Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
-
09 / 08 / 2024
Agosto 2024
Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico....
-
09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique....
-
09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita los grupos en Mozambique...
-
09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
donarsi nell'accoglienza
Carissime/i,
stiamo
camminando verso la Pasqua cercando di rinnovare i nostri cuori per farli più
conformi al Cuore di Cristo. Il Papa, in questa Quaresima ci ha invitato a
recuperare l’amabilità: “… stiamo più attenti a dire parole di
incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano,
… La carità si rallegra nel veder crescere l’altro. Ecco perché soffre quando
l’altro si trova nell’angoscia: solo, malato, senzatetto, disprezzato, nel
bisogno… La carità è lo slancio del cuore che ci fa uscire da noi stessi e che
genera il vincolo della condivisione e della comunione”.[1]
Il
nostro carisma ci chiama a vivere l’amore, ad avere gli stessi sentimenti di
Cristo Gesù e la risposta è sempre concreta, per questo desidero far emergere
quello che si è vissuto come CM in quest’ultimo periodo accompagnando Lucia Maistro,
con l’affetto e la vicinanza che si è vissuta fino alla sua dipartita. “La nostra donazione trova sostegno
anche nel sentire la CM come luogo dove ci si accoglie e ci si aiuta
reciprocamente…”.[2] In vari
gruppi della nostra CM si vive una vera donazione ed attenzione alla sorella
missionaria ammalata e fragile che chiede, in molti casi, uno sforzo extra e
che è una bella testimonianza del nostro carisma di amore. Ringrazio tutte le
missionarie per questo.
Riprendendo la Lettera Programmatica
ricordiamo: “Fare dei nostri gruppi una Betania
accogliente, un luogo di incontro, di riposo, di festa … è, e sempre è stata,
la meta desiderata che esige impegno costante da parte di tutte e di ciascuna”.[3]
“Sapersi e sentirsi portatrici di
questa ricchezza produrrà certamente, frutti di fecondità, di gioia e di
speranza. In tutte le
tappe e le età della vita siamo chiamate ad essere“… una
testimonianza di comunione fraterna che diventi attraente e luminosa”.[4] Chiediamo al Signore che
rinnovi il nostro cuore per essere più famiglia, una nuova Betania aperta a
ricevere tutti.
Siamo vicine alla
celebrazione della Festa del nostro Patrono S. Giuseppe, modello di coraggio e
fiducia in Dio, Padre di tenerezza e di accoglienza; chiediamo che interceda
per noi. E nella nostra festa dell’Eccomi, Maria ci rinnovi nel servizio umile
e gioioso al Signore ed ai fratelli.
A nome del
Consiglio Centrale ricevete
un
fraterno abbraccio
ed il
nostro augurio di una
SANTA
PASQUA DI RISURREZIONE
Graciela
[1] Messaggio di Papa Francesco Quaresima 2021.
[2] Statuto CM N° 50
[3] Lettera Programmatica N° 6 pag. 16-17
[4] Lettera Programmatica N° 6 pag. 18
le “parole chiave” della nostra spiritualità: semplicità
L’insegnamento e l’esempio di Gesù ci
insegnano chiaramente la via per lo splendore della nostra vita di semplicità.
Però accanto ci vogliamo mettere anche il nostro impegno umano per completare
l’indirizzo della fede.
Un primo suggerimento ci viene dalle parole
dell’apostolo Paolo: “quando sono debole
è allora che sono forte” (2a Cor.
12,10). Sembrano un paradosso. Eppure, esprimono una grande realtà. Un brano di
una lettera del grande psicologo Carl Jung ci aiuterà ad afferrarla. “Vi ammiro, voi cristiani, perché
identificate Cristo con il povero e il povero con Cristo, e quando date del
pane a un povero, sapete di darlo a Cristo.
Ciò che mi è difficile comprendere è
la difficoltà che avete a riconoscere
Gesù nel povero che è in voi.
Quando avete fame di guarigione o di affetto, perché non lo volete riconoscere?
Quando vi scoprite nudi, quando vi scoprite stranieri a voi stessi, quando vi
trovate in prigione e malati, perché non sapete vedere questa fragilità come la
presenza di Gesù in voi?”
Un
secondo suggerimento possiamo vederlo concretizzato in questo motto: “amati con le tue ferite” Jean Vanier,
parlando ai formatori e formatrici (2004) ha detto che è molto importante per
la serenità e la gioia della vita propria e altrui essere coscienti delle
nostre ferite forse profonde.
“Il
figliol prodigo si è identificato lui stesso con i porci. Ormai non giudica più
nessuno. Tutto per lui è misericordia, tutto è grazia. Il figlio maggiore, al
contrario, giudica perché non ha ancora riconosciuto la propria povertà. Ha
creato attorno a sé un fitto sbarramento e rifugge dal guardarsi in profondità.
Ma non si può cogliere la misericordia di Dio, se non quando si è toccato
profondamente la propria miseria. E quando si è toccato la propria miseria non
si ha più il coraggio di mutilare la nostra fiducia per tutti gli altri”. E una grande fiducia per tutti gli altri
è un coefficiente di spirito che alimenta la vita di semplicità.
Il terzo suggerimento lo incontriamo nella
preghiera degli A.A. (Alcolisti anonimi) È originalissima ed è detta “preghiera
per la serenità”. Serenità e semplicità si integrano a vicenda.
“Concedimi, Signore, la
serenità necessaria
per accettare le cose che non
posso cambiare;
avere il coraggio di cambiare
quelle che rientrano nelle mie possibilità:
saper distinguere
intelligentemente le une dalle altre.
Una
breve riflessione su queste indicazioni.
1) Accettare
le cose che non posso cambiare
Sono
molte le cose che non posso cambiare: il passato, il futuro e neppure le altre
persone. È necessario che io mi impegni ad essere attento e buono con i miei
familiari per tutto il tempo che il buon Dio li lascerà al mio fianco.
Se una mano amica dovesse con il tempo
lentamente raffreddarsi nella mia mano, accetterò la cosa come se circostanze e
spazio l’avessero allontanata le miglia da me. Io non posso cambiare le
persone. Esse continueranno a fare le cose alla loro maniera, anche se tenterò
ripetutamente di proporre a loro il mio modo di vedere.
Che cosa allora posso cambiare: ME STESSO!
2) Avere il coraggio di cambiare quelle che rientrano nelle
mie possibilità
Ciò
significa: cambiare il MIO modo di
essere.
Aiutami, Signore, a modificare l’abitudine
con cui penso e giudico gli altri.
Invece che criticarli, devo accettarli
come sono.
Invece che ignorare i loro problemi,
devo mostrarmi interessato ad essi e dare generosamente un aiuto a
risolverli.
Invece di presentarmi freddo e insensibile, devo mostrarmi con un
atteggiamento affettuoso e
cordiale.
Aiutami, Signore, a modificare le mie
emozioni aprendomi alla speranza, all’amore, al coraggio, alla pace, alla
gioia…anziché chiudermi nelle amarezze, nei timori, nel disgusto, nel
risentimento, nell’odio….
Tutte queste cose io posso lentamente
modificare. Basta che sia sufficientemente onesto ed umile da ammettere la
necessità di farlo.
3) Saper
distinguere intelligentemente le une dalle altre.
Se vedo cose che non mi piacciono, è il
momento di esaminare me stesso: i miei sentimenti e le mie reazioni. Devo
esaminarmi una volta, due, tre… prima di permettermi di criticare gli altri. Comprendo
che la mia esistenza è strettamente legata alla esistenza altrui. Ma devo avere
tanto buon senso da non pretendere che cambino gli altri. Sono io che devo
cambiare: la mia maniera di pensare, di comportarmi, di reagire.
Dunque, la mia risposta alla preghiera per la serenità è questa: POSSO E DEVO CAMBIARE SOLAMENTE ME STESSO.
ho confidato in dio e con lui nulla temerò
Il 3 febbraio abbiamo vissuto un momento significativo. Dopo un lungo
cammino, Joana ha fatto la sua prima emissione dei voti nella Compagnia
Missionaria del Sacro Cuore. Ogni volta
che viviamo questi momenti, al di là della gioia di vedere che c’è ancora in
chi si dona a Dio, sperimentiamo sempre anche
un’intensa comunione con tutta la famiglia CM.
È con
grande gioia ed entusiasmo che condivido i miei momenti belli che ho vissuto
nella mia prima emissione dei voti. "Che gioia quando mi dissero: Andremo
alla casa del Signore". (Salmo 122,1)
Era il mese di agosto quando ho
iniziato a prepararmi per fare la domanda della consacrazione, nel mese di
ottobre ho fatto la richiesta scritta per la mia prima emissione dei voti. La risposta positiva è stata data da parte
delle responsabili della formazione che mi hanno accompagnata durante il
periodo di formazione e del Consiglio
Centrale. Quando mi è stato comunicato il parere positivo e la data già
fissata, la mia gioia è stata grande e grande anche la mia emozione. Questo è
stato per me un motivo sufficiente e chiaro per darne comunicazione alla mia
famiglia e agli amici che mi hanno incoraggiato durante la mia formazione e in
situazioni difficili.
Abbiamo
iniziato la preparazione all’evento con le missionarie e le sorelle che sono in
formazione qui a Nampula e Invinha. All'inizio eravamo incerte e insicure
perché non conoscevano i canti per la liturgia, ma poi è stato un successo
totale.
Prima che arrivasse il mese
previsto, ho fatto gli Esercizi Spirituali con le consacrate di Nampula e
Invinha insieme alle sorelle del biennio di formazione, con il tema:
“Discernimento spirituale comunitario, fondamento per la crescita spirituale,
individuale”. È stato orientato da padre Lazzaro, Dehoniano, ha affrontato un
argomento molto interessante che ci ha aiutato a fare discernimento personale e
comunitario, per vivere meglio la nostra consacrazione al Cuore di Gesù.
Avvicinandosi il giorno della
festa, ho fatto anche un altro ritiro insieme alle più giovani che stavano per
entrare nell'orientamento, con il tema: Cammino spirituale di San Paolo,
predicato da padre Daniel, Sacerdote diocesano della Gurue, è stato un tema che mi ha aiutato ad
accrescere la mia fede nel rispondere ogni giorno al Signore.
Quel periodo, è stato un tempo di
grazia, in sintonia profonda con Gesù pronta a consegnarmi a Lui come “Sposo
della mia vita”. Mi sento ancora in
clima di preghiera e di interiorità, consapevole dell’impegno assunto con il
Signore nella Compagnia Missionaria.
Il 3 febbraio, con la celebrazione eucaristica, ho emesso i miei voti annuali nella CM. La celebrazione è stata presieduta da Padre
Francisco Cunlela della Parrocchia di Invinha.
La festa è andata molto bene, con la presenza dei sacerdoti, della mia famiglia, di alcuni amici e delle Missionarie.
Un gruppo ristretto per causa della pandemia. Come missionaria mi sono impegnata a “seguire Gesù più da
vicino vivendo la vita di amore fino alla comunione con Dio e con i fratelli”, come dice il nostro Statuto CM.
Quel giorno ho sentito la comunione con l'intera Compagnia Missionaria che si è fatta presente con messaggi e
assicurando preghiere. E sono sicura che anche P. Albino con le missionarie là in cielo pregheranno per me.
Il mio ringraziamento va a voi
per le vostre preghiere, per i messaggi che ho ricevuto nel giorno della
mia
consacrazione, per la vostra accoglienza come missionaria e vi chiedo di
continuare a pregare per me,
per la mia crescita e in ogni aspetto.
Per quanto riguarda la permanenza nella comunità di Nampula, apprezzo questa collaborazione
che sto vivendo ogni giorno della mia vita, sto imparando ad affrontare con le missionarie di Nampula,
le responsabilità che si assumono ogni giorno e sto imparando anch’io ad assumermi queste responsabilità,
sto imparando anche dalle sorelle che sono nel biennio di formazione e loro imparano da me, è con grande gioia
ma a volte anche come sfida, sempre con la riflessione e la condivisione della Parola di Dio, ne apprendiamo
il dinamismo e la risonanza, guidate dallo Spirito santo che sempre invochiamo su di noi, con
Maria, Madre, Guida e Custode della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore.
con cristo nel cuore del mondo al servizio del regno di dio
Prima
di condividere con tutta la Compagnia Missionaria, ho pensato di pregare con
voi la preghiera di Santa Teresa e della Vergine delle Origini.
“Vergine delle origini, madre della gioia,
vengo per stare davanti ai tuoi occhi buoni, ho bisogno della luce dei tuoi
occhi sereni e della speranza del tuo volto amabile. Ti ringrazio Maria, perché
sei sempre al mio fianco. Quando soffro, arriva il tuo sollievo, quando sono
felice, condividi la mia gioia. Vengo a cercare il tuo aiuto di Madre per me e
per tutti i fratelli e le sorelle del mondo intero".
Progetto per le donne e la loro famiglia nel distretto di Gurué (Zambézia)
Nel
febbraio 2000, quando Irene Ratti era presente in missione nella diocesi di
Gurué, sentì che era necessario creare un gruppo di donne, che si formassero a
vari livelli: nell'evangelizzazione, e in particolare nella promozione umana,
come mogli e madri, difendendo i propri diritti e garantendo la propria
autonomia e la propria sussistenza.
Nel
2001, Edvige Terenghi, essendo presente nella diocesi di Gurué, ha consolidato
questo gruppo di donne che Irene aveva avviato, dandogli il nome di: “Mulher Vida e Paz (MVP)” - “Donna Vita e Pace”; aiutando le
donne a scoprire, potenziare e armonizzare valori umani e soprannaturali
attraverso una educazione costante ispirata al testo di S. Giovanni che ha segnato la vita di queste missionarie
in riferimento all’esempio di Maria Maddalena, la prima discepola che ha visto
il Signore Risorto e da Lui è stata inviata ad annunciarlo ai fratelli: “Va’ dai miei fratelli e dì loro: Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio
mio e Dio vostro”. (Gv 20,17b).
Mulher
Vida e Paz
L'obiettivo
del gruppo era difendere le donne perché potessero ottenere la possibilità di
affermarsi nella vita quotidiana, nella società, nelle parrocchie, in uguaglianza e in pari opportunità rispetto al mondo maschile; combattere la
discriminazione contro le donne che soffrono di povertà, violenza domestica e
analfabetismo; favorire una solida formazione e promozione umana affinché possano collaborare in modo competente nelle
parrocchie, in famiglia e nelle loro comunità dove hanno già ricevuto validi
aiuti che le hanno fatte crescere molto.
Hanno
ritenuto importante promuovere la partecipazione delle donne alla vita
ecclesiale perché, in forza del Battesimo che ci rende tutti figli e figlie di
Dio, possano sentirsi chiamate e inviate
in missione come discepole ad annunciare e testimoniare la Parola. Promuovere
la dignità di ogni persona affinché non ci siano discriminazioni o
emarginazioni, difendere la promozione delle donne e accettare questa grande
sfida di essere donne coraggiose e serene, in difesa dei propri diritti, della
propria vita e della propria sussistenza in vista di un bene globale per tutti
i popoli.
Un nuovo progetto
Nel
2020 il gruppo ha avuto la fortuna di ricevere padre Nélio Luciano Baptista
Vieira, sacerdote del Sacro Cuore di Gesù, presidente del nuovo progetto da
poco iniziato per il centro educativo in Agricoltura del Gurué.
Padre
Nélio Luciano ha apprezzato in modo positivo il progetto delle donne e si è
mostrato disposto a collaborare ed aiutare per il suo ulteriore sviluppo:
rendere possibile la valorizzazione del potenziale umano, migliorare le
condizioni di vita delle donne e diminuire l'ondata di povertà che affligge e
devasta il distretto di Gurué.
Padre
Nélio Luciano tenendo conto della vita del gruppo di donne, ha già avviato
questo progetto noto per l'emancipazione delle donne nel distretto di Gurué. La
campagna ha avuto molto successo, anche se in un momento di grandi difficoltà
nel corso del 2020, siamo riuscite a rispettare gli obiettivi del progetto
almeno per questa prima fase.
Avevamo
definito tre fasi; nella prima fase abbiamo voluto costruire un primo modello
di “mandala” che servisse da esempio e funzionasse come la scuola di
machamba: si tratta di un modello di coltivazione agricola
dell'associazione ACEAG. A questo modello assoceremo due o tre famiglie che
aiuteremo a realizzare lo stesso modello di mandala per poter verificare la nostra proposta; nella seconda
fase, si vuole allargare negli anni il progetto a più di 50 donne con le loro
famiglie e realizzare l'infrastruttura di supporto per la produzione di galline
ovaiole, un pollaio e un asilo nido; terza fase, intendiamo avere l'autonomia
del progetto con l'introduzione dell'agro-business, dove ACEAG sarà responsabile
della logistica.
Nella
comunità della Compagnia Missionaria di Invinha è stata installata la scuola di
machamba, e sono state messe a
nostra disposizione le condizioni per alloggio e cibo per i sei tecnici che
saranno impegnati nell’organizzazione del lavoro nella mandala, nel monitoraggio della
produzione, nel supporto e assistenza alle famiglie coinvolte. Un aspetto
importante dell'arrivo alla scuola mandala;
quella casa ha permesso la costruzione di una serie di infrastrutture che
consentiranno loro di fornire un servizio migliore alle comunità circostanti,
ben oltre i progetti che stiamo promuovendo.
Al
fine di evitare conflitti di interesse tra ACEAG e la CM è stato firmato un
accordo che definisce le responsabilità delle parti, in particolare le
infrastrutture diventeranno di proprietà della CM, senza alcun compenso
all'associazione ACEAG. L’accordo è stato firmato per un periodo di tre anni.
Le
limitazioni imposte dal covid-19 ci impediscono di avanzare in altri campi
dell'ACEAG che erano stati progettati e previsti nel piano di attività 2020,
ovvero la diffusione delle encicliche di Papa Francesco. L'acquisizione delle
encicliche sociali di Papa Francesco e l'invito ad otto relatori internazionali
permetterebbero ai giovani di Gurué di riflettere sul cambiamento climatico, i
vantaggi di scommettere su un'ecologia integrale. La pandemia ha costretto a
rinviare tutte queste iniziative.
Come
accennato in precedenza, il progetto è ancora nella prima fase della sua
realizzazione. Chiediamo l’appoggio di tutta la Compagnia Missionaria,
familiares e amici della CM, confidiamo nelle vostre preghiere per la maggiore
gloria di Dio e la crescita della missione CM in Mozambico (Invinha - Gurué).
La casa della Compagnia Missionaria a Invinha e, in alto a sinistra,
la coltivazione secondo la struttura “mandala” (circolare, con al
centro il pollaio)
rimanete in me per sempre
Condividere con voi il mio
passo all’Incorporazione Perpetua è come ricordare la prima chiamata di Dio a
seguirlo per donarmi a Lui e alla Compagnia Missionaria.
Il tempo che precede la
cerimonia ci aiuta a preparare il cuore, nonostante immerse nel lavoro, la
pandemia, la fine d’anno … però lo
Spirito che è vicino, suscita nuove emozioni.
Un aspetto che sento molto
presente in questo fare memoria del cammino vocazionale che ho percorso fino ad
oggi, è il contesto dove ho sentito la chiamata: mi trovavo in mezzo al popolo
rurale della pre-cordigliera nel nord del Cile.
Il mio incontro con il Signore è
avvenuto durante “una missione rurale” alla quale partecipavo, assieme a una
suora dell’Istituto S. Anna e a un sacerdote gesuita. Avevamo passato il
periodo natalizio (da noi è estate) visitando alcune popolazioni. Qui è
cominciato tutto: l’incontro con la gente semplice, i loro costumi, l’ambiente
agreste e la natura intorno. È qui che ho incontrato il Signore della vita.
Assieme a tutto questo è cresciuta in me la voglia di un impegno più concreto
con le comunità che conoscevo e la mia vita di fede.
Da questo periodo iniziale è
trascorso tanto tempo, però ho sempre sentito che questa esperienza è stata
qualcosa di importante, di fondamentale per la mia vita. Chissà se questo
periodo già stava concretizzando e dava un senso al “guardare lontano” di p.
Albino!
Dio non ha un tempo preciso per
realizzare i suoi progetti dentro di noi. Più avanti ancora una volta, Dio si
fa presente interpellandomi e riproponendomi la chiamata iniziale. Anche questa
volta mi trovo in mezzo alla gente della mia pre– cordigliera, però il mio
lavoro è nelle scuole del settore: Putre, Murmuntani, Belèn, Ticnamar. Immersa
in questi paesaggi suggestivi ascolto la voce di Dio attraverso il sibilo del
vento, il rumore dei torrenti, e il cielo limpido e terso. Piano piano mi
avvicino alla Compagnia Missionaria, che già dal suo nome mi sembra molto
interessante perché fa riferimento alla missione. Mi colpisce anche la sua
spiritualità e carisma. Sono cosciente della sfida e di cosa significhi “contemplare
il Cuore trafitto di Gesù, chiamate a
vivere la vita di amore …a percorrere l’itinerario della comunione in tutti gli ambiti della vita…”. Sono parole
molto profonde che richiedono di essere approfondite. Così inizia il mio
cammino formativo in un primo tempo a distanza poi sono seguita più da vicino.
Anche se questo percorso
formativo mi sembrava molto lungo ora riconosco che è stato prezioso per
conoscere concretamente altri volti concreti, esperienze varie ritenute fondamentali,
per capire meglio cosa voleva significare Compagnia Missionaria del Sacro
Cuore, per la mia vita e per
la Chiesa, per il mondo e per il Regno di Dio che vogliamo costruire.
Per questo ringrazio Dio per il
cammino che abbiamo fatto, perché ogni incontro ha contribuito alla mia
formazione: la mia famiglia, ogni persona che ho incontrato nel mio cammino di
fede, sia appartenente o meno alla Chiesa, sia quando le cose andavano bene e
quando invece c’erano difficoltà. Ciascuno ha contribuito a farmi “rimanere nell’amore di Dio”.
Per questo con grande gioia il
giorno 30 dicembre 2020 è stato il momento della mia consacrazione definitiva,
perpetua. La cerimonia è stata celebrata dal padre Cristian Cuevas dehoniano e
Pietro Maglozzi, camilliano. Data la situazione del virus in atto, ha potuto
partecipare solo un piccolo gruppo di amici, parte della mia famiglia, Teresa
Pozo e alcuni familiares CM. Una cerimonia molto semplice però preparata con
tanto affetto. “Scelte
da Dio, vogliamo scegliere Dio come pienezza delle aspirazioni della nostra
vita”
Statuto n. 2. Per sempre, per Dio e per la missione nel mondo specialmente per
i più poveri e svantaggiati. Eccomi Signore.
ricordo di lucia maistro
Messaggio della Presidente
Carissimi fratelli e sorelle,
ci stiamo congedando dalla nostra sorella Lucia, nella sua Pasqua.
Desidero ringraziare il Signore per il dono della sua vita nella CM di cui ha fatto parte fin dalla sua giovinezza. Molto possiamo dire di Lucia, ma desidero far memoria della sua fede, del suo amore per la Parola di Dio e della sua donazione generosa in ogni servizio che ha svolto.
Una donna semplice, umile e sincera, con una grande forza interiore, esigente con sé stessa e molto sensibile negli ambiti socio-pastorali. Viveva la sua disponibilità missionaria con generosità, anche se significava per lei una fatica senza risparmio.
Oggi molti dei presenti che l’hanno conosciuta, condividendo la vita con lei, avranno molte altre cose da ricordare.
Mi rimane solo da far emergere la SUA TESTIMONIANZA di fede e offerta in questi ultimi mesi, quando la malattia è arrivata nella sua vita. Realmente, per tutte le missionarie e familiares della CM, la sua testimonianza è stata una grazia. Ci ha permesso di essere partecipi di quello che stava vivendo giorno per giorno. Con le cose buone e dolorose, condividendo il suo cammino di preparazione per l’incontro col suo Amato e la gratitudine a Maria nostra Madre. E a lei diceva questo in uno dei suoi ultimi scritti:
“Grazie Maria per il bene che mi vuoi,
- grazie per il sorriso che tutti giorni mi regali attraverso le persone,
-grazie per l'amore che mi fai sentire,
-grazie per la fiducia che mi hai sempre dato,
-grazie per le lezioni di vita che mi hai insegnato,
-grazie per essermi madre, guida e custode di vita,
- grazie per non farmi sentire mai un senso di ribellione. Sento che nel corso degli anni hai fatto del tuo meglio perché i sentimenti del Cuore di tuo Figlio impregnassero il mio essere, per cui la sofferenza del momento è come un nodo che mi lega al cuore di Cristo, tanto che mi viene spontaneo pregare per le persone che mi assistono e soffrono con me.
A Maria chiedo solo di intercedere per me presso suo Figlio perché con tutta la mia vita possa esprimere il bene che gli voglio.”
Accompagno in questo momento di dolore i suoi familiari. Sappiamo che lei condividerà la gioia con coloro che l’hanno preceduta nella Casa del Padre.
Carissima comunità pastorale “Epifania del Signore”, carissimo Don Vittorino, grazie per l’affetto e vicinanza che avete manifestato nei confronti di Lucia e Orielda, e di tutte le missionarie che l’hanno accompagnata. Siete stati per loro forza nel cammino. Avete dato testimonianza di una vera comunità cristiana.
A te Lucia in nome di tutta la CM: GRAZIE, GRAZIE carissima sorella per tutto quello che ci hai donato. Intercedi per tutti noi insieme a P. Albino, il nostro Fondatore e le altre missionarie e familiares che ora vivono alla presenza del Signore.
Graciela Magaldi
L' ECCOMI di Lucia
Domenica 24 gennaio è morta a
Brugherio (Monza/Brianza) la missionaria Lucia Maistro, 77 anni, malata da
agosto scorso.
Entrata in Compagnia
Missionaria a 16 anni, aveva emesso i primi voti nel 1964. "Volevo dare al
Signore la mia giovinezza” disse una volta. È stata a Porto (Portogallo), a Salerno, a Grottammare e a Bologna. Da
tre anni era a Brugherio, impegnata soprattutto nella Caritas parrocchiale,
nella catechesi degli adulti, e, da un po’ di tempo, nell’animazione del centro
di ascolto della Parola, che si tiene una volta al mese in diverse case delle
famiglie ospitanti.
Siamo grate al Signore per il
dono di Lucia alla nostra Famiglia CM, e per il bene da lei compiuto. Vogliamo
affidarla all'amore misericordioso del Cuore di Cristo.
Che dire di Lucia? Chi ha
avuto modo di conoscerla ha potuto cogliere in lei una donna determinata,
impegnata, con un profondo senso di responsabilità di fronte agli impegni che
si assumeva. Una donna di una fede incrollabile, di una puntualità spiccata in
tutte le cose da compiere, appassionata dell’ordine e della cura degli ambienti
in cui sempre si è trovata a spendere le sue giornate. Da quando era arrivata
qui a Brugherio, subito si era inserita nel contesto parrocchiale e ha avuto i
primi contatti con le associazioni Caritas, dove ha dato la sua disponibilità
per questo importante servizio. Soprattutto nel centro di ascolto è riuscita a
creare attorno a lei importanti relazioni; era diventata il loro punto di
riferimento per la preghiera, e non solo. Attenta ai bisogni di chi è più
provato, attenta alle sofferenze degli altri, presente nella vita delle
persone, con molta discrezione, ma sempre presente con un ricordo, una frase,
una preghiera. Preoccupata che tutto fosse in ordine e pulito anche gli ambienti
esterni: tutte le mattine, anche in inverno, lei alle 6.30 scendeva giù a
pulire, scopare e riordinare l’entrata della scuola materna anche fuori dei
cancelli perché - diceva - chi viene a portare i bambini alle 7.30, è più
bello, se trova pulito...
Innamorata di Dio e della
sua Parola, tutte le mattine prestissimo la trovavo in ascolto di Dio. Anche
durante questi mesi di malattia il suo primo appuntamento era mettersi a
pregare, e ha pregato insieme alle altre missionarie fino all’ultimo. Consapevole
che la malattia non le avrebbe dato scampo, lucidissima nel suo percorso di
salute precaria, ma decisa a percorrerlo fino in fondo con profonda fede.
La malattia ci ha travolto insieme: io, con la diagnosi
di tumore maligno di mia mamma, lei, con una triste sentenza di non scampo. E
le nostre vite si sono dovute dividere: io, da una parte ad accudire mia mamma,
e lei qui, assistita amorevolmente da tre missionarie che le sono state accanto
fino all’ultimo respiro. Ci sentivamo per telefono, spesso, e entrambe eravamo
rattristate per non poter condividere da vicino la sofferenza. A volte per
telefono piangevamo insieme, forse era un modo per dirci la fatica di accettare
il mistero di quello che ci stava capitando. In tutto questo resta la stima, la
fiducia reciproca, l’intensa comunione che ci ha fatto sentire ancora più
sorelle. Quando le sue forze ancora lo permettevano ha mantenuto contatti con
tutti, e così mi scriveva qualche tempo fa:
“Sto
prendendo una pastiglia che agisce 100/100 quando le metastasi si moltiplicano
in maniera irregolare. Ed è il mio caso. Perciò la qualità della vita è
migliorata. Sinceramente, al Signore, non chiedo mai la guarigione del corpo,
ma piuttosto la serenità interiore e di volto.
Nella mia breve esperienza di vita la bontà mi ha
sempre accattivata. Ora nella malattia sento che potrebbe essere mitezza e
serenità contagiosa per abbattere barriere e creare ponti.
In questo tempo di attesa, che viene, lascerò uno
spazio allo Spirito Santo, e non invocherò la sua grazia "protettiva",
ma piuttosto che io possa abbandonarmi, la consapevolezza di dover tornare alle
fonti, l'umiltà di chiedere aiuto e farmi guidare, la spinta dell'affidarmi
allo Spirito Santo di Dio e, se ci sarà battaglia, la spinta a rinnovare la mia
consacrazione con Chi tanto ha mi voluto e mi ha cercato per condividere il suo
amore. Che il Signore mi accompagni nei momenti di maggiore intimità con Dio...
È un dono grande, ma sono consapevole, che l’ho sempre cercato, chiesto,
implorato!
Il Signore che non si lascia mai battere in
generosità, e che riesce sorprendermi, mi ha donato molto di più di quello che
potevo sperare: rispettando la mia "testa", sta guarendo il mio
"cuore"! Per attenderlo con cuore accogliente.
Ciò che il Signore sta facendo a me lo chiedo anche
per te.
Ti auguro una serena attesa impreziosita da un
forte abbraccio”.
Ecco questa è Lucia!
Orielda Tomasi
Mi ha insegnato tanto
Abbiamo
dialogato, tanto; spesso. In cucina, in sala, mentre le somministravo le
terapie. Io e lei ci stupivamo di ritrovarci al mattino presto a far colazione
e a parlar di Dio, della missione, della CM, dello Statuto…
Che discorsi! A
quest’ora!
…Per
i fratelli! … mi si allarga il cuore, la mente…
Lucia è stata
definita come donna dalla fede incrollabile. Certo, ma di una fede adulta, che
resisteva al vaglio degli avvenimenti della vita, al vaglio del pensiero,
impegnato a dar ragione della fede che è in noi.
Davanti
all’ineluttabile interrogativo della sofferenza, del male, di quel mistero
della croce che segna ogni uomo, non si rassegnava a risposte scontate e banali.
Niente che stride con DIO AMORE può essere accolto in modo acritico. E allora
il silenzio, il non capire, anche la fatica di accettare. La protesta e la
ribellione in conflitto col desiderio e la volontà di abbandono. Facile a
dirsi, abbandono, quando tocca agli
altri. Bisogna attraversare il dubbio, la paura, anche l’angoscia.
E in uno di
questi momenti di buio, di scoramento davanti alle forze che vengono meno, a
ricercare una luce nella Parola di Dio, nella vocazione CM: l’Eccomi a Dio per i fratelli… E
allargava le braccia, dal petto al Cielo. “Mi si allarga il cuore, la mente, lo
spirito. I fratelli, è un allargarsi
dell’orizzonte che dà la forza di sostenere tutto…”
Più o meno erano
queste le sue ultime parole in una delle nostre chiacchierate in cucina,
intorno alle cinque del mattino.
E per i
fratelli ha allargato le
braccia sulla croce. E nell’abbraccio di Dio, ora abbraccia anche noi.
“Pietra
viva e preziosa, scolpita dallo Spirito”
Sarebbero davvero
tante le cose da raccontare, e si affollano alla mente, in modo caotico e
disordinato.
Il tempo vissuto
con Lucia da settembre a gennaio è stato davvero un tempo di Grazia. Di
Comunione profonda. Si respirava la premura tra sorelle, in gara nell’attenzione reciproca. Abbiamo imparato a
conoscerci, ad accoglierci, anche con le nostre fatiche, superate volendoci
bene e desiderando soprattutto il rispetto e la libertà dell’altra.
È stato un tempo
per raccontarsi: la sua famiglia, la
mia famiglia, l’infanzia e l’adolescenza della nostra CM. Le attese, le vocazioni nella vocazione. Le sue parole
vibravano di quella premura preveniente (che
attingeva al nostro Statuto) e che si manifestava in piccole cose, per
sollevare dalla fatica le sorelle. Vibrava d’affetto per i suoi familiari,
viveva la presenza di suo fratello Giuseppe, della mamma, del papà. Attendeva
con trepidazione l’arrivo dei suoi, sorrideva sempre ricordando i suoi nipoti,
Fabio e Susi.
E Accompagnava
con la preghiera i giovani, soprattutto i giovani in discernimento vocazionale;
e i sacerdoti: “bisogna pregare per loro, è una vocazione impegnativa”, mi
diceva. Chiamava il suo parroco, don Vittorino, suo Pastore, e ne condivideva le fatiche nella preghiera. Aveva
davvero un’anima pastorale: era
costante l’attenzione per coloro che accompagnava, per gli amici, per la Caritas.
“Inclusiva!
Che parola meravigliosa!” Ripeteva con un sorriso che nasceva dal cuore
dilatato, per far suo fino in fondo l’insegnamento di Papa Francesco. Amare con
un cuore capace di includere tutti. Tutti fratelli!
Aperta, ma
concreta. Nella sua sapienza vedeva con chiarezza – e anche con un po’ di
ironia – i nostri, i suoi limiti. Ed era capace di smascherare le bugie che
inconsapevolmente ci diciamo per accontentarci, per mantenere i nostri piccoli
privilegi. A volte poteva sembrare urticante.
Ma sapeva chiedere scusa.
Ho imparato tanto
da Lucia, mi ha fatto scuola, formazione
permanente, mi ha insegnato a guardare
con libertà, e non è poco.
Lucia grazie, sei
per me volto autentico di missionaria CM,
dono d’Amore a Dio e ai fratelli!
Continua a
essermi sorella in cielo, a essermi
compagna nel cammino di donazione totale,
finché danzeremo insieme nell’Assemblea dei Santi!
Maria Grazia Virdis