Bom
Pastor”, a Ermesinde (Porto) mi ha portata a fare un viaggio nel mio mondo
interiore, un'esperienza intima in cui “il cuore parla al cuore”, secondo John
Newman. Tuttavia, riconosco che senza l'amicizia, la comunione fraterna e
l'accompagnamento delle missionarie il mio cammino spirituale, o meglio, la mia
relazione con Dio non sarebbe progredita con tale vitalità e non sarebbe stata
liberante.
Personalmente,
raccolta a casa mia nel mio lavoro e ancora immersa nel dolore a causa della
morte di mia madre, mi sono sentita fuori contatto con Dio e ho sentito la
solitudine. Inoltre, la nostra società, chiamata di comunicazione, è rumorosa e
solitaria, perché i dialoghi e le conversazioni sono più centrati sull'io che
sulla “roccia dell'essere”. Secondo André Rochais, la “roccia dell'essere” è un
luogo dove risiedono le realtà più profonde dell'essere umano. Mentre lavoravo
attraverso le tecnologie di apprendimento a distanza, l'invito fatto dalle missionarie
mi ha permesso di fare gli Esercizi Spirituali. Poco prima di essere invitata, ho trovato una Bibbia e credo non sia
stato un caso, ma un segno della presenza dei passi di Dio nella mia vita.
Così, quando ho
letto il Salmo 62, commentato da sant'Agostino: "L'anima mia ha sete di
Te, mio Dio". Mi si è chiarito che la ricerca di Dio era essenziale per
me, mi sono identificata con il salmista, perché mi sono sentita come terra
arida, assetata, senz’acqua, priva di anima. Pertanto, in questo ritiro,
migliorando la mia capacità di ascoltare la lettura orante della Sacra
Scrittura, precisamente il libro dei salmi, meditando la Parola mi osservavo
interiormente e mi immergevo più a fondo in me e, a poco a poco, si risvegliavano i valori umani e cristiani,
e ricchezze interiori; cioè quello che sono.
D. Manuel Pelino
ha commentato ancora alcuni brani del Nuovo Testamento, che sono sempre fonte
di verità, di bontà e giustizia e soprattutto d'amore. Ha anche narrato episodi
della vita di alcuni santi e, riguardo a questi, Umberto Eco afferma che la
forza di un'etica si giudica dal comportamento dei santi.
In sintesi, ascoltare e meditare la parola
di Dio è stata un'apertura alla mia trasformazione interiore, perché sono
riuscita a rivedere la mia vita e, contemporaneamente, a trovare un modo per
migliorarla nella ricerca della Verità, che è Amore, perché ci porta a credere,
ad avere fede.
Posso quindi dire
che questo incontro spirituale, assieme alle missionarie del Sacro Cuore di
Gesù, mi ha offerto ancora una volta un viaggio nei “prati verdi e sorgente di
acque ristoratrici” della Parola di Dio, dove i miei passi sono stati guidati
verso la via della riconciliazione con Dio, con me stessa, con gli altri e
anche con il creato.
Anche il parco
del “Bom Pastor” dove abbiamo fatto gli Esercizi mi ha aiutata con la
sua bellezza e con la sua varietà di alberi che io, concentrata e silenziosa,
ho ammirato in momenti diversi e mi sono sentita chiamata a dare tempo per contemplare la natura con tutti i
miei sensi come afferma José Tolentino.
Egli dichiara che la mistica dell'istante non può che essere "una
spiritualità che vede i sensi come la via che conduce e la porta che ci apre
all'incontro con Dio".
In conclusione, mi sono sentita rinnovata e
rivitalizzata per continuare il mio viaggio con significato e fermezza.
mi prendo cura di mia mamma per amare, contemplare e donare!
Questa è la mia
missione da alcuni anni ormai: prendermi cura di mia madre ogni giorno, insieme
ai miei fratelli, che collaborano all’assistenza di nostra madre nelle notti e
nei fine settimana.
È una missione
delicata, perché mia madre è paralizzata, costretta a letto e fragile. Si nutre
attraverso un sondino nasogastrico, con pasti vari, preparati da me a casa. Usa
l’ossigeno ventiquattro ore al giorno attraverso occhiali nasali. Tuttavia,
nonostante le difficoltà, sto facendo del mio meglio, confidando sempre nel
Signore della Vita, e che la sua volontà sia fatta ogni giorno! Quindi vivo il
mio essere una missionaria consacrata, curando mia madre come se fosse Gesù
Cristo nostro Salvatore. Cerco di vivere i momenti di preghiera come richiesto
dal nostro Statuto e Regolamento di vita, recitando Lodi, Vespri e il Rosario.
Però è anche un programma che non sempre riesco a corrispondervi, perché se mia
madre ha bisogno, non esito a lasciare tutto e prendermi cura di lei.. Per
partecipare all'Eucaristia, spesso devo accontentarmi della televisione.
Mi sento molto
serena e tranquilla, perché in questo momento sento che la missione che devo
portare a termine è: prendermi cura con tanto amore di chi mi ha dato la vita,
mi ha aiutato a crescere e mi ha insegnato ad amare Gesù!
Contemplando e
adorando Gesù in mia madre in cui Lui è presente e lei ha bisogno di essere amata e curata, con grande affetto e
tenerezza, sento che sto anche con Gesù.
Questa è la mia
missione di badante: garantire che mia madre completi i giorni che il Signore
Gesù le concederà!
alcune notizie da porto
Prima di parlare
di qualche piccolo avvenimento del nostro gruppo, mi piacerebbe presentarlo per
lo meno nella forma esteriore, già che è difficile esprimere tutto ciò che è e
ciò che vive ogni una persona.
Il
nostro è un gruppo misto: due elementi di vita fraterna e undici di vita in
famiglia o da sole. Sono convinta della positività e della ricchezza che sempre
hanno costituito le differenti modalità di appartenenza, nell’istituto; questo
è una caratteristica che fa parte del DNA della CM e nonostante i cambiamenti
numerici dell’uno o dell’altro elemento nel decorrere del tempo, è importante
averlo come orizzonte per non perdere qualcosa di essenziale. In questo momento
la vita fraterna all’interno del gruppo è diminuita, ma continua ad essere un
“segno” e anche più che un segno, è la possibilità di fare della casa del
gruppo un luogo di incontro e di accoglienza.
Parliamo del gruppo di Porto, ma è
importante notare che il gruppo ha un membro a Lisbona (che dista 317 km dalla
città di Porto) e un altro in Penamacor, provincia di Castelo Branco (a 261 km dalla sede del gruppo). Gli altri
membri, pur non vivendo nella città sono a una distanza tra i 10 e i 40 km.
Il ritmo degli incontri è mensile: ci
incontriamo nel secondo fine settimana del mese. Gli arrivi cominciano
normalmente il venerdì sera e quasi sempre qualcuno rimane fino al lunedì
mattina, questo proporziona un buon tempo di incontro e di vita insieme.
Notizie, programmazione, riflessione, liturgia, preghiera e convivialità sono
gli aspetti che riempiono i due giorni di incontro. Il gruppo sta sempre al
completo tranne se c’è qualche ragione di forza maggiore.
Gli incontri del
mese di marzo
“Un anno non
consiste solo nelle sue stagioni, non si definisce solo in funzione del ciclo
che comincia con la primavera, con i prati verdi e la tosatura delle pecore
passando dal calore bruciante dell’estate e il tempo del raccolto, le prime
piogge e le nuove semine per finire con la neve e la gelata notturna alle quali
seguirà, ancora una volta, il tono rosato del fiore di tamerice. No, tutto
questo non è che la cornice della definizione dell’anno; un anno è in verità una immensa filigrana di vita e di avvenimenti
intrecciati, un oceano al quale andiamo a bere.”(Thomas Mann Giuseppe e i suoi fratelli).
Ho
trovato suggestivo cominciare a parlare degli incontri del mese di marzo con
questa bellissima citazione di Thomas Mann. In verità un anno è una immensa
filigrana di vita, una immensa filigrana di avvenimenti intrecciati, un oceano
al quale andiamo a bere. Penso che il corso di formazione permanente realizzato
dal 2 al 5 marzo, è stato uno di questi avvenimenti che anche nella sua
discrezione e semplicità, ha fatto crescere il tale oceano al quale possiamo
andare a bere.
Il
programma era semplice: leggere e riflettere insieme (in due gruppi), il
documento ”vino nuovo in otri nuovi” ci eravamo dati due percorsi di lettura:
Che cosa troviamo
di più importante
nel documento e che cosa questo implica per noi CM: tempo permettendo avremmo
potuto prendere anche il testo “le nostre assemblee” per rileggerlo, ma il
tempo non è bastato; è rimasto l’invito di rivederlo singolarmente. Perciò
questa volta non c’era nessun conferenziere. E’ da far notare che ci è piaciuto
lavorare in gruppi, forse perché essendo un gruppo numeroso, non lascia molto
tempo per ciascuna di noi parlare ed esprimersi. Nelle sere di sabato e
domenica abbiamo visto due film. Domenica, lunedì e martedì abbiamo avuto anche
la celebrazione della Eucaristia. A celebrare è venuto, Domenica il vescovo
dimissionario di Porto Joao Miranda nostro amico di lunga data; il lunedì un
giovane padre dehoniano, ordinato l’anno scorso e che già avevamo invitato da
molto, aspettando solo il momento opportuno per concretizzare l’invito e il
martedì un padre diocesano amico di alcune del gruppo. E’ anche questo un
momento per concretizzare ed esprimere quella convivialità , caratteristica che
ci piacerebbe mantenere nel gruppo ma che il ritmo della vita e le nostre forze
non sempre ci permettono di realizzarla nella intensità desiderata.
Per
non moltiplicare le date, avevamo deciso di fare il pellegrinaggio in
preparazione all’assemblea, nello stesso periodo. Per questo avevamo scelto un
santuario vicino: Il Monte della Vergine, in una collina della città di Gaia
che è situata dall’altro lato del fiume Douro, di fronte a Porto. Il giorno
scelto era stato il lunedì nel pomeriggio. In questo giorno era venuto a celebrare
il padre Nuno, Dehoniano delle Azorre, che vive nella comunità di Coimbra.
Siamo andate con i mezzi pubblici e l’ultima parte in salita l’abbiamo fatta a
piedi. In cima, nel piccolo eremo abbiamo recitato il rosario, fatto alcune
fotografie e già è arrivato il momento di tornare a casa. E’ stato bello anche
perché il p. Nuno è riuscito a venire con noi; un momento per concretizzare ed
esprimere la Famiglia Dehoniana che vogliamo costruire.
Nel
programmare questi giorni avevamo messo come obiettivo: Tentare di vivere questi giorni con impegno e relax e penso di
esserci riuscite. Il gruppo era presente quasi nella totalità, mancava solo una
per problemi di salute. Come ho detto prima siamo un gruppo numeroso, il che
vuol dire anche esigenza di organizzazione e di lavoro, soprattutto quando sono
molti giorni e ci sono anche altri ospiti. Penso comunque che il clima è stato
di tranquillità e addirittura condito da una certa dolcezza. Ci sentiamo nella
nostra casa, una casa ampia, bella e luminosa che ci piace godere e ci
piacerebbe trasformarla sempre più in centro di convergenza dentro e fuori
della CM.
La festa delle Famiglie
Avremmo
potuto chiamarla la festa dell’ ”Eccomi”, ma quest’anno avevamo pensato di
riattivare un’antica tradizione degli inizi del gruppo di Porto, che era la
festa dei genitori. Nell’invito dicevamo così: “Una volta come Compagnia Missionaria facevamo la festa dei genitori. Era un momento bello, d’incontro, di
conoscenza, dove s’intrecciavano legami di affetto e di comunione. Dopo i
genitori quasi tutti sono andati alla casa del Padre… e si lasciò di fare la
festa. Quest’anno vorremmo, per così dire, riproporla, già non con i genitori,
ma con le nostre famiglie – fratelli, sorelle, nipoti cognatie- allargando
anche ai nostri amici e amiche.”
Quando
progettavamo queste cose, con l’entusiasmo si mischiava un certo timore. Come
organizzare? Saranno molte le persone che aderiranno? Saremo capaci di
accogliere e di proporre qualcosa d’importante. Invitarli solo per il
pomeriggio o per tutto il giorno? Con quest’ultima ipotesi era da preparare il
pranzo. Dopo uno scambio di opinioni
vinse l’idea del giorno pieno. Noi offrirci di preparare una minestra calda e
le persone portare qualcosa da mettere in comune.
Justina,
Gloria e Teresa Castro hanno il compito di preparare il tema da presentare ai
più giovani; Lùcia e Laura per i più attempati. I più giovani nella biblioteca,
gli altri nel salone. Amelia e Margherita hanno la logistica: preparare la
minestra, ricevere ciò che le persone portano, preparare i tavoli, sistemare le
stoviglie, ciò che hanno fatto con l’aiuto di una o dell’altra persona
presente.
La lista di iscrizione era arrivata a più
di 50 persone, ma dopo con gli imprevisti siamo arrivati in realtà a 40.
Comunque si è formato un bel gruppo, molto vario e possiamo dire che è stato un
successo.
Padre
Antonio Loureiro, superiore del Seminario P.Dehon, sito nei dintorni di Porto.
Per l’animazione liturgica è venuto ad aiutarci il nostro amico, Joaquim
Marçal, professore di musica e che per tutto l’anno, quando ci riuniamo viene
ad aiutarci a preparare la liturgia del giorno successivo. Cosi abbiamo cercato
di coinvolgere i partecipanti alla liturgia scegliendo tra di loro i lettori, i
partecipanti alla processione offertoriale e alla preghiera dei fedeli,
Dopo
la celebrazione eucaristica delle 15.30 abbiamo fatto merenda e festeggiato il
professore Marçal che compiva gli anni il giorno dopo. Poi i saluti, anche
perché c’era chi era venuto da Coimbra e dai dintorni di Guimarães e era necessario tornare a casa con
tranquillità.
Non
contando la festa di inaugurazione della casa e del cinquantesimo, questa è
stata la convocazione più numerosa in questa casa; non vi nascondo che avevo un
certo timore, ma devo dire che, sorvolando alcuni particolari(che cercheremo di
prendere in considerazione la prossima volta) tutto è andato abbastanza bene.
In Marzo (come festa dell’Eccomi) o in giugno (In occasione della festa del
sacro cuore)? Ancora non sappiamo, ma a suo tempo faremo discernimento e penso
che questa sarà una festa a cui dare continuità.
Io
sempre difendo l’idea che dove la CM stà radicata, è bene che ci sia uno spazio
grande o piccolo che possa essere considerato un Centro CM. Non vogliamo togliere il risalto che diamo alla casa di
Via Guidotti, ma proprio perché sentiamo l’importanza che lei ha, desideriamo
che ci siano altri spazi, sparsi nel corpo dell’istituto, che siano punto di
convergenza, di irradiazione, di radicamento storico nel corpo della CM. Penso
che la casa di Porto è uno di questi Centri
CM carico di una storia che è importante conoscere. Mi piace finire ancora
con una citazione di Tomas Mann, nello stupendo romanzo sopracitato,Dice
parlando di Giacobbe e delle sue avventure: “…
le storie che viviamo in un determinato luogo sono come radici che affondiamo
nel terreno di questo mondo.” Anche in questo spazio abbiamo vissuto molte
storie: storie belle e storie dolorose, ma sono tutte storie che danno
sicurezza e consistenza alla nostra vita, perché si inseriscono in una vita più
ampia e più profonda, la propria storia di salvezza di Dio. E per questo che
lancio un appello e un invito: venite a conoscere questo centro CM, venite ad arricchirlo con la vostra presenza e le vostre
storie.
uno spazio di riflessione, preghiera, amicizia
Larissa e Pedro sono una coppia
di giovani brasiliani che si trovano in Portogallo per fare il dottorato in
ingegneria ambientale. Come mi hanno raccontato, ci siamo conosciuti nella
nostra parrocchia di “sant’Antonio das Antas”, in una cena di solidarietà. Nel
frattempo li abbiamo invitati a partecipare ai nostri incontri di Amici. Ci è
sempre piaciuta la loro presenza semplice e direi gioiosa. Nel momento di
pensare a un percorso più serio e più sistematico con alcuni di questi amici, fu
facile pensare includerli in un nuovo gruppo. Stiamo seguendo la proposta fatta
per i Laici Dehoniani. Il gruppo è ancora piccolo, ma si sta consolidando … e è
bene poter contare su gente giovane alla quale non solo offriamo la nostra
esperienza di credenti, ma anche chiediamo una presenza mediatrice in ambienti nuovi e in
mezzo a gente con la quale, per la nostra età, non abbiamo un accesso
immediato.
Lúcia Correia
Abbiamo conosciuto Lucia e
Teresa in una cena della chiesa “das
Antas”. Siamo stati invitati a partecipare a un incontro. Il primo incontro è
stato sugli emigranti e rifugiati, tema di riflessione chiesto da Papa Francesco.
Questo incontro fu molto speciale, arricchente e pieno di riflessioni. Siamo
stati ampliamente impressionati per l’importanza del discutere, riflettere e
soprattutto condividere. Condividere esperienze riflettere sulle azioni umane e
ricercare nel dialogo come possiamo migliorare. Dio considera la persona come
il suo capolavoro e ciascuno di noi come suo figlio. Il suo amore è cosi grande
che ha inviato Gesù per noi e, allo stesso tempo, è cosi delicato che ci lascia
il libero arbitrio.
Realmente viviamo in una
società e in un sistema molte volte difficili in cui c’è individualismo,
eccessiva valorizzazione delle cose materiali e sempre più mancanza di momenti
di riflessione. Questi incontri per noi, giustamente, marcano la differenza
nella nostra vita. Attualmente abbiamo formato un gruppo più piccolo di persone
che s’incontrano con maggior frequenza il cui tema è presentato a turno da una
coppia. Questa dinamica è stata molto interessante infatti l’arricchimento che
si ottiene nel preparare l’incontro è enorme. Mi piace ringraziare tutti coloro
che ne fanno parte e dire che molte volte quello che manca nella nostra vita è
questa saggezza e intelligenza. Possiamo affermare per esperienza fatta che
questi incontri ci rendono migliori, che sono di sostegno e fondamento
nell’affrontare le difficoltà della vita e che vogliamo seminare nel quotidiano
ciò che apprendiamo.
“Il giorno dopo Giovanni si trovava li con due dei suoi
discepoli e fissando lo sguardo su Gesù disse: «Ecco l’agnello di Dio». E i due
discepoli udirono e seguirono Gesù” (Gv 1, 35-37). Oggi parlare di Dio, parlare con Dio e
seguire Gesù può essere un po’ difficile. Come possiamo parlare con Lui? Solo
nella preghiera? In questi incontri abbiamo capito che Dio è presente in ogni
luogo e in ogni semplice gesto. L’incontro si distingue per la diversità delle
persone di età ed esperienze diverse che portano nelle difficoltà quotidiane la
vita e gli insegnamenti del mondo cristiano.
In uno degli incontri ci è
stato chiesto di riflettere e trasmettere al gruppo ciò che stava descritto
nell’itinerario formativo per Laici Dehoniani. Con la preparazione di questo
incontro abbiamo capito ancora di più, come è bella e attuale la parola di Dio.
Uno dei temi di questo incontro è stato “Se Dio ci chiedesse che cosa
desideriamo, che risposta gli diremmo?”. Questa domanda non è determinata dalla
curiosità degli esseri umani , ma dalla ricerca, dal cercare di capire chi è
Gesù e chi è il Padre che ha fatto
venire fino a noi il suo figlio , Gesù è pienezza, è perfezione. Dove vive
Gesù, devono vivere tutti. Chi cerca trova in Gesù la risposta, Lui è la
pienezza della Rivelazione.
Larissa e Pedro
la lode dell'incontro
Quest’anno abbiamo fatto il ritiro annuale nel Centro di Spiritualità Oasis Istituto Secolare “Ancilla Domini”.
Questo Centro si trova ad
Ermesinde, una località abbastanza vicina alla città di Porto. In questa bella
casa siamo state accolte con molta simpatia dall’8 al 14 luglio. C’era con noi la nostra Presidente, Martina e
pure Elvira, che era in Portogallo per le vacanze. Martina è venuta a Porto per
fare il ritiro con noi; per prender parte agli incontri sia delle missionarie
del gruppo che delle Responabili della Formazione, per vedere la nuova casa del
gruppo, situata in una località lontano da rumori, in cui ci riuniamo
mensilmente per fare il nostro ritiro insieme con le missionarie di vita
fraterna, Lùcia Correia e Teresa Castro.
Il tema del ritiro era “La lode
dell’incontro” ed è stato predicato da P. Antonino scj, un giovane sacerdote,
molto dinamico e saggio. A ciascuna fu consegnato il “quaderno di Meditazione”,
che conteneva i testi inerenti al ritiro. Sulla copertina del quaderno c’era
una frase: L’importante è fermarsi, tacere…!”. Quando ci disponiamo a fare
stop, ci sono sempre domande che sono inevitabili e che ci interpellano. Tacere
perché e per qual motivo? Può darsi che non ci siano risposte facili. Se noi ci
disponiamo a voler tacere, allora dobbiamo interrogarci sul perché lo vogliamo
fare. Non è facile fare il ritiro di una settimana. Questo comporta fermarsi,
fare silenzio, stare aperte all’ascolto, pregare, stare in comunione con Dio e
avere fede.
“Stare con Dio”… nessuno vuole rinunciarvi!
Noi non siamo mai sole…
P. Antonino ci ha detto:
“Abbiamo bisogno di fare pulizia ogni giorno nella nostra mente e nel nostro
cuore, è questa una delle condizioni per vivere felici. Il ritiro presuppone
l’incontro personale con noi stesse e il desiderio di incontrarci con
“Qualcuno”. Questo Qualcuno è Dio. Un incontro non è altro che ascolto e
conversazione… La frase “Gesù è il volto umano della tenerezza di Dio” ci mette
indubbiamente di fronte ad una grande
responsabilità, ma è pure un privilegio. “Amar come Gesù amò…” “Amatevi gli uni
gli altri come io vi ho amato”. La nostra vocazione è amarci così, in questo
modo, come siamo amate e predilette da Dio. Amare Gesù significa imitarlo!
Imitare Gesù è una scelta di vita esigente e speciale, ma possibiile, quando ci
abbandoniamo a Lui e vogliamo seguirlo.
In questo ritiro il padre ha
sottolineato: “la grandezza dell’essere umano è la sua reale ricchezza, non sta
mai in ciò che si vede, ma in quello che porta nel suo cuore!”. E ancora. “La
grandezza dell’uomo non gli viene dallo stato sociale che occupa, né dal ruolo
che ricopre, né dal suo successo personale, ma, al contrario, dalla sua semplicità,
dalla sua capacità di ascoltare e accogliere l’altro, rispettandolo e
procurandogli gioia. Il segreto per essere felici, come diceva p. Antonino, sta
nel desiderio e nel rendere felice
l’altro. Chi desidera il bene degli altri scopre che la loro felicità è la
sorgente più generosa per la propria felicità.
Tutto quanto ci è stato dato in
questo ritiro, è stato una grande ricchezza di cui siamo riconoscenti a Dio,
alla vita e a ciascuna di noi…
E concludo con queste parole di
Martina scritte su Vinculum 2/2018, che traducono
quanto tutte noi abbiamo
vissuto in questo ritiro: “Esprimo la mia
gratitudine a Dio perché camminiamo insieme in questa famiglia dove abbiamo
accolto doni, limiti e povertà, che il Signore trasformerà in fecondità e Vita
Eterna”.
Grazie a Martina, Grazie a
tutte. Sempre unita nel Signore, un abbraccio fraterno.
Carmen Barros