Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
-
09 / 08 / 2024
Agosto 2024
Edvige Terenghi, amministratrice centrale, visita i gruppi in Mozambico....
-
09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita os grupos em Moçambique....
-
09 / 08 / 2024
Agosto de 2024
Edvige Terenghi, administradora central, visita los grupos en Mozambique...
-
09 / 08 / 2024
19 ottobre 2024
Assemblea italiana, in presenza, a Bologna, e in collegamento online...
presenza molto forte
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino
Dieci anni sono passati da quel
lunedì dopo Pasqua che mi arrivò in Mozambico la notizia che P. Albino aveva
terminato la sua corsa qui sulla terra.
Dieci anni! Mi sono chiesta se
ha senso celebrare questi anniversari…
sì ha senso e questo anniversario mi ha stimolato a fare memoria riconoscente
per ciò che P. Albino ha vissuto e per ciò che posto nelle nostre mani. Molte
missionarie familiares hanno avuto la gioia di averlo come testimone delle
promesse (per i familiares) e della consacrazione (per le missionarie).
Mi sono resa conto che 10 anni
della morte di p. Albino, non sono stati un’assenza ma li ho sentiti una
presenza molto forte non basata su nostalgici ricordi, ma una presenza che ci
sta portando all’essenziale, dove ancora ci parla, ci sostiene e ci stimola a
vivere con autenticità la nostra spiritualità e viverla nella fedeltà. Voglio
ricordare un piccolo episodio che rivela
un aspetto di P. Albino nella capacità di dire “Ecce venio”.
P. Albino si trovava in
ospedale per il cambio del pece meker al cuore (un ricovero di tre
giorni) Io ero accanto a lui mentre aspettavamo che fosse chiamato per
l’intervento. Si parlava del più e del meno, quasi improvvisamente cambia discorso con viso serio e voce pacata e mi
disse: “Nella mia vita io ho girato per tutta Italia per far conoscere e
parlare del Cuore di Cristo, ho visitato i gruppi CM nel mondo. Sappi che ho
fatto la mia offerta, e sono consapevole che ora è tempo di fermarmi e restare
dove il Signore mi vuole. Coraggio andate avanti…”
Appena tornata a casa ho messo
per iscritto questo pensiero perché l’ho sentito come un breve testamento.
Voglio anche ricordare ciò che
ci ha scritto prima dell’VIII Assemblea Generale Ordinaria, Certamente l’ultimo
scritto prima di entrare nel suo stato un pò confusionale e mi piace ricordalo.
“Carissima … ti scrivo anche
per un motivo strettamente personale che riguarda la tua appartenenza alla CM.
Nella prossima estate la Compagnia Missionaria celebrerà l’Assemblea. E’ una
circostanza di un forte impegno per la nostra famiglia. Ci impegneremo a
prepararci spiritualmente con la recita della bella preghiera al “Cuore Trafitto” dove si supplica incessantemente il
Cuore di Gesù per la Compagnia Missionaria. Auguri a te e a tutti. Con affetto
P. Albino (Bologna 7 dicembre 2012).
Sia
questa celebrazione dei 10 anni dalla morte di P. Albino, un momento di
comunione per tutta CM e un sentimento di gratitudine per avercelo donato.
Grazie P. Albino!
l'incontro con p. albino
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino
Risalgo il legame
d’affetto che si è subito creato con P. Albino. Avevo da poco conosciuto la
Compagnia Missionaria nell’estate del 1990, e in autunno ho cominciato a seguire
i ritiri col gruppo a S. Damiano.
Alcuni luoghi per
incontrarlo oggi nella memoria: S. Damiano, Bologna, la casa per ferie, da
Siusi ad Asiago.
A S. Damiano il primo
incontro. Lì, e poi a Milano e a Brugherio, P. Albino ha guidato i ritiri del
nostro gruppo, finché ha potuto. Sempre con premura paterna.
E da questi incontri alcuni tratti sono rimasti incisi
profondamente: la fiducia in primo
luogo. Fiducia in un Dio che è Amore,
e sempre accoglie e perdona. La consegna dell’«icona del costato trafitto».
Un solo sguardo amoroso a quel cuore aperto, una breve preghiera, ma sempre
possibile. E lui, per primo, guardava al cuore di Cristo con lo sguardo
semplice di un bambino.
Il “Battesimo”: lì la radice di ogni vocazione, figli nel Figlio! E
l’invito a farne memoria, a viverlo nella pienezza.
La “Preghiera di Mosé” (Es. 32,11)
Ma una sua meditazione
su Esodo 32 ha inciso profondamente sulla mia vita: la vocazione, non un
privilegio, ma dono per «essere donati»! Mentre lo ascoltavo, diventava viva
l’immagine di Mosé che “resiste” a Dio per solidarietà col popolo! La
consacrazione non per una salvezza personale, non un cammino per superuomini o
superdonne, ma per uomini e donne che, come Cristo, guardano al Padre portando
i loro fratelli, “fatti uno” col popolo!
E nella piccola preghiera d’offerta
ogni atto diventa significativo per
l’avvento del Regno.
l'eredità di p. albino
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino
Quando entrai nella formazione di base della CM,
quello fu l’ultimo anno nel quale il nostro formatore era padre Albino. Poi
subentrarono le missionarie come maestre. Per me tutto era nuovo ed anche un
po' difficile. Penso però che molti sono i punti fermi e i valori che porto tuttora nella mia vita.
· L’adorazione
silenziosa
· La
fedeltà alle pratiche di pietà
· La
comunione con Dio e quella con le sorelle, … ancora più faticosa
· L’amore
alla Parola di Dio e allo studio della
Bibbia
· Il
desiderio dell’evangelizzazione che mi
ha spinto a fare esperienze missionarie
· Il
motto di p. Moro “Guardare lontano” che mi piaceva molto e alimentava il mio
desiderio di andare in missione in Africa, una passione che coltivo ancora oggi nell’ambiente in cui
vivo
Guardando a ciò che abbiamo seminato nella
missione ad gentes, penso che i frutti sono la fede e la nostra spiritualità. Molte altre cose nel tempo sono
cambiate. L’uomo cerca altrove la vera gioia e la felicità che il mondo non sa
dare.
Ho guardato sempre a p. Albino come un maestro,
non come un leader e nemmeno un trascinatore di folle. Al contrario un uomo
convinto, animato da una fede robusta,
senza fronzoli, incisiva, a volte un educatore dai modi un po' duri. Amava la
perfezione anche nelle piccole cose…
Aveva un culto particolare per l’Eucarestia, l’Adorazione, l’Evangelizzazione.
Per la formazione usava testi biblici del NT e AT
che erano il nutrimento della sua spiritualità
di amore, di oblazione e di riparazione. Gli
esempi li prendeva dalla sua esperienza , dalla spiritualità vissuta nel
concreto della vita. Da lui ho imparato a cogliere il valore delle
testimonianze di fede nel mio cammino.. La spiritualità della Riparazione è
rimasta dentro di me e un giorno alla settimana, il venerdì lo dedico alla
preghiera per i peccatori del mondo intero ecc…
La sua esigenza di perfezione mi ha un po'
contagiata nel lavoro, specie nella missione. Per farci capire questo valore,
il padre ci portò un esempio che non ho dimenticato, di uno studente che aveva
dipinto in modo così perfetto una mosca sul libro del suo professore da farlo
cadere in errore e scambiarla con una vera mosca e cercare di cacciarla via
….ma quella non si mosse….
Padre
Albino non seguiva fondatori “carismatici” o fenomeni che affascinano le folle
(come madonne in pianto o altro), ma aveva rispetto per ogni forma di fede
semplice e non esprimeva mai critiche. Era un uomo che sapeva comunicare e
stringere amicizia. Sapeva educarci come donne e missionarie. Sapeva
condividere momenti di gioia e accettare scherzi, come quando a Siusi gli
abbiamo fatto il “sacco” del letto o messo sotto il letto pentole e barattoli o
ancora a tavola gli abbiamo messo un tovagliolo da bambino. Sapeva accettare
gli scherzi , ma non voleva che ne facessimo ai sacerdoti che venivano da noi
in ferie.
Nel suo cinquantesimo di consacrazione al
sacerdozio ci confidò che, era la prima volta , dopo 10 anni di deserto del
cuore e di silenzio, che sentiva la
Presenza del Signore. Era commosso e radioso. Nessuno di noi si era accorto di
questo “silenzio” Non dimenticherò mai questa confidenza che era anche una
lezione : saper stare nella sofferenza per amore senza farla pesare sugli
altri.
Fu molto contento quando ricevette, sempre nel 50° di messa, un album storico di tutta
la sua vita che noi missionarie gli
avevamo preparato. Fu l’unico regalo che apprezzò e accettò volentieri, tanto
da portarlo con sé fino alla morte. Ora è rimasto con noi in via Guidotti. Ne
abbiamo poi fatti altri sul cammino del padre fino alla sua dipartita. Ho
scoperto così altre sue virtù che non conoscevo.
Nell’Ecce Venio e nell’Ecce Ancilla Maria è
compendiata tutta la nostra vocazione e il nostro fine. Un programma grave e
difficile. Mi domandavo spesso come sarei riuscita a viverlo. Un Ideale così
alto!!!. Ogni settimana ci chiedeva come lo avevamo vissuto. Tutte avevano
delle testimonianze da dare, io ….non ne avevo mai nessuna, avevo sempre
combinato qualcosa che non “entrava” nella carità. Ci soffrivo abbastanza, ma
poi parlando con il padre, mi diceva :
“Vai avanti”. Anche p. Moro mi aiutava dicendo : “Io ero come te, non riuscivo
a pregare come tanti miei compagni stesi a terra per pregare, ma ora sono
qui…non tutti gli altri!” Con il tempo fu così anche per me. Cominciai a capire
che il Signore non chiamava solo le più “brave” ma anche le più “povere” che
non sanno camminare da sole perché è Lui che opera cose grandi, a noi chiede di
guardare Lui, seguirlo e testimoniare.
Rimangono poi tanti piccoli segreti nello scrigno
del nostro cuore che non si esternano, ma rimangono solo per Gesù.
Guardando alla mia storia mi meraviglio che il
Signore non si sia stancato di me e che tuttora
mi accompagna. Non mi dilungo di più, ma certo
quello che il Signore ha fatto con me nelle missioni in Italia e all’estero,
nessuno potrebbe crederlo! Fidatevi di Lui, è un compagno fedele e opera quello
che gli chiedete.
Come ultimo , il Padre fondatore mi ottenne la
guarigione di un orecchio lo scorso
anno. Erano due anni che soffrivo e venivo seguita da due bravi specialisti, di
cui uno voleva operarmi mentre l’altro non mi dava speranza. Perdevo sangue e
non potevo più mettere l’auricolare. Il
male poi si trasmise anche all’altro orecchio. A chi domandare aiuto? Lo chiesi
al padre, e dopo essermi curata da sola guarii…P. Albino sono certa, aveva
ottenuto la guarigione! Avevo pregato con un certo timore, ricordando che in
vita avevamo spesso discusso tra noi (naturalmente quando accadeva , io
pretendevo sempre di avere ragione…!) Anche in Africa, a causa della mia rabbia
,una volta fermai l’auto e mancò poco
che lo lasciassi in foresta! Ma lui fece
silenzio in tutto il viaggio per i 6 Km che mancavano per giungere a casa! Era molto più bravo e mite di me! Grazie p.
Albino.
delicatezza prossimità e libertà
Nel 10° anniversario della Pasqua di p. Albino
«Fa’ lieta e serena la tua
casa con la costanza della tua pazienza e della tua bontà».
Prima
d’iniziare a scrivere la mia evocazione di P. Albino sono andata a leggere la
corrispondenza che ho da lui. E la prima che mi è venuta alla mano è stata la
copia de un email di febbraio del 2008
in cui, come sempre, senza mai dimenticarsi, si faceva presente, per le date
del mio anniversario natalizio e del mio battesimo. E descriveva il cartoncino
che questa volta non inviava, perché anche lui si era adattato a comunicare
“via net”, come noi dicevamo. «Nella prima pagina del detto cartoncino è
riprodotto il disegno di una casa con il comignolo fumante. Segno che dentro
c’è la famiglia. A fianco della casa c’è la massima che ti trascrivo perché
vorrei vedere anche te impegnata nell’osservanza: Fa’ lieta e serena la tua
casa con la costanza della tua pazienza e della tua bontà. Vedi di
realizzarla cordialmente per la gioia tua e di quanti vivono con te.»
Leggendo
questa frase, è stato come ricevere una visita e una raccomandazione del Padre.
Il mio lavoro, oggi, molto di più che in
quegli anni è proprio questo: fare
lieta e serena la casa con la costanza della mia pazienza e della mia bontà.
Ed è stato anche come se mi arrivassero con un po´ di anticipo i suoi auguri
per i mio compleanno che arriva in questi giorni. E la gratitudine non poteva
lasciare di scaturire nel mio cuore. Per P. Albino e per il Signore della Storia.
Delicatezza
e prossimità sono altri due aspetti che non posso lasciare de evocare pensando
la sua persona. Rimanevo molto meravigliata quando ci offriva i fazzoletti
rinfrescanti, per pulire le mani quando andavamo in viaggio. Lui era un uomo e aveva quelle delicatezze!
Le visite che faceva alle famiglie; a casa mia è venuto quando ero ancora nel
biennio di formazione e non abitavo a Porto. E anche la libertà che vivevamo
nel suoi confronti. Mi ricordo di qualcuna di un altro Istituto raccontarmi che
solo dopo la morte del fondatore loro hanno potuto vestire i pantaloni, ossia,
vestirsi come trovavano meglio. Noi mai siamo stati un gruppo omogeneo; abbiamo
conservato sempre la nostra propria individualità. E qualcuno lo ha
sottolineato positivamente. Un giorno mentre facevamo un Corso di formazione il
biblista che non ci conosceva guardandoci ha fatto questo commentario: «Ma voi
siete proprio rimaste voi stesse».
Libertà
anche per dibattere un’idea o una controversia, senza paura perché si era davanti
al Fondatore. Mi ricordo un momento in cui è sorta
una forte divergenza, in un periodo in cui P. Albino non faceva già parte del
Consiglio, ma non per questo era messo al margine delle tematiche che erano
dibattute. Quella volta era proprio il Padre che portava a dibattito un
argomento che al Consiglio non pareva molto opportuno. Allora sono stata io
stessa ad andare a parlare con lui. Tutti e due abbiamo battagliato forte,
perché tutti e due avevamo a cuore il bene della CM. Ma alla fine siamo riusciti
a capirci e a intenderci e ci siamo scambiati un forte abbraccio, di padre a
figlia, ma direi anche da fratello a sorella.
Il futuro della CM non è soltanto
nelle nostre mani. Lei è dono di Dio e passa tramite i suoi disegni. Non
dobbiamo angustiarci con la nostra fragilità, con le nostre poche risorse. Ma
non abbiamo neanche il diritto di incrociare le braccia e di seppellire la
ricchezza che abbiamo ricevuto. Ogni tanto mi pare che non sempre tutti e tutte
ci rendiamo conto di questa ricchezza. Che quest’anno, celebrando P. Albino,
possa svegliare in noi un rinnovato movimento che ci porti ad allargare le frontiere della nostra Famiglia.
e' venuto a trovarmi
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino
La
testimonianza di amore gratuito che ho visto nei gesti, nelle parole e negli
atteggiamenti di Padre Albino ha lasciato in me un segno indelebile, una
chiamata costante ad amare senza misura, senza calcoli, ad amare tutti, ad
amare sempre...
Al centro
del Vangelo, al centro della nostra spiritualità, nei desideri più profondi del
cuore umano, c'è questo desiderio di amare incondizionatamente. Siamo invitati
ad amare come ama Gesù: “Amatevi gli uni
gli altri come io ho amato voi”. Padre Albino è stato per me una
testimonianza visibile di questo amore.
Mi scriveva
sempre alle feste di Capodanno, nei compleanni, nei momenti di lutto e mentre
attraversavo le varie tappe della formazione e della consacrazione. Se a volte
non gli rispondevo, non pretendeva nulla in cambio, non mi criticava e
continuava a venirmi a trovare con le
sue cartoline e lettere. Provavo così tanta gioia quando ricevevo la tua
corrispondenza! Quando ci incontravamo mi diceva sempre: “Continua a darmi tue notizie”.
Anche se
non abbiamo vissuto insieme ho sempre sentito che mi apprezzava e mi amava. Questo modo di fare era come un invito per dirmi: “vai e fai lo stesso!”
Quanta
disciplina e spirito di sacrificio ha dovuto esercitare per riuscire a
conciliare la vita comunitaria, nel suo Istituto, e quella di Fondatore della
CM, con tutto ciò che comportava: insegnare, custodire,
accompagnare, consigliare...
“Mi prenderò cura delle mie pecore…” Ad
immagine del Buon Pastore, Padre Albino ha dato la vita per le sue “pecore”,
sempre attento a ciascuna e al gregge, per custodirlo unito . Questa cura lo ha
spinto a visitare i gruppi di missionarie e familiares e anche le nostre famiglie. Ha saputo dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio.
Ricordo che, quando mia madre era malata, venne a trovarci... Mio Dio, quanta gioia provavo, e provo ancora,
con questa vicinanza paterna! Era un padre giocoso, semplice, vicino,
amichevole.
Mi
affascina pensare e sentire la libertà, la pace e la gioia che ci dà vivere la
gratuità dell'amore. Questa, è per me la più grande eredità che mi hai
silenziosamente lasciato Padre Albino.
Voglio essere come Lui: amare senza misura, valorizzare
gli altri, curare, visitare, soprattutto, le nostre sorelle malate...
la gioia del vangelo
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino
Carissimo Padre Elegante,
un grazie di cuore per il dono della tua vita
nella mia vita. Dico grazie per tutto quanto ho ricevuto e per il dono della
tua meravigliosa accoglienza : fede, preghiera, fiducia e abbandono, certezza
nell’Amore di Dio. E questo tuo vissuto lo hai comunicato anche a noi e a tutta
la Compagnia Missionaria.
Tu hai vissuto la gioia del Vangelo che è quella
che nessuno ci e ti potrà togliere. La gioia che si rinnova e si comunica e che
con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce.
Padre Elegante dire oggi qualcosa di te, non è per
me niente facile, ma io ti definisco come il Signore del Sorriso, della Pace,
dell’accoglienza silenziosa e contemplativa.
Padre Elegante, la tua Pace – Fiducia trasmessa a noi è stata per me un dono che io
non dimenticherò mai più! Ancora oggi
risuona e vibra nel mio cuore la frase: “Perdete
tutto, ma non perdete la carità!” Questa frase è rimasta impressa nel mio
cuore e mi fa riflettere sul perché non riesco a metterla in pratica nel mio
vivere quotidiano?
Aiutami Padre Elegante a fare silenzio e a
custodire nel mio cuore quello che non riesco a capire.
Grazie Padre per il dono della tua vita vissuta
per il bene dell’umanità e della nostra famiglia Compagnia Missionaria del S.
Cuore. Il tuo spirito fiducioso mi aiuti a dire con Maria: sia fatta la tua
volontà. Fiat!.