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COMPAGNIA MISSIONARIA
DEL SACRO CUORE
una vita nel cuore del mondo al servizio del Regno...
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Compagnia Missionaria del Sacro Cuore
 La COMPAGNIA MISSIONARIA DEL SACRO CUORE è un istituto secolare, che ha la sede centrale a Bologna, ma è diffusa in varie regioni d'Italia, in Portogallo, in Mozambico, in Guinea Bissau, in Cile, in Argentina, in Indonesia.
News
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    19 ottobre 2024
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presenza molto forte
 
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino  Dieci anni sono passati da quel lunedì dopo Pasqua che mi arrivò in Mozambico la notizia che P. Albino aveva terminato la sua corsa qui sulla terra. Dieci anni! Mi sono chiesta se ha senso celebrare questi anniversari… sì ha senso e questo anniversario mi ha stimolato a fare memoria riconoscente per ciò che P. Albino ha vissuto e per ciò che posto nelle nostre mani. Molte missionarie familiares hanno avuto la gioia di averlo come testimone delle promesse (per i familiares) e della consacrazione (per le missionarie). Mi sono resa conto che 10 anni della morte di p. Albino, non sono stati un’assenza ma li ho sentiti una presenza molto forte non basata su nostalgici ricordi, ma una presenza che ci sta portando all’essenziale, dove ancora ci parla, ci sostiene e ci stimola a vivere con autenticità la nostra spiritualità e viverla nella fedeltà. Voglio ricordare un piccolo episodio che rivela un aspetto di P. Albino nella capacità di dire “Ecce venio”. P. Albino si trovava in ospedale per il cambio del pece meker al cuore (un ricovero di tre giorni) Io ero accanto a lui mentre aspettavamo che fosse chiamato per l’intervento. Si parlava del più e del meno, quasi improvvisamente cambia discorso con viso serio e voce pacata e mi disse: “Nella mia vita io ho girato per tutta Italia per far conoscere e parlare del Cuore di Cristo, ho visitato i gruppi CM nel mondo. Sappi che ho fatto la mia offerta, e sono consapevole che ora è tempo di fermarmi e restare dove il Signore mi vuole. Coraggio andate avanti…” Appena tornata a casa ho messo per iscritto questo pensiero perché l’ho sentito come un breve testamento. Voglio anche ricordare ciò che ci ha scritto prima dell’VIII Assemblea Generale Ordinaria, Certamente l’ultimo scritto prima di entrare nel suo stato un pò confusionale e mi piace ricordalo. “Carissima … ti scrivo anche per un motivo strettamente personale che riguarda la tua appartenenza alla CM. Nella prossima estate la Compagnia Missionaria celebrerà l’Assemblea. E’ una circostanza di un forte impegno per la nostra famiglia. Ci impegneremo a prepararci spiritualmente con la recita della bella preghiera al “Cuore Trafitto” dove si supplica incessantemente il Cuore di Gesù per la Compagnia Missionaria. Auguri a te e a tutti. Con affetto P. Albino (Bologna 7 dicembre 2012). Sia questa celebrazione dei 10 anni dalla morte di P. Albino, un momento di comunione per tutta CM e un sentimento di gratitudine per avercelo donato. Grazie P. Albino!
l'incontro con p. albino
 
 Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino Risalgo il legame d’affetto che si è subito creato con P. Albino. Avevo da poco conosciuto la Compagnia Missionaria nell’estate del 1990, e in autunno ho cominciato a seguire i ritiri col gruppo a S. Damiano. Alcuni luoghi per incontrarlo oggi nella memoria: S. Damiano, Bologna, la casa per ferie, da Siusi  ad Asiago. A S. Damiano il primo incontro. Lì, e poi a Milano e a Brugherio, P. Albino ha guidato i ritiri del nostro gruppo, finché ha potuto. Sempre con premura paterna. E da questi incontri alcuni tratti sono rimasti incisi profondamente: la fiducia in primo luogo. Fiducia in un Dio che è Amore, e sempre accoglie e perdona. La consegna dell’«icona del costato trafitto». Un solo sguardo amoroso a quel cuore aperto, una breve preghiera, ma sempre possibile. E lui, per primo, guardava al cuore di Cristo con lo sguardo semplice di un bambino. Il “Battesimo”: lì la radice di ogni vocazione, figli nel Figlio! E l’invito a farne memoria, a viverlo nella pienezza. La “Preghiera di Mosé” (Es. 32,11) Ma una sua meditazione su Esodo 32 ha inciso profondamente sulla mia vita: la vocazione, non un privilegio, ma dono per «essere donati»! Mentre lo ascoltavo, diventava viva l’immagine di Mosé che “resiste” a Dio per solidarietà col popolo! La consacrazione non per una salvezza personale, non un cammino per superuomini o superdonne, ma per uomini e donne che, come Cristo, guardano al Padre portando i loro fratelli, “fatti uno” col popolo! E nella piccola preghiera d’offerta ogni atto diventa significativo per l’avvento del Regno.
l'eredità di p. albino
 
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino Quando entrai nella formazione di base della CM, quello fu l’ultimo anno nel quale il nostro formatore era padre Albino. Poi subentrarono le missionarie come maestre. Per me tutto era nuovo ed anche un po' difficile. Penso però che molti sono i punti fermi e i valori  che porto tuttora nella mia vita. · L’adorazione silenziosa · La fedeltà alle pratiche di pietà · La comunione con Dio e quella con le sorelle, … ancora più faticosa · L’amore alla Parola di Dio e allo studio della Bibbia · Il desiderio dell’evangelizzazione che mi ha spinto a fare esperienze missionarie · Il motto di p. Moro “Guardare lontano” che mi piaceva molto e alimentava il mio desiderio di andare in missione in Africa, una passione che coltivo ancora oggi nell’ambiente in cui vivo Guardando a ciò che abbiamo seminato nella missione ad gentes, penso che i frutti sono la fede e la nostra spiritualità. Molte altre cose nel tempo sono cambiate. L’uomo cerca altrove la vera gioia e la felicità che il mondo non sa dare. Ho guardato sempre a p. Albino come un maestro, non come un leader e nemmeno un trascinatore di folle. Al contrario un uomo convinto, animato da una fede robusta, senza fronzoli, incisiva, a volte un educatore dai modi un po' duri. Amava la perfezione anche nelle piccole cose… Aveva un culto particolare per l’Eucarestia, l’Adorazione, l’Evangelizzazione. Per la formazione usava testi biblici del NT e AT che erano il nutrimento della sua spiritualità di amore, di oblazione e di riparazione. Gli esempi li prendeva dalla sua esperienza , dalla spiritualità vissuta nel concreto della vita. Da lui ho imparato a cogliere il valore delle testimonianze di fede nel mio cammino.. La spiritualità della Riparazione è rimasta dentro di me e un giorno alla settimana, il venerdì lo dedico alla preghiera per i peccatori del mondo intero ecc… La sua esigenza di perfezione mi ha un po' contagiata nel lavoro, specie nella missione. Per farci capire questo valore, il padre ci portò un esempio che non ho dimenticato, di uno studente che aveva dipinto in modo così perfetto una mosca sul libro del suo professore da farlo cadere in errore e scambiarla con una vera mosca e cercare di cacciarla via ….ma quella non si mosse…. Padre Albino non seguiva fondatori “carismatici” o fenomeni che affascinano le folle (come madonne in pianto o altro), ma aveva rispetto per ogni forma di fede semplice e non esprimeva mai critiche. Era un uomo che sapeva comunicare e stringere amicizia. Sapeva educarci come donne e missionarie. Sapeva condividere momenti di gioia e accettare scherzi, come quando a Siusi gli abbiamo fatto il “sacco” del letto o messo sotto il letto pentole e barattoli o ancora a tavola gli abbiamo messo un tovagliolo da bambino. Sapeva accettare gli scherzi , ma non voleva che ne facessimo ai sacerdoti che venivano da noi in ferie. Nel suo cinquantesimo di consacrazione al sacerdozio ci confidò che, era la prima volta , dopo 10 anni di deserto del cuore e di silenzio, che sentiva la Presenza del Signore. Era commosso e radioso. Nessuno di noi si era accorto di questo “silenzio” Non dimenticherò mai questa confidenza che era anche una lezione : saper stare nella sofferenza per amore senza farla pesare sugli altri. Fu molto contento quando ricevette, sempre nel 50° di messa, un album storico di tutta la sua vita che noi missionarie gli avevamo preparato. Fu l’unico regalo che apprezzò e accettò volentieri, tanto da portarlo con sé fino alla morte. Ora è rimasto con noi in via Guidotti. Ne abbiamo poi fatti altri sul cammino del padre fino alla sua dipartita. Ho scoperto così altre sue virtù che non conoscevo. Nell’Ecce Venio e nell’Ecce Ancilla Maria è compendiata tutta la nostra vocazione e il nostro fine. Un programma grave e difficile. Mi domandavo spesso come sarei riuscita a viverlo. Un Ideale così alto!!!. Ogni settimana ci chiedeva come lo avevamo vissuto. Tutte avevano delle testimonianze da dare, io ….non ne avevo mai nessuna, avevo sempre combinato qualcosa che non “entrava” nella carità. Ci soffrivo abbastanza, ma poi parlando con il padre, mi diceva : “Vai avanti”. Anche p. Moro mi aiutava dicendo : “Io ero come te, non riuscivo a pregare come tanti miei compagni stesi a terra per pregare, ma ora sono qui…non tutti gli altri!” Con il tempo fu così anche per me. Cominciai a capire che il Signore non chiamava solo le più “brave” ma anche le più “povere” che non sanno camminare da sole perché è Lui che opera cose grandi, a noi chiede di guardare Lui, seguirlo e testimoniare. Rimangono poi tanti piccoli segreti nello scrigno del nostro cuore che non si esternano, ma rimangono solo per Gesù. Guardando alla mia storia mi meraviglio che il Signore non si sia stancato di me e che tuttora mi accompagna. Non mi dilungo di più, ma certo quello che il Signore ha fatto con me nelle missioni in Italia e all’estero, nessuno potrebbe crederlo! Fidatevi di Lui, è un compagno fedele e opera quello che gli chiedete. Come ultimo , il Padre fondatore mi ottenne la guarigione di un orecchio lo scorso anno. Erano due anni che soffrivo e venivo seguita da due bravi specialisti, di cui uno voleva operarmi mentre l’altro non mi dava speranza. Perdevo sangue e non potevo più mettere l’auricolare. Il male poi si trasmise anche all’altro orecchio. A chi domandare aiuto? Lo chiesi al padre, e dopo essermi curata da sola guarii…P. Albino sono certa, aveva ottenuto la guarigione! Avevo pregato con un certo timore, ricordando che in vita avevamo spesso discusso tra noi (naturalmente quando accadeva , io pretendevo sempre di avere ragione…!) Anche in Africa, a causa della mia rabbia ,una volta fermai l’auto e mancò poco che lo lasciassi in foresta! Ma lui fece silenzio in tutto il viaggio per i 6 Km che mancavano per giungere a casa! Era molto più bravo e mite di me! Grazie p. Albino.
delicatezza prossimità e libertà
 
Nel 10° anniversario della Pasqua di p. Albino «Fa’ lieta e serena la tua casa con la costanza della tua pazienza e della tua bontà». Prima d’iniziare a scrivere la mia evocazione di P. Albino sono andata a leggere la corrispondenza che ho da lui. E la prima che mi è venuta alla mano è stata la copia de un email di febbraio del 2008 in cui, come sempre, senza mai dimenticarsi, si faceva presente, per le date del mio anniversario natalizio e del mio battesimo. E descriveva il cartoncino che questa volta non inviava, perché anche lui si era adattato a comunicare “via net”, come noi dicevamo. «Nella prima pagina del detto cartoncino è riprodotto il disegno di una casa con il comignolo fumante. Segno che dentro c’è la famiglia. A fianco della casa c’è la massima che ti trascrivo perché vorrei vedere anche te impegnata nell’osservanza: Fa’ lieta e serena la tua casa con la costanza della tua pazienza e della tua bontà. Vedi di realizzarla cordialmente per la gioia tua e di quanti vivono con te.» Leggendo questa frase, è stato come ricevere una visita e una raccomandazione del Padre. Il mio lavoro, oggi, molto di più che in quegli anni è proprio questo: fare lieta e serena la casa con la costanza della mia pazienza e della mia bontà. Ed è stato anche come se mi arrivassero con un po´ di anticipo i suoi auguri per i mio compleanno che arriva in questi giorni. E la gratitudine non poteva lasciare di scaturire nel mio cuore. Per P. Albino e per il Signore della Storia. Delicatezza e prossimità sono altri due aspetti che non posso lasciare de evocare pensando la sua persona. Rimanevo molto meravigliata quando ci offriva i fazzoletti rinfrescanti, per pulire le mani quando andavamo in viaggio. Lui era un uomo e aveva quelle delicatezze! Le visite che faceva alle famiglie; a casa mia è venuto quando ero ancora nel biennio di formazione e non abitavo a Porto. E anche la libertà che vivevamo nel suoi confronti. Mi ricordo di qualcuna di un altro Istituto raccontarmi che solo dopo la morte del fondatore loro hanno potuto vestire i pantaloni, ossia, vestirsi come trovavano meglio. Noi mai siamo stati un gruppo omogeneo; abbiamo conservato sempre la nostra propria individualità. E qualcuno lo ha sottolineato positivamente. Un giorno mentre facevamo un Corso di formazione il biblista che non ci conosceva guardandoci ha fatto questo commentario: «Ma voi siete proprio rimaste voi stesse». Libertà anche per dibattere un’idea o una controversia, senza paura perché si era davanti al Fondatore. Mi ricordo un momento in cui è sorta una forte divergenza, in un periodo in cui P. Albino non faceva già parte del Consiglio, ma non per questo era messo al margine delle tematiche che erano dibattute. Quella volta era proprio il Padre che portava a dibattito un argomento che al Consiglio non pareva molto opportuno. Allora sono stata io stessa ad andare a parlare con lui. Tutti e due abbiamo battagliato forte, perché tutti e due avevamo a cuore il bene della CM. Ma alla fine siamo riusciti a capirci e a intenderci e ci siamo scambiati un forte abbraccio, di padre a figlia, ma direi anche da fratello a sorella. Il futuro della CM non è soltanto nelle nostre mani. Lei è dono di Dio e passa tramite i suoi disegni. Non dobbiamo angustiarci con la nostra fragilità, con le nostre poche risorse. Ma non abbiamo neanche il diritto di incrociare le braccia e di seppellire la ricchezza che abbiamo ricevuto. Ogni tanto mi pare che non sempre tutti e tutte ci rendiamo conto di questa ricchezza. Che quest’anno, celebrando P. Albino, possa svegliare in noi un rinnovato movimento che ci porti ad allargare le frontiere della nostra Famiglia.
e' venuto a trovarmi
 
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino La testimonianza di amore gratuito che ho visto nei gesti, nelle parole e negli atteggiamenti di Padre Albino ha lasciato in me un segno indelebile, una chiamata costante ad amare senza misura, senza calcoli, ad amare tutti, ad amare sempre... Al centro del Vangelo, al centro della nostra spiritualità, nei desideri più profondi del cuore umano, c'è questo desiderio di amare incondizionatamente. Siamo invitati ad amare come ama Gesù: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. Padre Albino è stato per me una testimonianza visibile di questo amore. Mi scriveva sempre alle feste di Capodanno, nei compleanni, nei momenti di lutto e mentre attraversavo le varie tappe della formazione e della consacrazione. Se a volte non gli rispondevo, non pretendeva nulla in cambio, non mi criticava e continuava a venirmi a trovare con le sue cartoline e lettere. Provavo così tanta gioia quando ricevevo la tua corrispondenza! Quando ci incontravamo mi diceva sempre: “Continua a darmi tue notizie”. Anche se non abbiamo vissuto insieme ho sempre sentito che mi apprezzava e mi amava. Questo modo di fare era come un invito per dirmi: “vai e fai lo stesso!” Quanta disciplina e spirito di sacrificio ha dovuto esercitare per riuscire a conciliare la vita comunitaria, nel suo Istituto, e quella di Fondatore della CM, con tutto ciò che comportava: insegnare, custodire, accompagnare, consigliare... “Mi prenderò cura delle mie pecore…” Ad immagine del Buon Pastore, Padre Albino ha dato la vita per le sue “pecore”, sempre attento a ciascuna e al gregge, per custodirlo unito . Questa cura lo ha spinto a visitare i gruppi di missionarie e familiares e anche le nostre famiglie. Ha saputo dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio. Ricordo che, quando mia madre era malata, venne a trovarci... Mio Dio, quanta gioia provavo, e provo ancora, con questa vicinanza paterna! Era un padre giocoso, semplice, vicino, amichevole. Mi affascina pensare e sentire la libertà, la pace e la gioia che ci dà vivere la gratuità dell'amore. Questa, è per me la più grande eredità che mi hai silenziosamente lasciato Padre Albino. Voglio essere come Lui: amare senza misura, valorizzare gli altri, curare, visitare, soprattutto, le nostre sorelle malate...
la gioia del vangelo
 
Nel 10° anniversario della Pasqua di P. Albino Carissimo Padre Elegante, un grazie di cuore per il dono della tua vita nella mia vita. Dico grazie per tutto quanto ho ricevuto e per il dono della tua meravigliosa accoglienza : fede, preghiera, fiducia e abbandono, certezza nell’Amore di Dio. E questo tuo vissuto lo hai comunicato anche a noi e a tutta la Compagnia Missionaria. Tu hai vissuto la gioia del Vangelo che è quella che nessuno ci e ti potrà togliere. La gioia che si rinnova e si comunica e che con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce. Padre Elegante dire oggi qualcosa di te, non è per me niente facile, ma io ti definisco come il Signore del Sorriso, della Pace, dell’accoglienza silenziosa e contemplativa. Padre Elegante, la tua Pace – Fiducia trasmessa a noi è stata per me un dono che io non dimenticherò mai più! Ancora oggi risuona e vibra nel mio cuore la frase: “Perdete tutto, ma non perdete la carità!” Questa frase è rimasta impressa nel mio cuore e mi fa riflettere sul perché non riesco a metterla in pratica nel mio vivere quotidiano? Aiutami Padre Elegante a fare silenzio e a custodire nel mio cuore quello che non riesco a capire. Grazie Padre per il dono della tua vita vissuta per il bene dell’umanità e della nostra famiglia Compagnia Missionaria del S. Cuore. Il tuo spirito fiducioso mi aiuti a dire con Maria: sia fatta la tua volontà. Fiat!.
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